Gemma n° 2824

“Ciao M., devi sapere che ogni anno nella mia scuola, nell’ora di religione, presentiamo una gemma, e quest’anno la mia sei stata tu.
Il 31 maggio arrivo a Bibione, conosco subito F. e prima ancora di iniziare a lavorare veniamo sgridate insieme, mi aveva già parlato di te, che probabilmente saresti venuta e non ne ero molto contenta, pensavo: “speriamo non sia una rompiscatole”.
Arrivi tu, andiamo subito d’accordo, siamo uguali in tutto e per tutto, sai sempre cosa dire, cosa consigliarmi, sai sempre aiutarmi, in poche parole senza te sarei stata persa.
Ogni volta che veniva mia madre a trovarmi e poi se ne andava piangevo e tu eri sempre lì a consolarmi e per un po’ sei stata tu la mia mamma.
Io mi vantavo, dicevo che avevo il miglior capo a lavoro, tutti erano gelosi, persino tu!
Io avrei dovuto capire alcuni suoi atteggiamenti, ma ingenua come sono, non mi sono mai arrivati, prima di prendere le distanze, ho dovuto aspettare che lui mettesse le sue mani sporche su di me, io impietrita non dicevo niente…mi coprivo, volevo scappare, ma sono stata zitta.
Il giorno dopo alle 21:00 scoppio… sapevo che quello era l’ultimo giorno che avrei fatto i lavoretti, la baby dance e l’ultimo giorno che avrei chiesto ai nuovi bimbi tedeschi come si chiamassero.
Che imbarazzo, non riuscii a contenermi, quindi tu mi hai presa in un angolo e mi hai chiesto cosa fosse successo, fu così che ti raccontai tutto.
Mi ricordo la tua faccia, mi dissi che avevi un nodo nello stomaco, che non te lo saresti mai immaginata.
Ti dissi che non ne sarei uscita, che la mia vita era finita lì e tu, con un sorriso e un po’ di lacrime negli occhi mi dicesti: “No”.
Mi dicesti che io non mi sarei arresa, e se oggi io posso raccontare quello che mi è successo… è grazie a te.
Ci mettesti tanto a convincermi, mi hai salvata da una situazione che mi stava mangiando viva, mi stava soffocando e io mi sentivo sempre di più annegare, ma tu eri lì, con il tuo accento romano a dirmi che la mia vita non è finita.
Purtroppo vivi molto lontana da me e non ci sentiamo spesso, ma so che potremmo non parlarci per mesi, anni, ma appena ci incontreremo di nuovo un giorno… correremo ad abbracciarci.
Mi manchi sempre M., ma un po’ di più quando ho il ciclo e tu andavi al supermercato a prendermi il tè al limone e i biscotti senza che te lo chiedessi, mi manchi un po’ di più quando non sei tu ad assicurarti che io prenda le pillole per i crampi, mi manchi un po’ di più quando non riesco a eliminare quelle foto dal mio telefono”.
(S. classe terza)

Gemma n° 2823

Immagine creata con Poe®

“Io ho deciso di portare l’animazione, in particolare quella dei più piccoli. Io infatti faccio l’animatrice, sia al centro estivo che durante l’inverno. L’ho trovo un modo per stare a contatto con le persone, in particolare i bambini. Amo i bambini perché sono sinceri, non perdono tempo con persone che non sopportano e ti dicono tutto ciò che gli passa per la mente. Inoltre sono spensierati e con loro puoi fare discorsi che con gli adulti non faresti, come ad esempio “Qual è il tuo terzo colore preferito?”.
Questa attività mi ha insegnato l’importanza della fantasia, costretta a uscire dalla mia zona di comfort, a risolvere i piccoli litigi e a riscoprire la bellezza del gioco. Questa è la mia gemma perché mi ricorda di non smettere mai di guardare il mondo con meraviglia” (G. classe prima).

Gemma n° 2822

“Porto come gemma i miei guantoni perché sono il simbolo del legame con mio padre e di una delle cose che abbiamo in comune: infatti è grazie a lui che ho iniziato a fare arti marziali, cosa che sin da bambina mi affascinava. Mi ricordano quindi non solo il rapporto con mio papà, ma anche un percorso di crescita che ho fatto per me stessa” (B. classe quinta).

Gemma n° 2821

“Come gemma ho deciso di portare una persona fondamentale nella mia vita: la mia migliore amica, A.
Lei è una persona solare, empatica e ha la capacità di ascoltare senza giudicare.
Avere A. al mio fianco significa avere un punto di riferimento costante.
Posso condividere le gioie più grandi e, allo stesso tempo, affrontare con più leggerezza i momenti difficili.
Con lei ho fatte tutte le mie prime esperienze  e la nostra amicizia è basata sulla sincerità e sul rispetto reciproco e questo crea un legame di fiducia che ritengo preziosissimo. In sostanza, A. non è solo una compagna di avventure, ma una parte essenziale della mia crescita personale”.
(R. classe quarta).

Gemma n° 2820

Immagine creata con Poe®

“Come mia gemma vorrei portare lo sport che pratico ovvero il parkour. Il parkour è uno sport nato in Francia, nei sobborghi di Parigi, tra gli anni ‘80 e ‘90. Lo si può praticare ovunque: su un muro, su una panchina o su delle ringhiere. Alcune tecniche di base del parkour sono:
-Vaults (Lazy vault, step vault, kong…)
-Roll (movimento per assorbire l’impatto)
-Precision jumps
-Movimenti di arrampicata (cat, tic tac…)
Pratico questo sport da due anni e mi piace molto, mi permette di stare bene con il me stessa, di allenarmi, di divertirmi e di prendere consapevolezza delle capacità del mio corpo. Nel parkour è essenziale credere in se stessi, essere sicuri e divertirsi. Mi piace perché unisce l’agilità, la forza e lo stile. Credo che la mia parte preferita di questo sport sia l’acrobatica perché è una sensazione vicina al volo: quando mi riesce bene un front flip o un esercizio che ho provato ancora e ancora, la felicità e la soddisfazione mi invadono.
Questo sport mi ha anche “regalato” due amicizie molto importanti per me: ho conosciuto due ragazze che ora sono mie grandi amiche e condividiamo la passione per questo sport”.
(E. classe prima).

Gemma n° 2819

“Come gemma quest’anno ho deciso di portare una persona: mio fratello.  Nonostante i nostri tre anni di differenza abbiamo un rapporto bellissimo sin da quando eravamo piccoli; infatti, ci raccontiamo sempre tutto, ci copriamo e ci supportiamo. Quest’anno non vive più con me e i miei genitori e sento tantissimo la sua mancanza ed è per questo che ho deciso di portarlo come gemma” (E. classe terza).

Gemma n° 2818

“Oggi come gemma ho portato due oggetti che parlano di due persone davvero importanti per me. Il primo è un anello con un’ape. L’abbiamo preso qualche giorno prima di iniziare la seconda superiore e da quel giorno lo indosso sempre, per me è un modo per avere sempre con me questa amicizia. Il secondo oggetto è una scatola che mi è stata regalata per i miei 17 anni, con dentro 17 bigliettini che leggo spesso quando sono triste o ho una giornata storta. Entrambe queste persone contano tantissimo per me: sono state una parte fondamentale in questi anni e onestamente una delle poche cose della scuola che apprezzo davvero, perché proprio qui ho avuto l’occasione di conoscerle. Senza di loro i giorni a scuola sarebbero stati molto più pesanti, infatti riescono spesso a strapparmi un sorriso anche quando sto male. Non so nemmeno se si rendono conto di quanto io voglia loro bene, infatti sono davvero grata di averle incontrate e di aver costruito un legame così forte. Quello che spero è che questa amicizia continui anche dopo le superiori. Anche se saremo lontane e non ci vedremo più ogni giorno, cercherò comunque di restare in contatto con loro. O anche se in futuro magari ci perderemo un po’ di vista, perché ognuna andrà avanti con la propria vita, so che mi ricorderò sempre di loro e di tutto quello che hanno fatto per me, anche semplicemente per esserci state” (A. classe quinta).

Gemma n° 2817

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare un posto per me molto importante, ovvero l’Albania. Quando penso a quel luogo penso alla mia infanzia, alle estati calde e belle che ho passato con la mia famiglia. Purtroppo, però, quando ci penso, penso anche a quanto in fretta passino gli anni e a quanto lontani stiano diventando quei ricordi. É da ormai tanti anni che io non ci torno più e la nostalgia che provo diventa sempre più grande. Nonostante ciò, però, sono felice di aver passato bei momenti come quelli e sono felice che facciano parte di me. Spero davvero, un giorno, di poterci tornare e rivivere i ricordi che hanno segnato la mia vita. So che non sarebbe più come una volta, ma so che tornarci mi farebbe sentire felice e in pace” (G. classe terza).

Gemma n° 2816

“Come gemma, ho deciso di portare un’esperienza indimenticabile che ho vissuto quest’estate: il concerto di Billie Eilish. Insieme ad altri due miei cari amici, l’8 giugno di quest’anno sono andata a Bologna, al mio primissimo concerto. Da quando ho iniziato ad ascoltare quest’artista, ho sempre giurato a me stessa che il mio primo concerto sarebbe stato suo, e così è stato. Per quanto molti la possano considerare una cantante come altre, io la considero come un vero e proprio posto sicuro; la sua musica mi accompagna da molti anni, e mi ha sempre aiutato e consolato nei momenti difficili. Sono molto grata di aver avuto la possibilità di sentirla dal vivo, con persone che condividono la mia medesima passione. Porterò quel giorno per sempre nel cuore!” (B. classe quinta).

Gemma n° 2815

“Come gemma quest’anno ho deciso di portare mia cugina S. Nonostante la differenza di età di 10 anni, abbiamo un legame molto forte e lei è tra le persone della mia famiglia con cui passo più tempo e a cui tengo di più. Siamo molto uniti e con lei ho condiviso moltissimi momenti belli e brutti della mia vita, da concerti, vacanze e giri con la sua moto a incidenti, perdite e momenti bui attraverso i quali mi ha supportato e per questo le sono molto riconoscente e le voglio un mondo di bene” (G. classe terza).

Gemma n° 2814

“Questa foto l’abbiamo scattata lo scorso anno io e il mio gruppo di amici. Ho deciso di portare loro come gemma di quest’anno già verso la fine della seconda. E ciò perché loro sono stati per me un punto di riferimento in questi 5 anni di liceo. Nella foto però manca un membro perché ha cambiato scuola qualche anno fa e purtroppo non avevo foto col gruppo intero. Nonostante ciò, ogni singolo membro è estremamente importante per me e tengo tantissimo ad ognuno di loro e spero vivamente che dopo il diploma resteremo in contatto e riusciremo a ritrovarci in futuro” (V. classe quinta).

Gemma n° 2813

“Come gemma di quest’anno scolastico ho deciso di portare due tra le cose più importanti che ho: Kika e M.
Kika e M., anche se una é un gatto e l’altra una bambina che sta per nascere, sono entrambe l’estensione della mia anima. Può sembrare strano ma io, Kika e M. abbiamo tutte lo stesso carattere, reagiamo alle cose nella stessa maniera e tutte, quando ci arrabbiamo, diventiamo esagitate e iperattive. Kika, da quando c’è M., si mette sempre arrotolata in mezzo alle mie gambe e appoggia la testa sulla pancia come se sapesse, e sono convinta sia così, che dentro di me c’é una bimba a cui lei vuole già bene. M. invece quando é agitata e sente le fusa di Kika si calma. Siamo 3 anime diverse, 3 femmine, 3 cuori in 3 forme diverse ma alla fine ci corrispondiamo a vicenda” (M. classe quinta).

Gemma n° 2812

“Cara E. del passato,
carissima versione passata di me.
Sei la mia gemma, l’unica persona che per me c’è sempre stata. Come stai?
Non c’è nemmeno bisogno che tu risponda: so già che sei felice.
E non parlo di te di cinque anni fa, ma di te di dieci anni fa o più, con quell’aria spensierata e quel sorriso genuino e infantile che regalavi a tutti.
Tu, che il mondo lo vedi come il più semplice dei giochi.
Tu, che parli senza pensare alle conseguenze.
Tu, che riesci a vedere oltre le etichette.
Tu, che trovi il bello in qualsiasi cosa fai.
Mi manchi. Dove sei finita?
Spero che tu possa sentire queste parole, perché provo esattamente tutto quello che sto scrivendo.
Sono successe così tante cose in questi anni che non puoi nemmeno immaginare…
Non ho ancora trovato la risposta a tutte le tue domande, ma ad alcune sì:
Sì, mamma e papà ci portano ancora in viaggio, sia me che Lucy.
No, le medie non sono assolutamente come nei film americani.
Sì, sei ancora in contatto con alcuni di loro.
No, non sei sola.
Si, hai ancora una vena creativa.
No, non sei un’incapace
E sì, la vita non va sempre come dovrebbe andare — e va bene così. Con il tempo riuscirai più o meno a capirlo.
Se devo essere sincera però adesso probabilmente non mi riconosceresti… anche se la frangia ce l’ho ancora: dopotutto siamo nate con la frangia.
Gioco ancora con la nostra cara Wii, e ogni tanto mi stupisco che funzioni ancora.
Amo ancora vedere le persone sorridere e farle sorridere.
Amo ancora ridere per le cavolate più assurde e insensate.
Amo riguardare un programma o un video svariate volte senza mai stancarmi.
Ho ancora paura dell’andare al piano di sopra o in cantina da sola.
Suono ancora il pianoforte, e sì, sei finalmente riuscita a farti regalare la chitarra dello zio.
Guardo ancora il cielo quando assume colorazioni particolari.
Racconto ancora storie e ne invento altrettante.
E purtroppo però, proprio come te, forse non mi sono ancora del tutto accettata.
La vita è dura, E., non posso negarlo.
E se penso a tutto quello che dovrai affrontare, mi si stringe il cuore.
Ma allo stesso tempo mi rassicura sapere che riuscirai a superarlo e ad arrivare dove Io oggi sono.
Non ho ancora raggiunto tutto ciò che vorrei, ma se guardo la te di cinque anni fa, mi sento già meglio… infatti ultimamente mi sono fatta l’idea che Sì… potremmo avere di più ma potremmo anche avere di meno.
Dunque il mio suggerimento è: Non smettere mai di sorridere.
Non avere paura: se deve succedere, fregatene…che succeda. Non cercare di combatterlo a tutti i costi.
Nonostante ciò lo ammetto: Se potessi tornare indietro, cancellerei tante cose… ma non voglio spaventarti: è solo un periodo.
Non preoccuparti dei voti a scuola.
Non preoccuparti di quei buffoni.
Non sei sbagliata.
Non sei ciò che vogliono farti credere.
Non devi chiedere scusa a nessuno per essere come sei.
Siamo così diverse, e allo stesso tempo incredibilmente simili.
Perché dico che siamo diverse?
Io dico le parolacce; tu invece ti copri le orecchie e ti offendi appena ne senti una.
A volte resto in silenzio; tu non fai altro che chiacchierare con tutti, senza barriere e senza paura del giudizio.
Ogni tanto sento la tua presenza, il tuo ritorno.
Lo percepisco chiaramente quando accade.
E, in effetti, se ci penso, è sbagliato dire che siamo diverse.
Entrambe ridiamo quando qualcuno ci guarda in modo insolito o comico.
Entrambe cantiamo parole di canzoni straniere in una lingua che sembra aliena.
Entrambe ci imbarazziamo quando qualcuno ci fa un complimento o ci dimostra affetto.
Entrambe cerchiamo di essere gentili, indipendentemente dalla persona che abbiamo davanti.
No, noi non siamo diverse.
Noi siamo la stessa persona.
E chissà se tu sei fiera di me… tanto quanto io lo sono di te”.
(E. classe quarta).

Gemma n° 2811

“Come prima gemma ho deciso di portare la frase di una canzone che a parer mio è una vera e propria poesia. La canzone è “Quel filo che ci unisce” di Ultimo ed è diventata la colonna sonora della mia vita.  Innanzitutto vorrei raccontarvi com’è nata: Ultimo l’ha scritta per una ragazza totalmente sconosciuta con cui ha passato un pomeriggio parlando e passeggiando per Trastevere. Lei poi è ritornata a Los Angeles dove viveva e lui, rimasto a Roma, dopo due settimane le ha inviato in una scatolina rossa una chiavetta USB e un testo di una canzone scritta a mano che era proprio “Quel filo che ci unisce”. Dopo 4 anni Ultimo e questa stessa ragazza hanno avuto un bambino.  Questa canzone fa parte di un album che per il cantante è molto importante cioè “Solo”. È stato pubblicato dopo due anni di pandemia in cui eravamo tutti isolati gli uni dagli altri e questo ha permesso a molti di mettersi a confronto con le proprie fragilità e insicurezze. Ecco, Quel filo che ci unisce è una speranza, uno spiraglio di luce in fondo ad un tunnel buio da cui, se sei da solo, fatichi ad uscire, ma se trovi la persona giusta tutto diventa luce.
Già questo, per me, è un motivo per cui questa canzone è magica. Inoltre, qualche anno fa, dopo aver vissuto un lutto familiare molto importante, le sue parole mi hanno accompagnata in quei giorni di sofferenza e dolore, diventando parte del mio cuore e della mia anima. La perdita che la mia famiglia ha vissuto è stata improvvisa, ingiusta e priva di una spiegazione… Tuttavia Niccolò ci ha insegnato ad andare oltre, a capire che, nonostante ciò che avevamo perduto, potevamo ancora contare su quel filo che ci unisce: un filo che va oltre gli oceani, oltre le montagne, oltre qualsiasi cielo. Qualcosa di ultraterreno, di magico. C’è una frase in particolare che dice: “tanto sai che tutto è un gioco e vince chi sorride”. Un giorno l’avevo scritta nelle mie note di Instagram perché, dopo aver letto un post della fidanzata di Ultimo in cui parlava di come sarebbe stata da mamma, avevo davvero compreso il significato profondo di questo verso.

La mattina seguente, a quella nota aveva risposto mia sorella M. chiedendomi se fosse tutto ok. Quello che le ho risposto io è arrivato direttamente dal mio cuore. Non ho usato parole dotte o significati complessi, semplicemente il mio pensiero.

Io e lei ci siamo promesse di tatuarci questa frase non appena avrò compiuto 18 anni nella parte sinistra del torace, vicino al cuore. Mia sorella ha vissuto tante battaglie, forse troppe per un’unica persona. È una donna esile ma ha una forza che potrebbe smuovere le montagne.  Non posso definirla una semplice amica.  Lei è la mia anima gemella: l’estensione della mia anima. La parte migliore di me. Un pezzo del mio cuore. La mia medicina. Il mio rifugio. La mia casa. Il mio Sole.  Non hanno ancora inventato le parole giuste per definire ciò che è lei per me.  O forse sono io ignorante, perciò faccio un passo indietro nel provare a descrivere il nostro legame perché qualsiasi cosa io possa dire non sarebbe mai abbastanza per Lei.
Quando ero piccola M. mi portava sempre in giro e faceva quello che la mamma e il papà non riuscivano a fare avendo tanti figli a cui badare. È stata la prima a portarmi nel luogo che è diventata la mia seconda casa cioè la palestra dove ballo; è stata la prima a farmi capire cosa significhi essere forti e superare le battaglie che la vita ci pone davanti, talvolta anche lasciandosi distruggere dal dolore perché è proprio da quel dolore che si può ricominciare.
Quando sarò vecchia racconterò di lei ai miei nipoti e non dirò “mia sorella”, ma il mio primo vero amore.
Forse alla fine questa mia gemma non è per la frase di Ultimo in sé, ma per la persona a cui penso quando la leggo: la mia anima gemella.
L’augurio che posso fare a ognuno è quello di trovare una persona come Lei.
Tutti meritano di essere amati come lo sono io da mia sorella.”
(A. classe quarta).

Gemma n° 2810

“A 9 anni, appena iniziata la stagione invernale, i miei genitori mi comprarono giacca, pantaloni, guanti e casco da snowboard. Una domenica, mi portarono a Tarvisio per la mia prima lezione, senza sapere nulla di questo sport. Ero felice di iniziare la lezione, ma allo stesso tempo avevo paura di farmi male. Dopo la lezione avevo imparato le basi e avevo molta paura di cadere, anche se andavo pianissimo. Lezione dopo lezione, imparavo ad andare più veloce, fare curve e migliorare quello che sbagliavo. L’anno dopo non mi servivano più tante lezioni, così i miei genitori mi portarono sullo Zoncolan; non facevo piste molto pendenti, ma mi divertivo comunque. Nel terzo anno, mia mamma mi iscrisse a un corso con dei ragazzi per fare salti, provare piste rosse e migliorarmi in generale. Questo corso mi aiutò molto perché imparai ad andare oltre le solite piste semplici. Lo scorso anno andavo solo sullo Zoncolan e, un po’ alla volta, ho provato tutte le piste di tutti i livelli, diventando così troppo veloce per mio papà.
Mi piace fare snowboard perché è uno sport che non praticano in molti e perché lo pratico da molto tempo. Mi piace anche perché, dopo una caduta, che sia stata dolorosa o meno, è importante rialzarsi e non abbattersi. Questo mi ha aiutato molto sia nello snowboard che a scuola”.
(M. classe prima).

Gemma n° 2809

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“Come gemma ho deciso di portare la pallamano, ho scelto questo sport perché è stato molto importante nella mia vita e anche quello che ho praticato per più tempo, circa 4 anni” (V. classe prima).

Gemma n° 2808

“Cara R.,
volevo prendermi un momento per dirti quanto sei importante per me. Il simbolo dell’infinito, sulla collana che abbiamo in comune, mi ha fatto pensare a quanto sono infinitamente grata e felice di avere conosciuto una persona come te. Ogni volta che guardo quella collana penso a quanto il nostro rapporto sia senza limiti proprio come l’infinito. Ci sono stati momenti in cui mi sentivo persa, insicura e piena di dubbi, ma tu sei sempre stata lì, per fortuna! La nostra amicizia mi ha aiutato a credere di più in me stessa, a vedermi con occhi diversi, più gentili, e a capire che essere felici è un diritto che hanno tutti. Con te mi sento accettata, accolta e libera di essere me stessa! Grazie per esserci sempre e per ascoltarmi anche quando le parole non vengono, per i consigli sinceri, le risate improvvise e anche i silenzi che valgono più di 1000 parole. Ti voglio davvero un mondo di bene e sono felice di poter condividere ogni giorno i momenti belli e anche quelli più difficili! Sarò per sempre grata di averti conosciuta in quel lontano giorno del 2020!” (G. classe seconda).

Gemma n° 2807

“La gemma che porto oggi riguarda la mia passione per la cucina e per il mondo culinario.
Sin da piccola sono rimasta affascinata dalle preparazione e dai passaggi delle ricette: adoravo cucinare, decorare ma soprattutto mangiare le mie creazioni.
Bakeoff fu per me il programma che mi fece appassionare alla pasticceria e farmene innamorare, dandomi la curiosità di scoprire sempre più tecniche  e dolci.
Per me questo programma è particolarmente speciale, perché non vedevo spesso i miei genitori quando ero più piccina e Bakeoff era l’unico momento della settimana in cui avevo l’occasione di passare del tempo esclusivamente con loro, creando una piccola bolla che momentaneamente ci isolava da tutti i problemi e pensieri che avevamo normalmente.
Quando cucino, poi, ho modo di avere un momento di spensieratezza con me stessa: avere le cuffie addosso e le mani in pasta credo sia la sensazione più meravigliosa che io possa provare, portandomi ancora più gioia quando cucino qualcosa per i miei cari amici.
Spero di non rinunciare mai a cucinare e, anzi, di trasformarlo magari in qualcosa di più di un semplice hobby”.
(V. classe seconda).

Gemma n° 2806

“La gemma che ho voluto portare quest’anno è la collana che indosso tutti i giorni. Quando ho lasciato casa l’anno scorso, mia madre mi ha dato questa collana, che era di mio nonno; purtroppo non sono mai riuscito a conoscerlo anche se mi sarebbe piaciuto tantissimo. Da quel momento in avanti la collana è diventata parte di me, è come se mio nonno e tutta la mia famiglia stessero sempre con me in qualunque momento difficile e bellissimo; anche se a 800km di distanza so che ci saranno sempre per me e spero che mio nonno mi protegga da lassù e sia fiero di me” (G. classe quarta).

Gemma n° 2805

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare la mia passione più grande che mi accompagna dall’età di 9 anni: lo scoutismo.
Lo scoutismo a molti potrebbe sembrare un’attività banale, una perdita di tempo e che come attività vendiamo solo biscotti…. ma per me non è così. Per me lo scoutismo è il mio mondo, il mio posto felice: la mia vita è incentrata sull’aspettare sabato per quelle 3 ore di serenità perché quando sono a scout posso essere veramente me stessa sapendo di non dovermi nascondere dietro maschere sociali. Senza lo scoutismo non sarei io.
Quest’attività mi ha letteralmente salvata perché è stata la luce in fondo a un buio tunnel perché non stavo passando un bel periodo: mi ero trasferita da poco a Udine e non avevo amici veri dato che alle elementari mi prendevano in giro a causa del mio aspetto fisico… Finché un giorno il mio vicino di casa, della mia stessa età, mi propone di provare scout (attività che non avevo mai sentito prima) all’Udine 1 insieme a lui. All’inizio io non volevo nemmeno andarci perché avevo paura che mi avrebbero criticata anche là, però dopo innumerevoli sforzi mia mamma mi aveva convinto. Fortunatamente ha insistito tanto: là ho trovato persone leali, gentili, disponibili, disposte ad aiutare il prossimo, pensare prima agli altri che a se stesse (… i valori dello scoutismo). Insomma, avevo trovato la mia gente…
Insieme a loro sono cresciuta molto e soprattutto sono diventata così tanto responsabile che sono diventata capo.
Amo così tanto lo scoutismo che gli ho dedicato tutta la tesina di terza media.
Sono contenta che ne faccio ancora parte perché ho ancora al mio fianco persone che so che non mi tradiranno mai. Lì ho conosciuto il mio migliore amico, che è tutto per me, e da un anno è entrata anche la mia migliore amica (che conoscevo già prima) che è letteralmente una sorella per me. Poi, grazie ad alcune attività e uscite di zona, ho conosciuto gente di tutta Udine e dintorni con cui ancora mi sento.
Sono sicura di pochissime cose nella mia vita, ma sono certa che qualunque cosa accada io continuerò a fare scout e trasmetterò questa passione anche a mio fratello e un giorno anche ai miei figli, andando avanti per molte generazioni e andrò fiera che tutto ciò sia iniziato da me”.
(M. classe prima).