“Ho portato una delle scene che più mi hanno emozionato in questo film, una versione moderna de La bella addormentata. Gli argomenti trattati maggiormente nel film sono l’amore, il perdono, la vendetta. Questa scena mi riporta sempre all’infanzia perché mi fa pensare all’amore materno e a mia madre, a cui sono molto legata.” Questa è stata la gemma di J. (classe terza).
Nel film la madre parla dell’impossibilità di chiedere perdono, in quanto ciò che ha commesso è imperdonabile; tuttavia, mi vengono in mente le parole di un altro film che parla di una storia vera, quella di Nelson Mandela. In Invictus il leader africano afferma: “Il perdono libera l’anima e cancella la paura”. E’ vero, chiedere perdono non assicura il perdono da parte di chi ha subito il torto, ma è pure un primo passo di ammissione di quanto si è fatto e di riconoscimento dell’errore.
Il capitano della mia anima
Ieri sera mi sono abbattuto sul divano e mi sono goduto il passaggio in tv del film di Clint Eastwood “Invictus”. Ne avevo sentito parlare, ma non lo avevo ancora potuto apprezzare. Lo consiglio e pubblico la poesia di William Ernest Henley che il protagonista del film, Nelson Mandela, usava per alleviare le pene e i dolori degli anni di incarcerazione dell’apartheid. E’ preferibile la traduzione di Invictus con imbattuto piuttosto che con invincibile. Nel video la sequenza della poesia in una traduzione diversa dalla sottostante.
Dal profondo della notte che mi avvolge,
Buio come il pozzo più profondo,
Ringrazio qualsiasi dio esista
Per la mia anima indomabile.
Nella feroce stretta delle circostanze
Non ho sussultato né ho gridato forte
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo d’ira e di lacrime
Si profila il solo Orrore delle ombre
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto stretto è il passaggio,
Quanti castighi dovrò ancora sopportare,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.
