Gemma n° 2736

Immagine creata con ChatGPT®

“Questa gemma voglio dedicarla a mia nonna perché è una delle persone più importanti della mia vita.
Lei c’è sempre stata e non mi ha mai fatto mancare nulla.
Ha sempre creduto in me e mi ha sempre incoraggiata e sostenuta. Mi ha vista ridere, mi ha vista piangere, mi ha vista sbagliare, mi ha vista crescere.
Riesce sempre a farmi sorridere, anche nei momenti difficili, anche quando penso di non farcela” (G. classe seconda).

Gemma n° 2671

“Generalmente, fin da piccola, non sono mai stata una persona diffidente nei confronti degli altri; anzi, facevo amicizia molto facilmente e mi affezionavo subito alle persone. Col tempo, però, come penso sia successo a molti, questa mia caratteristica è cambiata radicalmente, non perché avessi deciso di diventare improvvisamente diffidente, ma perché molte persone sono passate attraverso la mia vita e ciascuna ha lasciato qualcosa, nel bene e nel male. E soprattutto, ognuna di loro ha portato via con sé qualcosa di me. Una di queste persone è stata quella che ha segnato un cambiamento profondo. È stata una delle esperienze più dolorose della mia vita, che mi ha cambiata profondamente, da cima a fondo, non lasciandomi più la stessa di prima. Dopo averla persa, dopo aver sperimentato il dolore di ogni delusione, mi sono ritrovata a riflettere più volte su ogni nuova amicizia, a mettere una barriera tra me e gli altri. E anche quando ho provato a fidarmi di qualcuno, lo facevo solo dopo averci pensato più volte, anche cinque, chiedendomi se fosse davvero giusto aprirmi e mostrare lati di me che forse avrei preferito tenere nascosti. Mi sono spesso pentita, ma di una cosa sono certa: di quella decisione non mi pentirò mai.
Poi, nel novembre 2022, la disposizione dei banchi in classe è cambiata. Mi è capitato di sedermi accanto a una persona che, inizialmente, non conoscevo. Non mi dispiaceva affatto la sua compagnia: era silenziosa, tranquilla, sembrava una persona pacata. E forse andava anche meglio così, pensavo. Tuttavia, un giorno l’ho vista triste, e, nonostante la mia reticenza a coinvolgermi emotivamente, ho fatto qualcosa che ha cambiato tutto: le ho scritto un bigliettino. Le ho detto che, se avesse avuto bisogno di parlare, sarei stata lì per ascoltarla, anche se non ci conoscevamo bene. Posso dire con certezza che molte volte mi sono pentita delle scelte fatte, avrei voluto tornare indietro e rimediare, cercando di capire se facendo le cose diversamente sarebbe andata meglio. Ma quella, di certo, è una delle pochissime cose di cui non mi pentirò mai. Sono passati ormai tre anni da quel bigliettino. Tanto è cambiato, quasi tutto. Le persone che mi stanno accanto sono diverse, sono cambiata io, ma lei è rimasta una costante nella mia vita. Ogni giorno che passa è sempre più bello averla accanto. B. mi ha insegnato molte cose, e io a lei. Abbiamo riso, abbiamo vissuto momenti che ci hanno arricchite reciprocamente. Da lei ho imparato la pazienza, ho capito cosa significa sentirsi apprezzata e perdonata anche quando si commettono errori. Ho imparato ad accettare i complimenti senza sentire il bisogno di aggiungere altro, se non un semplice “grazie”. Ho capito che è giusto riconoscere i propri limiti, senza pretendere sempre il massimo da se stessi, e soprattutto, ho imparato che a volte pensare a sé stessi non è un difetto, ma una necessità (anche se, forse, dovremmo farlo un po’ di più). Sono grata di poterla vedere ogni giorno in classe, di poter parlare con lei dall’altra parte della stanza. Sono grata di averla incontrata, di poterla chiamare amica. E soprattutto, sono infinitamente grata di averle scritto quel primo bigliettino, che ha cambiato la mia vita per sempre, arricchendola con qualcosa che non potrei mai scambiare con nulla al mondo. Senza di lei, mi sentirei come una metà vagante, incompleta”.
(I. classe quarta).

Gemma n° 2527

“Pensavo fosse semplice trovare una gemma che mi rappresentasse, non perché non abbia  persone a cui voglia bene ma perché ognuna di loro rappresenta per me qualcosa di importante, per cui è stato difficile scegliere chi per me è la mia gemma. Sfogliando un album di fotografie ho rivisto quest’immagine che ha scatenato in me dei ricordi molto forti e da questa ho capito che la mia gemma era proprio la zia. A dire la verità era la mia prozia, zia della mamma, ma tutti, io e i miei fratelli, la chiamavamo nonna. Infatti la mia mamma è rimasta orfana dei suoi genitori all’età di 5 anni, per cui io non ho mai conosciuto i miei nonni. La zia G. era una nonna perfetta, allegra, giocherellona, spiritosa, severa al punto giusto e soprattutto era una meravigliosa consigliera. Lei sapeva sempre darmi quel sorriso che dava sicurezza. Si, la zia G. è proprio la mia gemma; mi manca non poter parlare con lei, non avere il suo sostegno e il suo consiglio, ma so che lei mi supporta e mi guida anche da lassù e quando guardo il cielo, sono sicura che lei è la stella più luminosa” (L. classe prima).

Gemma n° 2512

“Alla mia G.
come Meredith e Cristina siamo legate da un’intesa profonda, forgiata attraverso i momenti brutti e i trionfi che abbiamo condiviso. Ricordo le notti senza sonno, quando il peso del mondo sembrava troppo da sopportare, ma tu eri lì, con la tua presenza rassicurante, come un porto sicuro in mezzo alla tempesta.

Come Rachel e Monica, abbiamo riso insieme, pianto insieme e attraversato ogni altalena emotiva che la vita ci ha lanciato addosso. I nostri momenti di gioia sono incisi nella mia memoria come pagine di un libro, scritte con amore e complicità.

E proprio come Blair e Serena, abbiamo attraversato periodi di distanza e di riavvicinamento, ma alla fine siamo sempre tornate l’una verso l’altra, più forti e più unite di prima. Abbiamo condiviso segreti, sogni e aspirazioni, creando un legame che nessun’altra potrà mai comprendere completamente.


Le risate che quasi ci facevano soffocare e i pianti fatti mentre ci stringevamo in un abbraccio.
Ogni momento trascorso insieme è un tesoro prezioso che tengo nel mio cuore, un riflesso della bellezza e della forza della nostra amicizia, che possiamo continuare a coltivare insieme, mano nella mano, affrontando tutto ciò che il destino ha in serbo per noi, sapendo che una accanto all’altra, non c’è niente che non si possa superare.
Non sono una persona che riesce facilmente a dimostrare affetto e magari non lo dico spesso come dovrei ma grazie per essere la mia migliore amica, la mia persona e la mia compagna di avventure in questo viaggio chiamato vita” (S. classe quarta).

Gemma n° 2416

“La gemma che ho deciso di portare quest’anno è il mio migliore amico, F.
Lui è come un piccolo raggio di sole che illumina le giornate grigie della mia difficile adolescenza,è il compagno di mille risate, il confidente dei segreti più profondi e il pilastro su cui posso contare in ogni situazione.
Insieme abbiamo condiviso risate alle volte incontrollabili ma anche lacrime silenziose nei momenti che per l’uno o per l’altro erano complicati.
Abbiamo vissuto molte “avventure”, se così possiamo definirle, ma anche momenti duri e tristi ed è forse proprio grazie a quelli che il nostro legame si è rafforzato.
F. è il tipo di amico che non giudica mai, ma che ti sostiene sempre, anche quando commetti gli errori più banali e la cosa più bella di lui è che nonostante mi dia dei consigli ed io chiaramente non gli do retta non mi rinfaccia il fatto che ciò che mi aveva detto lui era corretto.
Lui è l’unica persona che riesce a capirmi anche solo con uno semplice sguardo, che capisce subito se sono giù di morale e che mi conosce veramente.
Non c’è momento troppo piccolo o problema troppo grande che non possiamo affrontare purché sia insieme.
La sua presenza in questo periodo è fondamentale perché è un rifugio in cui posso essere completamente me stessa senza paura di essere giudicata”.
(A. classe seconda).

Gemma n° 2379

“Proprio ieri mi è capitata tra le mani questa piccola boccetta di profumo che ho comprato durante la gita a Nizza di marzo. Ciò mi ha fatto tornare in mente tutti i bei ricordi che ho condiviso con i miei compagni di classe, sia durante la gita che nel quotidiano tra i banchi di scuola.
Per me loro sono stati una piccola seconda famiglia, a volte anche una prima. Mi hanno aiutato quando ne avevo bisogno, mi sono stati vicini nei momenti di difficoltà, mi hanno supportata e motivata a continuare gli studi. A loro devo tanto del mio percorso scolastico, e soprattutto dei miei progressi a livello personale. Con alcuni di questi ho condiviso 5 anni di scuola, con altri addirittura pochi mesi, ma sono davvero grata di essere circondata da un gruppo così genuino di persone, che prima di essere miei compagni di classe, sono miei amici. Vi voglio tanto bene ragazzi” (T. classe quinta).

Gemma n° 2373

“Siccome questa è la mia ultima gemma, ho deciso di portare una delle persone più importanti per me, A.
Non saprei nemmeno come spiegare il perché della sua importanza, so solo che mi ha dato la forza di andare avanti quando andava tutto male, mi strappa un sorriso ogni volta che mi vede giù di morale, è stata una spalla su cui piangere quando ne avevo bisogno, mi ha insegnato tantissime cose ed è stata la prima a farmi sentire veramente amata. Io sono stata molto fortunata ad averlo incontrato e spero che tutti possano avere un A. nella propria vita.
Come foto ho scelto quella del fiore, a mio parere, più bello che mi abbia preso” (E. classe quinta).

Gemma n° 2198

“La mia gemma sono le mie amiche, le mie più care amiche.
Sono tra le persone più importanti della mia vita.
Amo ognuna di loro.
Ognuna mi ha cambiato la vita, in qualche modo.
Penso spesso a cosa sarebbe successo, se fossi finita in un’altra classe.
Potrei non averle mai conosciute, ma mi piace pensare il contrario.
Voglio credere che non sia stato solo il caso a farmele conoscere e, soprattutto, a farmi legare così tanto con loro.
Mi piace credere che nonostante tutto, sarebbero comunque entrate a far parte della mia vita.
Lo sono state per già più di 1 anno, più di 365 giorni di puro supporto e sopportazione.
Sono quel tipo di persone che spero che ognuno possa conoscere, perché sono quelle amiche che ti reggono i capelli quando vomiti, che ti danno una spalla su cui piangere, che ti danno consigli anche se consapevoli che non li seguirai e che farai comunque di testa tua; soprattutto però, ci sono quando ne hai davvero bisogno.
Loro 5 sono le persone che più mi fanno ridere in tutto il mondo, ogni giorno mi ritrovo le lacrime scorrermi sul viso per qualcosa di così stupido che a nessun altro farebbe ridere, se non a noi.
Sono state così tanto parte della mia vita che non riuscirei a viverla senza la loro presenza.
Siamo già a metà del nostro percorso scolastico e ogni tanto mi capita di pensare e temere una nostra possibile separazione in futuro.
Ma se c’è una cosa che queste splendide ragazze mi hanno insegnato è che devo imparare a vivere nel presente. Godermi il momento.
Abbiamo ancora 2 anni e mezzo da vivere insieme; almeno spero.
So poco di cosa accadrà in quel lasso di tempo, l’unica cosa certa è che non smetteremo mai di ridere insieme.”
(E. classe terza).

Gemma n° 2185

“Come gemma ho portato il mio peluche.
Me l’hanno comprato i miei genitori quando avevo circa 7 anni, forse anche meno. Anche se sembra imbarazzante, per me è davvero importante, è come se fossimo cresciuti insieme; ogni volta che ero giù (o sono giù di morale) mi bastava abbracciarlo, e magari non manderà via completamente quei sentimenti, ma sicuramente migliora la situazione; è come un peluche per il supporto morale.
Tra tutti quelli che possiedo, questo è il più importante” (N. classe seconda).

Gemma n° 2177

“Come gemma ho deciso di portare mia mamma.
Lei rappresenta la mia famiglia e l’ho sempre vista come un’amica mancata, ma allo stesso tempo un punto di riferimento stabile.
Ad oggi lei è una tra le poche persone che riescono a rendermi felice davvero e con cui so di poter parlare liberamente. Certamente, non le racconto proprio tutto di quello che succede, ma come è giusto che sia.
Non sono molto brava e non mi piace molto esprimere i miei sentimenti e parlare di ciò che prvo, ma ho capito nel corso del tempo che un gesto vale molto di più di mille parole.
Sono una persona alla quale non piacciono i gesti eclatanti o ricevere abbracci, ma piuttosto quella che li dà per far sentire meglio gli altri.
Anche mia mamma è abbastanza simile a me, ma molto più premurosa e affabile; lo è sempre stata.
E’ sempre riuscita a farmi vedere la luce nel buio e a spronarmi per raggiungere i miei obbiettivi quando avevo un po’ perso quella voglia.
Ci sono stati periodi durante i quali i ruoli sono diventati gli stessi e quindi sono maturata, per permettere a entambe di vedere quella luce che tanto ci veniva annebbiata.
Non saprei esprimere a parole, ma neanche a gesti, l’amore che provo per mia mamma, ma so che lei sarà sempre lì a sostenermi e io ci sarò sempre a sostenere lei.
Una persona, se quella giusta, riempie il vuoto che hanno lasciato altre venti”

(G. classe prima).

Gemma n° 2169

“La gemma che ho deciso di portare è la canzone di Martin Garrix High on life. Questa canzone mi starà per sempre a cuore perché non dimenticherò mai quella sera di tanti tanti mesi fa, quando l’ho fatta scoprire e ascoltare alla mia ragazza G., e ho potuto finalmente leggerle un pezzo della canzone nel ritornello che fa “And I’d walk a million miles just too see your smile, ‘til the day I die”. Infatti, per molto tempo avevo aspettato una persona a cui poter dedicare queste poche ma per me importantissime parole piene di significato, e proprio in lei ho visto questa persona, qualcuno che mi aveva (fino a quel momento, ma ancora oggi) fatto stare benissimo, sentire finalmente felice, dopo tanti brutti momenti, voluto e amato.
La canzone è ormai diventata una delle mie preferite perché se prima la amavo semplicemente perché mi piaceva la melodia e il ritmo, adesso la amo soprattutto perché da quel momento è diventata la “nostra canzone” e ogni volta che la ascolto mi rendo conto della fortuna che ho ad avere lei e mi vengono in mente tutti i bei momenti passati e presenti con lei che ho messo e continuo a mettere costantemente nel cassetto dei ricordi” (R. classe terza).

Gemma n° 2168

“Come gemma di oggi ho deciso di portare l’amicizia con la mia migliore amica. Ad essere onesta fino a ieri sera non sapevo che cosa portare come gemma, però questo sabato c’è stato il suo diciottesimo e quindi quell’evento mi ha fatto capire che avrei dovuto portare la nostra amicizia come ultima gemma. Ci siamo conosciute un po’ per caso perché il secondo giorno di scuola media mi chiese se potessi sedermi vicino a lei perché il suo vicino di banco la infastidiva e visto che la mia allora migliore amica era in un’altra classe, “presi la palla al balzo” è da quel momento lì siamo diventate migliori amiche. In questi ultimi anni è diventata la spalla su cui io so che posso contare, una specie di sorella, poiché negli ultimi anni lei mi è stata sempre vicino nei momenti più difficili e così anche io con lei perché anche lei non ha passato dei bei momenti” (S. classe quinta).

Gemma n° 2153

“La mia ultima gemma ho deciso di dedicarla alle mie tre sorelle. Si chiamano E., G. e A.. E. è la più grande ed è quella che diciamo ha “aperto la strada”. Mentre G. e A. sono le più piccole. Ogni volta che le persone ci vedono insieme ci dicono sempre che siamo uguali, ma noi dopo tutti gli anni che sono passati non abbiamo ancora capito come fanno le persone a vederci uguali o per lo meno simili. Se siamo “simili” di aspetto, di carattere siamo totalmente diverse. E. è la più riservata e timida. Lei è quella che cerca sempre di non litigare o dopo un litigio è la prima che viene a chiedere scusa perché non le piace bisticciare. G. è la terza ed è quella che prende la vita con calma. Per lei la vita va presa con leggerezza e per lei i problemi si trovano in fondo alla lista delle cose da fare. La prima cosa invece è dormire e mangiare (me l’ha detto lei di dirlo. Per lei sono cose essenziali). A. invece è l’ultima ed è l’artista della famiglia. Ha un’immaginazione fuori dal comune. A. però è anche “l’animalista”. Adora gli animali e per il compleanno ha convinto i miei genitori a farsi comprare una papera. 
Come tutte le sorelle e i fratelli non andiamo sempre d’amore e d’accordo. Io direi che andiamo a periodi. Ci sono periodi in cui facciamo ogni cosa insieme; mentre ci sono periodi in cui non siamo capaci di stare insieme per più di 5 minuti. 
Nonostante ciò ci vogliamo un sacco di bene, anche se non ce lo diciamo così spesso. Per noi non è importante dirsi “ti voglio bene”, perché è come se fosse una cosa “scontata”. È un po’ come una regola non scritta ma tu sai che c’è ed esiste e che niente e nessuno potrà mai cambiarla. 
Loro sono le mie rocce. Sono quelle persone che in mezzo alla tempesta mi terrebbero la mano. Sono le mie complici perché ogni cosa stupida da fare si fa insieme. Ma sono anche “maestre di vita” perché da ognuna di loro imparo qualcosa. 
Loro hanno un pezzo del mio cuore che nessuno potrà mai avere” (M. classe quinta).

Gemme n° 397

gemelle

Ho portato una foto in cui ci siamo io e mia sorella gemella: siamo molto legate, e forse lei è la persona più importante per me; anche se spesso litighiamo e non ci mostriamo molto affetto ci vogliamo un gran bene e abbiamo condiviso molte parti della nostra vita”. Questa la gemma di K. (classe seconda).
Afferma Karen Brown: “Una sorella è colei che ti dà l’ombrello nella tempesta e poi ti accompagna a vedere l’arcobaleno.”

Gemme n° 315

j

Ho portato una foto in cui sono con mia mamma nel 2005. Ho deciso così perché lei è molto per me: è una sorella che non ho mai avuto, mi aiuta sempre, mi tira su il morale, mi diverte, fa le facce buffe, scherza con me, mi rallegra la giornata. C’è sempre stata e posso sempre contare su di lei.” Questa è stata la gemma di J, (classe seconda).
Appoggio qui un capolavoro di Alda Merini: Tra le tue braccia
C’è un posto nel mondo
dove il cuore batte forte,
dove rimani senza fiato,
per quanta emozione provi,
dove il tempo si ferma
e non hai più l’età;
quel posto è tra le tue braccia
in cui non invecchia il cuore,
mentre la mente non smette mai di sognare…
Da lì fuggir non potrò
poiché la fantasia d’incanto
risente il nostro calore e no…
non permetterò mai
ch’io possa rinunciar a chi
d’amor mi sa far volar.”

Gemme n° 157

jess«Ha nevicato anche l’anno scorso: ho fatto un pupazzo di neve, mio fratello l’ha buttato giù, e io ho buttato giù mio fratello. Poi, abbiamo preso il tè insieme.» (Dylan Thomas)
Ho voluto cominciare con questa citazione perché non credo ci sia modo migliore di descrivere il rapporto fra me e mio fratello.
Fin da piccoli, noi due siamo sempre stati agli antipodi su tutto, dal cartone animato preferito, al gusto della torta di compleanno, eccetera eccetera. Piccole cose, certo, ma che hanno sempre reso complicato ogni più piccolo confronto. Anche se tra fratelli è normale litigare, troppo spesso finivamo per urlarci contro per ore o per non parlarci del tutto per giorni; era come se mancasse qualcosa, come se, sotto sotto, io non conoscessi veramente quella persona che avevo visto nascere e crescere accanto a me. Quel “punto d’incontro” che serviva ad unirci è arrivato nella maniera più improvvisa e impensabile possibile: l’anno scorso, mia madre è stata male, e la nostra vita ha iniziato a cambiare. In quel periodo, in cui mio padre lavorava molto e mia madre non poteva occuparsi di noi, io e mio fratello ci siamo trovati spesso soli, ad aspettare in silenzio. Se devo essere del tutto sincera, inizialmente io credevo che lui non capisse appieno la situazione, o che semplicemente la ignorasse; quando però un giorno sono entrata in camera e l’ho trovato seduto sul letto che piangeva a dirotto, ho capito di avere di fronte a me una persona molto più intelligente e sensibile di quanto credessi. Principalmente però, era un bambino che aveva bisogno di conforto. Quella sera, io e lui siamo stati seduti l’uno di fronte all’altra a parlare per ore, sia di cose serie che di stupidaggini, e ci siamo un po’ scoperti a vicenda. Ho capito per la prima volta cosa volesse dire avere un fratello minore da proteggere, e ho giurato che l’avrei sempre fatto, perché so che, qualunque cosa accada, lui sarà sempre lì per me, pronto a difendermi e a sostenermi; perché alla fine non importa quante volte ci butteremo giù, l’importante è che uno sarà sempre pronto a risollevare l’altro e ad «offrigli una tazza di tè».”
Questa è stata la toccante gemma di J. (classe terza). Mi è venuta in mente una frase che arriva dal passato. Mio nonno adorava i film di Totò, di Franco e Ciccio e di Bud Spencer e Terence Hill. Nel film “Lo chiamavano Trinità” uno dei protagonisti afferma: “Come ti permetti lurido ladrone! Questi sono i miei fratelli e i miei fratelli li picchio solo io!”. Mi ha fatto sorridere, ma pure riflettere. I rapporti umani più profondi sono quelli sinceri, ma non è facile essere sinceri ed accettare la sincerità. Significa essere nudi davanti all’altro e nudità significa anche vulnerabilità. Ci vuole tempo per svestire gli abiti che fanno da corazza, ma una volta che si scopre la bellezza dell’altro non vi si rinuncia.