Gemma n° 2408

“Se c’è una cosa che devo ammettere, è che questa gemma probabilmente è stata la decisione più complicata dell’ultimo mese. È un momento importante e vorrei dedicarlo a tante persone / esperienze: mi sono sempre trovata bene in questa classe e il mio piano iniziale era portarla come gemma. Avevo anche in mente di portare il mio gatto o un concerto a cui sono molto affezionata. Mi sono accorta però che c’è una cosa che prima tra tutte merita di essere oggetto della mia ultima gemma, o meglio qualcuno.
Spero di non suonare tanto cringe, perché lei manco se lo aspetta.
Io e L. ci conosciamo dalla 1^. Lei dice che si ricorda il contesto in cui ci siamo parlate per la prima volta, io non ne ho la più pallida idea. 100% me lo dirà appena finirò questo discorso. Fatto sta che siamo diventate amiche di punto in bianco e lo siamo state fino ad ora.
Io e L. siamo molto simili, forse più di quanto pensiamo. A volte mi fa sclerare o io faccio sclerare lei. Altre volte mi rendo conto che le voglio molto bene e per me è come una sorella.
A volte guardo L. e con un solo sguardo mi sembra di capire tutto ciò che vorrebbe dirmi in quel momento. Altre volte la guardo e basta per rassicurarmi, senza cercare di capire che cosa mi stia cercando di dire.
L. mi è stata accanto da sempre dopo la prima ed è rimasta fino ad ora.
Sono grata di averla conosciuta e spero che anche dopo la scuola, anche quando prenderemo strade diverse, non ci separeremo mai”.
(S. classe quinta).

Gemma n° 2407

“Chi sei? Non lo so. Forse un amico, anzi un fedele amico viaggiatore, che però ritorna sempre al punto di partenza. Voli, voli in alto, plani, meglio di un aeroplano, sul balcone, di mattina. Attendi il mio arrivo con la pazienza di un vecchietto, sprofondando il collo tra le tue piume calde e morbide, tattili a dire il vero. Per farti notare, attraversi la soglia di pietra con passi lenti e decisi come un ragazzo, che passeggia fischiettando con le mani dietro la schiena. Ti vedo e tremo di gioia, pk non sei un gabbiano qualunque, e chissà, forse non sei nemmeno un gabbiano, forse ti travesti e ti trasformi e viaggi in dimensioni agli umani sconosciute, ma sono sempre le tue lunghe ali a farmi volare. E così attraverso i tanti tuoi mondi che solchi dall’alto come in un disegno di Moebius” (E. classe quarta)