Gemma n° 2511

“Amore, amore, amore, amore, amore A M O R E, ma in fin dei conti cos’è l’amore?
L’amore sono le farfalle nello stomaco? La montagna russa di emozioni quando vedi la persona che ti piace? La gioia di incrociare quel determinato sguardo?
Io non so definire l’amore, l’amore è tutto e niente. Una cosa così bella, così primordiale, così perfettamente imperfetta non si può definire secondo me.
L’amore credo sia la cosa più pura che l’essere umano possa provare sulla sua pelle.
Amare qualcuno. Dedicargli il proprio tempo, le proprie attenzioni, scoprire le nostre insicurezze, lasciarsi guardare dentro.
Non tutti sono in grado di amare, perché non tutti hanno la forza di farsi guardare dentro.
Per amare ci vuole coraggio, e prima di amare qualcun altro dobbiamo amare noi stessi. Dobbiamo tentare di amare tutto di noi, anche i demoni nascosti, solo la nostra facciata di finta perfezione. Nel mondo c’è talmente tanta apparenza che anche la realtà sembra quasi distorta, ma noi dobbiamo essere bravi ad amare quella realtà ingenua.
Amarsi.
Nel periodo adolescenziale tra l’altro, io credo che sia così difficile amare se stessi, c’è chi non ci riesce nemmeno dopo una vita.
Il 2023 è stato un anno movimentato, fino a giugno per me andava abbastanza bene, ero innamorata persa di un ragazzo che ha saputo amare me per come realmente sono.
Mi ha amata con tutte le mie paranoie, le mie insicurezze, le mie ansie, i miei problemi, mi amava e basta come io amavo lui.
Amavo i suoi occhi, il sorriso, le braccia che mi facevano sentire a casa, al sicuro, protetta.
Amavo il suo carattere, molto affine al mio, amavo il modo in cui pronunciava il mio nome, amavo lo sguardo pieno di amore e denso di una tale dolcezza.
Non ho mai amato nessuno così. Non so se amerò ancora così, il che mi spaventa, perché so di aver amato con l’anima.
Purtroppo la relazione finì. Lui mi ha insegnato che oltre ad amare incondizionatamente gli altri devo amare altrettanto me stessa. Che amarsi è giusto e bisogna farlo.
Nonostante tutto il dolore che lui mi ha fatto provare alla fine della relazione, e per tutti i mesi successivi, mi ha veramente dimostrato che l’amore esiste.
Ci sono persone che ti sanno guardare nell’anima così a fondo che potrebbero navigarci dentro, e lui sapeva farlo, sapeva capirmi, gli bastava uno sguardo e io scioglievo tutte le mie difese.
Lui è stato il mio primo amore, forse il mio grande amore, non lo so; so solo che ci siamo amati.
Nella mia anima porterò sempre il ricordo di quei mesi insieme, le prime esperienze, custodirò tutto gelosamente nella memoria e nel cuore.
L’amore però non è solo questo, tutti nella loro vita hanno incontrato o incontreranno l’amore.
L’amore per me è mia zia che anche in fin di vita, mi ha sempre dato un motivo per sorridere, mi ha sempre dato forza.
L’amore è la voglia di vivere che lei aveva, tutte le lezioni che mi ha insegnato e tutti i bellissimi ricordi che ho con lei. Mia zia era una persona meravigliosa, che purtroppo se n’è andata a causa di una brutta malattia.
Io la ricordo con il sorriso, ricordo la sua risata così tanto contagiosa, ricordo le sue frasi che mi scaldavano il cuore.
Mi ricordo la sua grande sensibilità, la grande emotività che aveva, la gioia che sapeva portare in ogni singola stanza appena entrava.
L’amore è mia zia che durante una camminata mi dice di cercare di essere sempre felice nella mia vita, ed è un insegnamento che spero tutti quanti possano ricevere.
La vita bisogna godersela perché non si sa mai quando può finire, bisogna viverla a pieno sempre e comunque.
La vita non è brutta, ci sono momenti più difficili, ma bisogna saper trovare il bello in tutto.
Questo mi ha insegnato lei, vivere, anzi vivere di amore.
Mi ha insegnato che l’amore è così tanto forte che va oltre a tutto quanto, e che l’amore si può ritrovare ovunque in qualunque momento, e che amore è anche amicizia.
L’amicizia per me è una forma di amore.
Quando si è amici si è complici, con uno sguardo ci si capisce, in una amicizia si può trovare un’anima così tanto affine a noi che possiamo definirla gemella.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di trovare dei veri amici, e li ringrazio ogni giorno di più.
Personalmente ho difficoltà a fidarmi, a mostrare la mia anima, ma quando incontro un vero amico, so che posso farlo e che lui/lei può farlo con me.
Tra i banchi di scuola ho incontrato delle persone che per me sono speciali.
E. é una delle persone a cui tengo di più, abbiamo un’amicizia particolare, ma bellissima.
In prima mi ricordo che non mi stava così simpatica, poi con il passare del tempo ho capito quanto lei fosse speciale.
Entrambe abbiamo il nostro caratterino, ma se lei non ci fosse le mie giornate sarebbero più grigie.
Parlando con lei, mi ha detto che nell’amicizia c’è amore: è lei che ne dà molto, si prende cura di me quando ne ho bisogno, mi asciuga le lacrime quando piango, e la stessa cosa faccio io per lei, difatti sono grata di avere lei come amica.
La mia gemma dunque è questa, sono le persone che porto nel cuore, che io amo, i veri amici o gli amori, persone che comunque mi hanno cambiata e anche influenzata nel corso del tempo.”
(G. classe quarta).

Gemma n° 2462

“Come gemma ho voluto portare un pezzo di 10 cose che odio di te, uno dei miei film preferiti; oltre a tutti gli altri argomenti presenti, il film parla di un ragazzo che inizia ad uscire con una ragazza solo per soldi. Infatti all’inizio del film, i due ragazzi hanno un atteggiamento scettico verso l’amore e le relazioni, ma nel corso  della trama i due protagonisti si innamorano e quando tutto sembra andare bene, Kat, la protagonista, scopre il motivo per cui inizialmente il ragazzo usciva con lei. In una lezione di letteratura lei espone la sua poesia  “10 cose che odio di te” riferendosi al ragazzo, io mi soffermerei sulla decima “cosa” che odia:  “ma più di tutto odio il fatto che non ti odio,  nemmeno un pochino, nemmeno niente”. In questa frase mi ci sono ritrovata un sacco di volte anche in altri contesti, in quanto sono una ragazza che si affeziona facilmente e che pensa sempre alle altre persone ma loro non danno importanza a me tanto quanto io la do a loro, e come dice la  frase citata prima,  odio non riuscire ad odiare una persona che mi fa o mi ha fatto del male” (E. classe prima).

Gemma n° 2449

“Oggi ho deciso di portare come gemma mia madre. Insieme abbiamo passato dei momenti molto duri della nostra vita come, per esempio, penso il più importante, la separazione in casa con mio padre. In quegli anni ero piccola e solo poco tempo fa ho capito quanto fosse stata effettivamente forte mia madre e come abbia avuto il coraggio di continuare una sua strada da sola con le sue due figlie accanto. Per me lei è una mia fonte d’ispirazione: anche se molto spesso non andiamo d’accordo e litighiamo, per me lei rimane comunque l’unica persona di cui mi posso fidare al 100%, perché so che lei non mi abbandonerà mai. Quindi se un giorno mi dovessero chiedere: Cosa vorresti diventare da grande? Beh io risponderei sicuramente, come prima cosa, una brava madre come lo è stata lei per me fino ad adesso e come continuerà ad esserlo in futuro” (S. classe seconda).

Gemma n° 2350

“Ho scelto di portare mia mamma. Si chiama F. e con lei ho un legame bellissimo. Ci somigliamo molto soprattutto caratterialmente e proprio per questo riesce a capirmi benissimo. Per me mia mamma è una spalla destra, una mano sempre tesa ad aiutarmi, un sorriso quando la giornata è tutta buia, un caldo abbraccio quando tutto sembra freddo. Soprattutto in questo periodo difficile a causa della scuola e altri vari problemi lei c’è sempre per me. Nonostante lavori molto riesce a dedicarsi a me perché so che ci tiene moltissimo. Voglio ringraziarla per tutto quello che fa ogni giorno per me e non penso lo sappia, ma la amo veramente tanto” (C. classe seconda).

Gemma n° 2338

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare una persona e quindi una parte della mia vita, mia mamma. Mia mamma è una persona buona, sempre presente con tutti e molto profonda. Mia mamma ha 48 anni e da 18 si prende cura di me e mia sorella, facendoci sentire protette. Quello da cui non ci poteva proteggere erano però le cose incontrollabili, il destino, il corso della natura. Mia mamma da 3 anni e mezzo ha un tumore maligno ai polmoni al quarto stadio, con metastasi alla colonna vertebrale. Per fortuna (e so che non si può definire così) è un cancro particolare, non una massa come si è soliti pensare, bensì uno strato di cellule che coprono l’intera superficie. Di conseguenza la cura non prevede chemio ma terapie staminali mirate ad una determinata zona. Tante volte mi sono chiesta perché a lei, tante volte ho pensato che avrei preferito averlo io pur di non vederla soffrire e non nego che ho la costante paura di non poter fare più le cose quotidiane che faccio con lei. Questa malattia per quanto sia disgustosa mi ha fatto maturare e capire che la vita è da vivere al 100%. Mi ha insegnato che probabilmente chiunque potrebbe combattere una guerra che tiene nascosta. Io l’ho fatto: per molto tempo ho tenuto nascosto una cosa più grande di me, forse perché dicendolo si sarebbe concretizzato o forse perché non volevo (e non voglio) essere trattata in modo diverso. Questa malattia mi ha insegnato ad essere forte, a combattere per quello che voglio, a stringere i denti e ad andare avanti, a proteggere gli altri prima di proteggere me stessa. Mi ha insegnato che la vita è fatta da alti e bassi e che se voglio davvero qualcosa non devo aspettare il momento giusto.
Questa gemma ha un unico scopo ossia di farvi capire quello che un cancro ha fatto capire a me. La vita corre più veloce di quanto si pensi e non aspetta che tu prenda il treno giusto. Potresti riuscire a beccare quella coincidenza che tanto aspettavi, ma potresti benissimo aspettare le due ore di ritardo prima del prossimo treno. Ma quando lo aspetti, ricordati che a destinazione ci sono l’amore, la fiducia, la speranza: c’è semplicemente l’aria.
Per rappresentare questo messaggio che spero vi arrivi con tutto il cuore, porto una canzone di Ligabue Certe Notti. Mia mamma e mio papà la cantavano nei sedili anteriori della macchina ma io non l’ho mai apprezzata. Ora mi ritrovo a cantare la stessa canzone, sempre in macchina, con il mio ragazzo che guida.”
(B. classe quinta).

Gemma n° 2320

“La mia gemma è un biglietto che ho ricevuto al mio compleanno lo scorso marzo. Il biglietto accompagnava un regalo che mi è stato fatto dai miei nonni. Sul cartoncino rosa c’è scritto “Insegui i tuoi sogni, vai spedita e non arrenderti mai! Con tanto amore, i tuoi nonni”.
Ho sempre dato per scontato di avere fiducia in me stessa e sicuramente non pensavo avrei mai più messo in dubbio il mio potenziale o le mie capacità. Recentemente però ho avuto diverse difficoltà legate alla fiducia in me stessa. Ho cominciato ad avere di nuovo ansie legate alla paura di fallire, di non riuscire a stare al passo veloce degli altri, del tempo e delle situazioni. La paura del fallimento: ora mi trovo ad utilizzare termini che non prendevo in considerazione ormai da tanto tempo. Ho appeso questo bigliettino sulla bacheca della scrivania ormai a marzo, quando vedevo queste parole e non prestavo troppa attenzione al loro significato. Di recente ho alzato di nuovo lo sguardo verso la bacheca e ho riletto tra me e me quelle parole, ma con occhi diversi. Rileggendo il biglietto ho la sensazione che i miei nonni abbiano trovato la cura giusta ancora prima che io presentassi i sintomi di questa paura. È come se loro fossero riusciti ad anticipare la paura stessa. Molto spesso ripenso al biglietto, in particolare quando ho paura di star sbagliando tutto e quando penso di essermi persa, così riesco a ritrovare il conforto nelle parole dei miei nonni. Il conforto di queste parole sta nel sapere che la fiducia che spesso smarrisco in me, esisterà per sempre nei miei nonni, e quindi saprò dove cercarla. Mi sono resa conto che loro credono in me più di quanto non lo faccia io.
Quel giorno loro mi hanno regalato un braccialetto: è molto carino  e lo uso spesso. Tuttavia oggi so per certo che il giorno del mio compleanno i miei nonni mi hanno regalato queste parole su un biglietto di carta”.
(E. classe quarta).

Gemma n° 2252

“Come gemma ho deciso di portare la mia migliore amica G. Io e lei ci conosciamo fin da piccole, da quando avevamo 2 anni… all’inizio eravamo solo amiche ma quasi 2 anni fa cominciai a rendermi conto di non avere una migliore amica vera, perché ero sempre quella messa per seconda scelta, e così capii che l’unica vera amica che avevo era G. Lei è l’unica persona che riesce veramente a capire come mi sento, la persona con la quale posso sfogarmi veramente (e anche lei con me), l’unica persona di cui posso fidarmi ad occhi chiusi. Nei miei momenti più bui lei era la luce. Quando sto con lei riesco a liberarmi dai pensieri che ho in testa, a lasciare i brutti momenti e i brutti ricordi alle spalle: diciamo che sto proprio bene. Lei è sempre stata al mio fianco e io lo sarò sempre per lei. Sento che questa amicizia non finirà mai, lo spero, perché è una di quelle amicizie fortissime che anche se ci sono dei momenti brutti non si spezzano ma si rafforzano” (S. classe prima).

Gemma n° 2216

“Come gemma ho scelto di portare mia sorella A. perché è una tra le pochissime persone che mi capiscono e mi aiutano. A. ha 17 anni, ha i capelli biondo scuro e gli occhi azzurri. Ha un carattere veramente molto particolare e faccio fatica qualche volta a capirla. Io ed A. litighiamo ogni giorno ma questo non influisce tanto sul nostro rapporto. A. non dimostra affetto, non mi ha mai abbracciato o dato un bacio sulla guancia, non mi ha mai detto “ti voglio bene” (forse perché si vergogna) però so che ci tiene a me come io tengo a lei. In questi mesi ci parliamo molto di più, ci raccontiamo di tutto e di più e ci sfoghiamo, mentre un anno fa ci dicevamo solo “ciao” e basta. Io mi fido ciecamente di A. e per me la fiducia è qualcosa che non tutti si meritano. E’ proprio lei la persona che mi insegna, ogni giorno, a crescere e a pensare. Senza di A. mi mancherebbe un pezzo fondamentale e insostituibile della mia persona” (C. classe prima).

Gemma n° 2215

“Come gemma ho deciso di portare dei polsini, i miei primi polsini: li ho comprati circa 7 anni fa e tutt’ora li uso ancora per allenarmi e fare gare. Rappresentano me e ciò che amo, ricordo la mia prima gara come se fosse ieri: un misto tra ansia, paura e la poca fiducia in me stesso vedendo gli altri quanto erano bravi. Nonostante ciò riuscii a conquistare la prima posizione, la mia allenatrice era felicissima, era l’inizio della mia “carriera”. Da quel momento ho capito che la ginnastica sarebbe diventata parte della mia vita; la scorsa estate ho fatto la mia prima gara nazionale a squadre, dove, grazie a tutta la squadra, siamo riusciti a battere la concorrenza e arrivare primi.
Questi polsini, ormai, fanno parte della mia vita e continueranno ad esserlo per sempre. Sono molto contento che il me del passato abbia deciso di intraprendere questa strada” (G. classe prima).

Gemma n° 2198

“La mia gemma sono le mie amiche, le mie più care amiche.
Sono tra le persone più importanti della mia vita.
Amo ognuna di loro.
Ognuna mi ha cambiato la vita, in qualche modo.
Penso spesso a cosa sarebbe successo, se fossi finita in un’altra classe.
Potrei non averle mai conosciute, ma mi piace pensare il contrario.
Voglio credere che non sia stato solo il caso a farmele conoscere e, soprattutto, a farmi legare così tanto con loro.
Mi piace credere che nonostante tutto, sarebbero comunque entrate a far parte della mia vita.
Lo sono state per già più di 1 anno, più di 365 giorni di puro supporto e sopportazione.
Sono quel tipo di persone che spero che ognuno possa conoscere, perché sono quelle amiche che ti reggono i capelli quando vomiti, che ti danno una spalla su cui piangere, che ti danno consigli anche se consapevoli che non li seguirai e che farai comunque di testa tua; soprattutto però, ci sono quando ne hai davvero bisogno.
Loro 5 sono le persone che più mi fanno ridere in tutto il mondo, ogni giorno mi ritrovo le lacrime scorrermi sul viso per qualcosa di così stupido che a nessun altro farebbe ridere, se non a noi.
Sono state così tanto parte della mia vita che non riuscirei a viverla senza la loro presenza.
Siamo già a metà del nostro percorso scolastico e ogni tanto mi capita di pensare e temere una nostra possibile separazione in futuro.
Ma se c’è una cosa che queste splendide ragazze mi hanno insegnato è che devo imparare a vivere nel presente. Godermi il momento.
Abbiamo ancora 2 anni e mezzo da vivere insieme; almeno spero.
So poco di cosa accadrà in quel lasso di tempo, l’unica cosa certa è che non smetteremo mai di ridere insieme.”
(E. classe terza).

Gemma n° 2181

“La gemma che ho scelto è la canzone Bordeline di Tame Impala: questa canzone per me è importante perché io e il mio migliore amico siamo grandi fan di Tame Impala e ci riconosciamo particolarmente in questa canzone, perché nel ritornello il cantante si chiede se sarà mai amato, conosciuto e se c’è qualcuno di cui può fidarsi. E spesso ci ritroviamo a discutere di queste tematiche” (S. classe seconda).

Gemma n° 2174

“Come gemma ho portato questa foto dove ci siamo io e mio papà. Per me è una persona molto importante e fin da piccola ho avuto un bellissimo rapporto con lui. Soprattutto in questo periodo, quando non mi sono sentita tanto bene, mi è stato sempre accanto e l’ho apprezzato veramente tanto perché per me è molto importante sapere di poter contare su una persona quando sto male sia che sia un familiare sia che sia un amico. Quando ho dei momenti di sconforto dove mi sembra che non mi vada niente bene vado da mio papà e passo un po’ di tempo con lui e anche solo stare lì mi tranquillizza e mi rassicura. Una cosa che ci accomuna è la musica; fin da quando ero piccola mio papà mi faceva ascoltare le canzoni che gli piacevano e le metteva in macchina, questa è una cosa che facciamo tutt’ora; infatti mi piace molto viaggiare in macchina con lui perché questi per me sono dei momenti dove riesco a distrarmi e a stare tranquilla, cosa che per una persona ansiosa come me è un po’ difficile” (A. classe seconda).

Gemma n° 2164

“Parto con una premessa: ho pensato per tanto tempo a questa gemma perché sapevo che sarebbe stata l’ultima, quindi volevo fosse qualcosa di veramente importante per me. Lei si chiama S., non è una mia amica, non è la mia migliore amica, non è quel tipo di amica che si dice spesso “è come una sorella per me”. S. è la mia fidanzata, ed è la mia gemma da ormai 2 anni e mezzo. Ora, chiamatemi prevedibile, sentimentale, monotona, ma dopo averci pensato a lungo, la gemma che mi sono sentita in dovere di portare è S., perché tutto questo tempo mi ha accompagnata ogni giorno, mi ha tenuto compagnia e non mi ha fatta sentire sola. A me piace tanto stare da sola, in pace, ma ho paura di sentirmi sola e rimanerci effettivamente. E soprattutto nel 2020, nei mesi del lockdown, rimanevo sempre sola. Poi a maggio ho conosciuto S., che mi ha scritto su tiktok dopo una live di una ragazza americana dove aveva letto i miei commenti. Sofia non abita qui a Udine, lei vive a Catania. Mi ha scritto perché, nei commenti della live, le avevo risposto che anche io ero nata a Catania. Ho portato S. come mia gemma perché voglio ringraziarla per tante cose. Scrivendoci e parlando per tutte le nostre giornate è stato veramente facile innamorarsi, il problema era prendere coraggio per ammetterlo. Voglio ringraziare S. innanzitutto per avermi fatto conoscere e accettare una grande parte di me che tendevo ad opprimere, mentre anche lei stava conoscendo sé stessa. La ringrazio perché è sempre stata in grado di consolarmi quando le cose a casa non andavano bene, e capitava (e capita) molto spesso. La ringrazio perché è paziente e, con me, ce ne vuole tanta di pazienza. La ringrazio perché nonostante prima di metterci insieme mi avesse detto che non voleva relazioni a distanza, mi aspetta sempre e sta ancora aspettando che io torni da lei definitivamente quest’estate. La ringrazio perché metterà da parte il suo terrore per gli aerei, e per mia madre, per venire a trovarmi per il mio compleanno. Ma soprattutto la ringrazio perché mi ha insegnato che non devo vergognarmi, né cercare di nascondermi quando siamo fuori, circondate da persone che non conosco. Mi ha insegnato a sentirmi tranquilla e spensierata com’è giusto che sia, ignorando possibili occhiate o commenti da parte di persone che, nella mia vita, non avranno mai più importanza della mia libertà e felicità. Voglio concludere leggendo dei versi di Catullo, che penso si colleghino alla perfezione con questo e che sono abbastanza autoesplicativi:
“Viviamo, mia Lesbia, ed amiamoci
E i brontolii dei vecchi austeri
Valutiamoli tutti insieme due soldi.
Il sole può tramontare e tornare
Ma noi, quando è terminata la nostra breve luce
Dormiremo una sola notte perpetua.
Dammi mille baci, e poi cento
Poi dammene altri mille e altri cento
E poi ancora mille e altri cento.
Quando ne avremo fatte molte migliaia

Li confonderemo per non sapere il loro numero,
Affinché nessuno possa farci il malocchio
Sapendo un numero così enorme di baci.”

-Carme V, Catullo

Gemma n° 2149

“La mia gemma è mia cugina, mia cugina è una persona a cui tengo moltissimo, Siamo stati sempre molto legate fin da quando eravamo bambine, e lo siamo molto anche ora anche se per molti motivi riusciamo a vederci poche volte, ma in quelle poche volte ci divertiamo tantissimo insieme punto è l’unica persona che sa tutto di me e viceversa, che sa la mia storia e che c’è sempre quando ne ho più bisogno come per esempio nei momenti difficili. con lei mi sento me stessa e so che posso sempre contare su di lei, sono grata di avere questo incredibile rapporto con lei” (M. classe seconda).

Gemma n° 2112

“Ho portato una foto degli ultimi giorni di scuola dell’anno scorso, subito dopo essere state bagnate dalle quinte; è una delle poche foto in cui siamo tutte insieme. Non mi sono mai trovata molto bene in una classe, in un gruppo, fin da piccola; invece loro, sin da quando sono arrivata, mi hanno subito inclusa, a partire da E., che conoscevo già e con la quale è stato bello ritrovarsi. Come rido con loro non rido con nessuno, voglio a ognuna di loro un bene dell’anima, ci sono sempre” (K. classe terza).

Gemma n° 2096

“Ho portato questa foto del 2 ottobre 2020. Alla domanda tipica che cos’è l’amore rispondo che esistono vari tipi di amore: l’amore che proviamo per i nostri cari, l’amore per il nostro animale domestico, l’amore per qualcosa che ci piace fare, l’amore per noi stessi, l’amore per gli amici. Io credo che il detto che quando si trova un vero amico si trova un tesoro sia assolutamente vero, perché trovare amici che ti sostengano veramente, che siano veri amici, è difficile. Penso che questo amore sia unico, travolgente in modo positivo. In questa foto ci sono queste persone: siamo rimaste unite, anche nei momenti di difficoltà, abbiamo fatto molte esperienze nuove insieme e tuttora le facciamo. Penso proprio che questo gruppo lo porterò sempre con me” (A. classe quarta).

Gemma n° 2055

“La mia gemma è il mio ragazzo.
Il mio ragazzo è la persona migliore che io abbia mai incontrato.
Ha un cuore d’oro e in tanti dovrebbero prendere esempio da lui.
L’ho conosciuto l’anno scorso nel mese di aprile, nel periodo più brutto in assoluto degli ultimi anni.
Avevo un sacco di problemi in quei mesi, dovuti tutti da un altro grandissimo problema (di cui non mi sento di parlare alla classe al momento perchè sono ancora in terapia).
Sono convinta che se non l’avessi incontrato non sarei mai riuscita a, possiamo dire, “superare” così velocemente la cosa.
Potrebbe essere considerato banale il fatto che mi sia stato vicino visto che in quel periodo ci stavamo frequentando, ma per la gravità della situazione posso dire che io stessa non sarei riuscita a sostenere un’altra persona nella mia medesima situazione.
È da lì che mi sono innamorata di lui; inoltre, nei mesi a venire mi ha sempre dimostrato di esserci per me e non ha mai deluso le mie aspettative” (R. classe seconda).

Gemma n° 2052

“Come mia prima gemma ho deciso di non portare un oggetto a cui sono legata, bensì una persona: la mia migliore amica. A lei devo tutto e di più, in quanto è la persona che veramente senza volerlo è riuscita a far uscire la miglior parte di me. Siamo diventate migliori amiche quasi dal nulla e da ormai quasi 2 anni, pur conoscendoci da una vita.
Entrambe siamo arrivate alle medie avendo altre amicizie ed altre compagnie, fino a quando letteralmente da un giorno all’altro ci siamo trovate a condividere ogni cosa l’una con l’altra, partendo dalle semplici cose di scuola, per poi arrivare a tutte le gioie ma anche tutti i dolori di questi ultimi due anni.
Pur essendo una persona più fragile e soprattutto più emotiva di me, lei è la mia roccia ed il mio punto di riferimento ogni volta che mi sento persa. Lei è l’unica persona a cui sono veramente riuscita a mostrarmi, l’unica che mi ha visto piangere nei momenti no e l’unica che mi ha visto ridere veramente. In poco tempo è diventata una tra le poche persone a cui sono felice di essermi mostrata, ma l’unica a cui dovrò per sempre tutto” (G. classe prima)

Gemma n° 2051

“La mia gemma è il “Il menefreghismo selettivo”. Ho sempre vissuto preoccupandomi degli altri: delle loro opinioni, dei loro giudizi, dei loro sentimenti; cosa normale effettivamente: finché non apprezziamo noi stessi cercheremo approvazione da ciò che ci circonda. 
Ma chi ci circonda? un mondo colmo di anime buone e non, persone pronte ad aiutarci al primo inciampo e altre pronte a fare di tutto per ostacolarci.
Nei miei primi 14 anni di vita ho rincorso e pregato gli altri per la loro approvazione, che è arrivata, ma non era mai abbastanza.
Dopo esperienze orrende che erano portate dalle persone che frequentavo, che allora pensavo fossero delle persone giuste per me, sane, mi sono resa conto di essere un agnello rinchiuso in una stanza piena di lupi.
L’effettivo “menefreghismo” non si attiva facilmente, perché tutti troveranno da ridire, attivandolo si cambia per ogni persona presente nella propria vita, anche per quelle buone, ma il difficile sta nel capire chi sono.
Il trucco? non dare seconde possibilità; “il lupo perde il pelo ma non il vizio”, è così: nessuno cambia, se non dopo un lungo lavoro su se stesso. 
Dopo che lo si ha attivato, tutto sarà più facile, nulla farà male come prima, niente ansie, niente paura del giudizio degli altri; ma ci si concentrerà sulle persone giuste e sulla propria felicità, imparando ad apprezzare se stessi e ciò che ci circonda senza filtri.
L’unica persona di cui non possiamo fare a meno siamo noi stessi” (G. classe prima).