Gemma n° 2174

“Come gemma ho portato questa foto dove ci siamo io e mio papà. Per me è una persona molto importante e fin da piccola ho avuto un bellissimo rapporto con lui. Soprattutto in questo periodo, quando non mi sono sentita tanto bene, mi è stato sempre accanto e l’ho apprezzato veramente tanto perché per me è molto importante sapere di poter contare su una persona quando sto male sia che sia un familiare sia che sia un amico. Quando ho dei momenti di sconforto dove mi sembra che non mi vada niente bene vado da mio papà e passo un po’ di tempo con lui e anche solo stare lì mi tranquillizza e mi rassicura. Una cosa che ci accomuna è la musica; fin da quando ero piccola mio papà mi faceva ascoltare le canzoni che gli piacevano e le metteva in macchina, questa è una cosa che facciamo tutt’ora; infatti mi piace molto viaggiare in macchina con lui perché questi per me sono dei momenti dove riesco a distrarmi e a stare tranquilla, cosa che per una persona ansiosa come me è un po’ difficile” (A. classe seconda).

Gemma n° 2130

“Ho scelto di portare R., un mio amico. Lo conosco da quando ho un anno e l’ho sempre considerato un fratello che mi è stato accanto anche nei momenti più difficili. Noi due siamo molto uniti, abbiamo 11 anni di differenza e ci vogliamo un bene immenso. Fin da piccola lui è sempre stato la mia roccia, la persona su cui poter contare sempre. Ogni estate con le nostre famiglie più un’altra andavamo in vacanza insieme. Nell’estate del 21, mentre eravamo in vacanza, io ricevetti la notizia che una mia amica non c’era più e stetti male per parecchi giorni. Ogni sera andavo sulla terrazza della casa che avevamo affittato e mi mettevo a guardare il cielo e tutte le stelle pensando a lei; passavo i giorni a guardare le nostre foto fatte insieme e le nostre conversazioni. Stavo molto male, cercavo di allontanare tutti da me, tutti tranne R. che mi è stato vicino e cercava di distrarmi. Poi lui si è arruolato in aeronautica militare: all’inizio ci vedevamo abbastanza spesso, ma ora lo vedrò di meno perché è andato negli Stati Uniti. Spero di vederlo presto perché mi manca” (I. classe prima).

Gemma n° 2121

“Come ultima Gemma ho deciso di portare le persone che per me sono più importanti. Nella prima foto c’è C. che io definisco la mia finta sorella. Io e lei ci conosciamo dal primo anno di asilo nido e siamo sempre state insieme fino alla terza media. Nonostante ora lei sia a scuola a Gemona ed io a Udine la sento vicino come se fosse sempre al mio fianco. Nella seconda foto invece c’é R., é più piccola di me ma andiamo molto d’accordo. L’ho conosciuta come morosa di uno dei miei migliori amici ed all’inizio non andavamo per niente d’accordo, meno la vedevo meglio era. Col tempo abbiamo scoperto di avere molte cose in comune, ci siamo aiutate molto durante i periodi bui e ci sosteniamo sempre. Nella terza foto altre amiche: con loro ho legato tre anni fa, eravamo assieme alle medie ma poi ci siamo perse di vista per rincontrarci di nuovo. Non so cosa farei senza di loro, non riesco ad esprimere quanto io sia legata. Nell’ultima foto ci sono oltre che le mie compagne di classe preferite, anche le mie spalle destre. A loro devo tutto. Tutte loro mi stanno aiutando a ritrovare la mia strada, quella che da un po’ di tempo ormai mi sembrava persa, mi stanno aiutando a capire che valgo, che non sono sola e che ce la posso sempre fare” (B. classe quinta).

Gemma n° 2120

“Forse non è la foto perfetta, da quadretto.
La luce non è delle migliori e l’inquadratura tantomeno.
E questo non sarà di certo il testo perfetto per esprimere ciò che sono per me loro, l’unica cosa perfetta che c’è in questa foto.
C. e G., compagne di classe all’asilo, alle elementari, alle medie e ora con C. anche alle superiori, migliori amiche, un trio inseparabile da 9 anni ormai.
Questa foto risale a quest’estate quando siamo andate ad Amsterdam a vedere il concerto di Ed Sheeran.
Felicità, spensieratezza, amicizia, amore, questo è quello che mi trasmette questa foto.
Le canzoni di Eh Sheeran sono quelle che, esattamente un anno fa, novembre 2021, mi hanno tirata fuori da un periodo buio e indovinate chi me le ha fatte ascoltare per la prima volta? Proprio una di loro due.
Come le canzoni di Ed Sheeran, hanno avuto questo potere di farmi tornare a galla, così ci riescono sempre loro due.
Sono le persone alle quali mi rivolgo quando sono felice, triste, quando ho bisogno di parlare, di sfogarmi, di divertirmi, di ridere.
Sono le uniche con cui avrei mai potuto vivere un’esperienza del genere come quella che abbiamo vissuto quest’estate.
Senza di loro non sarei la persona che sono oggi, loro sono un pilastro del mio passato, del mio presente e lo saranno nel mio futuro, magari in università diverse, in città diverse, con vite completamente diverse, ma sempre nello stesso posto fisso nel mio cuore” (C. classe quarta).

Gemma n° 2057

“Come l’anno scorso, anche per quest’anno è stato difficile trovare un qualcosa da presentare in questa gemma, perché fondamentalmente ci sono tante cose a cui sono legata.
Alla fine ho deciso di parlare di questa foto.
Questa immagine può sembrare a molti una, diciamo, “semplice” foto tra padre e figlia, ma c’è ben altro dietro.
Sono sempre stata fortunata, non posso negarlo, ad avere un padre così.
Oltre a essere padre e figlia, mi piace dire che siamo anche amici (anche se a lui non piace sentire questa cosa).
Mi piace definirlo come “amico”, proprio perché, oltre che padre, credo che sia una delle poche persone a cui racconto tutto e di cui mi fido ciecamente, quello a cui racconto quello che mi succede, una delle poche persone che mi ha vista attraversare i momenti peggiori e che mi ha sempre aiutata a risollevarmi.
È la persona a cui devo più di tutte, e so che lui per me ci sarà sempre, come io per lui.
Mi ha lasciato libera di imparare a vivere, di sbattere la testa tornando poi da lui in lacrime dicendomi “cosa ti avevo detto io?”, ma nonostante ciò non mi ha mai abbandonata, anzi è sempre stato la spalla su cui piangere e anche addormentarmi, mentre guardiamo la televisione sul divano.
Crescendo, ho acquistato abbastanza consapevolezza da capire tutti i sacrifici che ha fatto per vedermi felice, dal momento che continuare a crescere una figlia di 9 anni da solo non è facile.
Devo essere sincera, non mi ha fatto mai mancare nulla, e di questo gliene sarò infinitamente grata, perché con il passare degli anni, guardandomi intorno, capisco che non tutti i miei coetanei hanno potuto contare su una figura di padre presente.
Ovviamente, non tutto è sempre rose e fiori, come giusto che sia, ma rimarrà sempre la persona che mi ama di più al mondo, come solo un genitore sa fare.
Non sono mai stata una ragazza di grandi parole, e forse tutto questo che vi ho raccontato lui non lo sa, ma vorrei che un giorno sapesse che non avrei potuto desiderare di meglio per me” (E. classe quarta).

Gemma n° 2028

“Per la gemma di quest’anno ho deciso di portare questa collana che è con la lettera A, l’iniziale del nome di mia sorella. Noi siamo molto legate, per me è la mia migliore amica. Lei porta la mia collana con la lettera F e io porto la sua, così ci sentiamo sempre vicine” (F. classe seconda).

Gemma n° 1970

“La gemma di quest’anno la voglio dedicare a G. La dedico a lei perché è letteralmente l’unica persona con cui ho un rapporto quasi simbiotico, ci completiamo. Con G. ho condiviso tutte le mie esperienze più importanti e bizzarre, lei è l’unica che sa tutto di me e che mi conosce davvero bene: l’unica che quando c’è la più piccola cosa che non vada riesce a leggermelo in faccia e farmelo passare. Non a caso quest’estate, durante un periodo un po’ difficile, è stata l’unica in grado di distrarmi e non farmi pensare a quello che stava succedendo.
Siamo diventate amiche per caso, non appena ci siamo parlate ci siamo trovate da subito in sintonia. Siamo diventate amiche anche un po’ per destino, abbiamo avuto una vera conversazione soltanto in 2a superiore nonostante ci conoscessimo dalla prima media. Sento quindi come se essere diventate amiche non sia solo una coincidenza, perché tante volte abbiamo avuto l’occasione di diventarlo ma non è mai successo fino a quel momento.
Con lei sento di poter essere davvero me stessa. Non appena succede qualcosa, brutta, bella o divertente, la prima persona a cui mi viene in mente di raccontarla è lei.
Auguro davvero a tutti di incontrare nella vita un tornado come G.”

Visto che E. (classe quarta) non ha portato un oggetto o una foto, fornisco io la colonna sonora che mi è venuta in mente con un brano che qualche anno fa mi ha fatto scoprire un’alunna. Si tratta di Count on me di Bruno Mars: il video non è lo stesso (non si trova più) ma le parole sì. Eccone alcune:
“Scopriamo la pasta di cui siamo fatti quando siamo chiamati ad aiutare i nostri amici in difficoltà
Puoi contare su di me come 1 2 3 Sarò lì
E so che quando ne avrò bisogno potrò contare su di te come 4 3 2 e tu sarai lì
Perché è così che dovrebbero comportarsi gli amici
Se dovessi continuare a girarti e rigirarti senza riuscire ad addormentarti
Canterò una canzone al tuo fianco
E se mai dovessi dimenticare quanto sei importante per me te lo ricorderò ogni giorno”.

Gemma n° 1969

“Sono molto affezionata a questa collana: me l’ha regalata la nonna alla Prima Comunione. La tengo sempre al collo. Lei mi è sempre stata vicina nei momenti del bisogno o quando dovevo parlare con qualcuno”

Colgo l’occasione di questa gemma di M. (classe prima) per condividere un desiderio: un giorno mi piacerebbe riunire ed incontrare in aula magna tutti i nonni che sono stati (e sicuramente saranno) al centro delle gemme, sia coloro che se ne sono andati che coloro che sono ancora qui a regalarci la loro presenza. E li farei parlare delle loro nipoti e dei loro nipoti. Sono sicuro che vedrei brillare anche i loro occhi!

Gemma n° 1930

“Ho portato questo sasso: mia cugina ci ha dipinto una coccinella e me l’ha regalato come portafortuna. E’ importante perché mi ricorda lei e ci vediamo una o due volte all’anno: mi fa pensare a tutti i momenti passati assieme come la scorsa estate”.

Ci sono oggetti, nelle nostre case e nei nostri cassetti, dei quali possiamo parlare e raccontare tanto, come quello che ha portato L. (classe prima). Mi chiedo, talvolta, cosa racconterebbero loro di noi.

Gemma n° 1873

“La mia gemma è il mio cagnolino Tiarè. Ho scelto di dedicarle queste parole perché la reputo un gioiello prezioso e raro proprio come una gemma. Possiamo dire che lei è stata l’unica che ha deciso di rimanermi accanto in un momento difficile che è peggiorato con l’inizio della pandemia. Devo tanto a lei, perché penso che quello che è riuscita a darmi non potrà mai essere paragonato a quello che potrà darmi una persona.
Lei è la mia sorellina e non vedo l’ora di condividere tanti altri bei momenti con lei”.

Trovo un’unica maniera per commentare la gemma di E. (classe seconda): la scena finale di Hachiko – Il tuo migliore amico. Non aggiungo altro sia perché questa sequenza dice già tutto sia perché se qualcuno decidesse di vedersi il film non vorrei rovinarglielo.

Gemma n° 1843

“Ho deciso di portare questo braccialetto che ho sempre con me e che rappresenta il legame che ho con mia cugina: è una delle persone più importanti della mia vita anche se non è da tanto tempo che siamo così legate (abbiamo fatto scuole diverse, non ci parlavamo tanto prima delle medie). E’ stata una scelta un po’ difficile perché in casa ho tante cose che rappresentano lei, ma non c’era niente che mi soddisfacesse, in tutte mancava qualcosa. Il braccialetto è qualcosa che ho sempre con me, non è una cosa che tengo in casa e che tiro fuori una volta ogni tanto. Rappresenta mia cugina e rappresenta il legame che ho con lei: è uno di quei braccialetti che non si spezzano facilmente ed è l’auspicio per il nostro rapporto”.

Questa la gemma di N. (classe prima). E’ strano rendersi conto che è lo stesso identico tipo di braccialetto che si usava 30 anni fa per sancire un’amicizia o un amore. E’ strano ed è bello pensare a questa continuità. Erano cose importanti a quel tempo e lo sono ancora. Per fortuna… (uno di quei braccialetti lo conservo ancora).

Gemma n° 1825

“Questa canzone è Fix you dei Coldplay, qui cantata da Shawn Mendes in un concerto a Toronto. Cantata da lui mi piace molto”.

La gemma è stata presentata da C. (classe seconda). Poco tempo fa mi è capitato di commentare una gemma con un verso di questa canzone. E’ un brano che parla di presenza, dell’importanza di esserci quando le cose non girano, non funzionano, non vanno nel verso giusto. Quello è il momento in cui è possibile sperimentare quanto possa essere d’aiuto la presenza di qualcuno che sappia starci accanto, che sappia farci sentire a casa (anche se a casa non siamo).

Gemma n° 1814

“Ero molto indecisa perché non sentivo che ci fosse una cosa che veramente volevo portare, poi ho pensato di parlare di qualcosa che mi influenza tutti i giorni: la mia gatta. Durante il lockdown è stato bello averla lì. All’inizio sono stata in isolamento e ai tempi non si sapeva se gli animali potessero entrare nell’isolamento ma ho dovuto lasciarla entrare altrimenti stava tutto il giorno a piangere fuori dalla porta. Dalla mattina alla sera lei stava sempre con me senza mai uscire se non una volta al giorno e per me la sua presenza è stata molto importante”.

Questa la gemma di M. (classe quarta) Scrive lo psicoanalista statunitense Jeffrey Moussaieff Masson: “Forse i gatti sono qui per insegnarci questo: a vivere l’attimo in modo così completo, con un totale coinvolgimento, che lo faccia durare in eterno”.

Gemma n° 1802

“Ogni volta che ascolto Ci sarò mi vengono in mente tutte le persone che mi vogliono bene e ci saranno sempre”.

La canzone di Alfa è la gemma di E. (classe prima). Mi sento di commentarla attraverso una delle scene più toccanti di WALL•E, film d’animazione del 2008 ma sempre attualissimo.

Gemma n° 1797

“La mia gemma è un oggetto molto importante per me. Non uso molto i braccialetti, ma questo, prima che mia sorella lo rompesse, lo usavo tutto il tempo, perché il suo ruolo era quello di accompagnarmi ovunque e in qualsiasi momento. E’ un semplice braccialetto, direi anche infantile e non molto bello, ma molto significativo. Mia cugina è cresciuta con questo braccialetto al polso, ma un anno fa ha deciso di regalarmelo. L’anno scorso non è stato un bel periodo e non lo è tuttora, mia cugina è praticamente l’unica persona che mi è stata veramente accanto e riesco a confidarmi solo con lei. Mi ha promesso che sarebbe andato tutto bene, che lei ci sarà sempre per me e che quando sto male basterà pensare che c’è lei accanto a me, non fisicamente, ma con il suo braccialetto è come se lo fosse. Ci tengo molto e quando si è rotto ho cercato di aggiustarlo con le lacrime agli occhi. Direte ‘Mamma mia come sei drammatica’: sì lo sono, lo ammetto, ma è l’unica cosa che mi ricorda che ho qualcuno a cui importa se sto bene e che spero continuerà a farlo”. 

Con queste parole C. (classe seconda) ha presentato la sua gemma. La commento attraverso una canzone che parla di amicizia e di vicinanza: “Lights will guide you home and ignite your bones and I will try to fix you” (Fix You, Coldplay).

Gemma n° 1758

“Premetto che sulla mia gemma non c’è troppo da dire: è una collana con un ciondolo a forma di cuore. Me l’ha regalata mia mamma un po’ di anni fa dopo che lei e mio padre avevano divorziato. Io non mi ricordo molto di quel periodo perché ero piccola ma la mamma mi ha detto che ci stavo male e quindi ha deciso di regalarmi questa collana per tenere sempre con me l’amore che entrambi provavano nei miei confronti, per farmi sapere che loro sarebbero sempre stati con me anche quando non erano presenti fisicamente, che quando ero con mamma e sentivo nostalgia di papà, lui c’era, e che quando ero con papà e avevo nostalgia di mamma, lei c’era”.

Così ha presentato la sua gemma M. (classe terza). Noto che 4 gemme delle 8 presentate fino ad ora sono ancore, sono oggetti che ci consentono di restare ben ormeggiati e non subire improvvisi e pericolosi moti del mare. Quando è il momento l’ancora può essere levata, ma non viene mai tolta dalla nave: si cala, si leva, ma non si toglie. L’ancora resta lì, pronta a salvarci di nuovo.

Gemma n° 1754

“Ciò di cui ho deciso di parlarvi oggi è un oggetto legato ad una frase che per me ha un valore inestimabile e che ritengo il simbolo della mia infanzia. Ma prima di tutto faccio un passo indietro e vi racconto un po’: come ben saprete (o comunque penso l’abbiate già intuito), le mie origini non sono friulane, bensì pugliesi. All’età di 5 anni circa, per svariati motivi, mi sono trasferito qui in Friuli.
La lontananza per me è sempre stata un tasto dolente, poiché nonostante la fortuna di essermi ambientato velocemente e di aver preso i ritmi di vita, che ahimè sono completamente diversi, anche le più piccole e banali azioni quotidiane mi riportavano a pensare a questo aspetto. Ad esempio, una cosa che mi faceva stare “male” era pensare ai miei ex compagni di classe che uscivano da scuola e correvano dai nonni a lasciare la cartella per prendere la bici e tornare a casa: quanto mi sarebbe piaciuto fare la stessa cosa. Oppure, la classica uscita della domenica pomeriggio nella quale i miei amici mi dicevano che la loro nonna aveva preparato ottime pietanze ecc. e sappiamo tutti che i pranzi della nonna sono sempre i migliori…
Dunque, si trattava di piccolezze senza le quali si può tranquillamente sopravvivere, ma che nonostante tutto mi facevano riflettere e mi hanno portato a vivere un’infanzia relativamente diversa dai miei coetanei.
Ma tornando all’oggetto… si tratta di una classica catenina d’oro che si porta al polso e che solitamente, come nel mio caso, i nonni regalano ai propri nipoti al battesimo. Per me ha un valore inestimabile, perché ogni volta che sono nostalgico mi aiuta a riflettere ed a farmi sentire meglio, ma soprattutto perché quando mi è stata regalata era accompagnata da una frase che è diventata una sorta di motivazione a non preoccuparmi della presenza delle persone care, perché anche se non fisicamente, ci sono sempre. E la frase è: «non importa quanto lontani si è, ma quanto ci si vuole bene nonostante tutto».”

Ecco qui la gemma di L. (classe terza), una di quelle che chiamo gemme di risonanza perché fanno risuonare in me delle corde profonde che collegano per direttissima cuore e cervello. Non distante da qui, vicino a Trieste, e più precisamente a Duino, c’è un bel sentiero sopra le falesie che si ergono dall’Adriatico ed è dedicato al poeta praghese Rainer Maria Rilke. Merita una capatina proprio tra poco, quando si coprirà dei caldi colori autunnali. Perché lo cito a proposito della gemma di L.? Perché queste parole di Rilke la commentano bene: “Una volta accettata la consapevolezza che anche fra gli esseri più vicini continuano a esistere distanze infinite, si può evolvere una meravigliosa vita, fianco a fianco, se quegli esseri riescono ad amare questa distanza fra loro, che rende possibile a ciascuno dei due di vedere l’altro, nella sua interezza, stagliato contro il cielo.”

Gemme n° 474

ricordi.jpg

La mia gemma è una foto con mia zia: mi piace guardarla nei momenti di tristezza. Qui eravamo al mare e mi ricorda un obbligo reciproco che ci siamo prese: quando una delle due sta male, l’altra deve dire di uscire. Questa foto, poi, rappresenta per me la lezione più grande: l’amore può andare oltre il fatto biologico”. Con queste parole S. (classe quinta) ha presentato la sua gemma.
Vorrei regalare a S. e a sua zia una frase di Betthleim: “Il seme di un albero può sì essere trasportato molto lontano dal luogo dove quell’albero è cresciuto, ma la nuova pianta, che da quel seme nascerà, può mettere radici solo nel terreno in cui esso è affondato”. S. ci ha mostrato dove siano le sue radici.

Gemme n° 470

Questa è la gemma di S. (classe terza): “Ho scelto questa canzone non per un suo significato particolare (parla del fatto di lasciar andare il passato perché inevitabile), ma perché le sono da poco legata. Qualche tempo fa ero in cantina, dove io e mio papà facciamo un po’ di ginnastica. Di solito ascoltiamo Ligabue, il preferito di mio padre, ma alla fine del cd abbiamo messo su le canzoni che ho sul pc. Mio padre ha detto che questa gli piaceva un sacco e mi ha proposto di fare una gara di addominali sulle sue note. Era tanto che non “giocavamo” insieme come quando ero piccola: ecco perché questa canzone significa tanto”.
Neruda scrive che “Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé”. Auguro a S. e al suo papà tante gare di addominali 😀

Gemme n° 468

amicizia.jpg

La mia gemma è la lettera con cui la mia migliore amica mi ha fatto gli auguri per i miei 18 anni. Ne leggo una piccola parte.” Con queste parole C. (classe quarta) ha presentato la sua gemma.
Il mio contributo, questa volta, è tratto dal commovente film “Amici per sempre”:

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