Gemma n° 2585

Immagine creata con ChatGPT®

“Dopo una lunga riflessione sulla scelta della gemma, ho pensato a ciò che sono, a ciò che mi è più conosciuto e vicino e sono giunta alla conclusione che non c’è nulla di più importante per me della musica, ma in particolare del canto. Le sono talmente legata che quasi ogni mio ricordo è collegato ad una canzone o melodia.
Sento il canto come la mia più grande passione, nonché un modo per esprimere le mie emozioni e sensazioni. Cantando mi sento libera di essere me stessa, mi rilassa portandomi in uno stato meditativo che mi aiuta a gestire i miei stati d’animo.
Non è importante ciò che canto, ma il fatto che lo faccio per me stessa. Perfino quando mi esibisco davanti a centinaia di persone, mi dimentico del pubblico e riesco a contattare una sensazione di serenità che mi mette totalmente a mio agio.
Trovo che la musica sia un mezzo per avvicinarsi alle persone, indipendentemente dall’età o dagli stili di vita, proprio per questo mi dispiace che viviamo in un paese che dà così poca importanza a questo aspetto.
Spero di non abbandonare mai questa mia passione e di riuscire a trasmetterla ad altri”.
(G. classe terza).

Gio Evan, uomo di parole

Da qualche anno ascolto i brani di Gio Evan, mi è anche capitato di utilizzarli in classe. Per questo mi sono ritrovato molto nelle parole di Cristina Moretti che ha scritto un articolo su Rocca.

“Lo scorso 12 marzo ho assistito per la prima volta ad un concerto di Gio Evan che si è esibito al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto con una tappa del suo tour Fragile/Inossidabile. Un’opera poliedrica, prodotta e organizzata da Baobab Music & Ethics, fatta di monologhi, poesie, canzoni e gag cui un pubblico diversificato ha applaudito coinvolto ed emozionato.
Non avevo mai partecipato ad un suo evento e ascoltato le sue parole ma poi ho capito perché piace tanto ai millennials (per la verità non solo a loro, tanti adulti – uomini e donne – erano lì a cantare ed applaudire).
All’anagrafe Giovanni Giancaspro, Gio Evan è un artista poliedrico che delle parole fa poesie, romanzi e canzoni. Dopo l’esordio letterario a 20 anni, nel 2012 avvia un progetto musicale, conquista poi la notorietà sui social, nel 2021 partecipa al Festival di Sanremo e continua a scrivere libri, poesie, gag con le quali fa sorridere il suo pubblico ai suoi concerti-spettacolo.
Il segreto di tanto successo credo sia la consapevolezza del potere che hanno le parole, la capacità di saperle scegliere ed utilizzare per esprimere le emozioni e i sentimenti dei tanti ragazzi e ragazze che lo seguono, che nelle sue opere trovano l’esatta espressione dei loro pensieri, uno specchio di quello che provano ma che da soli non sanno dire. E così, con estrema semplicità riesce a farle arrivare al cuore dei suoi fan, soprattutto millennials, che sanno le canzoni a memoria e cantano con lui, ridono delle sue battute e applaudono alle sue poesie, sincere, dirette, una freccia di cupido che li lascia innamorati.
A colpirmi particolarmente è stata la sua grande considerazione per le persone e le relazioni che tra esse si sviluppano, davvero sembra conoscere i tormenti dell’animo umano e delle potenzialità nascoste in ogni persona. Durante lo spettacolo ti prende e ti conduce in un viaggio emotivo durante il quale esplori e affondi le mani nella tua interiorità, scopri sentimenti nascosti e li porti alla luce perché possano parlarti e dirti qualcosa. Nel suo vasto repertorio ognuno predilige e si aggrappa ad una poesia, ad una frase, ad una strofa, la lascia risuonare dentro e d’improvviso si sente compreso, “visto”, “sentito” e, in definitiva, si sente meglio.
Quando ha parlato di sua nonna e di quelle che lei chiama persone medicina mi è venuto da sorridere perché anche a me è capitato di essere definita come una sorta di medicina, che placa l’animo e infonde serenità. E a quel punto è partito il mio viaggio emotivo e mi sono in parte ritrovata nel suo Persone medicina, brano in cui esprime in modo poetico l’idea che alcune persone hanno un effetto curativo su di noi, come se fossero una medicina per l’anima:

Nonna le chiamava “persone medicina”
Diceva che ci sono persone che quando le guardi guarisci
Che appena le senti calmano i battiti, aggiustano i polsi
Ti aprono le persiane del cuore
E fanno entrare la luce vera, quella del sole.

Queste “persone medicina” sono coloro che ci portano conforto, calmano le nostre ansie e ci aiutano a guarire. Sono le persone da frequentare, quelle che ci fanno sentire meglio e ci accompagnano nel nostro percorso. L’intero testo è un inno all’importanza delle relazioni umane e alla capacità di alcune persone di essere vere fonti di guarigione.
Gio Evan ha uno stile musicale che si distingue per la sua profondità emotiva e la sua fusione di elementi diversi. I testi sono molto introspettivi, ricchi di metafore e riflessioni sulla vita, l’amore, la fragilità e la forza interiore. Le sue canzoni spesso esplorano temi personali e universali. La musica che accompagna i suoi componimenti non si limita a un genere specifico. Evan mescola abilmente elementi del pop, dell’indie e della musica d’autore, passando per il folk e la musica elettronica. Questa varietà rende le sue canzoni fresche e capaci sempre di sorprendere. Non teme di sperimentare con arrangiamenti e suoni. Questa curiosità artistica si riflette nella sua musica, che può variare da ballate delicate a brani più ritmati.
Essendo anche un poeta, contamina di poesia la sua musica, le sue canzoni sono spesso come versi musicali, con immagini vivide e significati nascosti.
Spettacolo molto interessante e piacevole. Gio Evan è un artista che sfugge alle etichette e si muove liberamente tra i generi regalando al pubblico una varietà di esperienze non solo musicali ma anche interiori.
“Stai attenta a quello che mi dici, abbi cura delle parole, dosale bene, scegli quelle giuste, quelle che ti esplodono da dentro, quelle che senti fin giù alla pancia. Dimmi solo quelle che crede il tuo cuore.”(da Il libro).

Gemma n° 2511

“Amore, amore, amore, amore, amore A M O R E, ma in fin dei conti cos’è l’amore?
L’amore sono le farfalle nello stomaco? La montagna russa di emozioni quando vedi la persona che ti piace? La gioia di incrociare quel determinato sguardo?
Io non so definire l’amore, l’amore è tutto e niente. Una cosa così bella, così primordiale, così perfettamente imperfetta non si può definire secondo me.
L’amore credo sia la cosa più pura che l’essere umano possa provare sulla sua pelle.
Amare qualcuno. Dedicargli il proprio tempo, le proprie attenzioni, scoprire le nostre insicurezze, lasciarsi guardare dentro.
Non tutti sono in grado di amare, perché non tutti hanno la forza di farsi guardare dentro.
Per amare ci vuole coraggio, e prima di amare qualcun altro dobbiamo amare noi stessi. Dobbiamo tentare di amare tutto di noi, anche i demoni nascosti, solo la nostra facciata di finta perfezione. Nel mondo c’è talmente tanta apparenza che anche la realtà sembra quasi distorta, ma noi dobbiamo essere bravi ad amare quella realtà ingenua.
Amarsi.
Nel periodo adolescenziale tra l’altro, io credo che sia così difficile amare se stessi, c’è chi non ci riesce nemmeno dopo una vita.
Il 2023 è stato un anno movimentato, fino a giugno per me andava abbastanza bene, ero innamorata persa di un ragazzo che ha saputo amare me per come realmente sono.
Mi ha amata con tutte le mie paranoie, le mie insicurezze, le mie ansie, i miei problemi, mi amava e basta come io amavo lui.
Amavo i suoi occhi, il sorriso, le braccia che mi facevano sentire a casa, al sicuro, protetta.
Amavo il suo carattere, molto affine al mio, amavo il modo in cui pronunciava il mio nome, amavo lo sguardo pieno di amore e denso di una tale dolcezza.
Non ho mai amato nessuno così. Non so se amerò ancora così, il che mi spaventa, perché so di aver amato con l’anima.
Purtroppo la relazione finì. Lui mi ha insegnato che oltre ad amare incondizionatamente gli altri devo amare altrettanto me stessa. Che amarsi è giusto e bisogna farlo.
Nonostante tutto il dolore che lui mi ha fatto provare alla fine della relazione, e per tutti i mesi successivi, mi ha veramente dimostrato che l’amore esiste.
Ci sono persone che ti sanno guardare nell’anima così a fondo che potrebbero navigarci dentro, e lui sapeva farlo, sapeva capirmi, gli bastava uno sguardo e io scioglievo tutte le mie difese.
Lui è stato il mio primo amore, forse il mio grande amore, non lo so; so solo che ci siamo amati.
Nella mia anima porterò sempre il ricordo di quei mesi insieme, le prime esperienze, custodirò tutto gelosamente nella memoria e nel cuore.
L’amore però non è solo questo, tutti nella loro vita hanno incontrato o incontreranno l’amore.
L’amore per me è mia zia che anche in fin di vita, mi ha sempre dato un motivo per sorridere, mi ha sempre dato forza.
L’amore è la voglia di vivere che lei aveva, tutte le lezioni che mi ha insegnato e tutti i bellissimi ricordi che ho con lei. Mia zia era una persona meravigliosa, che purtroppo se n’è andata a causa di una brutta malattia.
Io la ricordo con il sorriso, ricordo la sua risata così tanto contagiosa, ricordo le sue frasi che mi scaldavano il cuore.
Mi ricordo la sua grande sensibilità, la grande emotività che aveva, la gioia che sapeva portare in ogni singola stanza appena entrava.
L’amore è mia zia che durante una camminata mi dice di cercare di essere sempre felice nella mia vita, ed è un insegnamento che spero tutti quanti possano ricevere.
La vita bisogna godersela perché non si sa mai quando può finire, bisogna viverla a pieno sempre e comunque.
La vita non è brutta, ci sono momenti più difficili, ma bisogna saper trovare il bello in tutto.
Questo mi ha insegnato lei, vivere, anzi vivere di amore.
Mi ha insegnato che l’amore è così tanto forte che va oltre a tutto quanto, e che l’amore si può ritrovare ovunque in qualunque momento, e che amore è anche amicizia.
L’amicizia per me è una forma di amore.
Quando si è amici si è complici, con uno sguardo ci si capisce, in una amicizia si può trovare un’anima così tanto affine a noi che possiamo definirla gemella.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di trovare dei veri amici, e li ringrazio ogni giorno di più.
Personalmente ho difficoltà a fidarmi, a mostrare la mia anima, ma quando incontro un vero amico, so che posso farlo e che lui/lei può farlo con me.
Tra i banchi di scuola ho incontrato delle persone che per me sono speciali.
E. é una delle persone a cui tengo di più, abbiamo un’amicizia particolare, ma bellissima.
In prima mi ricordo che non mi stava così simpatica, poi con il passare del tempo ho capito quanto lei fosse speciale.
Entrambe abbiamo il nostro caratterino, ma se lei non ci fosse le mie giornate sarebbero più grigie.
Parlando con lei, mi ha detto che nell’amicizia c’è amore: è lei che ne dà molto, si prende cura di me quando ne ho bisogno, mi asciuga le lacrime quando piango, e la stessa cosa faccio io per lei, difatti sono grata di avere lei come amica.
La mia gemma dunque è questa, sono le persone che porto nel cuore, che io amo, i veri amici o gli amori, persone che comunque mi hanno cambiata e anche influenzata nel corso del tempo.”
(G. classe quarta).

Gemma n° 2506

“Dovrei partire dicendo che scegliere l’argomento di questa gemma sia stato difficile ma non è così. Mi è stato detto scegli una cosa che ti rappresenta, che ti fa stare bene e la prima cosa a cui ho pensato è stata la danza: la  mia più grande passione, ma a volte anche la mia più grande delusione, il posto in cui tutti i miei pensieri scompaiono e fanno posto alla leggerezza, il posto in cui mi sento me stessa al cento per cento e dove posso esprimermi senza parole, dove tutto mi sembra perfetto.
Con lei ho un rapporto di amore e odio: la felicità ad aver fatto un passo in maniera corretta, ma anche la delusione di non riuscire a fare quel passo provato una marea di volte, l’euforia prima di salire sul palco, ma il non sentire di aver dato il massimo appena finito di ballare e infine la sensazione di vuoto dopo una gara andata male. Tutte queste sensazioni, tutte queste emozioni ormai fanno parte di me e anche se sono emozioni negative mi fanno capire che sto facendo la cosa giusta, la cosa che mi fa stare bene. Oltre alle tante emozioni e alle tante esperienze che mi ha regalato, la danza mi ha dato delle amiche vere con cui entrare in sala ogni lezione: ciò mi sprona ancora di più e senza di loro ogni emozione provata non sarebbe stata la stessa. Ci supportiamo e sopportiamo a vicenda nei momenti di tensione e di felicità e ci siamo sempre l’una per l’altra” (B. classe prima).

Gemma n° 2504

Un individuo senza memoria non è nessuno questa era la frase che più attirava la mia attenzione quando entravo in una delle aule principali della mia scuola media. Ogni mattina leggevo questa frase cercando di immaginare chi sarei stata senza ricordi, senza memoria, ed ogni volta mi sorprendevo per quanto mi spaventasse l’idea di perdere me stessa. Sempre negli stessi anni, riordinando meticolosamente la mia stanza per procrastinare, trovai una scatola con scritto il nome di mia madre. Particolarmente incuriosita decisi di aprirla. Con grande sorpresa trovai una serie di foto ed oggetti della sua infanzia ed adolescenza. Corsi in soggiorno per mostrarle questa mia grande scoperta. Ricordo ancora quanto mia madre si illuminò di gioia alla vista di quei ricordi ormai lontani. Da quel momento mi si accese qualcosa dentro: la paura di dimenticare e di essere dimenticata. Da quel momento in poi iniziai (quasi ossessivamente) a memorizzare più cose possibili cercando di catturare ogni momento come una fotografia e a raccogliere “pezzi” significativi della mia vita all’interno di vecchie scatole di scarpe. Ogni scatola ha al suo interno una “me diversa”, ed ognuna di queste porta con sé tanti piccoli souvenir che la rappresentano in tutto e per tutto. Molti mi hanno definito come una persona romantica e nostalgica, sempre accompagnata da quella strana malinconia che tutti abbiamo vissuto almeno una volta nella nostra vita. Negli ultimi anni mi sono resa conto di quanto io viva di ricordi: li avvolgo e riavvolgo all’infinito come se la mia testa fosse un proiettore degli anni ‘60. Recentemente però, ho anche realizzato quanto vivere nel passato non mi consenta di vivere al 100% nel presente e, senza dimenticare il peso e l’incidenza che hanno i ricordi, ho compreso che se voglio avere in futuro altri ricordi da vivere, devo immergermi nell’attimo e assaporarlo lentamente cercando di lasciarlo sciogliere senza avere fretta. Questo perché il “presente” di oggi sarà il “passato” di domani, ed il futuro sarà a sua volta il “presente” di questo domani, dunque il segreto per avere splendidi ricordi “da vivere” è, banalmente, vivere.
Probabilmente ho detto una delle cose più scontate su questa terra, a volte però dando sempre per scontato qualcosa, alla fine si finisce per dimenticarla/trascurarla. Il mio obiettivo è quello di avere in mano tutte le esperienze, tutti i momenti, tutti gli attimi, tutti i sorrisi, tutto il mio vissuto, “registrato” e custodito, così da poterlo rivivere di nuovo e poterlo condividere con le persone che amo. I ricordi permettono di rivivere momenti ed emozioni senza lasciarli morire, se qualcosa non viene dimenticato non si può definire effettivamente morto. Proprio per questo amo fare foto e video, voglio ricordare e raccontare, voglio che resti qualcosa di tutta questa meraviglia.
Questa è la scatola 2022-2023. Non la riapro spesso, ma ogni volta che lo faccio trovo sempre qualcosa che credevo di avere dimenticato”.
(C. classe quarta).

Gemma n° 2460

“Quest’anno ho deciso di portare come gemma la canzone Blue Jeans di Lana Del Rey. Questa canzone, nonostante sia una delle più conosciute di Lana, ha una grande importanza per me e mi ha aiutata in diversi momenti difficili e complicati della mia vita. Ascoltandola mi sentivo e mi sento tuttora compresa e rassicurata in qualche modo, perché la maggior parte delle parole del testo rispecchiano me, i miei sentimenti e il mio modo di fare: infatti mi ci ritrovo e mi consola quando penso di essere strana a pensare o provare certe emozioni in determinate situazioni. Oltre a ciò mi piace anche per il bel ritmo e per la voce di Lana, che è la mia cantante preferita” (E. classe quarta).

Gemma n° 2456

“Ho scelto di portare una canzone di Tedua che si chiama Soffierà ed è contenuta all’interno dell’album “La divina commedia” uscito nel 2023. Tedua per me è stato una nuova scoperta dell’anno scorso e subito le sue canzoni mi sono entrate dentro, merito alla sua scrittura.
Questa canzone (fonte https://www.songtell.com/it/tedua/soffier) parla del potere delle emozioni di una persona e dell’influenza, non per forza negativa, che possono avere su di essa. Utilizza la figura del vento come metafora per far capire che le emozioni sono in grado di trasportare via le sensazioni negative e i dolori e che quindi portano un’aria di cambiamento.
La canzone descrive anche un contrasto tra la coscienza sporca del cantante e l’innocenza della persona protagonista (la mia coscienza è sporca, la tua innocenza è pura). Il cantante è consapevole di poter contaminare la persona, ma si chiede se la persona vuole ancora prendersi cura di loro. E anche in questo caso il vento viene utilizzato come simbolo dello stato emotivo del cantante”.
(C. classe quarta).

Gemma n° 2444

“Come gemma per quest’anno ho scelto di portare la canzone di Billie Eilish What was I made for uscita quest’estate all’interno del soundtrack ufficiale del film “Barbie”. Penso che questa canzone esprima esattamente cosa vuol dire essere donne, o meglio, per quanto mi riguarda, ragazze. Quello che trovo di bello in questa canzone è la delicatezza della melodia, accostata a dei versi forti e molto significativi. Personalmente la prima volta che l’ho sentita durante il film, sono rimasta senza parole da quanto era bella; di solito prima di emozionarmi per una canzone uno o più ascolti sono d’obbligo, con questa canzone invece è stata questione di pochi secondi. Ritrovare me stessa in questi lyrics per me è stato immediato. Una delle frasi che ho subito riconosciuto come mia è stata “when did it end, all the enjoyment”. Questo verso mi ricorda il distacco dall’essere bambine al diventare (non completamente) adulte. Ciò che prima era normale, come mangiare un piatto di pasta in più o essere rumorosa quando parli in pubblico, viene visto come fuori dal normale, come qualcosa di sbagliato. La leggerezza dell’essere bambine scompare, tutto il tempo che prima passavi a divertirti adesso lo spendi preoccupandoti di come uscirai vestita il giorno dopo o di quanto mangerai per evitare di sembrare ingorda o strana agli occhi degli altri. La leggerezza piano piano va via, per fare spazio alle paure e all’angoscia di non essere perfette (la stessa che si trova durante il film in Barbie). Concludo dicendo che tutti, maschi o femmine che siano, dovrebbero ascoltare almeno una volta nella vita questa canzone, aprendo il proprio cuore e lasciando che le proprie emozioni scorrano e si  esprimano per ciò che sono” (I. classe terza).

Gemma n° 2405

“Anche quest’anno, come tutti gli altri, ero indecisa su che gemma portare, quindi ho scelto le due più significative.
La prima è un video che ho realizzato circa un mese fa e che riassume alcuni dei momenti più belli del mio 2023. Ho cercato di inserire tutte le persone che hanno migliorato le mie giornate anche se purtroppo ho perso molte foto e molte ne sono rimaste escluse.
Come seconda gemma ho deciso di portare questa foto che non vuole rappresentare le medaglie in sé ma lo sport che c’è dietro di esse. Pratico ginnastica ritmica da quando avevo sette anni, quindi da ormai 10 anni. È sempre stato il mio posto sicuro, la mia seconda casa, un luogo in cui ho sempre avuto l’opportunità di esprimermi e di sentirmi libera. Tanto sudore e tanta fatica, ma alla fine anche tante soddisfazioni. Questo è quello che questo sport mi ha trasmesso, dei valori importantissimi che fanno bagaglio per la vita di tutti i giorni. Con tanto impegno e determinazione si può arrivare ad un traguardo, ma solo con le persone giuste al proprio fianco la fatica non peserà. A pensare che questo è l’ultimo che pratico ginnastica mi piange il cuore. Purtroppo gestire studio, sport e ulteriori corsi è diventato veramente impossibile e quindi mi trovo costretta a rinunciare a qualcosa. Le cose che mi mancheranno di più saranno sicuramente le chiacchierate durante l’allenamento, l’ansia nel momento prima di entrare in pedana, la settimana dei campionati nazionali, ma soprattutto la gioia e la fierezza che si prova dopo aver concluso un esercizio. Ricorderò questi anni come i più belli della mia vita, non dimenticherò mai i bellissimi momenti che ho vissuto e sarò sempre grata per le emozioni che questo sport mi ha regalato”.
(S. classe quarta).

Gemma n° 2387

“Oggi come ultima mia gemma (si spera) ho voluto portare una delle persone più importanti della mia vita che purtroppo è venuta a mancare nel 2020, mio zio.
Il nostro incredibile legame nasce da una delle prime batoste che mi ha segnato in modo indelebile, un incidente stradale in cui ho rischiato la vita nel 2018.
Nei giorni di ricovero ricordo che lui venne a trovarmi portandomi il nuovo FIFA e ne fui entusiasta, da quell’anno il nostro legame appunto si arricchì anche grazie alla passione per i videogiochi.
Tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 gli venne diagnosticato un tumore maligno, scoperto troppo tardi. Inizialmente non sapevo che dire o fare, vivevo la mia vita tranquillamente tanto pensavo che la chemio o le medicine potessero fare qualcosa, ma non fu così. Man mano che il tempo passava, la sua sofferenza cresceva e mi sentivo impotente di fronte al futuro che si avvicinava. La cosa che mi ha fatto più arrabbiare è stata l’impossibilità di salutarlo per l’ultima volta in ospedale. L’ultimo ricordo che ho di lui da vivo è il peggior ricordo e la peggiore immagine che almeno io in 19 anni di vita abbia mai visto, anche peggiore dell’incidente, e il fatto di essere molto empatico ed altamente sensibile non è stato certamente di aiuto. Dopo la morte di mio zio a dicembre 2020 un’altra perdita importante nella mia vita mi travolge, la mia prima ragazza mi lascia. L’insieme delle due cose mi fa cadere in depressione portandomi a riflettere su certe cose e spingendomi a fare atroci pensieri su me stesso e sul porre fine a tutto quanto; grazie all’aiuto di una psicologa e 2 anni di lavoro ne sono finalmente uscito nonostante continui ad essere pessimista e a far finta che vada tutto bene. Non si vive una volta sola, si muore una volta sola e si vive ogni giorno, questo per dire che ognuno deve saper cogliere i bei momenti e saper farli coesistere insieme alla sofferenza che a parer mio ci accompagnerà fino alla fine dei nostri giorni. Inoltre ho deciso di portare 3 canzoni che riassumono quello che provo tutt’ora riguardo a quello che mi è successo.

La prima canzone è Tutti i miei idoli sono morti di Chiello che per me rappresenta l’assenza di figure nella mia vita che possano darmi sostegno perché non ci sono più: penso a mio zio o penso anche a juice wrld che nonostante io non l’abbia mai conosciuto mi ha sempre aiutato a comprendere di più me stesso.

La seconda canzone è la più struggente delle 3 ed è Where does your spirit go di The Kid Laroi, un altro dei miei cantanti preferiti nonché pupillo di juice: in questa canzone parla della morte di juice che io ricollego con le parole del testo alla morte di mio zio ed è anche per questo che evito di ascoltarla tanto.

L’ultima canzone potrà sembrare che non c’entri nulla, ma per me rappresenta un po’ la liberazione da un circolo vizioso che mi ha fatto solo stare peggio. La canzone è Algoritmo, sempre di Chiello e, come già detto, ascoltandola mi fa sentire libero da quella parte di me che vuole farsi solo male.
Per concludere vorrei dare un messaggio a chiunque legga questa gemma: non provate a prevedere ciò che può succedervi di male perché ci starete solo peggio, ma fate in modo che il dolore liberi tutte quelle emozioni che sono rinchiuse dentro di voi perché si resiste fino ad un certo punto e non abbiate paura di parlarne con qualcuno perché sfogarsi fa bene e farà sempre bene. Grazie”.
(G. classe quinta).

Gemma n° 2362

“Come gemma ho deciso di portare un film che s’intitola The Notebook o in italiano Le pagine della nostra vita. Ho deciso di portarlo perché è il mio film preferito e i temi che tratta, di cui il principale è quello dell’amore, mi stanno molto a cuore. Questo film mi ha trasmesso delle sensazioni uniche e indimenticabili. Io sono oltretutto una ragazza assai sensibile e le sensazioni che mi ha trasmesso mi sono rimaste davvero impresse” (B. classe terza).

Gemma n° 2349

“Ad aprile di quest’anno ho visitato una mostra immersiva dedicata a Gustav Klimt intitolata Sinfonia di arte immersiva.
Il filo conduttore della mostra era la “sinfonia”, il suono che nasce da ogni immagine, da ogni quadro, da ogni decorazione e dai pensieri dell’artista.
Verso la fine del percorso si entrava in una enorme sala con alcuni divanetti e su tutte le pareti, perfino sul pavimento, erano proiettati motivi geometrici, dipinti dell’artista e immagini relative al suo stile ma anche alla sua biografia. Da questo luogo era possibile accedere ad altre due salette minori: la prima conteneva un’installazione intitolata “La danza dei sensi” che consisteva in un recinto dentro al quale erano installati dei teli che si alzavano e si abbassavano, grazie a delle ventole, a creare delle onde.

La seconda si chiamava “Stanza degli specchi” ed era una saletta interamente ricoperta di specchi, anche il pavimenti e il soffitto, a eccezione della parete di fondo dove si trovava uno schermo sul quale erano proiettati diversi motivi scintillanti e glitterati che si riflettevano in tutta la stanza in modo tale che sembrasse di essere all’interno di un caleidoscopio. Ricordo di essermi seduta in un angolo di questa stanza in modo tale da essere completamente circondata dalle immagini e di essermi sentita estremamente piccola in confronto a quello che sembrava essere l’infinito.

Stanza degli specchi

La musica classica e maestosa che si sentiva rendeva il tutto ancora più avvolgente e pareva proprio di stare dentro ad un vortice.
Nella prima sala sono invece rimasta seduta per minuti interi a osservare quei teli che si muovevano e che mi donavano una sensazione di leggerezza e spensieratezza, tanto che il mio respiro vi si era quasi sincronizzato.
Ho apprezzato molto questa esperienza perché mi ha permesso di staccare la testa, almeno per qualche ora, dalla vita quotidiana e di dimenticarmi completamente della realtà, proiettandomi in un’altra dimensione più calma e meno frenetica”.
(A. classe quarta).

Gemma n° 2324

“Come mia gemma di quest’anno ho deciso di portare questa collana. Ci sono molto affezionata perché viene direttamente dalla Colombia e mi è stata portata da una persona molto speciale che è entrata nella mia vita in questo ultimo anno. Questa persona mi ha fatto scoprire sentimenti ed emozioni tutte nuove, mi ha fatto capire quanto valgo e mi ha aiutata a migliorare anche nei rapporti con gli altri; questa persona era totalmente inaspettata ma mi ha fatta immediatamente sentire apprezzata e a mio agio. Questa collana significa tanto sia perché il ciondolo è bellissimo e luminoso, sia perché questo regalo simboleggia per me un gesto d’affetto molto grande visto che arriva direttamente da un altro continente e mi fa capire che qualcuno ha pensato a me perfino in Sud America. Spero di poter tenere con me questa collana e la persona che me l’ha regalata per sempre” (R. classe seconda).

Gemma n° 2289

“Come gemma ho deciso di portare lo spettacolo “Incantamenti” a cui ho preso parte con il mio gruppo di danza a Cividale del Friuli nel 2021. Lo spettacolo verteva sulle statue mitologiche dell’artista Alessandro Romano, a cui noi abbiamo fatto da cornice con musiche epiche ispirate ai vari personaggi e con coreografie rappresentative. Ho amato questo spettacolo in particolare perché ho sentito l’ispirazione del progetto veramente viva. Ho passato con il gruppo di danza alcune settimane in cui la scuola di danza era chiusa a causa del covid a coreografare nel giardino di fronte e sono stati dei momenti che mi hanno veramente rapita in particolare per le musiche e le suggestioni che ne sono venute fuori. Per esempio, una coreografia era ispirata al cosmo e alle costellazioni, una alla forza brutale del Minotauro e un’altra all’ipnosi di Medusa. Inoltre è stato il primo spettacolo dopo la pausa dal Covid, e tornare ad esibirsi in piazza a pochi metri dalle persone con quelle luci meravigliose è stata un’emozione inspiegabile” (E. classe quarta).

Gemma n° 2273

“Come gemma ho deciso di portare “una parte di me”, la musica.
Per questa gemma ho deciso di “rubare” l’idea di Marracash utilizzata in Persona e quindi di dividere me stesso, le mie abitudini e i miei sentimenti associandoli a degli album o canzoni specifici.

Testa/Ragione: la testa, questa è la mia parte più razionale dunque come album ho deciso di portarne 3 che rimandino a questa cosa.
Il primo è Carattere speciale di Thasup, ormai mio cantante preferito (italiano) da 6 anni. In questo album si può notare un cambiamento e una maturazione da parte sua sia nella voce e nelle basi sia nei testi i quali mi sono sempre piaciuti e mi aiutano a ragionare e a risolvere problemi con me stesso da parecchio tempo. Il secondo album che ho deciso di portare è Fighting Demons di Juice WRLD, il suo secondo album postumo. Se il primo di questi due era incentrato sulla celebrazione e il ricordo, questo non ha uno scopo ben preciso ma è sicuramente più profondo in quanto tocca argomenti come l’abuso di sostanze e le sue cause, il pentimento e principalmente la salute mentale, che ultimamente, nel mio caso, non è in gran forma. Io devo tutto a lui, il primo tatuaggio è dedicato a lui, i poster in camera sono quasi tutti suoi, insomma la mia vita gira quasi tutta intorno a lui e a ciò che credeva, 999! (cercate il numero angelico se volete il significato). L’ultimo album che ho deciso di portare per questa parte di me è Fuck Love: over you, già dal titolo si può capire parecchio. Dare precedenza alla ragione e allontanare quasi il cuore per superare una rottura, cosa c’è di meglio che ascoltarsi un disco triste dopo che ci si è lasciati? Penso molte cose ma io la affronto così.

Petto/Cuore: il petto, cuore, amore, farfalle nello stomaco. Se quando sto male il cuore lo lascio da parte, quando mi prendo bene per una persona o qualcosa divento cieco e i prossimi album lo rappresentano parecchio.
Il primo è sempre di Juice WRLD, Death Race For Love: in quest’album Juice dà il meglio di sé riguardo ai sentimenti, la cosa incredibile è che non ha mai scritto nulla, ogni album è un insieme di freestyle registrati a raffica come una mitragliatrice. Il secondo album è letteralmente un pezzo del mio cuore, 23 6451 (le basi) di Thasup, primo album di Davide, mi ricordo ancora le emozioni del primo ascolto, incredibili. Pensare che alla mia età lui faceva uscire quest’album e io sono qui a piangerci sopra fa ridere. Anche in quest’album possiamo trovare parecchi riferimenti ai sentimenti e al fatto di isolarsi quando si sta male. L’ultimo album riguardante il cuore è Oceano Paradiso di Chiello, artista che ho scoperto relativamente da poco grazie ad un mio amico del piano di sopra. Che dire, è struggente, la sua musica mi entra dalle orecchie ed esplode nel cuore, trasmette veramente tanto ed è solamente al primo album, non vedo l’ora di ascoltarne di nuovi (in aggiunta vorrei mettere due canzoni, Ribbon in the sky di Stevie Wonder e Where does your spirit go di Laroi. Una era la canzone preferita di mio zio e la ascolto se devo sfogarmi e piangere per ricordarlo, l’altra è in memoria di Juice e tendo a non ascoltarla per evitare di piangere).

Braccia/Movimento: le braccia. Ho associato i prossimi album al movimento in quanto si distaccano completamente dai precedenti (a parte Blanco che ho messo a caso) e sono più felici e caotici quindi meno tristi.
Il primo stranamente è di Juice, Goodbye & Good Riddance, album di debutto che contiene Lucid dreams, la sua canzone più famosa mezza plagiata a Sting. In questo album trovo delle sonorità che mi fanno muovere tutto, cantare, ballare e chi più ne ha più ne metta. Il secondo è appunto Blu Celeste di Blanco e l’ho messo perché più che ballarlo mi piace cantarlo sotto la doccia con quel suo timbro strano (un po’ copiato da Thasup) e basta, bravo Blanco. L’ultimo album è di Machete, Bloody Vinyl 3 che a parer mio è una bomba. È colmo di artisti che si incastrano alla perfezione e varia di generi e sonorità, l’ho riscoperto da poco, l’avevo comprato autografato da thasup, young miles, low kidd e slait (i principali compositori di quest’album) e quindi è stato piacevole riscoprirlo per scuoterci la testa a tempo come quando è uscito.

Gambe/Routine: le gambe le ho associate alla routine che compio ogni giorno, quindi sveglia alle 5, caffè, sigaretta in fermata e camminata dalla stazione delle corriere fino a scuola. Questi album vanno a tempo con le mie gambe difatti la prima cosa che faccio è mettere spotify una volta alzato dal letto.
Il primo è una raccolta dei Bee Gees, gruppo anni 70/80 dei quali mi ha fortunatamente trasmesso la passione mio padre con i suoi vinili. il ritmo di quegli anni mi fa camminare come se fossi nella febbre del sabato sera, unico. Il secondo si allontana completamente dai bee gees infatti è la raccolta dei Nocturnes di Chopin, il mio compositore classico preferito, un genio, un pazzo, con la sua musica mi fa volare e la stanchezza alle gambe nemmeno la sento. L’ultimo non è un album ma sono i miei 830 brani preferiti su spotify che quando ho voglia metto in ordine casuale per farmi il tragitto stazione-scuola.

Conclusioni: questa era dunque una parte di me ma è solo la punta dell’iceberg. Devo tanto alla musica, se non fosse stato per lei in certi momenti probabilmente non sarei qui. Devo anche tanto a Juice che grazie alla sua musica non mi fa sentire troppo inutile e grazie a lui riesco a dare peso ai miei momenti no e a capirli.
I miei brani preferiti di ogni album:
fighting demons – DOOM
carattere speciale – mi ami o è fake
Fuck love – about you
Death Race For Love – make believe
23 6451 – bubb1e 9um
Oceano Paradiso – pietra di luna
bee gees – more than a woman
Chopin – nocturne n.20
Grazie”
(G. classe quarta)

Gemma n° 2237

“Come gemma di quest’anno ho scelto di portare le mie prime punte di danza, che conservo ancora oggi e simboleggiano la mia passione più grande. La danza per me non è solo un semplice sport o una disciplina ma è qualcosa di speciale, un’arte con cui poter esprimere i miei sentimenti e le mie emozioni. Avevo quasi quattro anni quando i miei genitori mi accompagnarono alla scuola di danza per la mia prima lezione. Mi ricordo ancora l’agitazione e l’emozione di iniziare questa incredibile disciplina che tutt’oggi rappresenta una parte integrante nella mia vita. La danza rappresenta per me un momento di svago, un momento nel quale posso davvero distaccarmi da tutto e da tutti riuscendo ad esprimere tutta me stessa, senza pensare ad eventuali difficoltà quotidiane. Danzare è una sensazione bellissima che mi permette di liberare la mente lasciandomi trasportare dalla musica. È insomma veramente importante per me e, nonostante i sacrifici e l’impegno che implica, non avrei mai pensato di poterla abbandonare” (G. classe terza).

Gemma n° 2170

“Sono tifoso dell’Inter da quando avevo 12 anni. Seguo questa squadra attivamente, e ieri il gruppo storico dei “Boys” ha annunciato lo scioglimento, mettendo fine ad un capitolo indelebile della storia del tifo nerazzurro, ma che mi ha fatto anche fare una domanda: perché seguo il calcio? “È solo un gioco” mi hanno sempre detto… “ventidue tizi in bretelle che corrono dietro ad un pallone”. Non posso biasimarli, perché fondamentalmente hanno ragione, e ancora oggi mi chiedo: perché lo faccio? Perché ogni domenica ascolto la radiolina per soffrire a causa di uno sport? Più e più volte sono andato a dormire con una sensazione di gonfiore al fegato, ho insultato quegli undici giocatori, ho pianto… Ne vale la pena? La mia risposta è sì. Perché nessun’altra cosa al mondo ti riesce a trasmettere emozioni simili, perché quando senti dalla radio o dalla TV il boato dei 60.000 di San Siro capisci che sei parte di una famiglia, così per l’Inter come per le altre squadre. Sono sensazioni uniche, che ti porterai sempre dentro, e lo senti dentro di te che non la abbandonerai mai, che nonostante le difficoltà la tiferai ovunque, anche in Lega Promozione.
La regola è una sola: non tifate questa squadra se siete deboli di cuore!
PAZZA INTER AMALA
🖤💙🐍CN69
(L. classe terza).

Gemma n° 2154

Fine Line

Amore.

Odio.

Entrambi sono il potere più forte esistente, ma c’è una leggera differenza tra queste due parole.
“L’amore” rappresenta un forte legame che continua a vivere dentro di te, che fa riscaldare il tuo cuore e che ti rende felice.
“L’odio” rappresenta un forte legame che continua a vivere dentro di te, che fa riscaldare il tuo cuore e che ti rende triste.
“Felice” e “triste” sono l’unica differenza tra questi due legami.

Amore e Odio.

Odio e Amore.

Queste due parole sono ancora più simili.
“Amore e Odio” rappresenta una connessione tra “Amore” e “Odio”, dove “Amore” è il primo che si manifesta, seguito da “Odio”.
“Odio e Amore” rappresenta una connessione tra “Odio” e “Amore”, dove “Odio” è il primo che si manifesta, seguito da “Amore”.
L’ordine di “Amore” e “Odio” è l’unica differenza tra queste due connessioni.

Odio nell’Amore.

Amore nell’Odio.

Queste due emozioni, invece, sono molto più diverse tra loro.
“Odio nell’Amore” significa amare qualcuno e permettere a te stesso di odiarlo a volte. Non è sbagliato. Non è qualcosa di cattivo. È normale. È normale lasciare spazio all’odio per l’amore. L’amore è la sensazione principale, quindi non scomparirà e l’odio non la supererà mai completamente.
“Amore nell’Odio” significa odiare qualcuno e a volte lasciarsi amare. È qualcosa che di solito accade inaspettatamente e che non può essere prevenuto in alcun modo. Potrai continuare a pensare di odiare quella persona, ma il tuo cuore si sta riempiendo di amore verso di loro. E non puoi farci niente. Tutto l’odio che senti si trasformerà progressivamente in amore.

C’è una leggera differenza tra i due legami.
C’è una piccola differenza tra le due connessioni.
C’è un significato completamente diverso tra le due emozioni.

C’è una linea molto sottile tra “Amore” e “Odio”.
E ci sono volte in cui questa linea sottile è più presente.

Una linea sottile che rappresenta l’intera relazione. A volte li odi, a volte li ami, può iniziare con amore e odio e poi trasformarsi in odio e amore. E, infine, senti l’amore nell’odio e l’odio nell’amore.
L’odio nell’amore è ciò che meglio definisce l’amore dal mio punto di vista: le cose possono andare male e potrei doverti odiare per un po’, ma dentro di me so che è amore e che non posso cambiarlo.

Siamo una linea molto sottile.

Gemma n° 2145

“Eh sì, è arrivato il fatidico momento. Come l’anno scorso, per me scegliere cosa condividere con voi è molto difficile, ho sempre preso molto seriamente questo “lavoro”, eh si, perché per molti potrà sembrare un semplice momento di svago della lezione dove si condivide di solito un momento bello della propria vita perché, diciamocelo, nessuno ha voglia di portare negatività in classe, si ha sempre un po’ paura di confidarsi e si finisce per scartare l’opzione di raccontarsi in modo molto profondo. Eppure io oggi voglio fare proprio questo. Non ho mai criticato chi ha deciso di portare come gemma una semplice foto che ricordasse un bel momento, o un portafortuna etc…etc…, anzi mi rende felice il fatto che la gente condivida un bel momento, però per me non è abbastanza, è come se mi sentissi in dovere di raccontarmi, di farmi conoscere, e dunque sono sempre indeciso su cosa portare. La gemma… che bell’opportunità. Ebbene, all’inizio non l’ho mai colta bene, sia per pigrizia perché chi ha voglia con tutti i problemi che ci affliggono di spendere tempo su di essa (la gemma) e in più anche per timidezza perché non avevo voglia di condividere la mia vita. Dall’anno scorso invece ho capito il vero valore di questo compito, questo perché col tempo sono maturato e ho capito che magari raccontarmi può servire a qualcuno e la gente può riflettere attraverso i miei pensieri, anche se questa cosa fino ad ora non mi è mai accaduta, o meglio, io non l’ho mai notata perché nessuno mi ha mai detto qualcosa dopo che io mi sono confidato, e questa cosa mi fa molto arrabbiare perché poi ci chiediamo “che senso ha fare tutto ciò se poi agli altri APPARENTEMENTE non sembra importare qualcosa? Forse vogliamo solo liberarci?” Allora avrebbe senso scriverle queste cose e basta. Non lo so, sono molto confusionario, non riesco a darmi delle risposte. Ma giuro che dopo ci ritorno su questo discorso (del fatto che mi arrabbio). Concludo questa prima parte riprendendo l’importanza di questa gemma, ribadendo quanto per me sia un momento importante e forse liberatorio e di cui ho capito l’importanza solamente crescendo e maturando e forse mi renderò ancora di più conto di questa importanza della gemma solo più avanti e non potrò mai ringraziare il prof. Del Mondo.
MUSICA E GLI ALTRI
Che titolo strano ahahah… lo sto scrivendo senza pensarci troppo eppure mi suona così bene. La musica per me ha sempre rappresentato il mio specchio, la mia ancora, il luogo dove rifugiarmi e dove elaborare i miei pensieri; per me rispecchiarmi nella musica e nel pensiero degli altri è molto importante perché la maggior parte delle volte mi ci ritrovo in questi pensieri. Avrei dovuto spiegare il significato della musica per me già l’anno scorso, ma preso dall’emozione in classe non l’ho fatto e allora lo farò oggi portando 2 canzoni molto importanti per me che hanno dei testi molto profondi: uno parla della mia generazione, come la canzone e il video che ho portato l’anno scorso e di cui vorrei menzionare una citazione: “la vita va di corsa, la vita non aspetta, ma già la vita è corta, tu vuoi la vita stretta” SalmoLunedì. Ho quasi sempre i brividi quando ascolto questa frase perché in fondo la vita è già piena di problemi, abbiamo mille cose a cui pensare, ci sono 70000 problemi che ci circondano eppure non ci interessa, quello che ci interessa è apparire agli altri… che cazzata! E vorrei lasciare appunto un immagine del video che ho portato l’anno scorso e che può far capire molto meglio cosa intendo.

Penso non ci sia altro da aggiungere. In più l’anno scorso ho portato il significato dell’amicizia molto importante per me e non avevo ancora trovato qualcuno con cui confidarmi. Quest’anno, invece, fino ad una settimana fa sì, pensavo di aver trovato la mia copia perfetta di amico che mi potesse capire e supportare e invece così non sembra essere…che vita beffarda. Sto trovando però supporto da una ragazza che non ho mai voluto far scompensare perché non ho mai voluto condividere i miei problemi; infatti io e lei parliamo maggiormente di scuola e ci divertiamo molto… il che sembra banale, invece il distrarsi e scacciare via i cattivi pensieri è molto importante! Lei si chiama G. e la devo ringraziare molto perché mi aiuta e cerca di farmi vedere il lato positivo delle cose in quanto io sono molto negativo e testardo; questo è veramente bello, lei è veramente profonda e matura. Infine sempre l’anno scorso ho portato l’intro dell’album di Rkomi, artista molto profondo che sembra la mia copia, e definisce la vita come una corsa, come una macchina dove lui deve guidare e ispirare gli altri e con me lo sta facendo tutt’ora. Per me la macchina è una metafora molto importante, per “macchina” intendo proprio l’auto. La vita è una corsa in macchina, essa è la nostra bolla dove ci rifugiamo quando piove, a volte rallentiamo perché tutto va male, altre volte acceleriamo perché pensiamo di essere al sicuro e vogliamo raggiungere subito quella cosa (l’amore nel mio caso, che è il secondo argomento di oggi) e poi ci andiamo a schiantare. Dopo esserci schiantati l’auto va cambiata (la persona amata va lasciata perdere) e non abbiamo sempre i soldi per cambiarla, non vorremmo cambiarla, andiamo sempre alla ricerca dello stesso modello e il punto più difficile è proprio l’andare avanti; non vogliamo renderci conto che stare senza quella determinata persona è la cosa più giusta da fare. Voglio citare un’altra canzone di Rkomi e poi giuro che inizio con la mia gemma odierna. La canzone si chiama Più lei che noi in quanto noi diamo importanza molte volte all’amore e lasciamo perdere stupidamente le amicizie. Nella canzone lui dice: “presi in tempo quel volo però persi un amico”. Appena ci capita una ragazza davanti a noi, cerchiamo sempre di non farcela scappare dando ascolto solo a lei e non ai nostri amici, qualcuno questo giustamente non lo accetta e se ne va. Finisco col dire che l’indecisione quest’anno era tanta; volevo portare il significato di che cos’è una famiglia e raccontare le mie esperienza e tante altre cose e alla fine ho optato per raccontare di me attraverso 2 canzoni che parlano della mia generazione, di me stesso e dell’amore.
Non vivo più sulla terra

Vorrei riflettere su alcuni punti significativi.
Il primo è il titolo; non vivo più sulla terra. È proprio nella parte strumentale finale della canzone che non vivo più sulla terra in quanto inizio a pensare e realizzare tutta la mia vita, come sono cresciuto, i miei problemi, come sarà il mio futuro, mi lascio trasportare senza pensarci troppo.
Ora mi soffermo su alcune frasi
Sei ricco quando te ne accorgi
La verità è che stare immobili serve con le api, d’accordo.
Beh qua è molto difficile rendersi conto delle persone che abbiamo accanto, pensiamo sempre di essere ricchi ma alla fine queste persone ci tradiscono e la verità è che stare immobili serve con le api che sennò ci pungono e non con gli altri: BISOGNA ANDARE AVANTI, FREGARSENE E PENSARE A SE STESSI.
Mi hanno detto: “Farai strada, ma chi ami poi dovrà piangerti
Chiamami quando passi”
Mi ritengo una bella persona e molto matura e poi quando la gente mi perde capisce veramente cosa ha perso e piange, cerca di chiamarmi ma io non rispondo, mi è successo poco tempo fa…
Un bimbo mi ha detto, “Non si è mai troppo grandi”
Un vecchio invece che non lo sei mai abbastanza
Questo sono io del passato, io piccolo che dico a me del futuro che non si è mai troppo grandi, non si smetterà mai di crescere, mentre un vecchio, ovvero l’io grande, ripensa a quello che si è detto da piccolo e pensa di aver detto una stupidaggine perché pensa ormai di essere uomo e di aver affrontato tutto della vita e così non è, non si smette mai di diventare grandi.
Non vivo più sulla terra
Vuoto, mi bussi alla porta
Vuoi che mi abbandoni all’aria?
Cielo, facci strada
Diecimila voci e tu mi dici di calmarmi
Dovrei prendere esempio da te
Che non hai ancora mai perso il controllo
La monotonia è uno dei problemi più grandi che mi perfora dentro e non mi lascia mai stare. Il vuoto mi bussa alla porta, ci sono dei pomeriggi in cui nulla sembra avere un senso, guardo il vuoto e cerco di non pensare, non riesco a fare nulla.
Volete che mi abbandoni all’aria? Che il cielo, DIO, mi faccia strada? Non credo, in questo periodo della vita la religione rappresenta un problema, ha sempre rappresentato un problema, non riesco a capirla, se Dio esiste veramente perché la vita di molti va male, NON ESISTE COMPASSIONE, IO NON CREDO CHE DIO VOGLIA IL MALE, lui l’ha creato però secondo me è la tentazione il male che ha creato, i vari peccati che tutt’ora esistono, ma non il male interiore, non penso lui voglia che la gente stia male. Massimo Pericolo in una sua canzone dice: “Se esiste Dio perché tua madre ha il cancro?” Nessuno potrà mai rispondermi e convincermi.
Poi entra in gioco l’amore e il discorso dell’arrabbiarmi : “Diecimilavoci e tu mi dici di calmarmi…
dovrei prendere esempio da te che non hai ancora mai perso il controllo.”

Quando stai male la gente inizia a darti consigli da tutte le parti, e sbaglia, non ti lascia pensare e stare da solo, pensa di aiutarti e invece…Come posso restare calmo davanti a situazioni del genere? Dovrei prendere esempio da te, persona immaginaria, che non hai ancora mai perso il controllo… E io lo perdo facilmente, ora sto raccontando tutto questo ma forse a pochi interesserà. A CHI IMPORTA CIÒ CHE STO DICENDO, CI SONO MILLE PROBLEMI però questo mi fa arrabbiare, una riflessione molto articolata e poi nulla, mi svuoto di una parte di me per poi? cosa otterrò? un confronto? non lo so. NON SONO IN GRADO DI DARMI DELLE RISPOSTE. Nella canzone poi si dice: “come fossi tu la legge per cui gira il mondo” infatti… chi sono io? chi sono io per ricevere delle attenzioni da terzi… non sono io al centro del mondo, ogni persona è afflitta da tanti problemi, non ha tempo di starmi ad ascoltare. Questa cosa mi fa arrabbiare ma devo accettarla perché è giusto così, quante volte nella vita accettiamo cose che non vorremmo? SEMPRE, digerisco anche questa volta e vado avanti. Però che fastidio, ci sono sempre per gli altri, ascolto sempre pur stando nel mio, senza costringere nessuno a raccontarmi nulla. Io fuori sono sempre stato simpatico e solare, carino, sempre fatto complimenti a tutti e gli altri a me? Mai nulla, anche per un semplice abbraccio, l’ho sempre dovuto cercare io. Io sono questo qui, quello che sto raccontando adesso, non sono sempre felice, quando sono solo di notte soprattutto dove penso e scrivo meglio, sono tutt’altra persona, la gente non lo capisce. Che bella la notte, vorrei andare di notte sopra gli autobus e ascoltare musica, mi sfogherei molto, ma non ho tempo. BASTA, PENSO SEMPRE AGLI ALTRI E MAI A ME STESSO, non sto trovando spazio per me, non faccio più quello che mi piace, non vado più in palestra… etc… vorrei riniziare a suonare il piano…
Non so cosa voglian le persone
Non so cosa si dicano la notte per farsi coraggio
La notte è un momento dove la maggior parte delle volte io sto da solo e penso, quindi non lo so cosa si dicano le persone la notte. La notte è un momento di pensiero, dove si ragiona meglio e si elaborano i pensieri più belli e concreti. Ma è anche il buio, io ho paura del buio.

Mi giro e non ci sei già più, yeah
Se fosse sempre buio
Come distingueresti il giorno?
Mi giro e non ci sei già più… pensiamo sempre di contare su di una persona, ci apriamo sin da subito e poi… il giorno dopo se ne va… cambia comportamento, tutti abbiamo una maschera e rivelare noi stessi è molto difficile.
Vorrei che fosse sempre notte, che il giorno non esistesse perché durante la notte tiro fuori la parte più intima e migliore di me, ma come distinguerei il giorno se ci fosse solo la notte? Il tempo non lo posso cambiare, il tempo cura, il tempo è l’unico maestro, l’unica forma d’amore.
So che sei da qualche parte, in un ricordo che non vedo
In un pianeta non molto lontano, le canzoni sono ciò che mi hai fatto
E ti guardo mentre scappi (Yeah), ti giri dall’altra parte (Yeah)
I tuoi problemi sono a casa e non serve che ti aspettino svegli
Ci capissi qualcosa di più di qualcosa, anche tu di’ qualcosa
Caddi così in basso, riuscivo a guardarti da sotto la gonna
È la fine del mondo o è solo il sangue che circola?
E la mia migliore emozione è una canzone che odio.
La cosa migliore è dimenticare il passato, la cosa + difficile. Io so che le persone che in passato mi hanno fatto male esistono ancora, ma per fortuna in un ricordo che non vedo, o meglio che non voglio vedere e ricordare ma inevitabilmente è dentro di me. In passato quando bisognava affrontare un problema, l’ho sempre affrontato da solo, l’altra persona durante la discussione si girava dall’altra parte e quando tornava a casa i problemi la tormentavano perché quella persona era consapevole che scappare non è mai la scelta migliore, bisogna affrontare tutto anche se a volte si sta male. Altre volte invece non capisco nulla dell’amore, vorrei sentirmi dire qualcosa dall’altra parte e l’unica cosa è il NON LO SO, lo scappare dai problemi e questo mi fa rimanere male e cadere in basso. “Le canzoni sono ciò che mi hai fatto”; io mi rispecchio molto in questa canzone perché le parole scritte in questa canzone ma anche in tutte le altre canzoni che ascolto spesso, rispecchiano qualcosa che delle persone mi hanno fatto in passato.
LA MIA MIGLIORE EMOZIONE, È UNA CANZONE CHE ODIO
Nessuno vorrebbe rispecchiarsi in queste parole, me compreso, non è bello vivere queste esperienze, ma servono a crescere, stare soli, stare in solitudine molte volte aiuta e serve, non per forza bisogna avere un costante bisogno di persone attorno a noi. Questa canzone è molto emozionante ma la odio perché non vorrei più vivere queste esperienze ma so che ritorneranno, la vita è un cerchio.
LA GENESI DEL TUO COLORE

La generazione… quella in cui l’indifferenza regna, l’unica cosa che conta è stare bene con noi stessi e farci vedere bene dagli altri. Dunque non vogliamo dimostrarci deboli eppure mostrandosi forti io dico che in realtà ci si dimostra deboli.
Il mio pensiero ruota tutto attorno a una frase di questa canzone: COLORA L’ANIMA, CON UNA LACRIMA.
È una frase corta e concisa, che ti entra dentro… PIANGERE ci fa sfogare, ci fa mostrare la parte migliore di noi, spesso associamo il piangere all’essere deboli, io penso l’esatto contrario. Noi giovani non vogliamo piangere, l’adolescenza è breve e ce la vogliamo godere, diventare grandi e pensare che non potremo più divertirci ci spaventa, non abbiamo tempo di stare male. Condividere tutte le nostre sensazioni invece è la chiave, mostrarci per come siamo. Se tutti piangessimo e condividessimo questi momenti intimi, coloreremmo l’anima della nostra generazione. Un mio difetto è quello di non riuscire a piangere in pubblico, mi è successo veramente pochissime volte, io vorrei sempre scoppiare in lacrime ma non ci riesco, al massimo mi commuovo ma non riesco. Solo quando sono a casa mia, chiuso nella mia stanza, sfogo tutto me stesso.
Non sarà la neve
A spezzare un albero
Avessi finito sarebbe stato meglio
Di averti visto piangere in uno specchio
E mi manca la tua voce ormai
Ora che, ora che, ora che sei qui
Io sono qui
Ci vestiremo di vertigini
Mentre un grido esploderà
Come la vita quando viene
Mai smetterai canterai
Perderai la voce
Andrai, piangerai, ballerai
Scoppierà il colore
Scorderai il dolore
Cambierai il tuo nome

Avessi finito sarebbe stato meglio
Hai poco tempo ormai
Per vivere una vita che non sentirai
Chiudo il sole in un attimo

Anche se non dormirò oh
E i pensieri passano
Come eclissi resti qui
Io resto qui
E danzeremo come i brividi
Mentre la vita suonerà
Con le dita tra le veneziane

In queste righe del brano riecheggia l’essere se stessi: molte volte preferiamo fingere per non vedere gli altri piangere e stare male senza renderci conto che è meglio dire subito le cose piuttosto che far passare il tempo” (G. classe quarta).

Gemma n° 2099

“Questa canzone la sento sempre nei momenti in cui sono un po’ triste in quanto mi dà forza e mi fa sentire meglio. Quando ho paura di non farcela, di non riuscire a raggiungere un obiettivo, mi spinge a reagire e mi da l’ottimismo e la positività per affrontare ogni problematica che la vita mi pone davanti.
Soprattutto questa canzone mi fa pensare a quanto la musica sia importante nella mia vita, quanta forza mi da, come riesca a farmi cambiare umore e ad essermi d’aiuto quasi come una terapia nei momenti difficili.
La musica mi aiuta ad esprimere i miei sentimenti, ad esternarli e sfogare le mie emozioni.
Ho sempre attribuito grande valore alla musica la quale, personalmente, in alcuni momenti, mi ha dato un conforto maggiore rispetto alle parole di altre persone.
È sicuramente il mezzo che mi consente di riflettere molto con me stessa, di dar voce alle mie emozioni, ai miei pensieri tirando fuori e facendomi scoprire la parte più nascosta di me stessa” (L. classe quarta).