Metto insieme due citazioni che ho scoperto oggi e che mi fanno riflettere molto: una questione di stile, di approccio alla realtà e agli altri…
Scrive il francese Edouard Glissant “Rivendico il diritto all’opacità, ossia a non essere compreso totalmente e non comprendere totalmente l’altro. Ogni esistenza ha un fondo complesso ed oscuro che non può e non deve essere attraversato dai raggi X di una pretesa conoscenza totale. Bisogna vivere con l’altro e amarlo, accettando di non poterlo capire a fondo e di poter essere capiti a fondo da lui”
Nell’Antigone, Emone si rivolge al padre Creonte: «Non trincerati nell’idea che solo ciò che dici tu, e niente altro, sia giusto. Quanti presumono di avere sempre ragione, o di possedere una lingua e un animo superiore, ebbene una volta scrutati a fondo, rivelano il loro vuoto interiore. Anzi fa onore a uomo, per quanto saggio sia, continuare a imparare senza chiudersi nell’ostinazione. Sai bene come lungo i torrenti gonfiati dalle piene invernali gli alberi che si piegano conservano i rami, mentre quelli che resistono finiscono divelti con tutte le radici. E parimenti il marinaio che tiene troppo tese le scotte, senza mai allentarle, fa rovesciare l’imbarcazione e si trova a navigare a chiglia capovolta. Coraggio, arrenditi, e concedi al tuo animo un qualche cambiamento. Se io, benché giovane, posso esprimere il mio pensiero, dirò che sarebbe stupendo se gli uomini possedessero per nascita la perfetta saggezza; altrimenti, poiché questo accade ben raramente, è buona norma imparare da chi dice il giusto».

