Ora

Da mezzogiorno è in rete il nuovo video della canzone Ora di Jovanotti. Non mi soffermo su di esso, una sorta di 3D senza occhialini…, ma sul testo. Lorenzo prende alcune verità o presunte verità, le elenco in ordine di apparizione:

         quando si muore poi non ci si vede più

         ogni grande amore naufraga la sera davanti alla tv

         ad ogni speranza corrisponde stessa quantità di delusione

         quando si nasce sta già tutto scritto dentro ad uno schema

         c’è solo un modo per risolvere un problema

         ad ogni entusiasmo corrisponde stessa quantità di frustrazione

         ogni sognatore diventerà cinico invecchiando

         noi siamo fermi è il panorama che si sta muovendo

         per ogni slancio tornerà una mortificazione

La mia sensazione è che Jovanotti si chieda: ma siete proprio sicuri che le cose debbano andare in questa maniera? Non c’è proprio alternativa? “dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione per non farlo più”… Ah, ma allora c’è una possibilità, c’è la speranza di far andare le cose diversamente. Quando? “ora”! La spinta decisiva, chiara, inconfutabile arriva dall’inciso “non c’è montagna più alta di quella che non scalerò, non c’è scommessa più persa di quella che non giocherò”. Mi ricorda molto quel che dice Bill Parrish a sua figlia Susan in elicottero nel film “Vi presento Joe Black”: “Perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente equivale a non vivere… ma devi tentare perché se non hai tentato non hai mai vissuto”.

Inclinazioni del cuore

Stamattina, all’ultima ora, dopo aver letto dei brani di E. Wiesel e L. Millu sull’esperienza di fede durante la tragedia dei lager ho chiesto agli studenti di riflettere sul problema del male cercando dentro di sé quali tentativi di risposta provassero a darsi. Mentre riflettevano e scrivevano li guardavo e pensavo: “tra pochi mesi non li rivedo più” (era una quinta). “Cosa faranno? Lavoreranno, studieranno, che strade percorreranno?”. Poi ho preso dalla borsa il libro “Un minuto di saggezza nelle grandi religioni” di Anthony de Mello, una raccolta di brani che ho letto a più riprese nella mia vita. E mi ha stupito che il primo racconto fosse questo:

Il discepolo era un ebreo. “Quale opera buona debbo fare per essere gradito a Dio?”. “Come posso saperlo?”, rispose il maestro. “La tua Bibbia dice che Abramo praticava l’ospitalità e Dio era con lui. Elia amava pregare e Dio era con lui. David governava un regno e Dio era anche con lui. C’è un modo per scoprire il lavoro che mi è stato assegnato?”. “Sì. Cerca l’inclinazione più profonda del tuo cuore e seguila”.

Un caso? 

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