Gemma n° 2270

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È da due mesi che devo portare la gemma, ma tra una cosa e l’altra non ho mai avuto occasione.
In più tutti sono testimoni di quanto io fossi indecisa e abbia cambiato idea mille volte perché volevo portare qualcosa di significativo per me e riuscire a raccontarlo.
Oggi come gemma vorrei portare una perla di saggezza a cui hanno contribuito due miei cari amici.
Un mese fa io e il mio ragazzo, ormai ex, ci siamo lasciati e ci sto ancora male, perché quando una cosa che ti faceva stare benissimo ti viene tolta dalla tua quotidianità ci si sente come se mancasse un pezzetto.
È da qualche giorno che io dico di sentirmi come una mela che è stata morsa e che quindi ha paura di “marcire” e peggiorare, perdere la sua scintilla diciamo. E allora, come faccio spesso e volentieri, proprio ieri sera ho chiesto consiglio al mio angelo custode A.

Ieri sera:
E le ho scritto in un mio momento di malinconia che accade frequentemente in questo periodo: mi sento come una mela morsa cosa dovrei fare?
A: “La mela rimarrà morsa, il morso non si può riattaccare. Ma quando troverai la persona giusta o passando del tempo da sola, inizierai a dimenticare la presenza di questo morso”
> “E se fa i vermi e poi marcisce?”
A: “se la conservi bene non succede”
> “Consigli su come conservarmi meglio?”
A: “Devi tenere a te stessa per preservare il resto della mela. Non pensare troppo a trovare qualcuno di giusto, ma inizia ad apprezzare la tua stessa compagnia e le cose che ti circondano. Fare le cose che ti piacciono e che ti fanno stare bene. E (non fare come me) agisci eventualmente quando vedi un possibile interesse da parte di qualcuno, ovviamente se interessa anche a te”

Stamattina:
Ho raccontato a M. la questione della mela per sapere cosa ne pensasse.
E a ciò che ha detto A. ha aggiunto:
M: “La mela si deteriora solo in quel punto lì, intorno, quindi rimane intera e resiste, e tu resisti”
M: “Quando sarai piena di morsi fammi sapere”
> “Quella volta cambieremo la mela piantando i semi e ne farò crescere un’altra”.
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P: “Potresti anche cercare il limone.
Se lo spruzzi sulla mela impedisce di ossidarsi e cicatrizza”
(grazie prof)
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(G. classe quarta).

Gemma n° 1778

“Da un anno a questa parte sto ascoltando spesso Chlorine dei Twenty One Pilots: non è un periodo molto bello per me e questa canzone mi sta aiutando a star meglio”

Questa la gemma di V. (classe seconda). Ho fatto fatica a comprendere il testo in classe, nonostante V. avesse scelto il video che lo riportava. Allora ho fatto una ricerca in rete, mi sono visto il video originale che metto qui sotto e ho trovato questo su Auralcrave:
“Si intitola Chlorine, uno dei singoli dei Twenty One Pilots, estratti da Trench, quinto fortunato album in studio del duo formato da Tyler Joseph e Josh Dun. La clip è una delle più criptiche mai viste. Nel filmato che accompagna il brano, vediamo Tyler e Josh che puliscono e riempiono d’acqua una piscina sporca, mentre vengono osservati da una piccola creatura bianca fantastica, di nome Ned. “Ned è una persona molto importante per noi. È stato un nostro amico per un po’, ora lo stiamo presentando al mondo certi che i nostri fan lo adotteranno e faranno loro”, ha spiegato il duo in un’intervista rilasciata al magazine russo VK. L’importanza di Ned e di quello che simboleggia è racchiuso tutto in questa frase pronunciata da Tyler: “Sì, Ned ci ha salvato.”
Il mistero aumenta. Cosa mai rappresenterà questo strano personaggio?
Ned è il potere purificatore che la musica ha. Il cloro, pur essendo una sostanza chimica pericolosa, viene utilizzato per eliminare sostanze indesiderate. Ned aspetta che la vasca sia colma per tuffarsi, quasi a indicare la via di purificazione anche per i due ragazzi che appaiono tristi e appesantiti da pensieri e scorie della vita. Ned è l’amico che tutti vorremmo avere accanto, quello che nel momento del bisogno è lì a indicarci il modo per riprenderci in mano la vita e scrollarci di dosso le negatività.
“Sorseggiando direttamente cloro lascio che le vibrazioni mi scivolino addosso” (“Sippin’ on straight chlorine let the vibe slide over me”) “Il momento è medicina, il momento è medicina sorseggiando direttamente cloro” (“The moment is medical, moment is medical sippin’ on straight chlorine”).
Nel commovente intermezzo Tyler canta “I’m so sorry I forgot you”. Ma quello di cui si è dimenticato non è qualcuno esterno. È lui stesso che ha dimenticato di guardarsi dentro, di capire che ormai è un insieme di frammenti, brandelli di una bandiera segnata dalle intemperie che si trova vicino al mare (“A weathered flag that’s by the sea”). Ha dimenticato di ascoltare i suoi bisogni e di rispettare i suoi sogni.
Cosa può aiutare Tyler e tutti noi in una situazione del genere? Lasciare che le vibrazioni (“Let the vibe, let the vibe”) ci avvolgano, che cicatrizzino le ferite della vita dandoci conforto al cuore. Lasciare che sia la musica a colorare i nostri sogni e che il suono ci indichi una via di resurrezione. Questo è il messaggio profondo del brano che mi sento di definire come un inno alla musicoterapia.”

Gemme n° 249

Le parole di Ogni adolescenza le sento molto vicine al periodo che sto vivendo, mi ci ritrovo, e sono cantate da un gruppo a cui sono affezionata. Sono andata ad un concerto dei Tre allegri ragazzi morti ad aprile e ci sono andata da sola. Me lo sono goduto e apprezzato nella sua integrità, senza riferimenti a qualcuno che sarebbe potuto essere con me; mi sono goduta anche il sound-check con loro che suonavano senza maschera ed è stato molto emozionante, mi sentivo un’infiltrata.”
Con queste parole A. (classe terza) ha presentato la sua gemma. Il ritornello della canzone dice: “Ogni adolescenza coincide con la guerra, che sia falsa, che sia vera, ogni adolescenza coincide con la guerra, che sia vinta, che sia persa”. E poi la seconda strofa: “E non ti vantare se la tua è stata mondiale, la mia sembra solo un fatto personale, e non ti vantare se c’hai perso un fratello, la guerra è guerra e succederà anche a me. E non ti vantare se la tua si chiama Vietnam, la mia è poco più di un argomento da giornale, e non ti vantare se c’hai perso un fratello, l’amico mio c’ha perso il cervello”. Ricordo ancora la rabbia che provavo quando, adolescente, cercavo di manifestare i miei pensieri, di sfogare le mie ribellioni, di esternare le mie sofferenze interiori e mi imbattevo in adulti che sminuivano quello che dicevo e soprattutto sentivo dentro. Ho fatto un tuffo all’indietro di 25 anni, ho indossato i vestiti di A. e mi ci sono ritrovato in pieno anche io in quelle parole dei Tre allegri ragazzi morti. Certo, non c’era solo quello, ma c’era anche quello e lo ricordo bene, benissimo; e alcune ferite di quella guerra sono state lunghe da guarire, lasciando anche delle cicatrici.

Gemme n° 222

Ho scelto come gemma questa canzone non per la cantante ma per il video, che mi riporta a un periodo molto triste della mia vita; ci tengo molto alle amicizie e il bullismo è una bruttissima cosa”. Così G. (classe terza) ha presentato la sua gemma.
Nel testo, rivolto alle “cattive ragazze” si sente: “Come ti sentireste se ogni volta che vai a scuola c’è qualcuno che ti guarda male chiamandoti perdente… Cosa sai di me? Sai realmente cosa penso?… Forse qualcuno è stato maligno con te, allora pensi che sia giusto esserlo anche tu”. Dedico a G. queste parole che ho trovato in rete “Il bullismo spezza i rami più belli che un ragazzo o una ragazza possiede. Poi il tempo passa e nasce un fiore nuovo. Chi non si arrende vince sempre”.

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