“Questa foto l’abbiamo scattata lo scorso anno io e il mio gruppo di amici. Ho deciso di portare loro come gemma di quest’anno già verso la fine della seconda. E ciò perché loro sono stati per me un punto di riferimento in questi 5 anni di liceo. Nella foto però manca un membro perché ha cambiato scuola qualche anno fa e purtroppo non avevo foto col gruppo intero. Nonostante ciò, ogni singolo membro è estremamente importante per me e tengo tantissimo ad ognuno di loro e spero vivamente che dopo il diploma resteremo in contatto e riusciremo a ritrovarci in futuro” (V. classe quinta).
“In questa foto ci sono io insieme ai miei tre migliori amici: K, A e S. La nostra amicizia è nata dal nulla, quasi per caso, quando ci siamo conosciuti alle Canarie, e da allora è cresciuta in modo incredibile. K. è diventato il mio migliore amico, un vero fratellino, così legato a casa che non chiama mia mamma per nome, ma semplicemente “mamma”, come se fosse anche la sua. A. è il mio gemellino: non lo vedo mai, ma riusciamo sempre a sentirci e a rimanere vicini, ridendo e condividendo le nostre giornate. Anche S. non lo vedo spesso, ma mi chiama continuamente, soprattutto quando ha bisogno di consigli sulle ragazze o su quale storia mettere su Instagram ed è proprio per questo che lo chiamo el trauma de mi vida. La foto è stata scattata in un centro commerciale a Las Palmas. Non è speciale per la posa o per la perfezione, ma proprio per questo è bellissima: cattura la nostra amicizia, le risate e i momenti spontanei che rendono tutto più divertente. Ogni volta che la guardo, mi ricorda quanto sia importante avere amici veri, e a quanto io sia stata fortunata ad averli incontrati. Spero con tutto il cuore che la nostra amicizia non finisca mai.” (A. classe terza).
“Come gemma di religione ho deciso di portare una persona davvero speciale per me: la mia migliore amica A. Io e lei ci conosciamo da sei anni e, fin dal primo momento, è diventata una delle persone più importanti della mia vita. Con lei posso parlare di tutto, senza paura di essere giudicato. È sempre stata al mio fianco e non potrò mai ringraziarla abbastanza per tutto ciò che ha fatto per me. Spero, allo stesso modo, di essere riuscito anch’io a sostenerla quando ne aveva bisogno. Purtroppo lo scorso anno si è trasferita e da allora non riusciamo più a vederci spesso. Ma quando un’amicizia è vera, la distanza non conta davvero. Il nostro rapporto assomiglia a quello di due fratelli: anche se a volte ci prendiamo in giro o ci insultiamo per scherzo, sappiamo entrambi quanto siamo importanti l’uno per l’altra” (M. classe terza).
“Il 29 gennaio scorso, verso le quattro del pomeriggio, mi è stato detto qualcosa che non avrei mai voluto sentire. Era un normalissimo pomeriggio, quando ricevetti la chiamata di una mia amica. All’inizio tutto sembrava tranquillo: ci stavamo aggiornando sull’ultimo periodo. Ma lei non era serena come al solito, e quando le ho chiesto cosa ci fosse che non andava, mi ha raccontato che un suo amico aveva avuto un grave incidente in moto qualche giorno prima. Mai avrei immaginato che, chiedendole il nome del ragazzo, ne avrei sentito uno così familiare. Quante possibilità c’erano che fosse proprio lui? Sperando con tutto il cuore che non fosse vero, le ho chiesto il cognome. Era lui. Ho sentito un nodo alla gola. La vita del ragazzo con cui avevo condiviso ogni singolo giorno delle scuole medie, il mio amico più caro, colui che era riuscito a farmi sorridere ogni volta che ne avevo bisogno, era appesa a un filo. Era da tanto che non lo sentivo, ma quella stessa mattina, prima ancora di sapere dell’incidente, mi ero soffermata a guardare il piccolo peluche-portachiavi che mi aveva regalato anni fa. Come se, in qualche modo, qualcosa volesse avvertirmi. Ero arrabbiata e distrutta. Per giorni ho continuato a controllare il telefono, in attesa di quel messaggio che avrei preferito non leggere mai: quello che mi avrebbe detto che avevano staccato le macchine e che lui non c’era più. Sono stati giorni pesanti, in cui non riuscivo a pensare ad altro, nemmeno quando dormivo. Il 31 gennaio quel messaggio è arrivato. Non riuscivo a realizzarlo, e spesso scoppiavo a piangere senza motivo. Io e la mia amica ci siamo sostenute a vicenda, fino al giorno del funerale. Nessuna delle due voleva crederci. Quando sono andata a salutarlo per l’ultima volta, ho cercato di rimanere forte. Ma sono crollata appena l’ho visto. In quel momento ho realizzato davvero tutto, e un’ondata di emozioni mi ha travolta, fino a farmi inginocchiare a terra. Suo padre mi è venuto incontro e mi ha stretta forte. Anche se era lui ad aver perso un figlio, è riuscito a trasmettermi un po’ della sua forza. Ci penso quasi ogni giorno, e mi chiedo ancora: perché proprio lui? Un ragazzo pieno di vita, che metteva tutto sé stesso in ogni cosa che faceva, e in ogni persona che aveva accanto. Forse non c’è un vero perché. Ma una cosa è certa: fa riflettere su quanto la vita possa essere inaspettata, fragile e spesso troppo breve. E per quanto io stia ancora male, continuo a pensare che, proprio per questo, dobbiamo usare il tempo che abbiamo nel modo migliore possibile.” (S. classe quinta)
“Ho scelto questa foto poiché raffigura un momento del viaggio in Grecia che ho fatto a febbraio. La foto è stata scattata in cima all’Acropoli di Atene, alle spalle del Partenone. La ritengo molto significativa per me in quanto, oltre all’esperienza in sé, ho potuto passare dei gran bei momenti con i miei amici più cari” (F. classe quinta).
“Ho scelto di portare come gemma questa foto del mio diciottesimo, per me una serata memorabile… con tutte le persone per me più care… Ho avuto una serata davvero spensierata, un augurio per questo inizio di percorso da maggiorenne. Ho deciso di mettere la foto della macedonia perché questo è stato il dessert per terminare il rinfresco, un mio desiderio che ho espressamente chiesto per dare un tocco di originalità al rinfresco. Alla festa c’era musica, abbiamo ballato senza pensieri (come dice la canzone) tutta la sera, ero stata molto felice di avere accanto tutte le persone per me più importanti, questa serata resterà per sempre nei miei ricordi. Insomma il diciottesimo, meritava di diventare la gemma di quest’anno✨✨🤩” (G. classe quarta).
“Quest’anno ho deciso di dedicare lo spazio della mia gemma alla mia intera associazione di basket perché vi faccio parte da ormai tre anni e ci sono particolarmente affezionato” (D. classe prima).
“Perché in fin dei conti questo siamo. Esseri fragili. Deboli ramoscelli attaccati fievolmente al grande albero della vita. Pronti a spezzarsi da un momento all’altro. È l’inizio di una poesia che avevo letto qualche anno fa e che avevo salvato sul telefono. Ma non ne avevo mai capito il significato, fino a quest’estate. Finisce la scuola, sono finalmente libero e tra due settimane parto per Toronto, per il viaggio che sto sognando da mesi. Non potrei essere più contento. Ma c’è qualcosa che non va, o qualcuno: sono quasi 2 mesi infatti che mio nonno, che abita nella mia stessa casa, che ho visto ogni giorno della mia vita, non sta bene; gli hanno diagnosticato un grande tumore ai polmoni e siamo tutti in pensiero per lui. Ora che ho finito scuola, ho più tempo da spendere con lui; mi ero promesso di farlo, ma purtroppo non l’ho sempre mantenuto, non quanto avrei voluto. Arriva domenica, è sera, sono con lui e stiamo parlando. Improvvisamente comincia a sentirsi sempre peggio, chiamo giù mio padre e tutti insieme decidiamo che forse è meglio chiamare un’ambulanza e farlo visitare in ospedale. Lunedì i miei vanno a trovarlo e dicono a me e mia sorella che non sta benissimo ma neanche male. Dal giorno dopo andiamo anche noi a trovarlo, non siamo mai stati così felici di vederlo. E così mercoledì e giovedì. Poi arriva venerdì, il giorno prima di partire per il Canada: sono le 8, mi alzo, vado in cucina e trovo un biglietto dei miei: “siamo in ospedale”. Era strano che fossero andati a quell’ora, avevo già capito cos’era successo. Passano 10 minuti, i miei tornano a casa e li vedo entrare pieni di lacrime agli occhi, so cosa stanno per dirmi, ma non ho il coraggio di chiederlo. Si avvicina mio padre: “Il nonno se n’è andato”. Io scoppio a piangere e abbraccio mio padre così forte come non ho mai fatto in tutta la vita. Ma ora come faccio a partire, ad andare a migliaia di chilometri di distanza, da solo, in queste condizioni, non andando neanche al suo funerale? Nonostante ciò, i miei mi dicono di andare, perché in fondo anche mio nonno l’avrebbe voluto per me. E allora parto, vivo un mese incredibile, pieno di emozioni, conosco gente stupenda da tutto il mondo e visito posti unici. Torno a casa e continuo a vivere la mia estate come meglio posso, certo con un vuoto dentro. Poi arriva domenica 25 agosto. Il giorno prima avevo finalmente compiuto 18 anni ed ero felicissimo. La mattina mentre vado alla sagra del paese per aiutare, scrivo sul gruppo del calcetto “Martedì calcetto?”. Spengo il telefono e lo riprendo solo dopo pranzo dopo aver finito di lavorare. Il primo messaggio che trovo è quello di un mio amico: “R, non so se è il caso di andare martedì, L. non c’è più”. Rimango paralizzato, in mezzo alla sagra, in mezzo a centinaia di persone. Non ci posso credere. Dopo qualche settimana, riportano su il corpo dalla Puglia, dov’era in vacanza quando se n’è andato. Andare al funerale di un tuo amico che conosci dalla terza elementare, un ragazzo di soli 20 anni, con tutti i tuoi amici, non era qualcosa che avrei voluto vivere. Vederli tutti piangere, abbracciarsi, cercando di farsi forza a vicenda, è straziante e non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Ora capisco perché siamo esseri fragili, deboli ramoscelli attaccati fievolmente al grande albero della vita, pronti a spezzarsi da un momento all’altro. Ora capisco che bisogna vivere ogni giorno al meglio, come fosse l’ultimo, o almeno anche solo provarci, infatti io non ci riesco sempre, guardarsi allo specchio e sentirsi realizzati, andare a dormire la sera ed essere contenti di chi si è e di cosa si è fatto. Per se stessi. Per gli altri. Per chi non c’è più.” (R. classe quinta).
“Quest’anno, essendo l’ultima gemma, ho deciso di portare un balletto che ho fatto l’anno scorso per il saggio di fine anno accademico della mia scuola di danza. Per me danza è sinonimo di casa, famiglia, risate, consiglio e supporto. Per una ragione o per l’altra questo o probabilmente il prossimo saranno gli ultimi anni di danza e pensare che una cosa così importante per me, che c’è da sempre nella mia vita da quando ho tre anni, non ci sarà più, fa male. La mia insegnante di danza è solita fare un balletto per il gruppo di moderno avanzato, cioè il gruppo composto da ragazzi che dovranno affrontare l’ultimo anno di superiori e ragazzi che hanno già fatto l’ultimo anno di superiori e quindi devono andare all’università o comunque andranno a lavorare e prenderanno un’altra strada. Il balletto è sempre composto da un significato di augurio per la vita, augurio di continuare a sognare, di seguire i propri sogni e di non smettere mai di lottare per ciò che si vuole. Fare questi balletti è sempre molto dura a livello emotivo anche durante l’anno perché comunque sai che si avvicina sempre di più il momento di allontanarsi come gruppo di danza in sala e quindi è sempre difficile. Allora, il balletto che ho portato si intitola “Sogna ragazzo sogna” e ha come canzone quella di Vecchioni. È un balletto che porterò sempre nel cuore. Questa registrazione era dell’ultima serata, quindi l’ultima volta che ballavamo insieme questo pezzo per noi importante. Il balletto non è venuto perfetto però nonostante magari ci fossero alcune imperfezioni, ci siamo goduti il momento e alla fine dello spettacolo, quando si sono spente le luci, ci siamo emozionati insieme” (A. classe quinta).
“Quest’anno la scelta della gemma è stata molto semplice; ho deciso infatti di parlare del mio migliore amico M. Lui è il mio tutto, la ragione per cui credo fermamente che l’amicizia tra maschio e femmina sia una delle migliori che possa mai nascere. Ci siamo conosciuti al centro estivo del mio paese, aveva aperto da due anni dopo la fine del covid ed ero molto emozionata perché era il mio ultimo anno da “animata” prima di diventare animatrice. La mia migliore amica era animatrice e molti degli animatori con cui ero cresciuta avevano deciso di abbandonare il centro estivo. Ricordo ancora quella mattinata, qualcuno giocava a calcio e io e le mie amiche avevamo deciso di sederci per raccontarci i gossip. Non so con quale coraggio ma quel giorno gli chiesi di unirsi a noi per scherzare insieme e conoscerci. Io ero ancora abbastanza timida (non come adesso) quindi per me era difficile essermi esposta così con un animatore che non conoscevo minimamente. Adesso, dopo 3 anni, ringrazio la me del passato per aver avuto quel coraggio. Da quel giorno infatti abbiamo iniziato a uscire le sere nel mio paesino creando un bellissimo gruppo. Ho caricato questa foto perché è il regalo di compleanno che mi ha fatto. I girasoli infatti sono i miei fiori preferiti e da quando ci siamo conosciuti glielo ripeto sempre. Quando ho aperto il suo regalo sono rimasta a bocca aperta perché avevo capito che al mio fianco avevo il ragazzo migliore al mondo. Lui c’è sempre per me, sopporta tutte le mie crisi isteriche ed è sempre pronto a farmi sentire bene anche quando vorrei stare da sola. I suoi genitori devono essere più che orgogliosi perché sono veramente rari i ragazzi come lui. Con lui posso essere me stessa al 100% facendo anche la scema, non vergognandomi affatto. È il primo ragazzo a cui basta uno sguardo per capire come sto veramente ed è il primo con cui non ho problemi ad aprirmi e raccontare tutto di me. Ormai per me è diventato essenziale, l’estensione della mia anima. È l’unico che mi ha promesso di rimanere e dopo tutto è rimasto. Il bene che gli voglio è indescrivibile, sono disposta a perdere la mia stessa vita per lui. Molto probabilmente entrerà in accademia militare dovendo andare in Veneto, ciò significa che il prossimo anno passerò dal vederlo ogni giorno al vederci poche volte l’anno ma io gli auguro il meglio sperando con tutto il mio cuore che riesca a realizzare i suoi sogni. Per me è come un fratello perché è sempre pronto a proteggermi, perfino i miei genitori lo vedono come un figlio. Insomma è la mia ragione di vita e sarò per sempre grata al destino per avermi permesso di incontrarlo e di creare questa amicizia”. (A. classe seconda).
“Come gemma ho deciso di portare la foto dell’accampamento che abbiamo tirato su io e i miei amici quest’estate in campeggio. Siamo stati lì 4 giorni a giugno perché volevamo vedere il concerto di Calcutta ma nessuno aveva la casa a Lignano. Quei 4 giorni sono stati decisamente i più belli dell’anno per svariati motivi: è stata la mia prima vacanza in autonomia e l’ho trascorsa con alcune delle persone a cui voglio più bene. Ho sempre trascorso le mie estati in campeggio, ma negli ultimi anni io e la mia famiglia abbiamo optato per altre mete turistiche. Tornare lì mi ha fatto riaffiorare un sacco di ricordi ed è decisamente uno dei posti che mi porterò sempre nel cuore. C’è una libertà che ti dona lo stare in mezzo alla natura che un appartamento non potrà mai darti. È stata inoltre una vacanza significativa perché è stata l’ultima vacanza trascorsa nel camper dei miei nonni, visto che l’hanno venduto qualche giorno fa, dopo averci viaggiato per 50 anni e aver donato a tutta la famiglia dei ricordi di viaggi che raramente si dimenticano. Dal campeggio si sentivano le prove del concerto e non vedevamo l’ora di ascoltare Calcutta dal vivo. Dopo il concerto siamo andati in spiaggia e siamo rimasti lì fino all’alba. È stato uno dei primi after che io abbia mai fatto ed è stato tutto veramente speciale. Anche se quest’estate ho visto parecchi concerti di artisti ben più famosi di lui, posso dire che il suo è stato quello che mi porterò nel cuore, grazie alle persone con le quali ho trascorso quei 4 giorni”. (E. classe quarta).
“Quest’anno come gemma ho deciso di portare una delle persone più importanti per me: il mio migliore amico. Io e M. ci conosciamo da quando avevamo tre anni. Siamo sempre stati molto uniti perché abbiamo un carattere abbastanza simile. Pur conoscendoci da molti anni non ho ricordi di un nostro litigio tranne qualche bisticcio quando eravamo piccoli. Abbiamo fatto asilo e elementari insieme, invece alle medie eravamo in classi diverse pur essendo nella stessa scuola e ora siamo di nuovo insieme. M. c’è sempre stato, mi ha sempre sopportata e supportata in tutto e per questo gli voglio molto bene” (A. classe seconda).
“La mia gemma racconterà dello stretto legame che ho con mio cugino. Sin da piccoli siamo sempre stati assieme e ci siamo sempre aiutati a vicenda, anche se litigavamo spesso; ogni giorno andavamo insieme all’asilo o dai nostri nonni e ci divertivamo molto a giocare all’aperto. Mi è sempre stato vicino nei momenti più difficili, come quando ero ricoverato in ospedale e quasi ogni giorno mi veniva a trovare, facendomi divertire e tirandomi su il morale. Purtroppo adesso con i numerosi impegni che abbiamo non passiamo più molto tempo insieme, ma solitamente in estate ci vediamo molto di più, andando al centro estivo e stando anche in compagnia con dei nostri cari amici. Insomma potremmo stare mesi e mesi senza vederci, ma il nostro legame rimarrà sempre lo stesso” (M. classe prima).
“Quest’anno la mia gemma sono tre miei grandi amici con cui quest’anno ho stretto un grande legame di amicizia. Infatti, questa gemma può sembrare una semplice foto, ma è ben di più perché racchiude in sé emozioni, pensieri, risate che ho condiviso con loro. Il fatto che siano giunti al loro ultimo anno qui un po’ mi rattrista, però sono certo che il legame che abbiamo creato non ci separerà mai” (D. classe quarta).
“Come gemma ho deciso di portare la mia vacanza studio a Worthing. È una città a sud della Gran Bretagna e si trova vicino al mare. Nelle mie due ultime estati ho fatto una vacanza studio a Dublino in 2° media e questa in 3°media. Tra le due esperienze quella più bella è stata quella a Worthing perché a differenza della precedente ho condiviso la famiglia con E., una ragazza friulana di un anno più piccola che non conoscevo ma con la quale mi sono divertita molto. La sera in camera ci siamo divertite molto, abbiamo parlato della nostra vita, della scuola e guardato molti film in inglese condividendo la nostra passione per il cinema. La famiglia ospitante non era proprio il massimo ma più di tanto non mi interessava perché stavamo tutto il giorno con il nostro gruppo al college oppure a fare attività e quindi la vedevamo solo a cena. Ricordo un confronto simpatico sul cibo italiano, il papà ospitante ci aveva fatto vedere un ricettario italiano che lui utilizzava chiedendoci alcuni consigli, peccato che non siamo delle grandi cuoche; questo però ci ha fatto guadagnare una pizza. Era una pizza niente male, paragonata alla pizza dei miei compagni. Loro mi raccontavano che le famiglie gli avevano fatto la pizza con il ketchup ,anche se io non ci credo tanto. Eravamo un gruppo di 31 ragazzi di età completamente diverse. Andavamo da quelli di 2°media a dei ragazzi che avevano 18/19 anni. Di questa esperienza porterò nel cuore le serate in discoteca con i miei 31 compagni di viaggio, le visite nella bellissima Londra e soprattutto lo shopping nei negozi enormi per le vie di Londra”. (S. classe prima).
“Quest’anno come gemma ho voluto portare il viaggio a Miami che ho fatto ad agosto. Questa foto l’ho fatta al tramonto dal quarto piano dell’hotel e si può vedere la scuola che ho frequentato per due settimane. Quando rivedo questa foto ripenso a tutti i bei ricordi legati al viaggio: al gruppo di amici che mi sono fatto tra le 50 persone che sono partite, le mattinate a scuola passate a seguire le lezioni con il ragazzo americano che mi avevano affidato, i pomeriggi nella palestra dell’hotel per buttare giù tutto quello che avevamo mangiato, una ragazza americana con la quale parlo ancora e tutte le gite e le attività che avevamo svolto. Questo viaggio me lo porterò per sempre nel mio cuore come una delle esperienze più belle nella mia vita” (V. classe quarta).
“Ci sono amici e amici. E poi ci sono quelli che sono come fratelli. Non che uno non bastasse, anzi, è più che sufficiente, ma fratelli nel senso di cresciuti assieme. Tutto cominciò quando mia madre conobbe F., ancora oggi la sua migliore amica. Sono cresciute assieme, condividendo esperienze e molto altro. Poi nel 2006, quando mia madre è venuta a vivere in Friuli, sono nato io. L’anno dopo è nato il primo figlio di F., M. L’anno dopo ancora nasce il secondo figlio di F., P. E infine nel 2009 nasce mio fratello D. Quattro maschi, due a testa, tutti nati in scala, per due amiche che sono come sorelle… mi è sempre piaciuto immaginare se fossimo stati quattro fratelli. Ma penso che non ci sopporteremmo, e inoltre, il fatto di vivere in due regioni diverse, rende il tutto più bello e più unico quando ci incontriamo. Siamo quattro personalità completamente diverse, ma ci completiamo a vicenda. E forse, proprio il fatto che siamo così differenti, dal carattere aperto e socievole di M. a quello più timido di mio fratello, dal mio senso pratico al senso logico di P. “il piccolo genio”, rende il nostro legame speciale”. (L. classe quinta).
“Ho voluto scegliere una foto della mia squadra di basket. 10 anni fa presi la decisione di provare per due allenamenti questo sport che non conoscevo e fu subito amore a prima vista. Non mi innamorai solamente del gioco, ma soprattutto del gruppo squadra che si andò a creare. Con la maggior delle persone in foto ci ho condiviso una marea di ricordi, tante vittorie ed altrettante sconfitte, viaggi e trasferte fuori casa ad orari improponibili. Sono grato di aver fatto parte e di essere ancora parte di questo gruppo e spero nel futuro di continuare a fare parte di questa squadra. Auguro il meglio a tutti quelli che hanno mollato prima di poter scattare questa foto e con quelli che ci sono spero di vincere il campionato regalandoci delle esperienze indimenticabili. Mi sento inoltre di ringraziare col cuore il mio vecchio allenatore, che ha sempre creduto in me anche quando io non lo facevo. Grazie” (F. classe terza).
“Quest’anno come gemma ho deciso di portare una parte importante della scuola, ma soprattutto della mia vita: i miei amici. In particolare vorrei dedicarla ad alcuni miei amici di classe. Li conosco da appena un anno circa, ma mi sembra di conoscerli da sempre. Con loro ho passato alcuni dei momenti più belli di questo ultimo periodo e spero di passarne ancora molti. Abbiamo creato un bellissimo rapporto che spero possa durare per sempre, non solo per cinque anni, ma per tutta la vita. Sono delle persone veramente speciali e importantissime per me e, anche se forse non lo dimostro spesso, gli voglio un mondo di bene. Riescono a rendere ogni giornata meno pesante e più divertente e piacevole. Quando sto con loro mi sento veramente bene e sono me stessa al 100%. Per qualsiasi cosa loro ci sono e questa è una delle cose più belle secondo me. E, ovviamente anche fuori da scuola, siamo un bellissimo gruppo, ci piace uscire insieme e scherzare. Loro ci sono sempre se vuoi ridere, piangere, se sei arrabbiato, se hai qualche problema o se semplicemente vuoi qualcuno al tuo fianco. Credo che siano il regalo più bello che la scuola mi abbia donato e ne sarò grata per sempre. Quindi voglio semplicemente ringraziarli per quello che sono e per quello che rappresentano per me e per supportarmi e sopportarmi sempre. Grazie a V. per capirmi sempre e supportarmi, a G. per farmi sempre sorridere e consolare, a C. per la sua dolcezza e gentilezza, a E. per i suoi dolci abbracci, a C. per scherzare insieme tanto da sembrare matte e a D. per farmi ridere. Vi voglio un mondo di bene e grazie per tutto”. (S. classe seconda).
“Quest’anno come gemma ho deciso di portare l’estate 2024. È stata una delle migliori estati di tutta la mia vita, ho fatto nuove (fantastiche!!) conoscenze ed esperienze. È stata l’estate giusta al momento giusto. Durante i mesi di Giugno e Luglio ho “lavorato” ad un centro estivo in spiaggia ed è stata un’esperienza veramente meravigliosa! Mi sono affezionata molto ai bimbi nonostante stessero con noi solo pochissime settimane. Ad Agosto, invece, sono partita per una vacanza differente dalle precedenti, perché non c’era solo la mia famiglia ma molte di più. Ho trascorso la prima parte del mese assieme a dei ragazzi già noti che ho potuto conoscere meglio, aggiungerei fortunatamente. Dopo un po’ di giorni ci hanno raggiunto altre 6 famiglie e insieme abbiamo passato dei giorni unici e spensierati, in luoghi tranquilli che quasi sembravano “riservati” per noi, perché raggiungibili solamente in barca. Purtroppo tutti abitiamo distanti tra noi e riuscire a vedersi anche d’inverno è molto difficile. Fortunatamente, però, siamo sempre in contatto e riusciamo a far sembrare di essere sempre insieme! In poco tempo sono diventate tra le persone più importanti nella mia vita. Spero di passare un’estate altrettanto magnifica nel 2025!” (M. classe terza).