Gemme n° 165

https://www.youtube.com/watch?v=SGrEt5mjTY4

Da quando si sono sposati, i miei genitori sono nel cammino neocatecumenale, alla riscoperta del battesimo. Hanno sentito la vocazione missionaria di andare in un paese straniero; essendo mia madre islandese, quella sarà la destinazione. All’inizio non ero particolarmente convinta, ma ora lo sono molto di più e sono contenta di farlo. Qui ho portato il video dell’incontro con il papa a cui abbiamo partecipato anche noi”. Questa è stata la gemma di A. (classe quinta). Qui l’intero intervento del papa (scritto). Riporto una delle frasi centrali: “Quanto bisogno ha l’uomo di oggi, in ogni latitudine, di sentire che Dio lo ama e che l’amore è possibile!”.

Battersi il petto

7-28 ottobre 2012: a Roma si sta tenendo il Sinodo dei Vescovi sul tema della nuova evangelizzazione. Riporto alcuni “mea culpa” emersi in questi giorni:

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Padre Adolfo Nicolas, superiore dei gesuiti. «La nuova evangelizzazione deve imparare dagli aspetti buoni e meno buoni della prima evangelizzazione. Mi sembra che noi missionari non l’abbiamo fatto con la profondità richiesta. Abbiamo cercato le manifestazioni occidentali della fede, e non abbiamo scoperto in che maniera Dio ha operato presso altri popoli. E tutti ne siamo impoveriti».

Monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione: «Ci siamo rinchiusi in noi stessi. Mostriamo un’autosufficienza che impedisce di accostarci come una comunità viva e feconda che genera vocazioni, tanto abbiamo burocratizzato la vita di fede e sacramentale».

Socrates Villegas, arcivescovo filippino: «Perché in alcune parti del mondo c’è una forte ondata di secolarizzazione, una tempesta di antipatia o pura e semplice indifferenza verso la Chiesa? La nuova evangelizzazione richiede nuova umiltà. Il Vangelo non può prosperare nell’orgoglio. L’evangelizzazione è stata ferita e continua ad essere ostacolata dall’arroganza dei suoi agenti. La gerarchia deve evitare l’arroganza, l’ipocrisia e il settarismo. Dobbiamo punire quanti tra noi sbagliano, invece di nascondere gli errori».

Timothy Dolan, presidente della Conferenza episcopale Usa: «La risposta alla domanda “cosa c’è di sbagliato nel mondo?” non è la politica, l’economia, il secolarismo, l’inquinamento, il riscaldamento globale… No. Come scrisse Chesterton, “la risposta alla domanda cosa c’è di sbagliato nel mondo sono due parole: sono io».