Gemma n° 2472

“Come gemma ho deciso di portare una delle attività che preferisco fare: scout. Per me lo scoutismo è un posto in cui puoi essere te stesso senza essere giudicata, dove si può imparare dalle avventure che vivi, dalle esperienze che possono essere utili anche nella quotidianità. Scout è diventato il mio “posto felice” dove mi sento a casa e stare con i miei amici lo rende ancora più bello.
Ormai faccio scout da almeno 7 anni ma io non mi annoio mai, aspetto che ritorni sabato solo per stare a scout e alla fine di ogni riunione non vedo l’ora di rivedermi con i miei amici. Durante l’estate aspetto solamente il campo estivo per scollegarmi dalla vita normale e poter immergermi nella natura per 15 giorni, per stare con le persone che conosco da una vita, per cantare al fuoco serale, per cucinare anche nei giorni di pioggia e per condividere i nostri pensieri sotto la tenda quando non riusciamo a dormire” (S. classe prima).

Il terrorismo del Dalai Lama…

La Cina non sa più cosa fare per bloccare le auto immolazioni di coloro che manifestano a favore del Tibet. Ecco l’ultima trovata che ho letto su La Stampa.

“Taglia” anti-immolazioni da parte di Pechino: dopo più di un anno in cui decine di tibetani 2012_08_29_grabb_11804_0_rsz.jpge tibetane si sono dati alle fiamme per protestare contro le politiche cinesi sull’altipiano del Tibet, ecco che le autorità cinesi in alcuni villaggi tibetani hanno annunciato una sorprendente misura per contrastare il fenomeno, annunciando una ricompensa di 8000 dollari americani a chiunque sia in grado di fornire notizie su persone che stanno progettando di autoimmolarsi in protesta. Tremila dollari andranno invece a chi saprà fornire informazioni sui recenti casi già avvenuti – che hanno portato a 58 il numero di “torce umane” che hanno cercato di dimostrare la loro opposizione al controllo cinese del Tibet in modo così cruento, 48 delle quali sono morte. Già tre sono le persone che si sono date alle fiamme negli ultimi cinque giorni, dimostrando che l’ondata di tragici suicidi non fa che aumentare, e che i controlli sempre maggiori sull’altipiano non sono riusciti a invertire la tendenza. Le ultime autoimmolazioni sono avvenute nei dintorni del tempio di Labrang, nel Gansu, considerato una delle maggiori “università” della spiritualità tibetana, con una delle maggiori biblioteche di studio sul lamaismo (per quanto gli stessi monaci non abbiano accesso diretto alle scritture, la cui consultazione deve essere approvata da autorità laiche appartenenti al Partito, preposte alla sorveglianza del tempio). Pechino, fin d’ora, ha dato la colpa per i tragici eventi al Dalai Lama e al governo tibetano in esilio, descrivendo le autoimmolazioni come “atti terroristici” ispirati dalla volontà di separare il Tibet dalla Cina del Dalai Lama. Come misura preventiva invece la polizia paramilitare cinese pattuglia le città e i villaggi tibetani con estintori, che sono stati aggiunti alle armi e divise d’ordinanza. E per quanto le autorità cinesi stiano cercando di moltiplicare i controlli preventivi per prevenire i suicidi, nessuna apertura politica che tocchi le ragioni profonde di tanto scontento è per il momento presa in considerazione. Anzi: mentre la Cina prepara l’apertura del 18esimo Congresso del Partito Comunista, a Pechino, il prossimo 8 novembre, nel corso del quale verrà selezionata la nuova classe dirigente cinese, sia le regioni a forte presenza di gruppi etnici minoritari, che le altre, stanno subendo un giro di vite per contrastare dissenso e proteste. (articolo di Ilaria Maria Sala)

Mi viene naturale chiedermi cosa ne possa essere di coloro additati come possibili auto immolatori da parte di qualcuno ingolosito dagli 8000 dollari…