L’Italia in gioco

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Leggo un articolo su Linkiesta sul gambling, il gioco d’azzardo: esso vale in Italia ormai 70 miliardi, oltre il 4% del Pil (è ben più della manovra Salvaitalia). Si potrebbe esultare per la nostra economia, ma il dato parallelo è che gli ammalati di gioco sono almeno 700 mila persone, il doppio di quanti sono seguiti dai Sert per dipendenza da droghe o alcol. La dipendenza da gioco non è inserita nei livelli essenziali di assistenza del Sistema Sanitario Nazionale: chi ci finisce coinvolto ha molte difficoltà per le cure. E il trand del gioco è in crescita: agli italiani viene più voglia di giocare? O si tratta di un bisogno indotto? Rispondo solo con un breve elenco i provvedimenti, a voi la risposta:

         1997: introduzione della doppia giocata di Lotto e Superenalotto e delle sale scommesse;

         1999: nasce il Bingo;

         2003: la Finanziaria apre alla diffusione nei pubblici esercizi delle slot machine

         2005: la Finanziaria introduce la terza giocata del Lotto, le scommesse Big Match, le scommesse online;

         2006: nascita di decine di migliaia nuovi corner e punti gioco per le scommesse; con il Decreto Bersani (la legge 248/2006) la proposta di giochi aumenta ulteriormente: 16 mila 300 nuovi punti per il gioco d’azzardo;

         2009: Decreto sugli Abruzzi, altri giochi (Win for Life), nuovi gratta e vinci, sostanziale liberalizzazione dei giochi on-line;

         2011: nel decreto legge n. 98 del 6 luglio, all’art. 24, troviamo 42 commi che promuovono nuove regolamentazioni per i giochi e l’introduzione di una serie di nuove proposte di gioco d’azzardo.

Mumble mumble…