Gemma n° 2267

“Per la Gemma di quest’anno ho deciso di portare il mio primo body di twirling. Può darsi che qualcuno di voi si stia chiedendo “cos’è il twirling?”, ora ve lo spiego io così vi risparmiate il tempo della ricerca. Il twirling è una disciplina agonistica tecnico-combinatoria che esalta i fattori fisici individuali, mettendo in evidenza l’aspetto estetico del movimento. Unisce a movimenti propri della danza, ginnastica ritmica ed artistica, l’uso di un bastone che viene lanciato in aria o fatto roteare sul corpo. Ma il twirling non è solo uno sport, è anche un’ arte.
Arte perché si richiede stile e bellezza, sport perché combina intensa coordinazione nel mantenere il bastone in movimento mentre il corpo si muove con grazia, attraverso vari movimenti adattati con interpretazione musicale, alti livelli di concentrazione e sforzo fisico.
Io pratico questo sport da ormai 12, quasi 13, anni, quindi dalla stagione 2010/2011; ho deciso di portare il primo body proprio perché per me ha un ricordo veramente speciale, per me è l’inizio di una storia che va avanti da tempo. Per me il twirling è tutto, è una valvola di sfogo quando tutto va male, parecchie volte mi sono anche arrabbiata, sono caduta molte volte, a volte mi sono fatta così tanto male che ho pensato “no ora smetto, non ce la faccio più”, ma poi ho pensato, “voglio veramente buttare via tutti questi anni di sforzo”? La risposta era sempre no, quindi mi sono rialzata, mi sono fatta forza e sono andata avanti. Quando le persone mi chiedono “ma non ti sei stufata? É dodici anni che vai avanti” la risposta è NO, perché io mi ricordo ancora la me bambina che sognava di arrivare in nazionale, e adesso ce la sto facendo, sto realizzando il mio sogno. La me di 11/12 anni fa non avrebbe mai immaginato di arrivare fino a qui, la me che indossava questo body, non avrebbe mai pensato che potesse accadere una cosa così grande. Quindi questo body per me è tutto, qua rivedo tutti i miei ricordi passati, e spero in futuro di vederne ancora di più belli”.
(S. classe seconda).

Gemma n° 2243

“Oggi ho portato le mie prime scarpe da calcio come gemma. Le ho prese quando avevo 7 anni e, anche se non mi vanno più bene, le volevo tenere perché significano molto per me: rappresentano quella bambina di 7 anni che voleva a tutti i costi giocare a calcio, che aveva in testa solo quello sport. A volte, quando per esempio va male un allenamento, penso a quella bambina che non ha mai smesso di giocare e che non ha mollato; mi aiuta a riprovarci sempre ed a arrivare al successo. Da quando ho messo quelle scarpe ho iniziato a sognare la nazionale e la serie A, ci sto provando ancora oggi ad arrivare in alto ed essere una grande giocatrice” (E. classe prima).

Gemma n° 2242

“Ho portato questa gemma perché è stata la prima gara che ho fatto e la prima medaglia d’oro che ho vinto; soprattutto l’ho portata per due miei amici che hanno smesso di fare atletica con me e con cui ero amico anche fuori dall’ambito sportivo” (A. classe prima).

Gemma n° 2240

“Come gemma ho deciso di portare una delle mie prime divise da basket della squadra.
Ormai gioco a basket da 11 anni, e non mi ha ancora stancato. La pallacanestro, per me, oltre ad essere uno dei modi per sfogarmi, è anche una famiglia, dove, insieme ai miei compagni di squadra, futuri e passati, rappresenteremo ed abbiamo rappresentato, oltre ad una semplice squadra, la nostra città” (L. classe prima).

Gemma n° 2237

“Come gemma di quest’anno ho scelto di portare le mie prime punte di danza, che conservo ancora oggi e simboleggiano la mia passione più grande. La danza per me non è solo un semplice sport o una disciplina ma è qualcosa di speciale, un’arte con cui poter esprimere i miei sentimenti e le mie emozioni. Avevo quasi quattro anni quando i miei genitori mi accompagnarono alla scuola di danza per la mia prima lezione. Mi ricordo ancora l’agitazione e l’emozione di iniziare questa incredibile disciplina che tutt’oggi rappresenta una parte integrante nella mia vita. La danza rappresenta per me un momento di svago, un momento nel quale posso davvero distaccarmi da tutto e da tutti riuscendo ad esprimere tutta me stessa, senza pensare ad eventuali difficoltà quotidiane. Danzare è una sensazione bellissima che mi permette di liberare la mente lasciandomi trasportare dalla musica. È insomma veramente importante per me e, nonostante i sacrifici e l’impegno che implica, non avrei mai pensato di poterla abbandonare” (G. classe terza).

Gemma n° 2215

“Come gemma ho deciso di portare dei polsini, i miei primi polsini: li ho comprati circa 7 anni fa e tutt’ora li uso ancora per allenarmi e fare gare. Rappresentano me e ciò che amo, ricordo la mia prima gara come se fosse ieri: un misto tra ansia, paura e la poca fiducia in me stesso vedendo gli altri quanto erano bravi. Nonostante ciò riuscii a conquistare la prima posizione, la mia allenatrice era felicissima, era l’inizio della mia “carriera”. Da quel momento ho capito che la ginnastica sarebbe diventata parte della mia vita; la scorsa estate ho fatto la mia prima gara nazionale a squadre, dove, grazie a tutta la squadra, siamo riusciti a battere la concorrenza e arrivare primi.
Questi polsini, ormai, fanno parte della mia vita e continueranno ad esserlo per sempre. Sono molto contento che il me del passato abbia deciso di intraprendere questa strada” (G. classe prima).

Gemma n° 2208

“Come gemma ho deciso di portare la squadra di calcio del mio paese. Mio papà fin da piccola mi ha sempre portata a vedere le partite, in qualche modo sono quindi cresciuta in quel campo. Ho iniziato due anni fa a lavorare con loro nel chiosco durante le partite. Fin da subito mi hanno accolta benissimo e sono stati sempre molto disponibili, sono diventati una seconda famiglia e col tempo sono riuscita ad instaurare un rapporto di amicizia con tanti ragazzi della squadra. Ritornare in quel campo da più grande e viverlo facendo parte di quella famiglia mi ha aiutata anche in periodi bui. Nonostante con tanti ragazzi io abbia molti anni di differenza mi son sempre stati tanto vicini e mi hanno sempre aiutata in momenti brutti” (S. classe quarta).

Gemma n° 2187

“Questa è la mia prima cuffia di nuoto. Pratico questo sport da quando avevo sei anni e ancora oggi coltivo questa passione, anche se con la pallanuoto. Ha un grande significato per me, perché mi ricorda i primi momenti passati in piscina, con il mio allenatore, con i miei amici…
Sono una persona molto sportiva, mi piace fare un po’ di tutto, ma il nuoto in tutte le sue forme, è stato lo sport che mi ha più interessato” (I. classe prima).

Gemma n° 2170

“Sono tifoso dell’Inter da quando avevo 12 anni. Seguo questa squadra attivamente, e ieri il gruppo storico dei “Boys” ha annunciato lo scioglimento, mettendo fine ad un capitolo indelebile della storia del tifo nerazzurro, ma che mi ha fatto anche fare una domanda: perché seguo il calcio? “È solo un gioco” mi hanno sempre detto… “ventidue tizi in bretelle che corrono dietro ad un pallone”. Non posso biasimarli, perché fondamentalmente hanno ragione, e ancora oggi mi chiedo: perché lo faccio? Perché ogni domenica ascolto la radiolina per soffrire a causa di uno sport? Più e più volte sono andato a dormire con una sensazione di gonfiore al fegato, ho insultato quegli undici giocatori, ho pianto… Ne vale la pena? La mia risposta è sì. Perché nessun’altra cosa al mondo ti riesce a trasmettere emozioni simili, perché quando senti dalla radio o dalla TV il boato dei 60.000 di San Siro capisci che sei parte di una famiglia, così per l’Inter come per le altre squadre. Sono sensazioni uniche, che ti porterai sempre dentro, e lo senti dentro di te che non la abbandonerai mai, che nonostante le difficoltà la tiferai ovunque, anche in Lega Promozione.
La regola è una sola: non tifate questa squadra se siete deboli di cuore!
PAZZA INTER AMALA
🖤💙🐍CN69
(L. classe terza).

Gemma n° 2122

“Ho portato il braccialetto che mi hanno dato alle finali di beach volley a Cesenatico. Per me questo rappresenta un ricordo molto significativo della mia vita poiché durante quei pochi giorni ho legato ancora di più con i miei amici e compagni di squadra e ho fatto quello che preferisco dando il massimo. Spero davvero di poter rivivere questa esperienza quest’anno” (E. classe terza).

Gemma n° 2115

“A prima vista si riconosce una semplice medaglia, ma per me significa tutto.
Rappresenta la vittoria delle provinciali di pallavolo, il primo posto nell’u14 di Udine. Ma non solo.
Questa medaglia rappresenta il mio primo anno in una nuova società, rappresenta tutte le amicizie che si sono formate durante gli allenamenti e le partite, la formazione di una nuova, grande e felice famiglia. Ci tengo tanto a questa medaglia perché per raggiungere quel primo posto, che inizialmente pareva lontanissimo, io, come tutte le mie compagne di squadra, abbiamo versato tante lacrime, sia di tristezza sia di gioia. Le lacrime di tristezza rappresentano tutti gli allenamenti andati male, tutte le partite perse, ma soprattutto stanchezza. Le lacrime di gioia invece rappresentano quell’urlo finale, quando la palla è caduta nel campo avversario dopo il nostro incredibile muro, sul 25-24 per noi, portandoci avanti e vincendo la partita 3-0.
Riesco a ricordare tutte le emozioni che ho provato quel 15 maggio del 2022.
E adesso ogni volta che entro in palestra cerco di dare il massimo, per far provare anche alle ragazze nuove quella sensazione di brivido, di adrenalina, di felicità che ho provato io quel giorno” (R. classe prima).

Gemma n° 2109

“Quest’anno ho deciso di portare come gemma questa foto in quanto lo sport che pratico, il pattinaggio, a partire da quest’anno ha assunto un significato diverso e ancora più importante perché dopo più di 10 anni che lo pratico, in pista non sono più dall’altro lato come allieva ma come co-insegnante.
Durante le lezioni, c’è una bambina che si chiama S., è una bambina molto volenterosa e molto tenace, è sempre pronta ad imparare senza avere paura di sbagliare e di non riuscire a fare gli esercizi proposti durante lo svolgimento del corso. 
Mi ricorda me quando ero più piccola, che ero sempre pronta a voler fare gli esercizi che gli insegnanti proponevano durante l’ora ed è soddisfacente sapere che ad oggi ci siano ancora bambini e bambine che abbiano così tanta voglia di imparare e di mettersi in gioco.
Oltre a riconoscere la responsabilità che ho nei confronti degli allievi più piccoli mi rende orgogliosa e felice poter insegnare tutto ciò che ho appreso negli anni (con grande sforzo e duro lavoro) trasmettendo le stesse emozioni che provo ogni volta che mi metto i pattini e metto piede in pista dedicandomi completamente a quello che faccio, sentendomi libera e spensierata come se in quegli istanti fossi in un mondo parallelo e un’altra me stessa” (V. classe quarta).

Gemma n° 2091

“Questa è la prima cosa che mi sono comprato con il primo stipendio del lavoro di questa estate. Il pallone rappresenta quindi il primo lavoro, la prima esperienza di vita da solo. Ma ovviamente rappresenta anche la pallacanestro: ho sempre amato gli sport ma 6 anni fa ho scoperto quale fosse veramente il mio sport. Sono subito entrato in confidenza con il basket, ho sempre voluto essere il primo a entrare sul campo, a entrare in partita, volevo sempre giocare. Io sono sempre stato abbastanza pigro, però il basket mi ha insegnato ad apprezzare lo sforzo e la fatica. Lo vedo come un grandissimo aiuto per la vita: l’importanza di fare qualcosa della nostra vita. La voglia che ho avuto, dopo essere tornato dall’estate lignanese, di tornare ad essere sul campo è qualcosa che non avevo mai sperimentato. Ringrazio di aver scoperto questo sport che mi ha dato e mi dà tantissimo” (R. classe terza).

Gemma n° 2083

“Ho portato questo disegno perché è stato fatto da una bambina dell’asilo che alleno come regalo per Natale e da quel giorno l’ho sempre tenuto all’interno della mia cover del telefono per portarlo sempre con me. In quel periodo stavo poco bene e questo regalo mi ha resa felice e mi ha fatto capire quanto sono fortunata a stare con quei bambini. Quando ho iniziato questo percorso avevo molta paura di non fare le cose giuste e di non piacere ai bambini, ma col passare del tempo ho ricevuto sempre più amore da parte di tutti e continuano a riempirmi di regali, letterine e caramelle. Ogni giorno mi insegnano qualcosa di nuovo sia le bambine dell’asilo ma soprattutto le ragazze grandi. Per me ha un valore enorme e leggere ogni giorno quel “CARA MAESTRA…” mi emoziona tantissimo” (I. classe quarta).

Gemma n° 2070

“Ho portato le prime medaglie che ho vinto e sono molto importanti perché rappresentano uno dei primi obiettivi che ho raggiunto. Tra l’altro racconto che io me ne stavo già andando, alla fine della competizione, e una mia amica mi ha avvisata che dovevo ritirare le medaglie che avevo preso e correre sul podio!” (G. classe seconda).

Gemma n° 2065

“La gemma che ho deciso di portare é la sciarpa del Milan. 
La sciarpa l’ho presa nel 2019, quando per la prima volta sono andata a San Siro, é stata un’esperienza bellissima poter vedere per la prima volta il Milan giocare; mi ricordo che quel giorno segnò Piatek, che era il mio giocatore preferito. Quando sono tornata a San Siro con la sciarpa mi sono venuti in mente un sacco di bei ricordi, in particolare la curva sud. 
Potrà sembrare stupido provare così tante emozioni per delle persone che giocano a calcio ma vi giuro che non lo é” (G. classe prima).

Gemma n° 2039

“Come gemma ho scelto la mia divisa. Più precisamente, la mia prima divisa.
L’ho portata perché rappresenta una grande parte di me, rappresenta chi sono e cosa faccio. Risale a 6 anni fa, quando ho iniziato il mio primo vero e proprio campionato. Da lì, era iniziata la mia carriera.
Con questa divisa ho vissuto molti momenti importanti, dal finire primi in classifica nel minibasket 5 anni fa, a perdere di un solo punto le finali regionali l’anno scorso. Solo guardandola, penso a quanto siano fantastici i miei compagni di squadra e il mio coach. Con loro ho imparato molto, veramente molto, e abbiamo un legame di squadra unico. Non ringrazierò mai abbastanza il me stesso del passato per aver scelto la mia squadra e non un’altra, per aver scelto la squadra che quest’anno ci porta al livello di competitività più alto che ci sia.
Conserverò per sempre questa divisa perché conserva dei ricordi indimenticabili” (F. classe prima)

Gemma n° 2037

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare una delle mie tante cuffie di nuoto, la più importante. Questa sta a significare un percorso che ho intrapreso nell’estate del 2020, un camp fatto con dei personaggi molto famosi del nuoto. La cuffia mi è stata regalata per una sponsorizzazione e per me ha tanto valore anche perché è stata la prima cuffia che mi hanno dato dopo tre mesi in cui non ho potuto nuotare a causa della pandemia. Ancora oggi la conservo vicino alle mie medaglie e ai miei attestati” (A. classe seconda).

Gemma n° 2020

“Ho portato la maglia della mia squadra, o meglio, la maglia di ringraziamento perché quest’anno siamo riusciti ad arrivare alle finali nazionali e attualmente siamo campioni del Triveneto under 17. E’ stato un anno pieno di emozioni perché oltre ad aver raggiunto questo risultato, in serie B siamo arrivati terzi sfiorando la promozione in A2. E’ stato un anno pieno di cose belle”.

Leggo tutti quei nomi sulla maglia di M. (classe terza), immagino quelli di allenatori, accompagnatori, presidente e vice, segretario, sponsor, genitori, tifosi… Torno con la mente agli anni passati a praticare sport di squadra e a supportare altre squadre e trovo molto calzante un antico proverbio: Solo quando tutti contribuiscono con la loro legna da ardere è possibile creare un grande fuoco.

Gemma n° 2002

“Dopo averci molto pensato, ho deciso di portare questo paio di scarpe, l’ultimo che ho avuto prima di lasciare il calcio, uno sport che mi ha accompagnato sin da piccola. Mio nonno mi portava a vedere le partite della squadra comunale di cui lui era molto fiero perché militava nella serie A femminile. Giocare a calcio era un mio sogno e dopo qualche anno sono riuscita a coronarlo. Nonostante io non fossi capace mi sono divertita molto e l’ultimo anno sono riuscita a trovare il mio ruolo. Poi ho dovuto lasciare, sia perché non riuscivo con la scuola, sia perché ero l’unico portiere per due squadre e da una parte ero la piccolina, dall’altra mi vedevano come una “traditrice” che andava a giocare con la under 15. Sono comunque stati 3 anni molto belli”.

Penso che il ruolo di C. (classe prima), quello del portiere, sia forse uno dei più solitari all’interno di uno sport di squadra, simile al libero della pallavolo. Eppure non sussiste senza la squadra, perde di senso. E puoi essere forte quanto vuoi, ma senza la squadra non vai da nessuna parte, soprattutto se sulla tua strada ne trovi una. Il fondatore del social network Linkedin, Reid Hoffman, ha detto Non importa quanto sia brillante la tua mente o strategia, se stai giocando una partita da solo e sei contro una squadra, perderai sempre.

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