Primo amore

“Prof, ma lei che ascoltava e ascolta musica heavy metal, cosa ci trova?”
Oggi ho trovato una citazione che risponde perfettamente a questa domanda. Max compra i suoi primi dischi, ma non avendo il giradischi va da un amico: “La sera ero da lui, a centellinarmi goccia dopo goccia quell’assalto frontale. Brividi lungo la schiena, caldo sul viso, negli occhi. Le mani strette alle cuffie. Quella sì che era vita. Altro che mio cugino Filippo. Altro che disco-dance. Heavy rombante che ti penetrava i timpani e si distribuiva nel tuo sangue, nelle tue ossa. Sentivi le corde delle chitarre che ti strappavano dentro, ti arrivavano ai nervi… Era roba magica. Da quel momento fu metal” (P. Wolf, C’era una volta il metal).
Avevo 18 anni, e rompevo i timpani dei miei genitori con i miei idoli, loro:

Sony_Walkman_WM_A602Uno dei momenti migliori della giornata? La notte, sveglio ad ascoltare la loro musica nelle cassette che giravano nel walkman (quello in foto è proprio lui), con volume al massimo e bassi regolati giusti giusti per non far gracchiare gli auricolari… Poi sono arrivate le Sennheiser a salvarmi l’udito… “Mi spiace mamma, ma il metal non si può ascoltare a basso volume…”

 

Panorami

PACE da noi_0023bw fbHo fatto questo scatto a giugno. Ieri è riemerso dall’hard-disk e mi ha portato a fare una riflessione sul mio lavoro. Nella foto ci sono il mio caro amico Carlo insieme al suo piccolo Pietro: un padre e un figlio. Non mi soffermo su questa relazione, perché al momento potrei raccontare per esperienza diretta solo il punto di vista di figlio. Guardando l’immagine, però, mi è venuta alla mente l’idea che sta dietro a quello che, secondo me, dovrebbe essere un insegnante: qualcuno che ti mette davanti a un panorama, a una vastità, a uno spettacolo, a tante possibili strade da poter percorrere, a una molteplicità di scelte da poter esercitare. L’insegnante è chi ti ha portato lì e ti lascia valutare quel paesaggio da solo, senza starti davanti impedendo una parte della visuale o, ancora peggio, facendo la strada al posto tuo. Però è lì dietro, e se hai una domanda da fare o un pensiero da condividere, sai che puoi girarti e chiedere, parlare, confrontarti, crescere.
E lo stile del papà di Pietro è anche quello di Eva, la sua mamma…
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