Gemma n° 2823

Immagine creata con Poe®

“Io ho deciso di portare l’animazione, in particolare quella dei più piccoli. Io infatti faccio l’animatrice, sia al centro estivo che durante l’inverno. L’ho trovo un modo per stare a contatto con le persone, in particolare i bambini. Amo i bambini perché sono sinceri, non perdono tempo con persone che non sopportano e ti dicono tutto ciò che gli passa per la mente. Inoltre sono spensierati e con loro puoi fare discorsi che con gli adulti non faresti, come ad esempio “Qual è il tuo terzo colore preferito?”.
Questa attività mi ha insegnato l’importanza della fantasia, costretta a uscire dalla mia zona di comfort, a risolvere i piccoli litigi e a riscoprire la bellezza del gioco. Questa è la mia gemma perché mi ricorda di non smettere mai di guardare il mondo con meraviglia” (G. classe prima).

Gemma n° 2793

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare la mia esperienza da animatrice. Sono già 2 estati che faccio l’animatrice nell’oratorio del mio paesino. Sono molto grata a questa esperienza perché mi ha fatto conoscere tante nuove persone, ma soprattutto mi ha fatto crescere molto come persona. I bambini, anche se non sembra, hanno molto da dare anche ai più grandi. I bambini mi hanno insegnato ad apprezzare le cose più semplici come un abbraccio la mattina o anche, banalmente un buongiorno” (A. classe terza).

Gemma n° 2737

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare la mia esperienza da animatrice. Questa esperienza è iniziata grazie a un pcto. Ho partecipato per tre settimane a giugno al centro estivo di Paderno. Poi, a fine agosto, ho deciso di aiutare anche nel centro estivo del mio paese e ora, dopo che, a suon di “animatrice posso andare a bere” “ho un regalo per te” “mi manca la mamma” “ho paura mi dai la mano”, è finita la mia estate, posso dire di non sapere più cosa voglio fare veramente nella mia vita. Se prima ero certa della strada che avrei voluto percorrere, ora non sono più sicura se questa strada sia giusta per me, se aver scelto questa scuola sia stata la scelta giusta e se so veramente che cosa mi piace fare. Prima di entrare in questa scuola infatti ero convinta di voler fare la maestra o comunque di voler lavorare con i bambini ma poi, non so nemmeno io per quale ragione, ho scelto il linguistico dimenticandomi come mi sentivo quando stavo con dei bambini. Inoltre, quest’estate ho perso una mia amica d’infanzia che non so per quale motivo si è allontanata, io ci sono stata parecchio male, ma durante questa esperienza ho avuto la fortuna di conoscere persone che sono veramente pure e genuine e che nonostante non le conosca da tanto mi sembra di conoscerle da sempre” (E. classe quarta).

Gemma n° 2681

“Quest’anno la scelta della gemma è stata molto semplice; ho deciso infatti di parlare del mio migliore amico M.
Lui è il mio tutto, la ragione per cui credo fermamente che l’amicizia tra maschio e femmina sia una delle migliori che possa mai nascere.
Ci siamo conosciuti al centro estivo del mio paese, aveva aperto da due anni dopo la fine del covid ed ero molto emozionata perché era il mio ultimo anno da “animata” prima di diventare animatrice. La mia migliore amica era animatrice e molti degli animatori con cui ero cresciuta avevano deciso di abbandonare il centro estivo. Ricordo ancora quella mattinata, qualcuno giocava a calcio e io e le mie amiche avevamo deciso di sederci per raccontarci i gossip. Non so con quale coraggio ma quel giorno gli chiesi di unirsi a noi per scherzare insieme e conoscerci. Io ero ancora abbastanza timida (non come adesso) quindi per me era difficile essermi esposta così con un animatore che non conoscevo minimamente. Adesso, dopo 3 anni, ringrazio la me del passato per aver avuto quel coraggio. Da quel giorno infatti abbiamo iniziato a uscire le sere nel mio paesino creando un bellissimo gruppo.
Ho caricato questa foto perché è il regalo di compleanno che mi ha fatto. I girasoli infatti sono i miei fiori preferiti e da quando ci siamo conosciuti glielo ripeto sempre. Quando ho aperto il suo regalo sono rimasta a bocca aperta perché avevo capito che al mio fianco avevo il ragazzo migliore al mondo. Lui c’è sempre per me, sopporta tutte le mie crisi isteriche ed è sempre pronto a farmi sentire bene anche quando vorrei stare da sola. I suoi genitori devono essere più che orgogliosi perché sono veramente rari i ragazzi come lui. Con lui posso essere me stessa al 100% facendo anche la scema, non vergognandomi affatto. È il primo ragazzo a cui basta uno sguardo per capire come sto veramente ed è il primo con cui non ho problemi ad aprirmi e raccontare tutto di me.
Ormai per me è diventato essenziale, l’estensione della mia anima. È l’unico che mi ha promesso di rimanere e dopo tutto è rimasto. Il bene che gli voglio è indescrivibile, sono disposta a perdere la mia stessa vita per lui.
Molto probabilmente entrerà in accademia militare dovendo andare in Veneto, ciò significa che il prossimo anno passerò dal vederlo ogni giorno al vederci poche volte l’anno ma io gli auguro il meglio sperando con tutto il mio cuore che riesca a realizzare i suoi sogni.
Per me è come un fratello perché è sempre pronto a proteggermi, perfino i miei genitori lo vedono come un figlio. Insomma è la mia ragione di vita e sarò per sempre grata al destino per avermi permesso di incontrarlo e di creare questa amicizia”.
(A. classe seconda).

Gemma n° 2661

Immagine creata con ChatGPT®

“Nella mia gemma vorrei raccontare delle mie esperienze memorabili e indeminticabili come animatrice di un gruppo formato da volontari, chiamato “Ragazzi Si Cresce”.
Faccio l’animatrice quasi da 2 anni e posso dire che sacrificando il mio tempo durante le riunioni serali per organizzare le attività e i giochi per bambini solo poi per vedere i loro sorrisi sul viso e sentirsi dire “mi sei mancata”, è un’altro tipo di gioia. Ogni volta che il bambino si diverte, mi regala un abbraccio o mi confessa di volermi bene, mi riscalda il cuore e mi fa venire ancora più voglia di continuare a dare tutta me stessa per farli stare bene.
Il momento più fantastico con cui premiamo i bambini per aver passato il mese assieme a noi, è la serata finale. Una serata dove si balla, si fa festa, si mostra ai genitori cosa si è imparato durante il mese ed è un momento bellissimo di sfogo e uno splash di emozioni.
Di certo non nego che durante il percorso ci siano state difficoltà, certo, ci sono sempre, ma gli ostacoli si superano se siamo tutti uniti e ognuno fa la sua parte. Mi ricordo come la mia coordinatrice una volta ci disse “il centro estivo non è formato solo dai bambini, ma parte tutto da voi animatori”. Quella frase è come se fosse una motivazione che ci fa andare avanti.
Per me è sempre un piacere trascorrere il mio tempo all’interno del gruppo, perché col tempo si è allargato e abbiamo formato un gruppo solido e unito, dove ognuno viene accettato e capito, dove ognuno può sempre sentirsi libero di fare la sua scelta e di esprimere la propria opinione e allo stesso tempo creare nuove amicizie e rapporti.
Avete presente un prato appena fiorito d’estate con dei fiori? Ecco questa metafora rappresenta il mio centro estivo. Noi animatori siamo il prato, la base da cui partono tutte le nostre idee sfruttando al massimo la creatività, mentre i bambini sono i fiorellini che abbelliscono questo prato con i loro sorrisi, abbracci e affetto.
Questi ricordi passati me li terrò sempre nel cuore con cura e tenerezza. Ringrazio le persone con cui ho legato moltissimo all’interno del gruppo e i bambini che mi danno la positività, e se potessi dare un consiglio agli adolescenti di oggi, è di provare queste sensazioni e conoscere un po’ il mondo della bontà com’è”.
(V. classe prima).

Gemma n° 2653

“Ogni anno, durante le settimane del centro estivo, viene scelto un tema su cui riflettere insieme ai bambini, e quest’anno il tema è stato quello della “Gioia piena”. A prima vista, potrebbe sembrare complicato spiegare questa parola a dei bambini, ma in realtà la gioia si manifesta in modi diversi nella vita di ognuno. Durante quest’estate, ho avuto l’opportunità di riflettere sul significato di questa parola e, alla fine, ho capito cosa rappresenta veramente per me la gioia piena.
In particolare, sono convinta di averla sperimentata veramente durante la settimana di luglio trascorsa in montagna, a Rigolato. È stata una settimana ricca di impegni per noi animatori, una settimana che ci ha visto dedicare interi pomeriggi alla preparazione delle attività, dei giochi, delle squadre e di tutto il resto. Nonostante la stanchezza di quei giorni, i ricordi più belli che conservo di quella settimana sono quelli legati ai momenti passati insieme ai miei amici, le lunghe camminate in montagna animate dalle risate dei bambini e dalle canzoni che cantavamo lungo i sentieri, i pasti condivisi in una piccola sala da pranzo, dove ci trovavamo stretti ma felici, le sere trascorse a chiacchierare, tutti chiusi in una sola stanza, con la paura di essere scoperti e mandati nelle nostre camere, la fretta delle pulizie e, soprattutto, le risate dei bambini che mi seguivano ovunque, facendomi mille domande a cui, nonostante tutto, cercavo sempre una risposta.
A rendere questi momenti indimenticabili sono state le persone con cui li ho vissuti: il gruppo di animatori, che è stato semplicemente il più bello che potessi desiderare, ma anche i bambini, che sono il vero collante di tutte le situazioni.
Ricordo un momento preciso in cui ho capito davvero quanto tutto questo fosse importante per me. Era la mattina dell’ultimo giorno del camposcuola. Ci trovammo tutti insieme fuori dalla casa, pronti per entrare nella sala da pranzo per fare colazione. Quando entrai, vidi che sui tavoli c’erano i libretti che noi animatori avevamo preparato la sera prima, riempiendoli di dediche fino alle due di notte, uno per ogni bambino presente. E ricordo anche di aver trovato al mio posto un foglio, riempito delle firme dei bambini che mi avevano accompagnato durante questa esperienza. È stata una sorpresa inaspettata vedere che ogni animatore aveva ricevuto qualcosa di simile, e non riuscivo a trattenere l’emozione. Quel momento, circondata dalle espressioni gioiose dei bambini che si leggevano le dediche a vicenda, mi ha riempito il cuore.
Quella giornata, passata a ricordare i momenti più belli della settimana con gli altri animatori, abbracciandoci, consolandoci a vicenda e cantando le nostre canzoni dell’estate, mi ha fatto comprendere quanto questo lavoro mi faccia bene al cuore.
Le persone con cui condivido queste esperienze non sono soltanto dei “colleghi”, ma sono degli amici con cui ho una complicità che va oltre il ruolo dell’animatore. Per me, loro sono la luce e il sale della mia vita!”
(C. classe quinta)

Gemma n° 2634

“Non potevo portare il fiore nello stato attuale, quindi ho portato una foto di come era quando mi è stato dato. Ho deciso di portare questo fiore, che mi è stato dato da un bambino durante il Grest fatto questa estate. L’ho trovato un gesto molto puro e ha significato molto per me, considerando soprattutto che me l’ha dato verso la fine del Grest, e quindi sta anche un po’ a simboleggiare il percorso fatto insieme e quanto lui, e i bambini in generale, si siano legati a me durante quelle brevi ma infinite due settimane. “L’ho preso per te” mi ha detto, e io appena arrivata a casa ho fatto questa foto, per ricordarmi del gesto. Fare l’animatrice al Grest quest’anno è stato uno delle esperienze più belle che abbia fatto negli ultimi anni. Stare con altre persone che condividono il tuo stesso obiettivo, cioè quello di vedere di questi bambini, crea un grande senso di appartenenza e soddisfazione che poche volte ho provato. Sentirmi dire “tu ci sei al campo estivo?” “ci vado solo se ci vai tu” mi ha fatto sentire importante, e non da meno sono anche tutti gli abbracci e le risate condivise durante quelle settimane, ed è per questo che sarà sicuramente un’esperienza che mi porterò nel cuore” (V. classe quarta).

Gemma n° 2627

“Come gemma di quest’anno ho scelto le letterine scritte dai bambini che ho animato in colonia a Cimolais. Per me queste lettere sono molto importanti perché anche quando ero io la bambina animata avevamo la tradizione di scriverci reciprocamente delle letterine che poi avremmo ricevuto e aperto la sera intorno al fuoco del falò. Rileggendole mi spunta sempre un sorriso perché immediatamente mi ricordo i momenti felici in colonia e mi fa sentire apprezzata dai bambini con cui ho passato una splendida settimana. Mi sento molto legata a ognuno di loro perché in 7 giorni li ho visti crescere e mi è sembrato fossero i miei bambini a cui dovevo insegnare, attraverso il divertimento, ad essere autonomi e apprezzare la vita” (F. classe quarta).

Gemma n° 2543

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare l’estate 2024. È stata una delle migliori estati di tutta la mia vita, ho fatto nuove (fantastiche!!) conoscenze ed esperienze. È stata l’estate giusta al momento giusto. Durante i mesi di Giugno e Luglio ho “lavorato” ad un centro estivo in spiaggia ed è stata un’esperienza veramente meravigliosa! Mi sono affezionata molto ai bimbi nonostante stessero con noi solo pochissime settimane.
Ad Agosto, invece, sono partita per una vacanza differente dalle precedenti, perché non c’era solo la mia famiglia ma molte di più. Ho trascorso la prima parte del mese assieme a dei ragazzi già noti che ho potuto conoscere meglio, aggiungerei fortunatamente.
Dopo un po’ di giorni ci hanno raggiunto altre 6 famiglie e insieme abbiamo passato dei giorni unici e spensierati, in luoghi tranquilli che quasi sembravano “riservati” per noi, perché raggiungibili solamente in barca.
Purtroppo tutti abitiamo distanti tra noi e riuscire a vedersi anche d’inverno è molto difficile. Fortunatamente, però, siamo sempre in contatto e riusciamo a far sembrare di essere sempre insieme! In poco tempo sono diventate tra le persone più importanti nella mia vita.
Spero di passare un’estate altrettanto magnifica nel 2025!”
(M. classe terza).

Gemma n° 2489

“Come gemma ho deciso di portare questa maglietta. Rappresenta molto per me perché mi ricorda un percorso della mia vita ormai concluso a cui sarò sempre molto affezionata. È la maglia del mio gruppo parrocchiale con cui sono praticamente cresciuta e ora inizierò lo stesso percorso con dei bambini, spero di riuscire a trasmettere loro quello che hanno trasmesso a me i miei animatori” (G. classe terza).

Gemma n° 2458

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare la maglietta del centro estivo in cui ho fatto l’animatrice l’estate scorsa. Per me ha un significato molto importante, perché non avevo aspettative molto alte su questa esperienza e invece si è rivelata una delle migliori della mia vita. Questa maglietta ci è stata data il primo giorno e l’ho indossata quasi tutti i giorni per quattro settimane” (E.classe terza).

Gemma n° 2453

“Ho riflettuto a lungo su cosa portare per questa gemma, non tanto perché non sapevo cosa portare (anche se effettivamente anche questo è stato uno dei fattori), ma soprattutto perché è l’ultima gemma che porterò (si spera). La mia preoccupazione non era tanto “chissà cosa posso portare”, ma “e se sbaglio? E se ho qualcos’altro da dire?”.
Quindi barerò un po’ innanzitutto, perché voglio usare questa introduzione per ringraziare innanzitutto lei, prof, per averci dato questo spazio per esprimere una parte di noi stessi, senza la paura di essere giudicati. Inoltre, mi piacerebbe ringraziare anche tutta la classe, perché nonostante tutti gli alti e i bassi, tutti i “gruppetti” che si sono creati, sono sempre stati tutti dei ragazzi molto inclusivi, comprensivi e sempre pronti ad aiutare in caso di difficoltà, e mi reputo molto fortunata ad essere finita in una classe di questo tipo, perché poteva andare molto peggio. Detto ciò volevo dire che mi mancherete un po’ tutti, sia quelli con cui ho legato di più, che con quelli con cui ho legato di meno, perché non troverò mai un altro ambiente del genere e, anche nel caso esistesse qualcosa di simile, non sarà mai uguale a questo corso.
Detto ciò posso finalmente iniziare la mia gemma. Quest’anno ho deciso di portare un insieme di oggetti che risalgono a giugno 2023. Io l’estate di solito sono molto libera e, avendo amici che abitano abbastanza lontano, non ho molte possibilità di vederli molto spesso (mannaggia a loro). Per tenermi un po’ impegnata ho deciso di fare l’animatrice al campo estivo della mia squadra di pallavolo, che ho scelto principalmente perché era retribuito (lo ammetto, sono una brutta persona). Coloro con cui ne ho parlato in classe possono confermare che ero molto scettica sull’argomento e che ero sicura che sarebbe stato un peso e che non mi sarei divertita per niente. Inutile dire che mi sbagliavo su tutti i fronti.
Piccola premessa: la quarta superiore è stata molto pesante per me sia a livello di studio che di relazioni umane, ci sono state un po’ di “miscommunication”, passatemi il termine, con alcune delle persone che qui in classe sono per me estremamente importanti (che derivano principalmente dal fatto che io per prima non parlo delle cose che mi turbano e ho la tendenza a tenermi tutto dentro, per poi esplodere alla fine, no, non è molto sano, avete ragione se lo pensate), ma anche dal fatto che per qualche mese ho cercato di uscire da una relazione durata anni, che solo dopo esserne uscita ho capito essere esageratamente tossica (ai livelli che mi sono stata sentire dire che non potevo andare a studiare fuori dal Friuli -mio grande sogno fin dalle medie-, che non facevo niente per stare vicino a questa persona, quando ero la prima a cercare di andarle incontro e di trovare delle soluzioni per aiutarla, e che, nel caso, sarei stata la causa del suo suicidio e molto altro).
Comunque, dopo questa premessa non tanto piccola, che ovviamente mi ha fatto perdere il filo del discorso, posso finalmente iniziare a parlare della mia gemma in sé per sé.
Allora: 12 giugno 2023, ore 9.30 circa, Alessia viene affidata al gruppo di bambini più piccoli, dai 5 ai 7 anni (bimbi nati nel 2015-2016, no, il mio cervello non ha ancora processato questa informazione) e da quel giorno capisce che forse non odia poi così tanto i bambini come diceva.
Fin dal primo giorno, infatti, quelle piccole pesti mi hanno conquistato il cuore poco a poco. Forse per altre persona presenti qui in classe, può sembrare stupido o banale, ma io ho molti cugini, qualcuno molto più piccolo di me, (l’ultima è nata nel 2020), e io sono una delle cugine più grandi, quindi ho vissuto in mezzo a bimbi piccoli per molto tempo e i miei cugini non sono esattamente il miglior esemplare di bimbo dai 2 ai 13-14 anni. Dico solo che appena i miei cuginetti più piccoli si mettono in combutta, tutti i più grandi finiscono la giornata a suon di moment per il mal di testa. Quindi la mia esperienza con i bimbi piccoli non è decisamente la migliore.
Questi bambini invece, insieme a un po’ tutta l’atmosfera del campus mi hanno aiutato a ritrovare non tanto la felicità, quanto la spensieratezza. Lì per lì non me ne sono accorta più di tanto, ma a ripensarci mi sono veramente resa conto di quanto ne avevo bisogno in quel periodo e anche per farmi iniziare la quinta in modo più leggero.
La cosa che mi ha sorpresa di più è stato vedere quanto velocemente questi piccoli esserini hanno iniziato a legarsi a noi animatori, del tipo che dal secondo/terzo giorno venivano già a cercarci per parlare (fino alla sfinimento a volte, come quando ci tartassavano di domande -“maestra ma quanti anni hai? Indovina quando compio gli anni. Maestra ma quando si mangia?), per giocare oppure per un abbraccio (a volte erano troppo appiccicosi? Sì, però gli era concesso). E qui arriviamo ai primi oggetti della mia gemma: la foglia a forma di cuore, il fiore e l’elastico con la stellina. Questi infatti sono tre regali che mi hanno fatto tre delle mie bimbe. Non rappresentano niente di per sé, però, per me costituiscono il ricordo dell’affetto incondizionato che queste bimbe provavano per me, in particolare perché per me è molto difficile legare con le persone -di qualsiasi tipo-. Grazie a questi mi ricordo anche un po’ di tutto il gruppetto, sia i bimbi che le bimbe e della loro spontaneità, perché, sebbene abbia una cosa solo di queste tre bimbe (in realtà avrei altre foglie e fiori, ma si sono disintegrati il giorno stesso e non ho potuto tenerli), tutti i bambini in realtà mi sono rimasti impressi.
La seconda cosa che mi ha stupita sono stati i giochi. Nel senso: molte volte noi animatori partecipavamo ai giochi a fianco dei bimbi. In queste occasioni, oltre a metterci in competizione tra noi, -perché siamo un po’ dei cretini-, ho riscoperto la bimba che c’è in me. Da piccola non mi piaceva particolarmente partecipare ai giochi con gli altri bambini, probabilmente perché finivo sempre con l’essere quella messa un po’ in disparte (ci sono stati episodi di una crudeltà tale durante la mia infanzia che mi hanno portata ad allontanarmi dalle attività di gruppo), mentre giocando con i bimbi ho riscoperto il divertimento terra terra di lupo ghiaccio, palla prigioniera, un-due-tre stella (questo gioco particolarmente era divertente perché noi animatori ci mettevamo a fare il solletico ai bambini per farli “eliminare”) e molti altri. In particolare, la cosa che mi è rimasta più impressa è come i bambini diventassero molto più competitivi e agguerriti -in senso buono- quando giocavamo con loro (un giorno abbiamo giocato con loro al tiro della fune: 5 animatori, di cui 3 giocatori di pallavolo, tra cui uno della serie D maschile, contro una trentina di bimbi. Inutile dire che ci hanno stracciato). A questo disco si ricollega la maglietta del campus, che appunto racchiude tutta l’esperienza che ho fatto in sé.
Mi dispiace tediarvi ancora, so che non mi sopportate, più, ma vorrei dire altre tre cose che mi hanno scaldato il cuore (per non dilungarmi metto anche i punti -spoiler: mi dilungherò comunque-):

  • la prima cosa è come si illuminavano i loro occhi quando mi notavano la mattina, per poi qualche volta correre ad abbracciarmi;
  • la seconda cosa è accaduta poco dopo la fine del centro estivo. Dopo una lezione di scuola guida sono uscita e ho trovato fuori uno dei bimbi (vicino alla scuola guida c’è un centro per l’insegnamento della lingua inglese tipo) e in particolare mi ha colpito perché questo era uno dei più caotici, e quando mi ha vista è corso ad abbracciarmi
  • la terza cosa invece è successa ad agosto alla sagra di Rizzolo. Una delle mie bimbe mi ha vista, aveva una bottiglia e un pacchetto di patatine in mano. La scena è stata: lei che da velocemente le patatine e la bottiglia alla madre, corre verso di me e mi salta praticamente in braccio.

Con questo la mia -cortissima- gemma è giunta al termine. Ne approfitto per ringraziare ancora una volta il prof per le cose dette prima, ma anche perché è probabilmente l’unico che non mi dice di stringere i miei discorsi”.

(A. classe quinta).

Gemma n° 2339

“Come gemma ho deciso di portare un luogo: l’oratorio di C., che più che un luogo è un gruppo di persone, del quale sono entrato a far parte, come animatore, l’anno scorso e grazie al quale non solo ho rivisto vecchi amici, sono anche riuscito a conoscere meglio altre persone con cui non ho mai avuto rapporti amichevoli prima. Oltre ai miei amici ho conosciuto anche molti bambini con cui ho giocato e con cui mi sono divertito molto; grazie a loro e ai miei “colleghi” ho creato molti ricordi nonostante sia passato solo poco più di un’anno. Per me l’oratorio rappresenta una seconda famiglia, un posto dove rilassarmi, un posto dove andare e divertirmi. Sono veramente contento di aver avuto l’opportunità di entrare in questo gruppo e sono veramente contento di aver trovato delle persone con cui il divertimento è assicurato. Spero veramente che questo gruppo resterà intatto il più possibile, non solo per quanto riguarda l’animazione ma anche per la vita giornaliera” (A. classe seconda).

Gemma n° 2317

“Per la gemma di quest’anno ho deciso di portare questo disegno fatto da un bambino a cui ho fatto da animatrice quest’estate. Ho deciso di portarlo perché rappresenta la spensieratezza, la dolcezza e l’innocenza che ogni bambino dovrebbe avere” (F. classe terza).

Gemma n° 2225

“Come gemma ho deciso di portare quella che all’apparenza potrebbe sembrare una semplice maglietta verde rovinata da segni di pennarello indelebile, una canzone e un video di quest’estate.
Questa maglietta non è così semplice; si tratta, in realtà, di un bellissimo ricordo che conservo gelosamente da questa estate. Come ogni anno, partecipo ad un centro estivo: il grest di Tarcento. Qui ho vissuto importanti esperienze, sono cresciuta e ho imparato molto. Quest’anno sono riuscita a vivere appieno l’estate, cosa che non sono mai stata in grado di apprezzare nemmeno durante la mia infanzia. Questa maglietta porta con sé l’odore delle calde giornate estive passate sotto al sole, senza cellulare e circondata da persone diverse e meravigliose, le quali mi hanno lasciato (ognuna a modo suo) qualcosa di importante: ricordi. Questa maglietta mi ha accompagnato per tutto il mese di luglio e mi ha permesso di conoscere un lato di me stessa di cui non ero a conoscenza, un lato attivo ed estroverso, pieno di sicurezza e voglia di vivere, voglia di sperimentare cose nuove e senza alcuna paura o ansia. Ho iniziato questo percorso con molti dubbi e tante incertezze, e ne sono uscita profondamente cambiata, mi sono sentita libera e fiera di ciò che sono riuscita a costruire in un solo mese, il mese di luglio. Sono molte le date a cui continuo a pensare sperando di poterle così assaporare ancora un’ultima volta. È stata l’estate migliore di tutta la mia vita, e non sto esagerando. Questa maglietta mi ricorda di tanti bambini e tanti cari amici che, in occasione dell’ultima giornata hanno firmato questa maglietta riempiendola di dediche e tanto tantissimo affetto.
Ho deciso anche di portare una canzone, la quale rappresenta un importante pezzo della mia estate, il mese di agosto, passato con la mia famiglia e in compagnia di cari amici: Buon viaggio (Share the love di Cesare Cremonini” (C. classe terza).

Gemma n° 2223

“Per la mia gemma ho deciso di portare una foto ed una canzone che scatenano in me emozioni opposte tra loro.
La foto, infatti, l’ho scattata quest’estate in un momento in cui ero veramente felice: stavo facendo da capo animatore e capo squadra ad un centro estivo e per la prima volta dopo tanto tempo mi sentivo veramente voluta bene. Adoravo far ridere i bambini, prenderli in braccio e farli giocare. Adoravo sentire loro vocine che mi dicevano “Maestra ti ho fatto un braccialetto!”, “Maestra guarda che bel fiore!”, “Maestra sai che oggi faccio 7 anni?” e poi vederli fare un 5 con le dita. Adoravo sentirmi utile ma soprattutto adoravo non sentirmi sola.
Eppure, nonostante questi ricordi, questa è stata la peggiore estate della mia vita: sono successe varie cose e mi sono sentita abbandonata. Non per forza lo ero ma la mia testa mi convinceva che io non meritassi nulla di buono, che io non mi meritassi di essere ascoltata o che qualcuno potesse volermi davvero bene. Spesso è ancora così.
Mi sono sentita sola anche se magari non lo ero.
Molte persone se ne sono andate dalla mia vita, anche persone con cui avevo pensato mille idee che avremmo dovuto mettere in pratica proprio quest’estate.
Per questo, oltre alla foto, ho scelto di portare la canzone All I Want dei Kodaline.

Per molti questa canzone parla di una storia d’amore finita ma per me parla di un qualsiasi tipo di rapporto che si è concluso per un qualsiasi motivo.
A volte non riesco a fermare i pensieri e la mia mente inizia ad andare a 100km/h senza lasciarmi il tempo di respirare ed è esattamente in quei momenti che mi sento totalmente sola: non trovo infatti la forza o il coraggio di chiedere aiuto, non perché io pensi di essere invincibile ma perché non credo di meritare il tempo di nessuno.
Questa canzone la dedico anche un po’ a me stessa perché un giorno vorrei poter rivedere il mio sorriso senza che nella mia mente compaia il pensiero “Mi merito davvero di star sorridendo? Mi merito davvero di essere felice?”.
Tutto ciò che vorrei è riuscire a ritrovare me stessa e di conseguenza, a non sentirmi più così sola ma, guardando questa foto, ogni tanto mi ricordo che anche io ho qualcosa di buono dentro di me” (S. classe quarta).

Gemma n° 2167

“Ho scelto di portare questo braccialetto come gemma perché mi è stato regalato quest’estate da una bambina che frequentava l’oratorio estivo in cui sono animatrice ed è diventato molto importante per me. Mi ricorda l’estate e il tempo passato con i bambini e i miei amici” (M. classe terza).

Gemma n° 2142

“Come ultima gemma del mio percorso al liceo ho deciso di portare una breve scena del mio film preferito, un film che mi ha aiutata a crescere e lo continua a fare ogni volta che lo riguardo. Si chiama La Storia della Principessa Splendente, ed è un film di animazione spettacolare che non smetterò mai di consigliare.
Ho scelto una scena molto breve e a mio parere particolarmente significativa. Kaguya, la protagonista, trascorre un veloce ed intenso momento di felicità, il primo dopo tanto tempo. Questa scena mi ricorda com’è facile sorridere per le piccole cose, come in questo caso per l’arrivo della primavera. Mi ricorda di un periodo triste e difficile della mia vita e di come ora sto lentamente riscoprendo tutte le piccole cose che mi rendono felice. Mi ricorda che la felicità si può trovare ovunque.
E dopo quell’interminabile periodo della mia vita segnato dall’infelicità e dalla pesantezza, è strano riuscire a sorridere di nuovo per le cose più piccole e apparentemente insignificanti. E per quanto sia ancora difficile per me accettare una realtà diversa da quella in cui ho vissuto per tanto tempo, finalmente noto che tutto sta cambiando. Persone, luoghi, momenti e sensazioni che ho ignorato per anni, finalmente si stanno facendo spazio nella mia vita per renderla più serena” (M. classe quinta).

Gemme n° 427

sahrawi

Ho portato una foto della scorsa estate, quando ho fatto l’animatrice in parrocchia durante il campeggio estivo con i ragazzi delle medie. Un giorno abbiamo avuto in visita dei bambini del Sahrawi. Non parlavano l’italiano, ma abbiamo giocato molto. Mi ha colpito la loro meraviglia nel fare giochi con l’acqua. Siamo stati felici con poco”. Questa la gemma di V. (classe quinta).
Lasciati guidare dal bambino che sei stato”, scrive Josè Saramago. Ricordarsi di esserlo stati, recuperare quella purezza di sguardo, rivivere quello stupore, quello delle prime volte.