Gemma n° 2286

“Quest’anno, come gemma di religione, ho deciso di portare una fotografia che risale a un bel po’ di anni fa e che ritrae me, due delle mie sorelle e mia cugina. Questa foto appartiene alla mia infanzia e ogni volta che la guardo mi fa viaggiare nei ricordi di tutte quelle estati passate nel divertimento e nella spensieratezza di bambine, e a tutte le esperienze e le avventure vissute. Per questo motivo mi porta anche a riflettere; perché in fin dei conti non è questo un po’ il senso della vita? Portarsi a casa più bei ricordi e bei momenti possibili? perché la vita è piena di brutti momenti e quelli più belli ti servono a ricordarti che nonostante tutto la vita è bella e va vissuta veramente per questo.
Inoltre questa foto è molto significativa per me perché le mie sorelle e mia cugina sono sempre state delle figure molto importanti nella mia vita. Nonostante il fatto che con le mie sorelle ci siano sempre stati litigi, dai più stupidi ai più importanti, le ho sempre viste come delle figure di riferimento, spesso e volentieri anche come delle amiche. Lo stesso vale per mia cugina, nonostante ci siamo sempre viste poco più di una volta all’anno; con lei c’è sempre stato un legame molto forte e l’ho sempre vista quasi come una sorella e soprattutto come una vera amica. Voglio moltissimo bene a tutte e tre e mi sento sempre fortunata ad averle perché ormai sono una parte di me” (B. classe seconda).

Gemma n° 2285

“Come ultima gemma quest’anno ho deciso di portare due poesie, una di Pierluigi Cappello indirizzata ai bambini ed una di Hermann Hesse. Nonostante lo stesso titolo La farfalla i due testi mostrano due diverse visioni della vita in due momenti distinti, infanzia ed età adulta. In questo periodo, in quanto studenti di quinta, siamo nel mezzo di un passaggio dall’essere considerati adolescenti ad essere quasi adulti e di conseguenza a comportarci come tali, ma soprattutto dobbiamo prendere delle decisioni che determineranno il nostro futuro. Per questo motivo, mi ritrovo spesso a pensare ai momenti dell’infanzia in cui le mie preoccupazioni erano altre e quando anche una sola farfalla colorata poteva migliorarmi l’intera giornata” (A. classe quinta).

Gemma n° 2284

“Abbiamo adottato Nemo quando io avevo 7 anni. È un gatto arancione prevalentemente tranquillo e molto affettuoso, ed è il mio primo animale. Il prossimo anno lui compirà 10 anni e io 17. In questi quasi 10 anni siamo letteralmente cresciuti insieme, e abbiamo sviluppato un legame molto importante per entrambi. Io ho imparato a prendermi cura di lui, a volergli bene, a leggere il suo linguaggio del corpo. Lui ha ricambiato con una quantità immensurabile di amore e coccole, e prendendosi lui cura di me. Infatti, anche se vuole bene a tutta la famiglia, non si può negare che sia io la sua persona preferita.
Di recente ho iniziato a pensare all’università, a cosa voglio fare dopo il liceo. Ho deciso di non voler vivere a casa mentre studio, e ho realizzato quanto Nemo per me sia una stabilità, una sicurezza.
Durante il lockdown e i vari periodi negativi di questi ultimi anni, lui è sempre stato qui, una presenza stabile e amorevole, a rassicurarmi anche solo con la sua presenza.
Anche quando questo non sarà più possibile, so che lo porterò con me dovunque, nel mio cuore”.
(G. classe quarta).

Gemma n° 2283

“Questo è il cane che vive con me e la mia famiglia da ormai 17 anni. Il nome, Boomer, alla prima impressione potrebbe far sorridere, ma in realtà nessuno sa il perché, semplicemente i miei genitori l’hanno voluto chiamare così.
Ogni volta che chiedevo da piccola di raccontare il suo arrivo sorridevo sempre: nato in una cucciolata numerosa, veniva spesso maltrattato dai suoi fratelli (così racconta papà) ed è anche stato l’unico che rimaneva in disparte dal gruppo perché pauroso. Mio padre lo ha adottato un giorno qualsiasi dell’estate del 2006 per fare una sorpresa a mia madre quando sarebbe rincasata da lavoro. Infatti, così è stato: mia mamma tutt’ora si ricorda che l’ha visto per la prima volta sui gradini di casa a nascondersi dietro la gamba di mio padre.
Ora, più vecchio che mai, senza udito, olfatto e vista non salta più e neppure corre, bensì dedica le sue ore a fare ciò che gli piace di più: dormire. Noi supponiamo che si stia allenando per andare dall’altra parte.
Quando arriverà il giorno in cui ci lascerà sarò sicuramente triste, ma felice per tutta la gioia e l’amore che ci ha donato” (G. classe seconda).

Gemma n° 2282

“Appena mi sono guardato le mani, ho capito che questo anello era ciò che più rappresentava questa estate, dipinta da grandi emozioni e grandi cambiamenti.
Partendo dal principio, ho comprato l’anello a inizio estate, a Lignano, insieme a una persona speciale ed è stato un po’ un regalo verso me stesso. Simboleggia innanzitutto l’amore che provo per questa persona fantastica, che mi è sempre stata vicina nei momenti come questo, di vita. In secondo luogo viene proprio da questa città che quest’anno mi ha regalato, se così possiamo dire, una bruttissima esperienza in quanto sarei dovuto andarci a lavorare ma per motivi vari poi sono stato cacciato in malo modo; ciò non mi ha abbattuto, anzi, mi ha forgiato e sono andato avanti e l’anello figura proprio questo.
Infine, l’anello, simbolo di legame, rappresenta proprio il legame che ho imparato ad avere con me stesso  questa estate, perché finalmente ho imparato ad apprezzarmi sia fuori che dentro, ovvero ad apprezzare quello che odiavo di più nella mia vita. È cambiato il mio modo di vedere il mio aspetto fisico e la mia mente ed è ciò che ha condizionato di più questo periodo” (R. classe quarta).