Gemme n° 419

Ho cambiato idea in merito alla gemma da portare in classe e ho optato per qualcosa di cui recentemente si è parlato in abbondanza. Questo video parla dell’utero in affitto (non solo in riferimento all’omosessualità). Ho portato questo video perché molti non sanno come sia questo traffico di vite.

Aggiungo che a preoccuparmi è anche il fatto che ci debba essere sempre un monopolio o delle imprese che gestiscano tutto, compresa la vita. Perché creare artificialmente bambini “perfetti” su cataloghi quando ce ne sono tanti in orfanotrofio che hanno bisogno di qualcuno che li adotti? Penso che dovremmo essere meno egoisti e cercare di lottare per le persone o i bambini che hanno bisogno d’amore.” Questa è stata la gemma di D. (classe quinta).
Sono argomenti delicatissimi che non mi piace affrontare in modo superficiale o per slogan. Ho amiche e amici che hanno affrontato e stanno affrontando percorsi molto diversificati per arrivare alla maternità e alla paternità, chi attraverso la nascita di un figlio loro, chi attraverso l’adozione di un figlio che diventerà loro. Ma il concetto di maternità surrogata è troppo distante dal mio senso etico.

Gemme n° 24

In una delle mie classi (una quinta) non ero ancora riuscito a spiegare questa nuova iniziativa delle gemme. L’ho fatto stamattina: finisco la descrizione, mostro un esempio e A. mi chiede “Prof! E se io avessi la gemma già qui?”. Eccola:

Ho visto questo video pochi giorni fa e mi ha profondamente colpito ed emozionato. Ho voluto condividerlo con la classe perché penso sia importante poter permettere a una persona di potersene andare con dignità” ha concluso A. Ne abbiamo parlato molto brevemente in aula, lo commento qui con poche parole: pietà, pietà per la persona, per se stessi, per la condizione umana, profondamente umana.

Buio di luce

Io purtroppo non ci sarò perché quella sera gioco (tra l’altro proprio nello stesso paese…), ma per chi vuole conoscere la storia di Max Tresoldi, l’occasione di venerdì 1 febbraio, alle 20.45 al teatro Mons. Lavaroni di Artegna, è da segnare sul calendario. Chi è?

“Lo schianto in autostrada. Il mondo che va in frantumi e la vita che sembra arrestarsi. È il Ferragosto del 1991 quando Massimiliano Tresoldi, 20 anni, entra in «stato vegetativo». Un grande sonno da cui – dicono i medici – non si sveglierà mai più. Inizia un’odissea tragica da un ospedale all’altro che coinvolge la sua famiglia, mentre Max vegeta del tutto ignaro della vita attorno a lui. O così sembrerebbe, perché dopo dieci anni il ragazzo, diventato uomo, si risveglia. E da quel giorno racconta: «Io sono sempre stato qui, vi ascoltavo e vedevo tutto». Nella testimonianza di sua madre Lucrezia c’è tutto il pathos di un caso quasi unico al mondo, non solo per l’incredibile risveglio, ma per la straordinaria «terapia» che lo ha reso possibile: l’amore. E 50 amici presenti 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno.” (da http://www.ancoralibri.it/Catalogo/ProductID/6817)

Grazie a Veronica per la segnalazione.

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