
“Ho scelto come gemma il mare di notte perché riesce a suscitare emozioni diverse a chiunque lo osservi. Per me il mare è casa, è divertimento, è malinconia, è dolore, è nonna, è amici, è famiglia ed è solitudine.
Di notte, sotto un cielo stellato, diventa uno specchio di ciò che si ha dentro, capace di accogliere ogni nostro pensiero, ogni ricordo, ogni lacrima.
Il mare contiene ricordi: le risate che riempivano l’aria, gli abbracci che sapevano di casa, e quel senso di appartenenza che solo gli amici sanno dare.
Di notte, quando il chiasso si spegne, il mare diventa anche un luogo di malinconia. Ogni onda sembra riportare a riva un frammento di ciò che è stato, un ricordo che fa sorridere o piangere.
È impossibile guardare il mare di notte senza sentire quel misto di nostalgia e meraviglia, senza ripensare ai momenti che ci hanno segnato e a quelli che avremmo voluto trattenere per sempre.
Eppure, in tutta questa malinconia, il mare riesce a consolare. Il suo movimento costante, le sue onde che vanno e vengono, sembrano dirci che tutto passa, che ogni ferita si chiude, che ogni lacrima lasciata cadere sulla sua superficie diventa parte di qualcosa di più grande. È come se ci dicesse che anche noi, come lui, siamo fatti per andare avanti, per cambiare e trasformarci senza mai perdere la nostra essenza.
Il mare di notte può essere un abbraccio, un luogo che raccoglie i nostri momenti più belli e i nostri dolori più profondi.
È una promessa di possibilità infinite, un invito a lasciarci andare, a fidarsi di quel cammino luminoso che la luna disegna sull’acqua, anche se non so dove ci porterà.
Il mare non è solo un luogo, è una sensazione, un frammento d’eternità che ricorda chi siamo stati e chi possiamo ancora diventare”.
(M. classe quarta)

