Gemma n° 2823

Immagine creata con Poe®

“Io ho deciso di portare l’animazione, in particolare quella dei più piccoli. Io infatti faccio l’animatrice, sia al centro estivo che durante l’inverno. L’ho trovo un modo per stare a contatto con le persone, in particolare i bambini. Amo i bambini perché sono sinceri, non perdono tempo con persone che non sopportano e ti dicono tutto ciò che gli passa per la mente. Inoltre sono spensierati e con loro puoi fare discorsi che con gli adulti non faresti, come ad esempio “Qual è il tuo terzo colore preferito?”.
Questa attività mi ha insegnato l’importanza della fantasia, costretta a uscire dalla mia zona di comfort, a risolvere i piccoli litigi e a riscoprire la bellezza del gioco. Questa è la mia gemma perché mi ricorda di non smettere mai di guardare il mondo con meraviglia” (G. classe prima).

Gemma n° 2799

“Come gemma di oggi vorrei parlare di mia nipote, M. Lei è nata il 12 aprile 2021 e da quando la conosco, la mia visione del mondo è cambiata. Io le sono stata sempre vicina e per me, lei è il mio mondo. Mi ha portato gioia anche nei momenti difficili. Le voglio molto bene, e per me, lei è la ragione per cui sorrido sempre e guardo avanti senza arrendermi. Io per lei sono la sua eroina, e lo stesso è lei per me” (B. classe prima).

Gemma n° 2793

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare la mia esperienza da animatrice. Sono già 2 estati che faccio l’animatrice nell’oratorio del mio paesino. Sono molto grata a questa esperienza perché mi ha fatto conoscere tante nuove persone, ma soprattutto mi ha fatto crescere molto come persona. I bambini, anche se non sembra, hanno molto da dare anche ai più grandi. I bambini mi hanno insegnato ad apprezzare le cose più semplici come un abbraccio la mattina o anche, banalmente un buongiorno” (A. classe terza).

Gemma n° 2780

“Come gemma per quest’anno ho deciso di presentare il mio fratellino A., un’esplosione di energia e dolcezza. Ha 21 mesi e mi ricordo benissimo la felicità che ho provato quando ho saputo che avrei avuto un altro fratellino. La mia famiglia è formata da molte persone, mia mamma, mio fratello, il marito di mia mamma, le sue due figlie e mio papà che non vive con noi ma che vediamo praticamente ogni giorno. A. è diventato una delle persone più importanti per me perché attraverso la sua gioia e spensieratezza riesce sempre a strapparmi un sorriso, anche nei momenti tristi o nelle giornate buie. Credo che grazie a lui la mia famiglia si sia unita ancora di più e sono convinta che lui sia molto fortunato, perché sta crescendo in un ambiente ricco di amore reciproco, condivisione e rispetto. Il mio fratellino adora anche mio padre che è un simpaticone, lo chiama zio e questa cosa mi fa stare bene. Devo ammettere che Antonio è molto rumoroso e spesso per rilassarsi ci sarebbe bisogno di silenzio ma lo ringrazio per tutta la positività che porta all’interno delle mura di casa, per le risate che ci facciamo per qualche sua espressione strana o per le prime parole che dice che sono sempre una sorpresa. Ogni giorno che passa mi rendo conto di quante siano le piccole cose che a lui creano meraviglia e stupore e che io invece, spesso, do per scontate. Questa esperienza di sorella sedicenne di una creatura così piccola, è una bellissima messa alla prova ed esercizio per non dimenticare quanto sia importante vivere con intensità e dare importanza alle persone che ci fanno stare bene” (M. classe terza).

Gemma n° 2752

“Come gemma ho deciso di portare Gigi, il mio pupazzo. Gigi è apparso per la prima volta nella mia culla il giorno in cui sono nata e da lì non ci siamo più separati, essendo insieme da ben 18 anni. È sempre stato con me, il primo giorno d’asilo come l’ultimo, quando andavo in bicicletta e in vacanza, quando andavo a casa dei nonni e quando avevo gare e saggi di ginnastica artistica. Per quanto io sia razionale, per me Gigi non è “cotone e stoffa”. Anche quando da piccola me ne rendevo conto, e una parte di me stava male per il suo essere inanimato, era più forte di me fermare questa mia illusione. Forse più che illusione è un amore infinito ed eterno, che riconosce l’essere inanimato che Gigi è ma riesce ad andare al di là di ciò. Gigi è il posto in cui vive ancora la me bambina, che è capace di dimostrare un affetto puro e alla fine neanche richiesto, che è ancora innocente e dolce. Il mio pupazzo è sempre stato lì, dove lo lasciavo la mattina e lo ritrovavo la sera, ad ascoltarmi parlare dell’asilo, poi delle elementari e infine di argomenti sempre più grandi. Crescendo, mia madre ha cercato di regalarmi altri Gigi, simili o più grandi. Ma non c’è stato verso di cambiarlo, però gli altri li ho sempre tenuti con cura, lontani da me. (Tranne uno, che è stato seppellito brutalmente.) Uno dei ricordi più belli che ho legato a Gigi è quando mia nonna lo lavava, usando un ammorbidente molto profumato, che lo ripuliva per bene dopo essere stato a contatto con tutto. Poi mia nonna lo appendeva sul filo del bucato che scorreva tra due alberi con delle mollette e, non appena arrivavo a casa sua, mi diceva che c’era una sorpresa ad aspettarmi. Quindi lo trovavo lì, appeso in aria per le orecchie su un filo molto più alto di me. Era irriconoscibile per quanto fosse pulito e, benché amassi il sapone che usava e adorassi sentirlo per i primi giorni, non vedevo l’ora che riacquistasse il suo solito profumo. Mi piaceva anche vedere la nonna felice per essere riuscita a lavarlo per bene e che mi ripeteva di annusare quanto fosse buono quell’ammorbidente. Gigi mi ricorda, quando disprezzo la me bambina per l’innocenza e l’immaturità che penso mi abbia lasciato a volte, che è sempre stato oggetto di un amore puro e genuino, che non ha mai dovuto chiedere ma ha sempre ricevuto da una bambina di appena qualche anno” (M. classe quarta).

Gemma n° 2737

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare la mia esperienza da animatrice. Questa esperienza è iniziata grazie a un pcto. Ho partecipato per tre settimane a giugno al centro estivo di Paderno. Poi, a fine agosto, ho deciso di aiutare anche nel centro estivo del mio paese e ora, dopo che, a suon di “animatrice posso andare a bere” “ho un regalo per te” “mi manca la mamma” “ho paura mi dai la mano”, è finita la mia estate, posso dire di non sapere più cosa voglio fare veramente nella mia vita. Se prima ero certa della strada che avrei voluto percorrere, ora non sono più sicura se questa strada sia giusta per me, se aver scelto questa scuola sia stata la scelta giusta e se so veramente che cosa mi piace fare. Prima di entrare in questa scuola infatti ero convinta di voler fare la maestra o comunque di voler lavorare con i bambini ma poi, non so nemmeno io per quale ragione, ho scelto il linguistico dimenticandomi come mi sentivo quando stavo con dei bambini. Inoltre, quest’estate ho perso una mia amica d’infanzia che non so per quale motivo si è allontanata, io ci sono stata parecchio male, ma durante questa esperienza ho avuto la fortuna di conoscere persone che sono veramente pure e genuine e che nonostante non le conosca da tanto mi sembra di conoscerle da sempre” (E. classe quarta).

Gemma n° 2732

Immagine creata con ChatGPT®

“Come gemma quest’anno ho deciso di portare una persona: mio fratello M.
Ovviamente portarlo in classe con me sarebbe stato un pò difficile quindi ho optato per una foto di noi due insieme.
Ho deciso di portare lui come gemma perché nell’ultimo periodo mi sono soffermata spesso a riflettere su quanto mio fratello rappresenti una colonna portante della mia vita e su quanto lui mi abbia insegnato nel corso degli anni pur essendo più piccolo di me.
M. è un ragazzino di 13 anni affetto probabilmente dalla malattia rara di Lennox-Gastaut. Dico probabilmente perché non ne siamo certi al 100% visto che ci sono sia somiglianze ma anche differenze tra la sua situazione e le caratteristiche della sindrome e io preferisco aggrapparmi a quelle differenze visto che quella è una malattia che sembra non poter mai migliorare ma solo peggiorare.
E’ nato quando avevo 4 anni e ricordo che mi fece un certo effetto quando i miei genitori tornarono a casa con mio fratello, in primo luogo perché non era la sorellina che avevo chiesto e poi perché inizialmente facevo fatica a capire perché quel bambino stesse rubando tutte le attenzioni dei miei parenti. Poi col tempo ho capito che sarebbe potuto non essere lì e che io potevo fare da sola cose che lui invece non poteva fare.
Se oggi sono la persona che sono lo devo in buona parte a lui che senza rendersene conto mi ha dimostrato quanto valore avesse la vita.
Mio fratello ne ha passate di tutti i colori fin da quando era piccolissimo. Più di una volta è stato per mesi in ospedale per svariate ragioni e altrettante sono state le volte in cui abbiamo avuto paura di non poterlo più riabbracciare e una di queste è stata qualche settimana fa quando mi è sembrato di rivivere un incubo di qualche anno fa.
Nonostante la sua apparente fragilità lui si è sempre aggrappato alla vita con i denti e con le unghie dimostrandomi quanto possano essere stupide certe preoccupazioni quotidiane.
M. è stato incoscientemente il mio maestro di vita da quando è nato fino ad ora e spero vivamente che posso continuare a insegnarmi l’amore per la vita per tanto tempo ancora” (A. classe quarta).

Gemma n° 2686

Fonte immagine

“Ho scelto di portare una mia foto di quando ero piccola perché mi piace molto e anche se non mi ricordo quando, come o dove io abbia fatto questa foto ho deciso di portarla perché sto attraversando un momento difficile e penso spesso di voler tornare a quando ero bambina. In questo periodo sono molto stressata e molte volte non riesco a stare dietro ai miei impegni scolastici e sportivi per questo mi trovo spesso a fare le ore piccole e ad essere molto affaticata durante la giornata. Per questi motivi mi trovo a pensare a quanto sia bello essere bambini, liberi e spensierati, e a quanto vorrei tornare a quei tempi dove le mie uniche preoccupazioni erano di tornare a casa in tempo per guardare il mio cartone preferito e di scegliere quale tra le mie tante Barbie dovesse stare insieme al mio povero unico Ken” (G. classe quarta).

Gemma n° 2661

Immagine creata con ChatGPT®

“Nella mia gemma vorrei raccontare delle mie esperienze memorabili e indeminticabili come animatrice di un gruppo formato da volontari, chiamato “Ragazzi Si Cresce”.
Faccio l’animatrice quasi da 2 anni e posso dire che sacrificando il mio tempo durante le riunioni serali per organizzare le attività e i giochi per bambini solo poi per vedere i loro sorrisi sul viso e sentirsi dire “mi sei mancata”, è un’altro tipo di gioia. Ogni volta che il bambino si diverte, mi regala un abbraccio o mi confessa di volermi bene, mi riscalda il cuore e mi fa venire ancora più voglia di continuare a dare tutta me stessa per farli stare bene.
Il momento più fantastico con cui premiamo i bambini per aver passato il mese assieme a noi, è la serata finale. Una serata dove si balla, si fa festa, si mostra ai genitori cosa si è imparato durante il mese ed è un momento bellissimo di sfogo e uno splash di emozioni.
Di certo non nego che durante il percorso ci siano state difficoltà, certo, ci sono sempre, ma gli ostacoli si superano se siamo tutti uniti e ognuno fa la sua parte. Mi ricordo come la mia coordinatrice una volta ci disse “il centro estivo non è formato solo dai bambini, ma parte tutto da voi animatori”. Quella frase è come se fosse una motivazione che ci fa andare avanti.
Per me è sempre un piacere trascorrere il mio tempo all’interno del gruppo, perché col tempo si è allargato e abbiamo formato un gruppo solido e unito, dove ognuno viene accettato e capito, dove ognuno può sempre sentirsi libero di fare la sua scelta e di esprimere la propria opinione e allo stesso tempo creare nuove amicizie e rapporti.
Avete presente un prato appena fiorito d’estate con dei fiori? Ecco questa metafora rappresenta il mio centro estivo. Noi animatori siamo il prato, la base da cui partono tutte le nostre idee sfruttando al massimo la creatività, mentre i bambini sono i fiorellini che abbelliscono questo prato con i loro sorrisi, abbracci e affetto.
Questi ricordi passati me li terrò sempre nel cuore con cura e tenerezza. Ringrazio le persone con cui ho legato moltissimo all’interno del gruppo e i bambini che mi danno la positività, e se potessi dare un consiglio agli adolescenti di oggi, è di provare queste sensazioni e conoscere un po’ il mondo della bontà com’è”.
(V. classe prima).

Gemma n° 2653

“Ogni anno, durante le settimane del centro estivo, viene scelto un tema su cui riflettere insieme ai bambini, e quest’anno il tema è stato quello della “Gioia piena”. A prima vista, potrebbe sembrare complicato spiegare questa parola a dei bambini, ma in realtà la gioia si manifesta in modi diversi nella vita di ognuno. Durante quest’estate, ho avuto l’opportunità di riflettere sul significato di questa parola e, alla fine, ho capito cosa rappresenta veramente per me la gioia piena.
In particolare, sono convinta di averla sperimentata veramente durante la settimana di luglio trascorsa in montagna, a Rigolato. È stata una settimana ricca di impegni per noi animatori, una settimana che ci ha visto dedicare interi pomeriggi alla preparazione delle attività, dei giochi, delle squadre e di tutto il resto. Nonostante la stanchezza di quei giorni, i ricordi più belli che conservo di quella settimana sono quelli legati ai momenti passati insieme ai miei amici, le lunghe camminate in montagna animate dalle risate dei bambini e dalle canzoni che cantavamo lungo i sentieri, i pasti condivisi in una piccola sala da pranzo, dove ci trovavamo stretti ma felici, le sere trascorse a chiacchierare, tutti chiusi in una sola stanza, con la paura di essere scoperti e mandati nelle nostre camere, la fretta delle pulizie e, soprattutto, le risate dei bambini che mi seguivano ovunque, facendomi mille domande a cui, nonostante tutto, cercavo sempre una risposta.
A rendere questi momenti indimenticabili sono state le persone con cui li ho vissuti: il gruppo di animatori, che è stato semplicemente il più bello che potessi desiderare, ma anche i bambini, che sono il vero collante di tutte le situazioni.
Ricordo un momento preciso in cui ho capito davvero quanto tutto questo fosse importante per me. Era la mattina dell’ultimo giorno del camposcuola. Ci trovammo tutti insieme fuori dalla casa, pronti per entrare nella sala da pranzo per fare colazione. Quando entrai, vidi che sui tavoli c’erano i libretti che noi animatori avevamo preparato la sera prima, riempiendoli di dediche fino alle due di notte, uno per ogni bambino presente. E ricordo anche di aver trovato al mio posto un foglio, riempito delle firme dei bambini che mi avevano accompagnato durante questa esperienza. È stata una sorpresa inaspettata vedere che ogni animatore aveva ricevuto qualcosa di simile, e non riuscivo a trattenere l’emozione. Quel momento, circondata dalle espressioni gioiose dei bambini che si leggevano le dediche a vicenda, mi ha riempito il cuore.
Quella giornata, passata a ricordare i momenti più belli della settimana con gli altri animatori, abbracciandoci, consolandoci a vicenda e cantando le nostre canzoni dell’estate, mi ha fatto comprendere quanto questo lavoro mi faccia bene al cuore.
Le persone con cui condivido queste esperienze non sono soltanto dei “colleghi”, ma sono degli amici con cui ho una complicità che va oltre il ruolo dell’animatore. Per me, loro sono la luce e il sale della mia vita!”
(C. classe quinta)

Gemma n° 2637

“Per la gemma di quest’anno ho deciso di portare un disegno fatto dal mio cuginetto. Me l’ha regalato per ringraziarmi del tempo che ho passato con lui durante l’estate, giocando e facendogli da babysitter. Mi piace moltissimo trascorrere del tempo con lui e vederlo crescere. Nonostante sia ancora piccolo, abbiamo un legame davvero speciale!” (M. classe quarta).

Gemma n° 2634

“Non potevo portare il fiore nello stato attuale, quindi ho portato una foto di come era quando mi è stato dato. Ho deciso di portare questo fiore, che mi è stato dato da un bambino durante il Grest fatto questa estate. L’ho trovato un gesto molto puro e ha significato molto per me, considerando soprattutto che me l’ha dato verso la fine del Grest, e quindi sta anche un po’ a simboleggiare il percorso fatto insieme e quanto lui, e i bambini in generale, si siano legati a me durante quelle brevi ma infinite due settimane. “L’ho preso per te” mi ha detto, e io appena arrivata a casa ho fatto questa foto, per ricordarmi del gesto. Fare l’animatrice al Grest quest’anno è stato uno delle esperienze più belle che abbia fatto negli ultimi anni. Stare con altre persone che condividono il tuo stesso obiettivo, cioè quello di vedere di questi bambini, crea un grande senso di appartenenza e soddisfazione che poche volte ho provato. Sentirmi dire “tu ci sei al campo estivo?” “ci vado solo se ci vai tu” mi ha fatto sentire importante, e non da meno sono anche tutti gli abbracci e le risate condivise durante quelle settimane, ed è per questo che sarà sicuramente un’esperienza che mi porterò nel cuore” (V. classe quarta).

Gemma n° 2627

“Come gemma di quest’anno ho scelto le letterine scritte dai bambini che ho animato in colonia a Cimolais. Per me queste lettere sono molto importanti perché anche quando ero io la bambina animata avevamo la tradizione di scriverci reciprocamente delle letterine che poi avremmo ricevuto e aperto la sera intorno al fuoco del falò. Rileggendole mi spunta sempre un sorriso perché immediatamente mi ricordo i momenti felici in colonia e mi fa sentire apprezzata dai bambini con cui ho passato una splendida settimana. Mi sento molto legata a ognuno di loro perché in 7 giorni li ho visti crescere e mi è sembrato fossero i miei bambini a cui dovevo insegnare, attraverso il divertimento, ad essere autonomi e apprezzare la vita” (F. classe quarta).

Gemma n° 2594

“Questo dipinto risale a circa 10 anni fa quando, durante i primi giorni di vita di mia sorella, mio padre comprò questa tela per tenermi impegnata in qualche attività, visto che la maggior parte dell’attenzione doveva essere rivolta a lei e io mi sentivo piuttosto sola. Questo lavoro è molto importante per me poiché simboleggia le emozioni che mi hanno accompagnata durante quel periodo che, con l’arrivo di una nuova bambina, avrebbe segnato l’inizio di un grande cambiamento all’interno della nostra famiglia.
Se questa giraffa fosse in grado di parlare sono certa che avrebbe molto da raccontare in quanto, essendo appesa al muro della mia cucina da così tanto tempo, ha assistito a gran parte della mia crescita.
Nonostante questo sia stato il mio primo dipinto, le mie capacità artistiche ad oggi purtroppo non sono migliorate notevolmente, ma la sua vista mi trasmette sempre calore, gioia e una lieve sensazione di nostalgia” (G. classe seconda).

Gemma n° 2586

“Quest’anno ho deciso di portare come gemma questi calzetti antiscivolo. Me li ha regalati mia nonna paterna e li ha regalati anche a mio fratello e ai miei cugini. Ce li ha comprati perché aveva paura che scivolassimo mentre giocavamo ad acchiapparella e a nascondino dentro la sua casa in quanto ha un pavimento molto scivoloso. Questi calzetti mi ricordano molto i nostri pomeriggi passati a divertirci giocando a questi due giochi, ci giochiamo ancora oggi nonostante la nostra età . Ho deciso di portarli anche perché dall’anno prossimo non sarà più la stessa cosa in quanto mio cugino e mio fratello andranno via di casa per frequentare l’università e quindi di questi pomeriggi non ce ne saranno più di tanti come prima, ma nonostante ciò e i nostri anni sono sicura che ci giocheremo ancora e ancora in quanto quando stiamo assieme ritorniamo sempre piccoli e questa a parer mio è la cosa più bella al mondo” (E. classe seconda).

Gemma n° 2520

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare questo peluche che mi è stato donato da neonata. Si tratta di un piccolo panda regalatomi dai miei nonni pochi mesi dopo la mia nascita. Fin da subito me ne sono affezionata, era uno tra i tanti peluche che stava nel box con me però in lui ho sempre trovato qualcosa di più interessante e bello rispetto agli altri.
Forse perché ci giocavo spesso con mia nonna così da farlo diventare una parte molto importante nella vita di un neonato: infatti il nome ‘panda’ é stata la prima parola che ho pronunciato. Di preciso non so come io ci sia riuscita, non me lo ricordo ovviamente, ma secondo alcune fonti avevo sempre sotto il braccio quel piccolo panda e grazie all’aiuto di mia nonna, la quale costantemente mi ripeteva il nome di quell’oggettino, da un giorno all’altro quella parola è uscita dalla piccola boccuccia.
Si tratta di un oggetto molto importante per me non solo per il valore affettivo ma anche per il fatto che rappresenta la cura con cui i miei nonni mi hanno accolta nei miei primi mesi di vita. Sono molto grata per il dono di aver avuto dei nonni amorevoli, ho potuto sperimentare con loro la vicinanza, la tenerezza e la saggezza. Mi hanno insegnato cosa significhi essere benvenuta al mondo, fare parte di una storia familiare, una storia da custodire” (S. classe prima).

Gemma n° 2489

“Come gemma ho deciso di portare questa maglietta. Rappresenta molto per me perché mi ricorda un percorso della mia vita ormai concluso a cui sarò sempre molto affezionata. È la maglia del mio gruppo parrocchiale con cui sono praticamente cresciuta e ora inizierò lo stesso percorso con dei bambini, spero di riuscire a trasmettere loro quello che hanno trasmesso a me i miei animatori” (G. classe terza).

Gemma n° 2453

“Ho riflettuto a lungo su cosa portare per questa gemma, non tanto perché non sapevo cosa portare (anche se effettivamente anche questo è stato uno dei fattori), ma soprattutto perché è l’ultima gemma che porterò (si spera). La mia preoccupazione non era tanto “chissà cosa posso portare”, ma “e se sbaglio? E se ho qualcos’altro da dire?”.
Quindi barerò un po’ innanzitutto, perché voglio usare questa introduzione per ringraziare innanzitutto lei, prof, per averci dato questo spazio per esprimere una parte di noi stessi, senza la paura di essere giudicati. Inoltre, mi piacerebbe ringraziare anche tutta la classe, perché nonostante tutti gli alti e i bassi, tutti i “gruppetti” che si sono creati, sono sempre stati tutti dei ragazzi molto inclusivi, comprensivi e sempre pronti ad aiutare in caso di difficoltà, e mi reputo molto fortunata ad essere finita in una classe di questo tipo, perché poteva andare molto peggio. Detto ciò volevo dire che mi mancherete un po’ tutti, sia quelli con cui ho legato di più, che con quelli con cui ho legato di meno, perché non troverò mai un altro ambiente del genere e, anche nel caso esistesse qualcosa di simile, non sarà mai uguale a questo corso.
Detto ciò posso finalmente iniziare la mia gemma. Quest’anno ho deciso di portare un insieme di oggetti che risalgono a giugno 2023. Io l’estate di solito sono molto libera e, avendo amici che abitano abbastanza lontano, non ho molte possibilità di vederli molto spesso (mannaggia a loro). Per tenermi un po’ impegnata ho deciso di fare l’animatrice al campo estivo della mia squadra di pallavolo, che ho scelto principalmente perché era retribuito (lo ammetto, sono una brutta persona). Coloro con cui ne ho parlato in classe possono confermare che ero molto scettica sull’argomento e che ero sicura che sarebbe stato un peso e che non mi sarei divertita per niente. Inutile dire che mi sbagliavo su tutti i fronti.
Piccola premessa: la quarta superiore è stata molto pesante per me sia a livello di studio che di relazioni umane, ci sono state un po’ di “miscommunication”, passatemi il termine, con alcune delle persone che qui in classe sono per me estremamente importanti (che derivano principalmente dal fatto che io per prima non parlo delle cose che mi turbano e ho la tendenza a tenermi tutto dentro, per poi esplodere alla fine, no, non è molto sano, avete ragione se lo pensate), ma anche dal fatto che per qualche mese ho cercato di uscire da una relazione durata anni, che solo dopo esserne uscita ho capito essere esageratamente tossica (ai livelli che mi sono stata sentire dire che non potevo andare a studiare fuori dal Friuli -mio grande sogno fin dalle medie-, che non facevo niente per stare vicino a questa persona, quando ero la prima a cercare di andarle incontro e di trovare delle soluzioni per aiutarla, e che, nel caso, sarei stata la causa del suo suicidio e molto altro).
Comunque, dopo questa premessa non tanto piccola, che ovviamente mi ha fatto perdere il filo del discorso, posso finalmente iniziare a parlare della mia gemma in sé per sé.
Allora: 12 giugno 2023, ore 9.30 circa, Alessia viene affidata al gruppo di bambini più piccoli, dai 5 ai 7 anni (bimbi nati nel 2015-2016, no, il mio cervello non ha ancora processato questa informazione) e da quel giorno capisce che forse non odia poi così tanto i bambini come diceva.
Fin dal primo giorno, infatti, quelle piccole pesti mi hanno conquistato il cuore poco a poco. Forse per altre persona presenti qui in classe, può sembrare stupido o banale, ma io ho molti cugini, qualcuno molto più piccolo di me, (l’ultima è nata nel 2020), e io sono una delle cugine più grandi, quindi ho vissuto in mezzo a bimbi piccoli per molto tempo e i miei cugini non sono esattamente il miglior esemplare di bimbo dai 2 ai 13-14 anni. Dico solo che appena i miei cuginetti più piccoli si mettono in combutta, tutti i più grandi finiscono la giornata a suon di moment per il mal di testa. Quindi la mia esperienza con i bimbi piccoli non è decisamente la migliore.
Questi bambini invece, insieme a un po’ tutta l’atmosfera del campus mi hanno aiutato a ritrovare non tanto la felicità, quanto la spensieratezza. Lì per lì non me ne sono accorta più di tanto, ma a ripensarci mi sono veramente resa conto di quanto ne avevo bisogno in quel periodo e anche per farmi iniziare la quinta in modo più leggero.
La cosa che mi ha sorpresa di più è stato vedere quanto velocemente questi piccoli esserini hanno iniziato a legarsi a noi animatori, del tipo che dal secondo/terzo giorno venivano già a cercarci per parlare (fino alla sfinimento a volte, come quando ci tartassavano di domande -“maestra ma quanti anni hai? Indovina quando compio gli anni. Maestra ma quando si mangia?), per giocare oppure per un abbraccio (a volte erano troppo appiccicosi? Sì, però gli era concesso). E qui arriviamo ai primi oggetti della mia gemma: la foglia a forma di cuore, il fiore e l’elastico con la stellina. Questi infatti sono tre regali che mi hanno fatto tre delle mie bimbe. Non rappresentano niente di per sé, però, per me costituiscono il ricordo dell’affetto incondizionato che queste bimbe provavano per me, in particolare perché per me è molto difficile legare con le persone -di qualsiasi tipo-. Grazie a questi mi ricordo anche un po’ di tutto il gruppetto, sia i bimbi che le bimbe e della loro spontaneità, perché, sebbene abbia una cosa solo di queste tre bimbe (in realtà avrei altre foglie e fiori, ma si sono disintegrati il giorno stesso e non ho potuto tenerli), tutti i bambini in realtà mi sono rimasti impressi.
La seconda cosa che mi ha stupita sono stati i giochi. Nel senso: molte volte noi animatori partecipavamo ai giochi a fianco dei bimbi. In queste occasioni, oltre a metterci in competizione tra noi, -perché siamo un po’ dei cretini-, ho riscoperto la bimba che c’è in me. Da piccola non mi piaceva particolarmente partecipare ai giochi con gli altri bambini, probabilmente perché finivo sempre con l’essere quella messa un po’ in disparte (ci sono stati episodi di una crudeltà tale durante la mia infanzia che mi hanno portata ad allontanarmi dalle attività di gruppo), mentre giocando con i bimbi ho riscoperto il divertimento terra terra di lupo ghiaccio, palla prigioniera, un-due-tre stella (questo gioco particolarmente era divertente perché noi animatori ci mettevamo a fare il solletico ai bambini per farli “eliminare”) e molti altri. In particolare, la cosa che mi è rimasta più impressa è come i bambini diventassero molto più competitivi e agguerriti -in senso buono- quando giocavamo con loro (un giorno abbiamo giocato con loro al tiro della fune: 5 animatori, di cui 3 giocatori di pallavolo, tra cui uno della serie D maschile, contro una trentina di bimbi. Inutile dire che ci hanno stracciato). A questo disco si ricollega la maglietta del campus, che appunto racchiude tutta l’esperienza che ho fatto in sé.
Mi dispiace tediarvi ancora, so che non mi sopportate, più, ma vorrei dire altre tre cose che mi hanno scaldato il cuore (per non dilungarmi metto anche i punti -spoiler: mi dilungherò comunque-):

  • la prima cosa è come si illuminavano i loro occhi quando mi notavano la mattina, per poi qualche volta correre ad abbracciarmi;
  • la seconda cosa è accaduta poco dopo la fine del centro estivo. Dopo una lezione di scuola guida sono uscita e ho trovato fuori uno dei bimbi (vicino alla scuola guida c’è un centro per l’insegnamento della lingua inglese tipo) e in particolare mi ha colpito perché questo era uno dei più caotici, e quando mi ha vista è corso ad abbracciarmi
  • la terza cosa invece è successa ad agosto alla sagra di Rizzolo. Una delle mie bimbe mi ha vista, aveva una bottiglia e un pacchetto di patatine in mano. La scena è stata: lei che da velocemente le patatine e la bottiglia alla madre, corre verso di me e mi salta praticamente in braccio.

Con questo la mia -cortissima- gemma è giunta al termine. Ne approfitto per ringraziare ancora una volta il prof per le cose dette prima, ma anche perché è probabilmente l’unico che non mi dice di stringere i miei discorsi”.

(A. classe quinta).

Gemma n° 2426

“Come mia prima gemma ho deciso di portare la persona più importante per me, ovvero, mio fratello. Mio fratello è nato a novembre 2022; ha soltanto 1 anno, ma mi sembra di star con lui da una vita, io non lo conosco e lui non conosce me, ma stiamo sempre insieme, almeno 3 ore delle mie giornate sono dedicate a lui; almeno 3 ore dove dimentico il mondo esterno e mi concentro solo sul suo sorriso.
Le emozioni che regalano i bambini, sono emozioni che mai si provano se non grazie a loro, la felicità che si prova quando un bambino dice la prima volta mamma o papà,  quando fa i primi passi o quando inizia a sorridere, non è la comune felicità che si prova quando qualcuno fa una battuta divertente; perché in quella felicità ci sono anche fierezza e orgoglio; felicità che si prova spesso soltanto una volta nella vita” (S. classe prima).

Gemma n° 2381

“Ho scelto di portare questa foto perché rappresenta la mia esperienza da animatrice al centro estivo. Fare l’animatrice mi ha insegnato a prendermi delle responsabilità e inoltre mi ha dato l’opportunità di conoscere persone tuttora molto importanti. Anche se spesso mi dovevo svegliare presto e tornavo a casa tardi, specialmente i bambini mi hanno dato e insegnato molto. Sono grata di aver avuto questa opportunità e di averla condivisa con un gruppo di amici con i quali sto bene” (A. classe terza).