“Prof, ma lei che ascoltava e ascolta musica heavy metal, cosa ci trova?”
Oggi ho trovato una citazione che risponde perfettamente a questa domanda. Max compra i suoi primi dischi, ma non avendo il giradischi va da un amico: “La sera ero da lui, a centellinarmi goccia dopo goccia quell’assalto frontale. Brividi lungo la schiena, caldo sul viso, negli occhi. Le mani strette alle cuffie. Quella sì che era vita. Altro che mio cugino Filippo. Altro che disco-dance. Heavy rombante che ti penetrava i timpani e si distribuiva nel tuo sangue, nelle tue ossa. Sentivi le corde delle chitarre che ti strappavano dentro, ti arrivavano ai nervi… Era roba magica. Da quel momento fu metal” (P. Wolf, C’era una volta il metal).
Avevo 18 anni, e rompevo i timpani dei miei genitori con i miei idoli, loro:
Uno dei momenti migliori della giornata? La notte, sveglio ad ascoltare la loro musica nelle cassette che giravano nel walkman (quello in foto è proprio lui), con volume al massimo e bassi regolati giusti giusti per non far gracchiare gli auricolari… Poi sono arrivate le Sennheiser a salvarmi l’udito… “Mi spiace mamma, ma il metal non si può ascoltare a basso volume…”


