Gemma n° 2815

“Come gemma quest’anno ho deciso di portare mia cugina S. Nonostante la differenza di età di 10 anni, abbiamo un legame molto forte e lei è tra le persone della mia famiglia con cui passo più tempo e a cui tengo di più. Siamo molto uniti e con lei ho condiviso moltissimi momenti belli e brutti della mia vita, da concerti, vacanze e giri con la sua moto a incidenti, perdite e momenti bui attraverso i quali mi ha supportato e per questo le sono molto riconoscente e le voglio un mondo di bene” (G. classe terza).

Gemma n° 2805

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare la mia passione più grande che mi accompagna dall’età di 9 anni: lo scoutismo.
Lo scoutismo a molti potrebbe sembrare un’attività banale, una perdita di tempo e che come attività vendiamo solo biscotti…. ma per me non è così. Per me lo scoutismo è il mio mondo, il mio posto felice: la mia vita è incentrata sull’aspettare sabato per quelle 3 ore di serenità perché quando sono a scout posso essere veramente me stessa sapendo di non dovermi nascondere dietro maschere sociali. Senza lo scoutismo non sarei io.
Quest’attività mi ha letteralmente salvata perché è stata la luce in fondo a un buio tunnel perché non stavo passando un bel periodo: mi ero trasferita da poco a Udine e non avevo amici veri dato che alle elementari mi prendevano in giro a causa del mio aspetto fisico… Finché un giorno il mio vicino di casa, della mia stessa età, mi propone di provare scout (attività che non avevo mai sentito prima) all’Udine 1 insieme a lui. All’inizio io non volevo nemmeno andarci perché avevo paura che mi avrebbero criticata anche là, però dopo innumerevoli sforzi mia mamma mi aveva convinto. Fortunatamente ha insistito tanto: là ho trovato persone leali, gentili, disponibili, disposte ad aiutare il prossimo, pensare prima agli altri che a se stesse (… i valori dello scoutismo). Insomma, avevo trovato la mia gente…
Insieme a loro sono cresciuta molto e soprattutto sono diventata così tanto responsabile che sono diventata capo.
Amo così tanto lo scoutismo che gli ho dedicato tutta la tesina di terza media.
Sono contenta che ne faccio ancora parte perché ho ancora al mio fianco persone che so che non mi tradiranno mai. Lì ho conosciuto il mio migliore amico, che è tutto per me, e da un anno è entrata anche la mia migliore amica (che conoscevo già prima) che è letteralmente una sorella per me. Poi, grazie ad alcune attività e uscite di zona, ho conosciuto gente di tutta Udine e dintorni con cui ancora mi sento.
Sono sicura di pochissime cose nella mia vita, ma sono certa che qualunque cosa accada io continuerò a fare scout e trasmetterò questa passione anche a mio fratello e un giorno anche ai miei figli, andando avanti per molte generazioni e andrò fiera che tutto ciò sia iniziato da me”.
(M. classe prima).

L’omelia

Pubblico il testo integrale dell’omelia del cardinal Re, decano del Collegio Cardinalizio, durante i funerali di Papa Francesco, il 26 aprile 2025 (fonte sito del Vaticano).

“In questa maestosa piazza di San Pietro, nella quale Papa Francesco tante volte ha celebrato l’Eucarestia e presieduto grandi incontri nel corso di questi 12 anni, siamo raccolti in preghiera attorno alle sue spoglie mortali col cuore triste, ma sorretti dalle certezze della fede, che ci assicura che l’esistenza umana non termina nella tomba, ma nella casa del Padre in una vita di felicità che non conoscerà tramonto.
A nome del Collegio dei Cardinali ringrazio cordialmente tutti per la vostra presenza. Con intensità di sentimento rivolgo un deferente saluto e vivo ringraziamento ai Capi di Stato, ai Capi di Governo e alle Delegazioni ufficiali venute da numerosi Paesi ad esprimere affetto, venerazione e stima verso il Papa che ci ha lasciati.
Il plebiscito di manifestazioni di affetto e di partecipazione, che abbiamo visto in questi giorni dopo il suo passaggio da questa terra all’eternità, ci dice quanto l’intenso Pontificato di Papa Francesco abbia toccato le menti ed i cuori.
La sua ultima immagine, che rimarrà nei nostri occhi e nel nostro cuore, è quella di domenica scorsa, Solennità di Pasqua, quando Papa Francesco, nonostante i gravi problemi di salute, ha voluto impartirci la benedizione dal balcone della Basilica di San Pietro e poi è sceso in questa piazza per salutare dalla papamobile scoperta tutta la grande folla convenuta per la Messa di Pasqua.
Con la nostra preghiera vogliamo ora affidare l’anima dell’amato Pontefice a Dio, perché Gli conceda l’eterna felicità nell’orizzonte luminoso e glorioso del suo immenso amore.
Ci illumina e ci guida la pagina del Vangelo, nella quale è risuonata la voce stessa di Cristo che interpellava il primo degli Apostoli: “Pietro, mi ami tu più di costoro?”. E la risposta di Pietro era stata pronta e sincera: “Signore, Tu conosci tutto; Tu sai che ti voglio bene!”. E Gesù gli affidò la grande missione: “Pasci le mie pecore”. Sarà questo il compito costante di Pietro e dei suoi Successori, un servizio di amore sulla scia del Maestro e Signore Cristo che “non era venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per tutti” (Mc.10,45).
Nonostante la sua finale fragilità e sofferenza, Papa Francesco ha scelto di percorrere questa via di donazione fino all’ultimo giorno della sua vita terrena. Egli ha seguito le orme del suo Signore, il buon Pastore, che ha amato le sue pecore fino a dare per loro la sua stessa vita. E lo ha fatto con forza e serenità, vicino al suo gregge, la Chiesa di Dio, memore della frase di Gesù citata dall’Apostolo Paolo: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti, 20,35).
Quando il Card. Bergoglio, il 13 marzo del 2013, fu eletto dal Conclave a succedere a Papa Benedetto XVI, aveva alle spalle gli anni di vita religiosa nella Compagnia di Gesù e soprattutto era arricchito dall’esperienza di 21 anni di ministero pastorale nell’Arcidiocesi di Buenos Aires, prima come Ausiliare, poi come Coadiutore e in seguito, soprattutto, come Arcivescovo.
La decisione di prendere il nome Francesco apparve subito come la scelta di un programma e di uno stile su cui egli voleva impostare il suo Pontificato, cercando di ispirarsi allo spirito di San Francesco d’Assisi.
Conservò il suo temperamento e la sua forma di guida pastorale, e diede subito l’impronta della sua forte personalità nel governo della Chiesa, instaurando un contatto diretto con le singole persone e con le popolazioni, desideroso di essere vicino a tutti, con spiccata attenzione alle persone in difficoltà, spendendosi senza misura, in particolare per gli ultimi della terra, gli emarginati. È stato un Papa in mezzo alla gente con cuore aperto verso tutti. Inoltre è stato un Papa attento al nuovo che emergeva nella società ed a quanto lo Spirito Santo suscitava nella Chiesa.
Con il vocabolario che gli era caratteristico e col suo linguaggio ricco di immagini e di metafore, ha sempre cercato di illuminare con la sapienza del Vangelo i problemi del nostro tempo, offrendo una risposta alla luce della fede e incoraggiando a vivere da cristiani le sfide e le contraddizioni di questi nostri anni di cambiamenti, che amava qualificare “cambiamento di epoca”.
Aveva grande spontaneità e una maniera informale di rivolgersi a tutti, anche alle persone lontane dalla Chiesa.
Ricco di calore umano e profondamente sensibile ai drammi odierni, Papa Francesco ha realmente condiviso le ansie, le sofferenze e le speranze del nostro tempo della globalizzazione, e si è donato nel confortare e incoraggiare con un messaggio capace di raggiungere il cuore delle persone in modo diretto e immediato.
Il suo carisma dell’accoglienza e dell’ascolto, unito ad un modo di comportarsi proprio della sensibilità del giorno d’oggi, ha toccato i cuori, cercando di risvegliare le energie morali e spirituali.
Il primato dell’evangelizzazione è stato la guida del suo Pontificato, diffondendo, con una chiara impronta missionaria, la gioia del Vangelo, che è stata il titolo della sua prima Esortazione Apostolica Evangelii gaudium. Una gioia che colma di fiducia e speranza il cuore di tutti coloro che si affidano a Dio.
Filo conduttore della sua missione è stata anche la convinzione che la Chiesa è una casa per tutti; una casa dalle porte sempre aperte. Ha più volte fatto ricorso all’immagine della Chiesa come “ospedale da campo” dopo una battaglia in cui vi sono stati molti feriti; una Chiesa desiderosa di prendersi cura con determinazione dei problemi delle persone e dei grandi affanni che lacerano il mondo contemporaneo; una Chiesa capace di chinarsi su ogni uomo, al di là di ogni credo o condizione, curandone le ferite.
Innumerevoli sono i suoi gesti e le sue esortazioni in favore dei rifugiati e dei profughi. Costante è stata anche l’insistenza nell’operare a favore dei poveri.
È significativo che il primo viaggio di Papa Francesco sia stato quello a Lampedusa, isola simbolo del dramma dell’emigrazione con migliaia di persone annegate in mare. Nella stessa linea è stato anche il viaggio a Lesbo, insieme con il Patriarca Ecumenico e con l’Arcivescovo di Atene, come pure la celebrazione di una Messa al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, in occasione del suo viaggio in Messico.
Dei suoi 47 faticosi Viaggi Apostolici resterà nella storia in modo particolare quello in Iraq nel 2021, compiuto sfidando ogni rischio. Quella difficile Visita Apostolica è stata un balsamo sulle ferite aperte della popolazione irachena, che tanto aveva sofferto per l’opera disumana dell’ISIS. È stato questo un Viaggio importante anche per il dialogo interreligioso, un’altra dimensione rilevante della sua opera pastorale. Con la Visita Apostolica del 2024 a quattro Nazioni dell’Asia-Oceania, il Papa ha raggiunto “la periferia più periferica del mondo”.
Papa Francesco ha sempre messo al centro il Vangelo della misericordia, sottolineando ripetutamente che Dio non si stanca di perdonarci: Egli perdona sempre qualunque sia la situazione di chi chiede perdono e ritorna sulla retta via.
Volle il Giubileo Straordinario della Misericordia, mettendo in luce che la misericordia è “il cuore del Vangelo”.
Misericordia e gioia del Vangelo sono due parole chiave di Papa Francesco.
In contrasto con quella che ha definito “la cultura dello scarto”, ha parlato della cultura dell’incontro e della solidarietà. Il tema della fraternità ha attraversato tutto il suo Pontificato con toni vibranti. Nella Lettera Enciclica “Fratelli tutti” ha voluto far rinascere un’aspirazione mondiale alla fraternità, perché tutti figli del medesimo Padre che sta nei cieli. Con forza ha spesso ricordato che apparteniamo tutti alla medesima famiglia umana.
Nel 2019, durante il viaggio negli Emirati Arabi Uniti, Papa Francesco ha firmato un documento sulla “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune”, richiamando la comune paternità di Dio.
Rivolgendosi agli uomini e alle donne di tutto il mondo, con la Lettera Enciclica Laudato si’ ha richiamato l’attenzione sui doveri e sulla corresponsabilità nei riguardi della casa comune. “Nessuno si salva da solo”.
Di fronte all’infuriare delle tante guerre di questi anni, con orrori disumani e con innumerevoli morti e distruzioni, Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all’onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili, perché la guerra – diceva – è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole. La guerra lascia sempre il mondo peggiore di come era precedentemente: essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta.
“Costruire ponti e non muri” è un’esortazione che egli ha più volte ripetuto e il servizio di fede come Successore dell’Apostolo Pietro è stato sempre congiunto al servizio dell’uomo in tutte le sue dimensioni.
In unione spirituale con tutta la Cristianità siamo qui numerosi a pregare per Papa Francesco perché Dio lo accolga nell’immensità del suo amore.
Papa Francesco soleva concludere i suoi discorsi ed i suoi incontri dicendo: “Non dimenticatevi di pregare per me”.
Caro Papa Francesco, ora chiediamo a Te di pregare per noi e che dal cielo Tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa Basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza.”

Gemma n° 2770

“L’amicizia è un dono raro, e io ho avuto la fortuna di trovarlo in quattro persone speciali: S, L, M e A. Da quando avevamo sette anni, siamo sempre state insieme, condividendo risate, segreti e momenti indimenticabili.
Abbiamo affrontato gioie e difficoltà, sostenendoci a vicenda senza mai lasciarci indietro. Ogni giorno passato insieme è un pezzo della nostra storia, un legame che il tempo non potrà spezzare, memorie incancellabili.
Queste mie amiche sono i pilastri più importanti della mia esistenza.
Sapete, io credo negli universi paralleli, ma sono certa che non ce ne sia neanche uno senza di loro.
Grazie per essere le migliori amiche che potessi mai desiderare, ogni giorno, fino alla fine.
Spero che rimanga così per sempre”.
(V. classe prima).

Gemma n° 2721

“Come gemma ho deciso di portare questa foto che rappresenta un po’ il legame tra me e mia cugina.
Per il mio quindicesimo compleanno i miei genitori mi hanno regalato due biglietti per il concerto di Alfa. Ho deciso di chiedere a mia cugina A. di venire con me dato che condivide la stessa passione per le canzoni di Alfa. Da quando ho ricevuto il regalo, non aspettavo altro che quel giorno da vivere insieme a lei, per cantare a squarciagola tutte le canzoni, dall’inizio alla fine.
Quella sera è stata una delle più belle della scorsa estate, trascorsa con una persona davvero speciale, una delle persone a cui tengo di più. Ci siamo ritrovate in un mondo tutto nostro, dove ogni canzone di Alfa sembrava parlare direttamente a noi, come se fossimo le uniche due persone presenti.
A. mi è sempre stata vicina. I miei genitori mi hanno raccontato che quando sono nata lei, ancora piccolina, aveva 7 anni, è venuta in ospedale a farmi visita e mi ha donato uno dei suoi peluches preferiti, Panciotto, un adorabile orsetto con qualche toppa che ho consumato a forza di abbracci.
Su lei posso sempre contare, mi ha sempre supportato anche nei momenti in cui avevo più paura e ansia come quando da bambina sono andata a fare il buco per gli orecchini e lei, che ce l’aveva già, ne ha fatto un altro insieme a me per darmi coraggio; oppure come il giorno dell’orale di terza media quando sono uscita da scuola e si è presentata con un magnifico e variopinto mazzo di fiori.
A. c’è e c’è sempre stata, con lei al mio fianco mi sento più sicura. È la sorella maggiore che non ho, non smetterò mai di volerle un mondo di bene”.
(E. classe seconda).

Gemma n° 2678

“Quest’anno, come gemma, ho deciso di portare una canzone. Non una semplice canzone, ma una canzone che mi risveglia i forti sentimenti che provo verso una persona: I. Nel giro di qualche anno, è diventata una delle persone più importanti per me. Lei c’è sempre stata, ci siamo sempre aiutate e sostenute a vicenda, nonostante tutte le difficoltà. Le sono grata per avermi regalato alcuni dei migliori momenti della mia vita fino ad adesso. Quando sono con lei, mi si risveglia una felicità unica, pura, quella che si prova solo con le persone con cui si sta veramente bene. Con lei, è come se tornassi un po’ bambina: riesce a farmi ridere in modo spensierato, facendomi dimenticare ogni preoccupazione.
Senza farlo apposta, abbiamo entrambe portato come gemma la medesima cosa: la nostra amicizia, la cosa più preziosa che abbiamo.
Questa canzone ad un certo punto dice “I knew you in another life; You had that same look in your eyes; I love you, don’t act so surprised”, e credo che questa frase riassume perfettamente la nostra amicizia. Ogni volta che la ascolto, penso alla persona speciale che ho accanto, a cui sono infinitamente grata, e che spero non se ne andrà mai”.
(B. classe quarta).

Gemma n° 2673

“Questo braccialetto mi è stato regalato da una mia cara amica che mi è stata molto vicina in un periodo molto difficile per me: senza il suo aiuto non so proprio come ce l’avrei fatta” (E. classe prima).

Gemma n° 2671

“Generalmente, fin da piccola, non sono mai stata una persona diffidente nei confronti degli altri; anzi, facevo amicizia molto facilmente e mi affezionavo subito alle persone. Col tempo, però, come penso sia successo a molti, questa mia caratteristica è cambiata radicalmente, non perché avessi deciso di diventare improvvisamente diffidente, ma perché molte persone sono passate attraverso la mia vita e ciascuna ha lasciato qualcosa, nel bene e nel male. E soprattutto, ognuna di loro ha portato via con sé qualcosa di me. Una di queste persone è stata quella che ha segnato un cambiamento profondo. È stata una delle esperienze più dolorose della mia vita, che mi ha cambiata profondamente, da cima a fondo, non lasciandomi più la stessa di prima. Dopo averla persa, dopo aver sperimentato il dolore di ogni delusione, mi sono ritrovata a riflettere più volte su ogni nuova amicizia, a mettere una barriera tra me e gli altri. E anche quando ho provato a fidarmi di qualcuno, lo facevo solo dopo averci pensato più volte, anche cinque, chiedendomi se fosse davvero giusto aprirmi e mostrare lati di me che forse avrei preferito tenere nascosti. Mi sono spesso pentita, ma di una cosa sono certa: di quella decisione non mi pentirò mai.
Poi, nel novembre 2022, la disposizione dei banchi in classe è cambiata. Mi è capitato di sedermi accanto a una persona che, inizialmente, non conoscevo. Non mi dispiaceva affatto la sua compagnia: era silenziosa, tranquilla, sembrava una persona pacata. E forse andava anche meglio così, pensavo. Tuttavia, un giorno l’ho vista triste, e, nonostante la mia reticenza a coinvolgermi emotivamente, ho fatto qualcosa che ha cambiato tutto: le ho scritto un bigliettino. Le ho detto che, se avesse avuto bisogno di parlare, sarei stata lì per ascoltarla, anche se non ci conoscevamo bene. Posso dire con certezza che molte volte mi sono pentita delle scelte fatte, avrei voluto tornare indietro e rimediare, cercando di capire se facendo le cose diversamente sarebbe andata meglio. Ma quella, di certo, è una delle pochissime cose di cui non mi pentirò mai. Sono passati ormai tre anni da quel bigliettino. Tanto è cambiato, quasi tutto. Le persone che mi stanno accanto sono diverse, sono cambiata io, ma lei è rimasta una costante nella mia vita. Ogni giorno che passa è sempre più bello averla accanto. B. mi ha insegnato molte cose, e io a lei. Abbiamo riso, abbiamo vissuto momenti che ci hanno arricchite reciprocamente. Da lei ho imparato la pazienza, ho capito cosa significa sentirsi apprezzata e perdonata anche quando si commettono errori. Ho imparato ad accettare i complimenti senza sentire il bisogno di aggiungere altro, se non un semplice “grazie”. Ho capito che è giusto riconoscere i propri limiti, senza pretendere sempre il massimo da se stessi, e soprattutto, ho imparato che a volte pensare a sé stessi non è un difetto, ma una necessità (anche se, forse, dovremmo farlo un po’ di più). Sono grata di poterla vedere ogni giorno in classe, di poter parlare con lei dall’altra parte della stanza. Sono grata di averla incontrata, di poterla chiamare amica. E soprattutto, sono infinitamente grata di averle scritto quel primo bigliettino, che ha cambiato la mia vita per sempre, arricchendola con qualcosa che non potrei mai scambiare con nulla al mondo. Senza di lei, mi sentirei come una metà vagante, incompleta”.
(I. classe quarta).

Gemma n° 2636

“Quest’anno ho deciso di portare come gemma il concerto di Taylor Swift a cui sono stata quest’estate e, in generale, l’intera esperienza che ho vissuto. Oltre al concerto in sé, che è stato a dir poco magico, tutta la giornata è stata speciale.
Dal viaggio fino a Milano, con l’emozione che cresceva a ogni chilometro, allo scambio dei braccialetti dell’amicizia con persone che condividevano la mia stessa passione, ogni momento è stato unico e indimenticabile. Entrare per la prima volta nello stadio, vedere il palco enorme, la folla di persone e sentire quell’atmosfera è stato qualcosa di indescrivibile.
Le luci, la musica e la voce di Taylor mi hanno fatta sentire in una dimensione totalmente diversa, come se il mondo fuori non esistesse. Cantare insieme a migliaia di persone che provavano le stesse emozioni mi ha fatto sentire libera e parte di qualcosa di molto più grande.
In particolare, ho deciso di portare questo momento del concerto in cui canta la mia canzone preferita in assoluto, Wonderland. Ogni sera del tour Taylor sceglieva quattro canzoni extra dalla sua discografia, diverse per ogni concerto, e io ho avuto la fortuna di ascoltare proprio questa. Questo momento in particolare, così come il resto dell’esperienza, è stato davvero indimenticabile e qualcosa che augurerei a chiunque di vivere almeno una volta nella vita” (A. classe quarta).

Gemma n° 2635

“Quest’anno sono stata molto indecisa su cosa portare come gemma, ma alla fine ho deciso che la scelta perfetta sarebbe stata mio fratello D. Nonostante i soliti litigi e discussioni tra fratelli, lui è una delle cose migliori che mi siano mai successe ed è parte integrante della mia felicità ogni giorno. Molto spesso ripenso a quando lui non c’era e provo ad immaginarmi se fossi rimasta figlia unica: impossibile. Gli voglio un bene dell’anima e spero che il nostro rapporto possa durare anche quando saremo grandi e ognuno prenderà la propria strada” (C. classe quarta).

Gemma n° 2588

“Come gemma ho scelto di portare il biglietto del concerto di Lana del Rey che si è tenuto il 4 giugno 2024 a Milano. Ho scelto questo oggetto perché ogni volta che lo vedo mi ricordo di quel fantastco giorno che ho trascorso con una mia amica. Nonostante le 12 ore di viaggio (tra andata e ritorno) e le 9 ore di attesa sotto il sole é stata un’esperienza fantastica che non dimenticherò mai e spero di vivere un momento simile di nuovo” (M. classe seconda).

Gemma n° 2578

“Oggi come gemma ho deciso di portare i biglietti di una partita che sono andata a vedere.
Il 5 maggio 2024 sono andata a Bologna a vedere una partita di basket della Virtus Segafredo Bologna contro Dolomiti Energia Trentino. Credo sia stata la giornata più bella di sempre e avrà sempre un posto nel mio cuore.
Ho regalato questi biglietti a una persona davvero importante, sapendo quanto a lei piaccia questa squadra. La sua reazione è stata indescrivibile ed è rimasta senza parole!
Siamo andate a Bologna in macchina e, una volta trovato parcheggio, abbiamo girato un po’ la città.
Bologna è meravigliosa e si è guadagnata il prima posto tra le mie città italiane preferite. Credo che questo sia legato principalmente ai ricordi che si sono creati qui.
Verso le 17 siamo andate verso l’arena e una volta entrate ho provato una sensazione incredibile. È stato tutto pazzesco: il riconoscimento, il riscaldamento, la partita e il tifo. PAZZESCO!
Siamo andate poi a mangiare in una fantastica trattoria: abbiamo diviso una lasagna e una cotoletta alla bolognese, erano buonissime!
Dopo siamo tornate alla macchina e abbiamo fatto ritorno in Friuli.
La mia gemma quindi non è solamente un biglietto di una partita, bensì una giornata indimenticabile”.
(R. classe terza).

Gemma n° 2565

“Ho voluto scegliere una foto della mia squadra di basket. 10 anni fa presi la decisione di provare per due allenamenti questo sport che non conoscevo e fu subito amore a prima vista. Non mi innamorai solamente del gioco, ma soprattutto del gruppo squadra che si andò a creare. Con la maggior delle persone in foto ci ho condiviso una marea di ricordi, tante vittorie ed altrettante sconfitte, viaggi e trasferte fuori casa ad orari improponibili. Sono grato di aver fatto parte e di essere ancora parte di questo gruppo e spero nel futuro di continuare a fare parte di questa squadra. Auguro il meglio a tutti quelli che hanno mollato prima di poter scattare questa foto e con quelli che ci sono spero di vincere il campionato regalandoci delle esperienze indimenticabili. Mi sento inoltre di ringraziare col cuore il mio vecchio allenatore, che ha sempre creduto in me anche quando io non lo facevo. Grazie” (F. classe terza).

Gemma n° 2564

“Anche per me è arrivato il momento di presentare la mia ultima gemma e devo dire che avevo tante idee che mi frullavano in testa ma poi quella di portare G. come gemma è prevalsa su tutte.
Questa è una delle nostre prime foto insieme e risale al giorno dell’anno scorso quando, in gita a Lubiana, abbiamo comprato un draghetto di peluche ciascuna nonostante il loro prezzo assurdo per dare loro nomi altrettanto assurdi tipo “Comodino” e metterli a dormire con noi nel letto dell’hotel; è stata una delle prime cose che abbiamo fatto assieme e penso di poter dire che questa sia un’esperienza che rappresenta molto bene il nostro modo di essere.
Ho deciso di portare G. perché nell’ultimo anno è diventata una delle persone più importanti della mia vita e mi ha aiutata a crescere in tutti i modi in cui avrei potuto farlo. La sua presenza è stata per me fondamentale soprattutto in alcuni periodi recenti: quando avevo bisogno di qualcuno lei c’è sempre stata e spero questa cosa valga e sia valsa anche per lei.
Questa gemma per e su G. è una specie di ringraziamento, molto singolare lo ammetto, perché dirle queste cose direttamente sarebbe stato troppo normale e per me un po’ difficile quindi niente, solo grazie”.
(I. classe quinta).

Gemma n° 2563

“Fortunatamente, quest’anno non ho avuto alcun dubbio su cosa portare come gemma. Sin dal primo momento, sapevo esattamente cosa avrei scelto, perché si tratta di un’esperienza a cui sono stata particolarmente legata nel 2024. Ho deciso di portare il concerto di Sfera Ebbasta, al quale ho assistito il 15 giugno a Lignano. È stata un’esperienza indimenticabile, ed è proprio per questo che ho scelto questa foto scattata alla fine del concerto, quando purtroppo tutto stava per finire.
Quel concerto è stato, senza dubbio, uno dei più belli della mia vita, se non il più bello in assoluto. Ha segnato per me l’inizio dell’estate, di quel periodo dell’anno che aspetto per la sua leggerezza e spensieratezza. Per quell’oretta e mezza la musica mi ha fatto dimenticare le preoccupazioni e le ansie quotidiane, comprendendo a pieno il vero significato della musica. È stato come un simbolo del passaggio a una stagione in cui mi sento finalmente libera di vivere a pieno, senza pensieri o stress.
Inoltre, c’è un altro motivo per cui questo concerto è stato così speciale per me: è stato il primo concerto di una persona a me cara e vederla finalmente felice è stata la cosa migliore di quella serata. Condividerlo insieme ha reso l’esperienza ancora più unica.
Per me, questo concerto rappresenta molto più che un semplice concerto: è stato l’inizio di un’estate speciale, un’estate che mi ha regalato momenti di felicità e spensieratezza, e che porterò sempre nel cuore”.

(N. classe seconda).

Gemma n° 2557

“Per quest’ultima gemma, ho deciso di parlare della mia migliore amica, M.
Io e M. ci conosciamo da quando abbiamo più o meno tre anni, e dal primo incontro all’asilo non ci siamo più separate.
M. mi è stata accanto in tutti i momenti più importanti della mia vita, sia in quelli “sereni” che in quelli più difficili.
Forse è un po’ un cliché, ma con lei ho fatto le esperienze più belle della mia vita, tra cui il concerto dei Coldplay quest’estate, a cui non avrei pensato ad un’altra persona con cui andarci se non lei.
Certo, non glielo dico spesso, ma non credo di aver mai conosciuto una persona tanto importante come lei nella mia vita.
Grazie a M. ho avuto la fortuna di conoscere quello che è il vero significato dell’amicizia, e per questo le sarò per sempre grata”.
(E. classe quinta).

Gemma n° 2543

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare l’estate 2024. È stata una delle migliori estati di tutta la mia vita, ho fatto nuove (fantastiche!!) conoscenze ed esperienze. È stata l’estate giusta al momento giusto. Durante i mesi di Giugno e Luglio ho “lavorato” ad un centro estivo in spiaggia ed è stata un’esperienza veramente meravigliosa! Mi sono affezionata molto ai bimbi nonostante stessero con noi solo pochissime settimane.
Ad Agosto, invece, sono partita per una vacanza differente dalle precedenti, perché non c’era solo la mia famiglia ma molte di più. Ho trascorso la prima parte del mese assieme a dei ragazzi già noti che ho potuto conoscere meglio, aggiungerei fortunatamente.
Dopo un po’ di giorni ci hanno raggiunto altre 6 famiglie e insieme abbiamo passato dei giorni unici e spensierati, in luoghi tranquilli che quasi sembravano “riservati” per noi, perché raggiungibili solamente in barca.
Purtroppo tutti abitiamo distanti tra noi e riuscire a vedersi anche d’inverno è molto difficile. Fortunatamente, però, siamo sempre in contatto e riusciamo a far sembrare di essere sempre insieme! In poco tempo sono diventate tra le persone più importanti nella mia vita.
Spero di passare un’estate altrettanto magnifica nel 2025!”
(M. classe terza).

Gemma n° 2531

“Per la gemma di quest’anno ho deciso di portare questa fotografia dell’appartamento in cui ho passato alcune settimane nelle estati passate. L’appartamento rappresenta qualcosa di molto importante per me poiché ci convivevo con la mia migliore amica, con cui ho uno splendido rapporto ma purtroppo ci vediamo poco. Lo considero emblematico della nostra amicizia, che nonostante tutti gli anni e i trascorsi, non fa altro che rafforzarsi ogni giorno di più e anche se il tempo che passiamo insieme non è molto, rimaniamo comunque inseparabili e qualsiasi cosa accada lei sarà sempre la prima a cui vorrò raccontarlo, per piangere o ridere che sia”(S. classe quarta).