Gemma n° 2819

“Come gemma quest’anno ho deciso di portare una persona: mio fratello.  Nonostante i nostri tre anni di differenza abbiamo un rapporto bellissimo sin da quando eravamo piccoli; infatti, ci raccontiamo sempre tutto, ci copriamo e ci supportiamo. Quest’anno non vive più con me e i miei genitori e sento tantissimo la sua mancanza ed è per questo che ho deciso di portarlo come gemma” (E. classe terza).

Gemma n° 2815

“Come gemma quest’anno ho deciso di portare mia cugina S. Nonostante la differenza di età di 10 anni, abbiamo un legame molto forte e lei è tra le persone della mia famiglia con cui passo più tempo e a cui tengo di più. Siamo molto uniti e con lei ho condiviso moltissimi momenti belli e brutti della mia vita, da concerti, vacanze e giri con la sua moto a incidenti, perdite e momenti bui attraverso i quali mi ha supportato e per questo le sono molto riconoscente e le voglio un mondo di bene” (G. classe terza).

Gemma n° 2814

“Questa foto l’abbiamo scattata lo scorso anno io e il mio gruppo di amici. Ho deciso di portare loro come gemma di quest’anno già verso la fine della seconda. E ciò perché loro sono stati per me un punto di riferimento in questi 5 anni di liceo. Nella foto però manca un membro perché ha cambiato scuola qualche anno fa e purtroppo non avevo foto col gruppo intero. Nonostante ciò, ogni singolo membro è estremamente importante per me e tengo tantissimo ad ognuno di loro e spero vivamente che dopo il diploma resteremo in contatto e riusciremo a ritrovarci in futuro” (V. classe quinta).

Gemma n° 2811

“Come prima gemma ho deciso di portare la frase di una canzone che a parer mio è una vera e propria poesia. La canzone è “Quel filo che ci unisce” di Ultimo ed è diventata la colonna sonora della mia vita.  Innanzitutto vorrei raccontarvi com’è nata: Ultimo l’ha scritta per una ragazza totalmente sconosciuta con cui ha passato un pomeriggio parlando e passeggiando per Trastevere. Lei poi è ritornata a Los Angeles dove viveva e lui, rimasto a Roma, dopo due settimane le ha inviato in una scatolina rossa una chiavetta USB e un testo di una canzone scritta a mano che era proprio “Quel filo che ci unisce”. Dopo 4 anni Ultimo e questa stessa ragazza hanno avuto un bambino.  Questa canzone fa parte di un album che per il cantante è molto importante cioè “Solo”. È stato pubblicato dopo due anni di pandemia in cui eravamo tutti isolati gli uni dagli altri e questo ha permesso a molti di mettersi a confronto con le proprie fragilità e insicurezze. Ecco, Quel filo che ci unisce è una speranza, uno spiraglio di luce in fondo ad un tunnel buio da cui, se sei da solo, fatichi ad uscire, ma se trovi la persona giusta tutto diventa luce.
Già questo, per me, è un motivo per cui questa canzone è magica. Inoltre, qualche anno fa, dopo aver vissuto un lutto familiare molto importante, le sue parole mi hanno accompagnata in quei giorni di sofferenza e dolore, diventando parte del mio cuore e della mia anima. La perdita che la mia famiglia ha vissuto è stata improvvisa, ingiusta e priva di una spiegazione… Tuttavia Niccolò ci ha insegnato ad andare oltre, a capire che, nonostante ciò che avevamo perduto, potevamo ancora contare su quel filo che ci unisce: un filo che va oltre gli oceani, oltre le montagne, oltre qualsiasi cielo. Qualcosa di ultraterreno, di magico. C’è una frase in particolare che dice: “tanto sai che tutto è un gioco e vince chi sorride”. Un giorno l’avevo scritta nelle mie note di Instagram perché, dopo aver letto un post della fidanzata di Ultimo in cui parlava di come sarebbe stata da mamma, avevo davvero compreso il significato profondo di questo verso.

La mattina seguente, a quella nota aveva risposto mia sorella M. chiedendomi se fosse tutto ok. Quello che le ho risposto io è arrivato direttamente dal mio cuore. Non ho usato parole dotte o significati complessi, semplicemente il mio pensiero.

Io e lei ci siamo promesse di tatuarci questa frase non appena avrò compiuto 18 anni nella parte sinistra del torace, vicino al cuore. Mia sorella ha vissuto tante battaglie, forse troppe per un’unica persona. È una donna esile ma ha una forza che potrebbe smuovere le montagne.  Non posso definirla una semplice amica.  Lei è la mia anima gemella: l’estensione della mia anima. La parte migliore di me. Un pezzo del mio cuore. La mia medicina. Il mio rifugio. La mia casa. Il mio Sole.  Non hanno ancora inventato le parole giuste per definire ciò che è lei per me.  O forse sono io ignorante, perciò faccio un passo indietro nel provare a descrivere il nostro legame perché qualsiasi cosa io possa dire non sarebbe mai abbastanza per Lei.
Quando ero piccola M. mi portava sempre in giro e faceva quello che la mamma e il papà non riuscivano a fare avendo tanti figli a cui badare. È stata la prima a portarmi nel luogo che è diventata la mia seconda casa cioè la palestra dove ballo; è stata la prima a farmi capire cosa significhi essere forti e superare le battaglie che la vita ci pone davanti, talvolta anche lasciandosi distruggere dal dolore perché è proprio da quel dolore che si può ricominciare.
Quando sarò vecchia racconterò di lei ai miei nipoti e non dirò “mia sorella”, ma il mio primo vero amore.
Forse alla fine questa mia gemma non è per la frase di Ultimo in sé, ma per la persona a cui penso quando la leggo: la mia anima gemella.
L’augurio che posso fare a ognuno è quello di trovare una persona come Lei.
Tutti meritano di essere amati come lo sono io da mia sorella.”
(A. classe quarta).

Gemma n° 2808

“Cara R.,
volevo prendermi un momento per dirti quanto sei importante per me. Il simbolo dell’infinito, sulla collana che abbiamo in comune, mi ha fatto pensare a quanto sono infinitamente grata e felice di avere conosciuto una persona come te. Ogni volta che guardo quella collana penso a quanto il nostro rapporto sia senza limiti proprio come l’infinito. Ci sono stati momenti in cui mi sentivo persa, insicura e piena di dubbi, ma tu sei sempre stata lì, per fortuna! La nostra amicizia mi ha aiutato a credere di più in me stessa, a vedermi con occhi diversi, più gentili, e a capire che essere felici è un diritto che hanno tutti. Con te mi sento accettata, accolta e libera di essere me stessa! Grazie per esserci sempre e per ascoltarmi anche quando le parole non vengono, per i consigli sinceri, le risate improvvise e anche i silenzi che valgono più di 1000 parole. Ti voglio davvero un mondo di bene e sono felice di poter condividere ogni giorno i momenti belli e anche quelli più difficili! Sarò per sempre grata di averti conosciuta in quel lontano giorno del 2020!” (G. classe seconda).

Gemma n° 2796

“In questa foto ci sono io insieme ai miei tre migliori amici: K, A e S. La nostra amicizia è nata dal nulla, quasi per caso, quando ci siamo conosciuti alle Canarie, e da allora è cresciuta in modo incredibile. K. è diventato il mio migliore amico, un vero fratellino, così legato a casa che non chiama mia mamma per nome, ma semplicemente “mamma”, come se fosse anche la sua. A. è il mio gemellino: non lo vedo mai, ma riusciamo sempre a sentirci e a rimanere vicini, ridendo e condividendo le nostre giornate. Anche S. non lo vedo spesso, ma mi chiama continuamente, soprattutto quando ha bisogno di consigli sulle ragazze o su quale storia mettere su Instagram ed è proprio per questo che lo chiamo el trauma de mi vida.
La foto è stata scattata in un centro commerciale a Las Palmas. Non è speciale per la posa o per la perfezione, ma proprio per questo è bellissima: cattura la nostra amicizia, le risate e i momenti spontanei che rendono tutto più divertente. Ogni volta che la guardo, mi ricorda quanto sia importante avere amici veri, e a quanto io sia stata fortunata ad averli incontrati. Spero con tutto il cuore che la nostra amicizia non finisca mai.” (A. classe terza).

Gemma n° 2794

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare l’amicizia: credo di saperne molto su essa e in questi anni mi ha sempre accompagnata.
C’è una persona molto speciale per me e io la considero come una sorella, siamo cresciute insieme e ormai anche le nostre famiglie sono molto legate. Riusciamo a capirci anche con un solo sguardo, con lei mi sento a casa e quando sto male riesce sempre a strapparmi un sorriso e questo basta a descrivere la nostra amicizia. Lei è una parte di me talmente importante che se la perdessi, penso che non sarei più io. Ogni volta che sto male o semplicemente quando voglio parlare lei è sempre al mio fianco. Passiamo molto tempo insieme e ci vediamo anche al di fuori della scuola, per esempio pratichiamo danza insieme. Con lei il tempo non mi basta mai e soprattutto passa sempre troppo velocemente.
Si dice che l’anima gemella esista solo in amore ma io ho avuto la fortuna di trovarla nell’amicizia”.
(H. classe terza).

Gemma n° 2788

SI RICOMINCIA!…
Il 21 settembre del 2014 scrivevo: “Ho chiesto ai miei studenti di pensare a qualcosa (una canzone, una scena di un film, una pagina di un libro, un quadro, una foto, un oggetto…) per loro significativo e che desiderano far conoscere ai compagni come fosse una gemma preziosa.” Il 1° ottobre 2014 ho pubblicato sul blog la prima gemma. Oggi si ricomincia il giro per quest’occasione di ricchezza, emozione e, sovente, commozione. Argomento della prima gemma di quest’anno? L’amicizia.

“Quest’anno per la gemma ho riflettuto un po’ su quello che per me è degno di essere nominato e cosa veramente ritengo prezioso nella mia vita. Alla fine guardandomi intorno ho capito che ciò che avrei portato erano le mie due stelline, le mie due “sorelle”. Ora chi mi conosce saprà che di sorella ne ho solo una, ma oltre a lei c’è un persona con cui non c’è nessun legame di sangue ma che io considero tale. Sto parlando di mia sorella R. e della mia migliore amica V.
Conosco V. solo dalla prima superiore, solo da un paio di anni, ma tra noi c’è un legame così forte che probabilmente se dovesse spezzarsi, io perderei un po’ di me stessa. Con lei ho condiviso tantissimi momenti, risate, ricordi ed emozioni. Con lei anche la scuola riesce a non pesarmi tanto, perché so che se dovessi trovarmi in difficoltà, girandomi, la troverei lì pronta per aiutarmi. Non posso neanche spiegare a parole quanto lei abbia fatto per me, e forse lei neanche lo sa, ma è stata l’unica che mi ha aiutato ad uscire da un periodo buio della mia vita. Lei è stata lì ad aiutarmi a rialzarmi quando da sola non ce l’avrei fatta, si è seduta accanto a me quando volevo solo qualcuno vicino, mi ha fatto ridere quando sapeva che ne avevo bisogno, e mi ha fatto vedere la luce quando io non la vedevo. Grazie a lei ho scoperto parti di me che forse sarebbero sempre rimaste nascoste, e mi ha insegnato a vedere sempre il lato positivo delle cose, perché la vita è una e dobbiamo viverla.
Lei mi capisce subito e io capisco subito lei, anche quando in classe basta uno solo sguardo per scoppiare a ridere anche quando non dovremmo.
Un’altra cosa per cui sono grata è stata quando ha iniziato a fare amicizia anche con mia sorella, quando era iniziata quasi come uno scherzo, ma adesso si considerano quasi “migliori amiche”.
Da piccole io e mia sorella eravamo molto unite, giocavamo sempre insieme e vivevamo le nostre vite insieme, una in presenza dell’altra e viceversa. Non dico che oggi non sia proprio così, però rispetto a prima qualcosa è cambiato. Lei ha un carattere molto forte e deciso, forse anche un po’ testardo, mentre io ne ho uno più dolce e sensibile. Credo che sia per questo motivo che soprattutto ultimamente ci siano stati degli allontanamenti tra me e lei e questo mi dispiace. Lei a gennaio era partita per 6 mesi per andare dall’altra parte del mondo, in Australia, ed è stato lì che ho capito che la vita senza di lei non è la stessa. Questo mi fa male perché so che il prossimo anno avrà finito le superiori e partirà e inizierà a vivere la sua vita com’è giusto che sia, e so che sarà difficile vederla. Se potessi tornare indietro non farei gli stessi errori e mi godrei di più i momenti che ho passato con lei perché in fondo è sempre mia sorella e forse ho capito troppo tardi quanto fosse importante per me.
Con lei ho riso tanto, ci siamo divertite tanto soprattutto a combinare guai senza che i nostri genitori lo sapessero e con lei avrò dei ricordi bellissimi che porterò sempre nel cuore.
Detto tutto ciò mia sorella e la mia migliore amica sono le mie piccole stelle, perché su loro potrò sempre contare, senza dubitarne mai, ma proprio mai.
Vi voglio un mondo di bene❤️”.
(S. classe terza)

Gemma n° 2784

Le pagine della nostra vita (2004), diretto da Nick Cassavetes, è una storia d’amore che segue due linee temporali. La trama principale ruota attorno a Noah e Allie, due giovani innamorati che si separano a causa delle circostanze sociali e familiari, ma il loro amore non svanisce mai.
Anni dopo, sposata con Noah e anziana, Allie si ritrova a leggere una vecchia storia d’amore, narrata dal marito, in un ospedale dove Allie è stata ricoverata per una malattia, l’alzheimer. Il film alterna il presente, con la coppia di anziani (interpretati da James Garner e Gena Rowlands), e il passato, che mostra i momenti cruciali della loro storia d’amore, compresa la loro riconciliazione.
Il film esplora il tema dell’amore eterno, delle scelte di vita e della memoria, con un finale commovente che sottolinea quanto l’amore possa resistere nel tempo, nonostante le difficoltà.
Considero il film un vero e proprio “inno all’amore”.
Anche se non mi considero una persona particolarmente romantica, anzi, talvolta posso sembrare cinica riguardo l’amore, c’è qualcosa nel film “Le pagine della nostra vita” che riesce sempre a scuotermi, ogni volta che lo vedo. Non riesco nemmeno a spiegare bene cosa accada dentro di me mentre lo guardo, ma è come se, per un momento, mi dimenticassi di tutti i pregiudizi che ho sull’amore eterno e sul destino. È un film che, nonostante il mio atteggiamento distaccato in questioni amorose, riesce a far riemergere emozioni che non avevo nemmeno idea di provare.
La storia di Noah e Allie, pur essendo apparentemente un po’ idealizzata, mi fa credere davvero nell’idea di un amore che trascende il tempo e le difficoltà. Mi fa pensare che, se due persone sono destinate a stare insieme, non importa quante separazioni, sfide o lontananze incontreranno lungo la strada: alla fine, ci riescono. C’è una forza nel loro legame che va oltre le parole, ed è questa forza che mi tocca ogni volta. Non sono nemmeno sicura di come descrivere cosa provo, ma è come se vedendo loro, vedessi un po’ della speranza che a volte mi sembra mancare nella realtà.
Eppure, ogni volta che finisce il film, mi trovo a pensare che forse, in fondo, l’amore possa davvero essere eterno. Non tanto come lo si immagina nei sogni, ma come un legame che sopravvive al tempo, alla distanza e agli ostacoli. Anche io, in qualche angolo nascosto, spero che l’amore, come quello di Noah e Allie, possa essere qualcosa che non si dimentica mai, che non può essere cancellato. Proprio per questo motivo, al di là del capolavoro cinematografico, lo consiglio di vedere soprattutto a chi, come me, talvolta dubita dell’amore che può dare o dell’amore ricevuto. Devo ammettere che scuote l’anima. Riguardando questo film più e più volte, e anche grazie a fatti accaduti nella mia vita, mi sono ricreduta anche sull’esistenza della leggenda giapponese del “filo rosso” che lega due persone.”
(A. classe quarta).

Gemma n° 2747

“Come gemma di quest’anno, ho voluto portare questo charm di Pandora, un regalo che ho ricevuto per Natale da una persona davvero speciale per me: mia sorella V. Questo charm non è solo un semplice oggetto, ma rappresenta per me un legame profondo e indissolubile con lei.
V. è sempre stata al mio fianco nei momenti di difficoltà, sostenendomi quando prendevo un brutto voto a scuola e aiutandomi a superare le mie insicurezze. Ma non solo: è stata anche la mia compagna nei momenti più belli della mia vita, condividendo con me gioie, risate e ricordi indimenticabili.
Ora, però, le cose sono cambiate. V. non vive più con me, e in alcuni momenti sento molto la sua mancanza. La casa sembra un po’ più vuota senza la sua presenza quotidiana, e spesso mi capita di desiderare di poter tornare indietro nel tempo, a quando condividevamo ogni attimo della nostra giornata. Per fortuna, però, in famiglia abbiamo una bellissima abitudine: almeno una volta alla settimana, lei e il suo ragazzo vengono a cena da noi. Queste serate sono diventate un appuntamento fisso che aspetto sempre con impazienza, perché mi permettono di rivederla, chiacchierare con lei e sentirmi di nuovo vicina a lei, come un tempo.
Ogni volta che penso a mia sorella, provo un’enorme gratitudine e ringrazio il Signore per avermi donato una persona così speciale. È la sorella migliore che potessi mai desiderare, e se avessi la possibilità di scegliere in un’altra vita, non avrei alcun dubbio: la risceglierei ancora e ancora”.
(L. classe seconda).

Gemma n° 2739

“Questa è una foto di me e dei miei due fratelli che mi hanno cresciuta con gioia, scherzi e tanto intrattenimento.
In questa foto eravamo nel parco di Cavalese, Trentino Alto Adige. Un tempo avevamo una casetta in quel paesino, era praticamente la mia infanzia e la adoravo. Purtroppo l’abbiamo data agli zii di mia madre perché col passare del tempo non riuscivamo a tenerla.
Ho scelto questa foto di me, mio fratello e mia sorella perché amo il fatto che abbiamo avuto tantissime possibilità di passare del tempo insieme, anche se ora stiamo diventando grandi e non li vedo tanto spesso come prima. Amo i miei fratelli, tutti quanti, anzi, tutta la mia famiglia, ma loro due sono i migliori in assoluto: il legame è fortissimo, non lo voglio perdere, anzi voglio che cresca con me per sempre” (R. classe prima).

Gemma n° 2728

“Ho deciso di portare come gemma mio fratello, perché il nostro legame è davvero speciale. Fin da quando eravamo piccoli, è stato sempre al mio fianco, pronto ad aiutarmi in ogni momento, anche nei periodi più difficili.
Non solo è una persona di cui mi fido ciecamente, ma è anche la spalla su cui posso contare senza esitazioni. Crescendo insieme, abbiamo condiviso tante esperienze, risate e anche momenti di fatica, ma ogni volta ci siamo tirati su a vicenda. Lui è la persona che mi capisce meglio di chiunque altro e che, anche senza parole, riesce sempre a darmi il sostegno di cui ho bisogno” (M. classe seconda).

Gemma n° 2708

“Come gemma ho deciso di portare mio fratello gemello D. Anche se a volte mi capita di pensare che sia una delle persone più fastidiose del mondo, so che è uno dei pochi, se non l’unico, che effettivamente mi capisce fino in fondo. Con lui posso parlare di qualsiasi cosa senza sentirmi giudicata, e mi è sempre stato vicino, anche nei momenti in cui mi è sembrato di toccare il fondo e non essere in grado di risalire. D. è l’unico che non mi ha mai guardata con occhi che mi giudicavano, bensì ci siamo sempre sostenuti e supportati a vicenda. Nei giorni in cui a stento ho le forze di alzarmi dal letto, in qualche modo D. riesce sempre a strapparmi un sorriso anche se avrei solo voglia di cacciarlo via. Concludo dicendo che mio fratello è una spalla su cui posso sempre contare, e so che è una delle pochissime persone che non mi volterebbe mai le spalle (E. classe seconda).

Gemma n° 2703

“Quest’anno come gemma ho portato mio fratello M. Lui è sempre stato il mio punto di riferimento. Non è una persona che dimostra apertamente il suo affetto, ma so che ci tiene a me. Anche quando non sembra, mi ha sempre aiutata, magari con un consiglio anche detto con modi un po’ burberi.
Abbiamo sempre fatto tutto insieme fin da piccoli. Molte volte se per esempio c’era una nuova giostra o qualche nuova attività che mi spaventava, farla insieme a lui mi tranquillizzava e mi dava più sicurezza. Poi, però, quando ha iniziato le medie, ci siamo allontanati e abbiamo iniziato a litigare molto spesso. Sentivo che tra di noi si era alzato un muro e questa cosa mi dispiaceva tanto.
Ora fortunatamente ci stiamo piano piano riavvicinando e il nostro rapporto sta tornando un po’ come quello di prima” (A. classe quarta).

Gemma n° 2696

“Fa strano dirlo, ma questa è la mia ultima gemma. Proprio per questo motivo ho pensato a lungo a cosa o chi portare, ma alla fine sono andata sul sicuro. Come ultima mia gemma infatti, ho deciso di parlare della mia nonna materna, B., per ringraziarla un po’ per tutto quello che ha sempre fatto per me.
Io e mia nonna siamo sempre state molto legate, anche perché ho passato la maggior parte della mia infanzia e della mia adolescenza a casa sua.
Molti dei ricordi più vividi della mia infanzia infatti sono proprio con mia nonna.
Ricordo perfettamente tutti i pomeriggi passati a farla disperare, dato che non riuscivo ad addormentarmi in nessun modo e allora la costringevo a prepararmi la mia tazza a forma di orso piena di spremuta di arancia e zucchero e portarmi fino alla discarica di T. per vedere i gabbiani, promettendole che solo così mi sarei addormentata (ovviamente non mi addormentavo mai).
Inoltre ogni tragitto in auto con mia nonna era sempre accompagnato da un’accurata selezione di CD di canzoni estive anni cinquanta e sessanta o di canzoni natalizie dello Zecchino d’Oro, che ascoltavamo indipendentemente dal periodo dell’anno (al 90% se ci avessero fermate in un pomeriggio di novembre ci avrebbero beccate mentre ascoltavamo Sapore di sale di Gino Paoli).
Ricordo ancora perfettamente i pomeriggi passati a preparare le frittelle, a bere il the, a cucire, a trasformare la sua casa in un museo con i miei disegni o a ripeterle disperatamente gli argomenti delle mie interrogazioni. Infatti, nonostante mia nonna non abbia mai potuto continuare a studiare, ha sempre cercato di aiutarmi come poteva nei compiti e nello studio quando non potevano farlo i miei genitori, ricordandomi quanto io fossi fortunata a poter andare a scuola e dandomi quel pizzico di motivazione in più.
Mia nonna inoltre è sempre stata (ed è ancora) un po’ la mia complice. Quando litigavo con le mie amiche o una verifica non andava come speravo infatti, era sempre lei la prima a saperlo (anche se poi andava subito a dirlo a mia mamma, pure quando le facevo promettere che non lo avrebbe fatto).
Avrei ancora tantissime cose da dire, ma meglio finire qua perché sennò non la finisco più.
Insomma, ci tenevo a concludere la mia serie di gemme ringraziando per bene la nonna B. per tutto quello che ha fatto e continua a fare per me”.
(B. classe quinta).

Gemma n° 2693

“Quest’anno non ho avuto alcun dubbio su chi scegliere per la mia gemma: avrei parlato di A. e di mio fratello F., due tra le persone più importanti della mia vita. F. è sempre stato un punto fondamentale per me, il mio posto sicuro fin da quando è nato; un fratello è molto più di un semplice legame di sangue, è un compagno di avventure e a volte anche un complice. Con lui passo gran parte del tempo e a volte non mi sembra abbastanza; ormai ha già quasi nove anni e ogni compleanno sembra portarlo sempre più lontano da me. Lo ammiro profondamente, poiché nonostante la sua malattia non ha mai perso il sorriso; non l’ho mai confidato a nessuno, ma mio fratello ha una malattia rara e fin dai suoi primi giorni di vita ha dovuto affrontare moltissime sfide, tra cui anche vari ricoveri; ammetto di avere sempre avuto paura, anche quando affrontava per esempio un semplice ricovero, poiché il terrore di perderlo era ed é ancora molto; ammetto che a volte lo tratto male oppure gli rispondo in malo modo, però in cuor mio gli voglio estremamente bene e farei qualsiasi cosa per vederlo felice, anche prendermi tutto il dolore che ha affrontato in questi anni. Adora passare il tempo con me, soprattutto quando sono in compagnia delle mie amiche ed è la persona più solare che io conosca. Gli auguro di realizzare tutti i suoi sogni e di non farsi mai abbattere da nessuno.
Nonostante conosca A. da poco più di cinque mesi, è diventata una persona veramente speciale nella mia vita. Fin da subito mi sono sentita a mio agio con lei, tantoché le racconto ogni cosa, bella o brutta che sia. Ammetto che all’inizio non mi stava tanto simpatica e sinceramente non so neanche il perché, ma poi ho iniziato a fidarmi e ho capito che mi sbagliavo di grosso. É una persona fantastica, una di quelle che semplicemente rendono tutto migliore e non saprei veramente cosa fare senza di lei. Ogni volta che siamo insieme ogni problema sparisce e se sto male, riesce sempre a tirarmi su il morale. Nonostante abbiamo avuto, soprattutto ultimamente, alcuni alti e bassi, ci siamo sempre state l’una per l’altra e non gliene sarò mai grata abbastanza. Ogni risata, ogni battuta e ogni avventura che abbiamo vissuto assieme rimarranno per sempre scolpite nel mio cuore. In classe basta un semplice sguardo per capirci e se dovessi parlare di un’amicizia senza odio o invidia, parlerei sicuramente della nostra. Ho sempre pensato che l’amicizia nata tra due banchi non facesse rumore, ma poi ho sentito la sua e la mia risata assieme e ho capito di sbagliarmi” (A. classe seconda).

Gemma n° 2678

“Quest’anno, come gemma, ho deciso di portare una canzone. Non una semplice canzone, ma una canzone che mi risveglia i forti sentimenti che provo verso una persona: I. Nel giro di qualche anno, è diventata una delle persone più importanti per me. Lei c’è sempre stata, ci siamo sempre aiutate e sostenute a vicenda, nonostante tutte le difficoltà. Le sono grata per avermi regalato alcuni dei migliori momenti della mia vita fino ad adesso. Quando sono con lei, mi si risveglia una felicità unica, pura, quella che si prova solo con le persone con cui si sta veramente bene. Con lei, è come se tornassi un po’ bambina: riesce a farmi ridere in modo spensierato, facendomi dimenticare ogni preoccupazione.
Senza farlo apposta, abbiamo entrambe portato come gemma la medesima cosa: la nostra amicizia, la cosa più preziosa che abbiamo.
Questa canzone ad un certo punto dice “I knew you in another life; You had that same look in your eyes; I love you, don’t act so surprised”, e credo che questa frase riassume perfettamente la nostra amicizia. Ogni volta che la ascolto, penso alla persona speciale che ho accanto, a cui sono infinitamente grata, e che spero non se ne andrà mai”.
(B. classe quarta).

Gemma n° 2672

“A differenza degli scorsi anni, dove non sapevo bene che cose portare come gemma, quest’anno mi sono ritrovata ad avere più argomenti di cui parlare.
Ieri pomeriggio (dato che sono una persona molto indecisa) ho chiesto a mia sorella più piccola cosa secondo lei potessi portare. Dopo averle spiegato cosa fosse mi ha detto scherzando “porta me”. 
Io in realtà avevo già pensato di parlare di lei, ma quando me l’ha detto ho deciso. Io ho due sorelle più piccole di qualche anno.
La più piccola, da quando è andata alle medie (l’anno scorso), ha avuto un grandissimo cambiamento che per fortuna ci ha permesso di andare più d’accordo e di poter parlare di tutto, cosa che prima non succedeva così spesso data la differenza di età. Sono molto contenta del rapporto che abbiamo e penso che ciò derivi anche dal fatto che siamo molto simili e ci piacciono quasi le stesse cose. Con la mia altra sorella invece litigo di più, ma ciò non significa che non le voglia bene.
Essendo la sorella più grande ho sempre cercato di dare il buon esempio e spero di starci riuscendo. I nostri genitori da piccole ci dicevano sempre che siamo molto fortunate ad avere delle sorelle, perché in futuro sarà come avere sempre una persona su cui contare. Spero veramente che il nostro rapporto rimarrà più o meno lo stesso nel tempo.”
(S. classe quinta)

Gemma n° 2671

“Generalmente, fin da piccola, non sono mai stata una persona diffidente nei confronti degli altri; anzi, facevo amicizia molto facilmente e mi affezionavo subito alle persone. Col tempo, però, come penso sia successo a molti, questa mia caratteristica è cambiata radicalmente, non perché avessi deciso di diventare improvvisamente diffidente, ma perché molte persone sono passate attraverso la mia vita e ciascuna ha lasciato qualcosa, nel bene e nel male. E soprattutto, ognuna di loro ha portato via con sé qualcosa di me. Una di queste persone è stata quella che ha segnato un cambiamento profondo. È stata una delle esperienze più dolorose della mia vita, che mi ha cambiata profondamente, da cima a fondo, non lasciandomi più la stessa di prima. Dopo averla persa, dopo aver sperimentato il dolore di ogni delusione, mi sono ritrovata a riflettere più volte su ogni nuova amicizia, a mettere una barriera tra me e gli altri. E anche quando ho provato a fidarmi di qualcuno, lo facevo solo dopo averci pensato più volte, anche cinque, chiedendomi se fosse davvero giusto aprirmi e mostrare lati di me che forse avrei preferito tenere nascosti. Mi sono spesso pentita, ma di una cosa sono certa: di quella decisione non mi pentirò mai.
Poi, nel novembre 2022, la disposizione dei banchi in classe è cambiata. Mi è capitato di sedermi accanto a una persona che, inizialmente, non conoscevo. Non mi dispiaceva affatto la sua compagnia: era silenziosa, tranquilla, sembrava una persona pacata. E forse andava anche meglio così, pensavo. Tuttavia, un giorno l’ho vista triste, e, nonostante la mia reticenza a coinvolgermi emotivamente, ho fatto qualcosa che ha cambiato tutto: le ho scritto un bigliettino. Le ho detto che, se avesse avuto bisogno di parlare, sarei stata lì per ascoltarla, anche se non ci conoscevamo bene. Posso dire con certezza che molte volte mi sono pentita delle scelte fatte, avrei voluto tornare indietro e rimediare, cercando di capire se facendo le cose diversamente sarebbe andata meglio. Ma quella, di certo, è una delle pochissime cose di cui non mi pentirò mai. Sono passati ormai tre anni da quel bigliettino. Tanto è cambiato, quasi tutto. Le persone che mi stanno accanto sono diverse, sono cambiata io, ma lei è rimasta una costante nella mia vita. Ogni giorno che passa è sempre più bello averla accanto. B. mi ha insegnato molte cose, e io a lei. Abbiamo riso, abbiamo vissuto momenti che ci hanno arricchite reciprocamente. Da lei ho imparato la pazienza, ho capito cosa significa sentirsi apprezzata e perdonata anche quando si commettono errori. Ho imparato ad accettare i complimenti senza sentire il bisogno di aggiungere altro, se non un semplice “grazie”. Ho capito che è giusto riconoscere i propri limiti, senza pretendere sempre il massimo da se stessi, e soprattutto, ho imparato che a volte pensare a sé stessi non è un difetto, ma una necessità (anche se, forse, dovremmo farlo un po’ di più). Sono grata di poterla vedere ogni giorno in classe, di poter parlare con lei dall’altra parte della stanza. Sono grata di averla incontrata, di poterla chiamare amica. E soprattutto, sono infinitamente grata di averle scritto quel primo bigliettino, che ha cambiato la mia vita per sempre, arricchendola con qualcosa che non potrei mai scambiare con nulla al mondo. Senza di lei, mi sentirei come una metà vagante, incompleta”.
(I. classe quarta).

Gemma n° 2668

“Come mia ultima gemma ho deciso di portare la mia migliore amica C., io e lei ci conosciamo dalla prima elementare e siamo sempre state compagne di classe e vicine di banco, oltre che migliori amiche. È sempre stata una parte fondamentale e un punto di riferimento nella mia vita, abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto e ci siamo sempre sostenute e aiutate a vicenda. Scelgo di portare lei perché è una delle persone più importanti per me, abbiamo trascorso l’infanzia e l’adolescenza assieme, abbiamo fatto moltissime esperienze durante il corso della nostra amicizia e ognuna ci è servita a maturare sempre un po’ di più il nostro rapporto. Io la considero come una seconda sorella ormai, siamo cresciute insieme e abbiamo visto e vissuto ogni periodo e momento della vita dell’altra, da quelli più belli a quelli più brutti, ci siamo divertite, abbiamo pianto, ci siamo consolate e siamo cresciute, sempre insieme. Conosciamo tutto l’una dell’altra e ci capiamo con un solo sguardo. C. c’è sempre stata per me come io lo sono stata per lei, e adesso che finiremo il liceo e per la prima volta non ci vedremo più tutti i giorni, sono certa che nonostante ciò non ci separeremo e la nostra amicizia rimarrà. Le voglio un’infinità di bene e la ringrazio non solo per essere la mia migliore amica, ma la mia compagna di vita” (E. classe quinta).