Ben ritrovati! Riprendo l’aggiornamento del blog dopo un periodo di pausa, tranquillità e pace coincidente con le ferie di mia moglie. Il primo post lo dedico a una foto che ho scattato domenica. Michele, il figlio di una coppia di cari amici, è appena scivolato e sta piangendo per lo spavento. Piano piano si avvicina Mou che inizia a leccargli dolcemente le manine. Quando un bimbo piange non per puro capriccio, fa un singhiozzo molto lungo e finisce in una specie di apnea e sembra non respirare, prima di immettere nei propri polmoni una grande boccata di aria e lanciarsi in un grido di disperazione. In ebraico i termini consolare-consolazione giungono dalla radice nhm, respirare profondamente, gemere, “far respirare”, far tirare il fiato. La vicinanza, la condivisione, anche muta, ma presente, l’essere accanto, il prendersi cura, il dire “sono qui”. Ne abbiamo bisogno tutti. E conoscendone il bisogno, sono chiamato a farlo per l’altro.

