Un nuovo primo giorno

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Mi piace arrivare in anticipo sul lavoro, non siamo in tanti a farlo. Quest’anno saremo anche di meno perché Marina è andata in pensione. Lei spesso arrivava anche prima di me, in bicicletta e col Messaggero: mi mancherà. Voce tonante, la sua, fin dal primo mattino: quella non mi mancherà.
Mi piace arrivare in anticipo sul lavoro, soprattutto il primo vero giorno di scuola, quello in cui tornano tutti. Mi diverte guardare i modi diversissimi in cui viene vissuta la medesima esperienza. L’emozione di chi è lì per la prima volta (primini che sono stati padroni della scuola per il breve lasso dei due giorni dell’accoglienza e che ora la vedono stravolta e travolta da una masnada). Gli occhi indagatori di secondini e terzini che tentano di capire le sorti delle corse affannose alla ricerca del loro posto. Lo sguardo esperto di chi è lì per la penultima volta (quartini saggi che hanno già studiato la dislocazione delle aule e vanno a colpo sicuro a cercare di occupare quella benedetta ultima fila). La pacatezza alle 9.00 che si trasforma già nell’ansia delle 12.00 di chi è lì per l’ultima volta ma sa che a giugno lo attende l’abisso orrido immenso ov’ei precipitando il tutto spera di non obliare. Colleghi già sul pezzo che chiedono lumi sulle password del registro elettronico e quelli che si muovono alla ricerca di un caffè, alcuni già in servizio da settimane a lavorare su incastri impossibili di orari precari (vi stimo), altri che programmano attività e incontri, segretarie che iniziano il loro ultimo giorno di scuola, collaboratori alle prese con insegnanti che già chiedono di prenotare laboratori (sì questo sono io), aule che sembrano forni in questo settembre che sa di agosto, ore buche da coprire, circolari da preparare per corsi da organizzare in giorni da stabilire in luoghi da definire (se leggendo ‘sta cosa ti sei perso, amen, non è così importante, non ti sei perso niente, vai avanti in tranquillità), due tramezzini al volo per pranzo, un incontro al volo con Francesca (ex studentessa… “Ciao, come stai?” “Tutto bene, prof, mi laureo mercoledì a Milano, poi inizio un master, poi … chissà!”… che bello Francesca, in bocca al lupo!!!), un saluto al volo con Vale che ha trovato un altro lavoro e con Asia che ha trovato un’altra scuola, tante cose sono state al volo oggi.
Mi piace arrivare in anticipo sul lavoro, per soffermarmi su tutto questo e non lasciare che mi scivoli addosso, come gli sguardi che ogni giorno incroceranno il mio. Quelli di studentesse e studenti che mi guarderanno con la punteggiatura pitturata in faccia: chi un punto di domanda, chi un punto esclamativo, chi dei punti di sospensione, chi un punto, chi una virgola, chi un punto a capo… E cercheremo di mettere insieme parole e punteggiatura per trovare sensi e significati, per scrivere e leggere vita, per esistere.