Gemma n° 2171

“Come gemma ho deciso di portare il valore che ha per me viaggiare e conoscere cose nuove. Da quando sono bambina i miei genitori hanno reputato il viaggio una parte fondamentale della crescita sia mia che di mia sorella: esso mi ha aiutata a sviluppare un certo senso di tolleranza verso il diverso, che comprende verso città e culture nuove, ma soprattutto verso le persone. Amo viaggiare anche perché in qualsiasi posto dove io sia stata sono andata alla ricerca dell’arte e dell’architettura, cose che porterò nella gemma del prossimo anno. Partire rappresenta anche un momento per unire la mia famiglia dato che per la scuola non passo tanto tempo con loro.
Ho scelto questa foto perché rappresenta il primo viaggio che ho fatto senza restrizioni per il covid.
Durante il periodo della quarantena e poi di tutte le restrizioni tra regioni ho sofferto parecchio il distacco da quella che ormai era diventata un’abitudine. Questa è una foto che ho scattato a Sappada, luogo molto caro a me e tutta la mia famiglia perché era una delle mete predilette dei miei nonni. Mi ricorda quindi tutti quei momenti che non potrò più passare con loro ma allo stesso tempo mi torna in mente la felicità di quegli attimi” (G. classe quarta).

Gemma n° 2165

“Quest’anno, come gemma, ho deciso di portare un oggetto che a molti può sembrare qualcosa di banale e semplice. Si tratta di un vasetto di burro d’arachidi. Oltre al fatto che adoro questa pietanza, ho deciso di portare questa gemma per il valore simbolico che ha nella mia vita. Infatti, questo barattolo in particolare mi è stato regalato il giorno prima che tornassi dall’anno all’estero da persone molto importanti per me. Quindi ogni volta che apro il cassetto e vedo questo vasetto mi tornano in mente tutte le avventure, le esperienze e le persone che sono state così importanti per la mia vita e che l’hanno resa mille volte più interessante, felice e migliore in generale. Mi è piaciuto notare come oggetti tanto semplici che per molti non solo altro che semplici cose, per altre persone possono rappresentare qualcosa di tanto più profondo di quello che sembrano” (R. classe quinta).

Gemma n° 2151

“Come gemma ho deciso di portare Bigger Than Me di Louis Tomlinson. Questa canzone è molto importante per me perché mi ricorda uno dei giorni più belli della mia  vita, ovvero il concerto di Louis Tomlinson a Milano. Questa esperienza è stata indimenticabile per molte ragioni. Innanzitutto è stato il mio primo viaggio fuori dal Friuli, in una città che avevo sempre sognato di visitare. Poi, ho avuto finalmente l’opportunità di incontrare la mia migliore amica a distanza per la prima volta.
In particolare, ho scelto questa specifica canzone perché è uscita pochi giorni prima del concerto, e non l’aveva mai cantata prima. Milano, infatti, è stata la prima a sentirla dal vivo. Ogni volta che sento questa canzone mi vengono in mente tutti i bellissimi momenti che ho passato in quei due giorni a Milano, e mi fa realizzare quanto io sia stata fortunata a vivere un’esperienza del genere” (A. classe seconda).

Gemma n° 2143

“Ho scelto di portare come gemma questa immagine scattata dalla finestra della mia camera in Irlanda. Quando sono andata a fare il soggiorno linguistico, l’estate scorsa, mi sono innamorata totalmente di questo Paese, delle sue città, della sua gente, delle sue strade, delle sue scogliere, delle sue case colorate, del cielo limpido e di tutti gli altri suoi aspetti. Ho un ricordo speciale di questa esperienza, poiché è stato il mio primo viaggio all’estero completamente da sola, dove ho potuto conoscere un sacco di persone provenienti da altri paesi e dove ho potuto sentirmi completamente indipendente e libera, esplorando ciò che mi circondava. È stata un’esperienza che mi ha fatto maturare e crescere, perché, essendo stata completamente fuori dai vincoli familiari, mi sono sentita più responsabile e, allo stesso tempo, più sicura di me stessa.
Un posto speciale nel mio cuore ce l’ha la mia famiglia ospitante che mi ha accolta in casa con un affetto ed un calore inaspettati, mi ha fatto sentire parte della comunità anche attraverso piccoli gesti, come, per esempio, le passeggiate nel parco alla sera, che sono uno dei ricordi più belli che ho di questo soggiorno e che ho deciso di condividere proprio attraverso questa foto” (C. classe terza).

Gemma n° 2102

“Ho deciso di portare come gemma questa foto.
L’ho scattata sul treno a settembre di quest’anno mentre andavo a Milano per vivere una delle esperienze più belle della mia vita. Il treno quest’estate ha assunto più importanza rispetto a prima, proprio quest’estate mi è capitato di prendere più treni che mi hanno portata lontano da casa, per la prima volta “indipendente” per qualche giorno. Sono cresciuta molto quest’estate e i viaggi che ho fatto mi hanno cambiata. Hanno caratterizzato l’estate 2022 che è stata davvero bella e ricca di esperienze.
Mai come quest’anno ho vissuto la bellezza di prendere un treno di prima mattina, per andare in posti nuovi e per conoscermi ogni volta un po’ di più” (S. classe quinta).

Gemma n° 2094

“Come gemma voglio portare il mio viaggio in Sudafrica. È stato circa 4 anni fa, sono andata con la mia famiglia, siamo andati in aereo e quelle 12 ore mi sembravano infinite. Era tutto così strano, così diverso che non ci credevo. Sono stata lì due settimane, piene di avventure diverse, per esempio ho fatto il safari dove ho visto diversi animali. Abbiamo fatto molti giri per la città, precisamente sono andata a Johannesburg ma però non l’ho visitata perché è molto pericolosa. Ho visto la piazza di Mandela e la sua statua sono andata a visitare anche una miniera, insomma ho visto parecchie cose che mi hanno proprio stupita. Lì abitano i parenti di mia mamma e ho avuto la fortuna di vederli per la prima volta e di spendere del tempo assieme. Sono state due settimane intense piene di gioia, ecco perché ho deciso di raccontare questo viaggio, il mio preferito” (N. classe prima).

Gemma n° 2082

“Ho portato un piccolo souvenir visto che di recente sono stato a Milano con la mia famiglia e abbiamo passato dei bei momenti visitando la città e il centro” (F. classe terza).

Gemma n° 1987

“Quest’anno è stato molto più difficile trovare una gemma non perché non ne avessi ma perché mi sembra quasi che tutto lo sia: dopo due anni di privazioni mi pare di avere tutto e anche oltre. Alla fine ho deciso di portare un pezzo di un libro letto recentemente e che riassume il mio stato d’animo. Parla di un uomo che ad un certo punto della sua vita si guarda allo specchio e si rende conto di non essere lui la persona che vede e decide di partire e fare un viaggio intorno al mondo, un viaggio senza ritorno in cui ricerca la sua natura. Ecco il passo di Come una notte a Bali di Gianluca Gotto:
Trascorri anni a immaginare il momento in cui la tua vita cambierà. Quel momento, però, non arriva. La vita va avanti come sempre, senza sorprese, senza novità, senza grandi emozioni. 
Ma poi, proprio quando ormai credi che nulla possa cambiare, ecco che succede qualcosa di totalmente inaspettato. È il destino? È colpa di Dio? O forse è l’Universo? O è semplicemente il caso?
Dopo anni di calma piatta, ora il mare è in tempesta. Puoi tornare in fretta al porto sicuro che conosci alla perfezione. Oppure farti trasportare lontano dalle nuove correnti.
Così facendo, potresti trovare qualcosa che non riuscivi nemmeno a immaginare nei tuoi sogni più sfrenati.
Potresti scoprire di non aver mai capito niente su di te e di non aver mai amato davvero.
Potresti riacquistare un sorriso che neanche sapevi di avere: quello vero, che nasce dal cuore.
E un giorno potresti ritrovarti sulla cima di un promontorio a Bali.
Di fronte all’immensità dell’oceano.
Felice come non eri mai stato nella tua vita.
Ho scelto questo passo in particolare perché quest’anno avrò la possibilità di fare un viaggio a New York, il primo fuori dall’Italia. E’ anche un sogno che ho fin da piccola quello di andare a New York. Ecco quindi che dopo due anni di chiusure e isolamenti vari mi sembra di tornare a vivere e ciò mi ridà la speranza”.

Le parole citate da C. (classe quarta) mi hanno portato alla mente un passo di Novecento di Alessandro Baricco che ho sempre amato e che mi hanno fatto pensare a quel giorno in cima al promontorio a Bali.
“A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c’è una ragione. Perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran. Cos’è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C’ha un’anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un’ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall’inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto fra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d’accordo, allora buona notte, ‘notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto: fran. Non si capisce. È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli, un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all’Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: “A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave”. Ci rimasi secco. Fran.”

Gemma n° 1980

“Tre settimane fa sono stata a Barcellona: il primo viaggio dopo due anni di pandemia. Prima di questo periodo ero abituata a viaggiare veramente tanto con mia mamma. Ho fatto anche dei viaggi da sola, a studiare inglese in Inghilterra, però la mamma mi ha sempre cresciuta con questa passione; due anni senza salire su un aereo sono stati devastanti. Per Barcellona siamo partite alle 7.00 e abbiamo visto l’alba sul mare; ora, già di mio, quando prendo un aereo piango, beh, lì, l’emozione dell’alba sul mare dall’aereo ha fatto sì che facessi un’ora di viaggio piangendo di felicità. Ho portato quest’esperienza perché mi ha segnato tanto dopo tutto questo tempo. La seconda foto è di Barcellona: sono stata veramente bene dopo tanto tempo. Viaggiare è sempre stato uno staccarsi dalla vita di tutti i giorni. Insomma, ero al settimo cielo”.

Ne ho viste di albe, in attesa di Mariasole le ho fotografate ogni giorno per mesi. Concordo con E. (classe quinta): quelle sul mare hanno un sapore speciale, è come se fossero doppie grazie al riflesso del sole sull’acqua. Uno degli aspetti affascinanti di quel momento è che quella luce, quel calore, quei colori arrivano dalla notte, dal buio. E ciò ce li fa gustare in modo particolare. Un’alba a mezzogiorno non avrebbe lo stesso sapore.

Gemma n° 1845

“Un veloce video con l’esperienza che ho vissuto quest’estate in Albania è la mia gemma. Si è trattato del mio primo periodo prolungato lontano da casa, ricco di molte esperienze che non avevo mai fatto. E’ stata una piccola svolta della mia vita, il periodo migliore dello scorso anno, ciò che ha salvato tutto l’anno. Un viaggio che mi è rimasto dentro”.
Possiedo un libro di racconti dell’orrore di Edgar Allan Poe e ho sempre confinato i suoi libri in quel genere letterario. Mi sorprende pertanto trovare una sua frase che bene commenta la gemma di V. (classe terza): “Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato”.

Gemma n° 1830

“Ho portato questa R: quest’estate sono andata a fare la ragazza alla pari. Ho lavorato in una famiglia come baby sitter in Spagna: si è creato un rapporto veramente stupendo. Accudivo tre bambini di 3, 5 e 8 anni e le cose sono andate molto bene: ancora adesso siamo in contatto. Questa R, regalatami dalla famiglia e con tutte le firme, mi ricorda la mia prima esperienza all’estero da sola: mi ha fatta crescere sotto tantissimi aspetti. Sono più indipendente, mi sento più sicura di me stessa, cresciuta”.

Questa è stata la gemma di R. (classe quinta). Mi sento di commentarla con la poesia Spazio di Alda Merini, dalla raccolta Vuoto d’amore:
“Voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.”

Gemma n° 1822

“Ho portato il mio boccaglio, ce l’ho da molto e sono sicuro che lo userò ancora per tantissimi anni perché sarà importante per le mie future avventure”.

Questa è stata la gemma lampo di R. (classe quarta). Approfitto del tema al centro della sua gemma  per citare una frase di Mark Twain che vuole anche essere un augurio per quello che potrebbe attendere R. nei prossimi mesi: “Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avrete fatto, che per quelle che avrete fatto. Quindi levate l’ancora, allontanatevi dal porto sicuro, prendete i venti con le vostre vele. Esplorate, sognate, scoprite!”.

Gemma n° 1800

“Ho portato una foto del viaggio fatto in Croazia con un’amica questa estate. E’ stata una delle settimane che hanno reso la mia estate più bella; era da molto che volevamo fare un viaggio e si è realizzato così un piccolo sogno. Vuole essere il primo di tanti viaggi che abbiamo in mente di fare. E’ stato anche divertente perché parlavano o francese o tedesco o inglese: provare a farsi capire dalle altre persone è stato simpatico. Insomma, un viaggio che mi ha segnato”

Guy de Maupassant dice che “Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno”. Penso si adatti bene alla gemma di M. (classe quarta).

Gemma n° 1786

“Ho deciso di portare questa foto perché ci sono due delle cose che più mi piacciono nella vita quotidiana. Una è la strada perché mi piace viaggiare in macchina, lo considero un po’ il mio posto sicuro, un modo di condividere un momento con le persone che ami (famiglia o amici). L’altra cosa è il tramonto: mi piace fotografare i tramonti, ne ho immortalati tanti. Mi piace pensare che dall’altra parte della strada ci sia qualcuno che sta facendo quello che sto facendo io e ciò mi fa sentire parte di un qualcosa”.

Queste le parole con cui M. (classe quarta) ha presentato la sua gemma. Mi è subito balzato alle orecchie l’attacco di Buon viaggio di Cesare Cremonini:
“Buon viaggio
Che sia un’andata o un ritorno
Che sia una vita o solo un giorno
Che sia per sempre o un secondo
L’incanto sarà godersi un po’ la strada”

Gemma n° 1781

“Ho portato una foto di Piazza del Popolo a Roma: ci sono stata in vacanza con mia madre quest’estate. E’ una foto simbolo di diverse cose: l’amore per i viaggi (finalmente ho ripreso a muovermi dopo il Covid), l’amore per l’Italia (perché anche se siamo in un linguistico e studiamo altre lingue, è giusto ricordarsi che l’Italia è un bellissimo paese, anche se a volte gestito male: penso sia bene viaggiare prima in Italia e poi uscire) e il bene che voglio a mia mamma (sono stata molto felice di condividere delle giornate intere con lei, anche se abbiamo pure litigato un po’).”

Questa la gemma di A. (classe quarta). Da qualche parte, non ricordo dove, avevo letto una frase del tipo “Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo vivi e quando lo ricordi”. Grazie quindi ad A. che ci ha fatto vivere la terza volta del suo viaggio!

Gemme n° 485

La mia gemma è la canzone Home di Michael Bublè: mi ricorda di quando ero piccola, me la facevano sentire i miei genitori quando affrontavamo viaggi lunghi. E’ bello il testo: puoi viaggiare quanto vuoi ma nessun posto è come casa”.
Non riesco a resistere. Commento la gemma di V. (classe seconda) con un altro video, questa volta dei Depeche Mode. Il titolo? Lo stesso della canzone di Michael Bublé.

Gemme n° 459

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Queste le parole con cui V. (classe quinta) si è espressa: “La mia gemma è una foto insieme a S.: ci conosciamo praticamente da 19 anni, ma a settembre lei andrà per un anno negli Stati Uniti. Sarà strano non averla qua tutti i giorni. La foto fa pensare a tempi felici e sicuri senza dubbi e incertezze; ora è un po’ diverso, ma questo vuole anche essere un augurio ad entrambe di restare quel che siamo”.
E’ uno dei momenti che prediligo nel lavoro che faccio: vedere i ragazzi di quinta prendere il volo… “Un albero il cui tronco si può a malapena abbracciare nasce da un minuscolo germoglio. Una torre alta nove piani incomincia con un mucchietto di terra. Un lungo viaggio di mille miglia si comincia col muovere un piede.” (Lao Tse)

Gemme n° 357

Marco Mengoni è uno dei miei cantanti preferiti e amo i suoi testi significativi. Mi ha colpito subito questa canzone; il ritornello lo sento molto vicino. Qui lui si allontana e soffre lo stesso, così anche io mi sono allontanata dagli affetti più cari e ho deciso di condividere con voi questa sensazione”. Questa la gemma di S. (classe terza).
Afferma Jovanotti: “Le distanze esistono per essere percorse, è chiaro, se non c’è distanza non c’è desiderio, se non c’è desiderio non c’è avventura, se non c’è avventura non c’è un bel niente per cui valga la pena di vivere.” Ragione? Torto?

Gemme n° 210

london

Una foto di Londra: è una città che mi fa stare bene, è un po’ come essere a casa. C’è anche la scia di un aereo a indicare il mio piacere per i viaggi che mi fanno sentire libera”. Ecco la gemma di M. (classe quarta).
Riporto due citazioni che amo molto e che si rimandano tra loro. La prima è un proverbio indiano: “Viaggiando alla scoperta dei paesi troverai il continente in te stesso”. La seconda la richiama e, non a caso, è di Tiziano Terzani: “Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare, darsi tempo, stare seduti in una casa da tè ad osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare”.

Gemme n° 105

New York

Quello che sta finendo è stato un brutto anno. Ho portato un ricordo del momento più bello che ho vissuto: le due fantastiche settimane del viaggio a New York, che rivivrei immediatamente.” Questa è stata la gemma di C. (classe terza).
Scrive Baricco in Novecento:
“Viaggiava, lui. E ogni volta finiva in un posto diverso: nel centro di Londra, su un treno in mezzo alla campagna, su una montagna così alta che la neve ti arrivava alla pancia, nella chiesa più grande del mondo, a contare le colonne e a guardare in faccia i crocefissi. Viaggiava. Era difficile capire cosa mai potesse saperne lui di chiese, e di neve, e di tigri e… voglio dire, non c’era mai sceso, da quella nave, proprio mai, non era una palla, era tutto vero. Mai sceso. Eppure, era come se le avesse viste, tutte quelle cose. Novecento era uno che se gli dicevi “Una volta son stato a Parigi”, lui ti chiedeva se avevi visto i giardini tal dei tali, e se avevi mangiato in quel dato posto, sapeva tutto, ti diceva “Quello che a me piace, laggiù, è aspettare il tramonto andando avanti e indietro sul Pont Neuf, e quando passano le chiatte, fermarmi e guardarle da sopra, e salutare con la mano”.
“Novecento, ci sei mai stato a Parigi, tu?”
“No.”
“E allora?”
“Cioé… si.”
“Si cosa?”
“Parigi”
Potevi pensare che era matto. Ma non era così semplice. quando uno ti racconta con assoluta esattezza che odore c’é in Bertham Street, d’estate, quando ha appena smesso di piovere, non puoi pensare che è matto per la sola stupida ragione che lui in Bertham Street, lui, non c’é mai stato. Negli occhi di qualcuno, nelle parole di qualcuno, lui, quell’aria, l’ha respirata davvero. Il mondo, magari, non l’aveva visto mai. Ma erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava. E gli rubava l’anima.
In questo era un genio, niente da dire. Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia… Tutta scritta, addosso. Lui leggeva, e con cura infinita, catalogava, sistemava, ordinava… Ogni giorno aggiungeva un piccolo pezzo a quella immensa mappa che stava disegnandosi nella testa, immensa, la mappa del mondo, del mondo intero, da un capo all’altro, città enormi e angoli di bar, lunghi fiumi, pozzanghere, aerei, leoni, una mappa meravigliosa. Ci viaggiava sopra da dio, poi, mentre le dita gli scivolavano sui tasti, accarezzando le curve di un ragtime.”

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