Gemma n° 2596

“Come gemma ho deciso di portare uno dei giorni che reputo tra i più belli di quest’anno: quello del concerto di Lana Del Rey. Per me il 2024 è stato un anno abbastanza difficile e impegnativo, eppure il solo pensiero di andare al suo concerto toglieva un po’ di quella pesantezza che a volte provavo. Ho sempre reputato la possibilità di andarci come una cosa lontanissima da me, qualcosa di troppo grande, eppure quel 4 giugno, alla fine, è arrivato, e mi ha finalmente portato quella spensieratezza che cercavo da tempo. Se dicessi alla me di qualche anno fa che l’avrei vista dal vivo, non credo mi crederebbe ma, alla fine, sono queste le cose belle, quelle che non ti aspetti. Per questo, sono soprattutto grata alla mia famiglia, che ha reso possibile ciò che mi immaginavo e in cui speravo” (G. classe seconda).

Gemma n° 2595

“Come gemma quest’anno ho deciso di portare qualcosa di speciale che ho sempre tenuto per me e che mi ha sempre fatto stare bene: cantare. Questa cosa non l’ho mai detta a nessuno tranne che alla mia vicina di casa e cara amica che ha condiviso questa passione con me cantando insieme. Sento che ogni volta che canto vedo le cose in maniera diversa e forse a colori. Mi sento libera di esprimermi in tutti i modi possibili che ho e in me nasce sempre una vitalità tale da non voler smettere. Il tempo sembra fermarsi e ascoltando la mia voce riesco a calmarmi e smettere di pensare. Ho deciso di portare la mia canzone preferita: Video Games di Lana Del Rey (E. classe quinta).

Gemma n° 2588

“Come gemma ho scelto di portare il biglietto del concerto di Lana del Rey che si è tenuto il 4 giugno 2024 a Milano. Ho scelto questo oggetto perché ogni volta che lo vedo mi ricordo di quel fantastco giorno che ho trascorso con una mia amica. Nonostante le 12 ore di viaggio (tra andata e ritorno) e le 9 ore di attesa sotto il sole é stata un’esperienza fantastica che non dimenticherò mai e spero di vivere un momento simile di nuovo” (M. classe seconda).

Gemma n° 2585

Immagine creata con ChatGPT®

“Dopo una lunga riflessione sulla scelta della gemma, ho pensato a ciò che sono, a ciò che mi è più conosciuto e vicino e sono giunta alla conclusione che non c’è nulla di più importante per me della musica, ma in particolare del canto. Le sono talmente legata che quasi ogni mio ricordo è collegato ad una canzone o melodia.
Sento il canto come la mia più grande passione, nonché un modo per esprimere le mie emozioni e sensazioni. Cantando mi sento libera di essere me stessa, mi rilassa portandomi in uno stato meditativo che mi aiuta a gestire i miei stati d’animo.
Non è importante ciò che canto, ma il fatto che lo faccio per me stessa. Perfino quando mi esibisco davanti a centinaia di persone, mi dimentico del pubblico e riesco a contattare una sensazione di serenità che mi mette totalmente a mio agio.
Trovo che la musica sia un mezzo per avvicinarsi alle persone, indipendentemente dall’età o dagli stili di vita, proprio per questo mi dispiace che viviamo in un paese che dà così poca importanza a questo aspetto.
Spero di non abbandonare mai questa mia passione e di riuscire a trasmetterla ad altri”.
(G. classe terza).

Gemma n° 2583

“Come ultima gemma del mio percorso ho deciso di portare la canzone Ogni Volta di Vasco Rossi.
Ho scelto proprio questa perché negli ultimi mesi mi ha accompagnata in tantissimi momenti della mia vita, lasciandomi sempre nel cuore un messaggio importante.
Secondo me questa canzone ha varie chiavi di lettura, a volte anche molto libere, che variano in base alle esperienze e forse anche all’età. Per me Ogni volta è un viaggio attorno alla vita e ai suoi momenti di tristezza e di gioia. Ogni volta è una canzone in cui l’incompiutezza di ciascuna frase è completata dalle proprie esperienze.
La canzone può essere vista come un’analisi dell’esistenza. Vasco spesso riflette sui temi della vita, della morte, del cambiamento e delle esperienze vissute. L’“ogni volta” qui potrebbe simboleggiare il ciclo continuo della vita, dove ogni volta che si affronta una difficoltà, un cambiamento, si riprende comunque a vivere, a sperare, a sperimentare. Questo ciclo continuo è parte del nostro essere, e la canzone sembra volerci ricordare che, nonostante tutto, la vita va avanti, sempre”.
(E. classe quinta).

Gemma n° 2577

“Quest’anno come mia gemma ho deciso di portare qualcosa di diverso, non una persona bensì un’esperienza intera. Frequento il campus Anbima da tre anni, anche se da piccola andavo spesso con mio padre, perciò per me è come una seconda casa. Questo campus consiste in una settimana intensa di prove con due concerti alla fine dove si riuniscono giovani provenienti dalle bande di tutto il Friuli, perciò quella che io chiamo la mia seconda famiglia raggiunge ogni anno circa le 160/170 persone. Appena il campus finisce inizio il conto alla rovescia per il campus seguente, e mi capita ogni volta di passare i giorni seguenti al ritorno nel letto a piangere: è un’esperienza che sento veramente molto e mi insegna sempre qualcosa di nuovo. Lì conosco di anno in anno nuove fantastiche persone, ognuna diversa da un’altra, persone che lasciano un segno indelebile nella mia vita e con le quali si stabiliscono sempre rapporti diversi e sorprendenti. Non so spiegare il sentimento che provo verso queste persone e verso questa esperienza, non riesco a spiegare le emozioni che provo quando guardo le foto o quando qualcuno mi nomina Piani di Luzza, però i miei occhi brillano ad ogni ricordo, come questo, catturato in questa foto: avevamo una settimana in cui potevamo contare massimo 2 ore di sonno a notte, 9/10 ore di prove al giorno, era l’una di notte eppure stavamo cantando Maledetta primavera sulle spalle dei nostri amici. Mi manca tutto e tutti di Piani e non vedo l’ora che questi 293 giorni finiscano e che sia finalmente il 25 agosto”.
(R. classe terza).

Gemma n° 2576

“La gemma che ho deciso di portare è la canzone Listen before I go di Billie Eilish.
Billie Eilish è la mia cantante preferita e sento una connessione con lei e le sue canzoni, che mi hanno sempre aiutata nei momenti più difficili. Questa canzone in particolare mi è stata molto di conforto in un determinato periodo della mia vita. Mi piace molto la sua musicalità, ma il testo è la cosa più importante di questo brano e trovo il suo significato molto profondo. Erano già un paio di anni che volevo portare questa gemma ma non avevo mai avuto il coraggio di farlo; essendo però questo l’ultimo anno ho deciso di cogliere l’occasione per condividerla con il resto della classe” (A. classe quinta).

Gemma n° 2563

“Fortunatamente, quest’anno non ho avuto alcun dubbio su cosa portare come gemma. Sin dal primo momento, sapevo esattamente cosa avrei scelto, perché si tratta di un’esperienza a cui sono stata particolarmente legata nel 2024. Ho deciso di portare il concerto di Sfera Ebbasta, al quale ho assistito il 15 giugno a Lignano. È stata un’esperienza indimenticabile, ed è proprio per questo che ho scelto questa foto scattata alla fine del concerto, quando purtroppo tutto stava per finire.
Quel concerto è stato, senza dubbio, uno dei più belli della mia vita, se non il più bello in assoluto. Ha segnato per me l’inizio dell’estate, di quel periodo dell’anno che aspetto per la sua leggerezza e spensieratezza. Per quell’oretta e mezza la musica mi ha fatto dimenticare le preoccupazioni e le ansie quotidiane, comprendendo a pieno il vero significato della musica. È stato come un simbolo del passaggio a una stagione in cui mi sento finalmente libera di vivere a pieno, senza pensieri o stress.
Inoltre, c’è un altro motivo per cui questo concerto è stato così speciale per me: è stato il primo concerto di una persona a me cara e vederla finalmente felice è stata la cosa migliore di quella serata. Condividerlo insieme ha reso l’esperienza ancora più unica.
Per me, questo concerto rappresenta molto più che un semplice concerto: è stato l’inizio di un’estate speciale, un’estate che mi ha regalato momenti di felicità e spensieratezza, e che porterò sempre nel cuore”.

(N. classe seconda).

Gemma n° 2557

“Per quest’ultima gemma, ho deciso di parlare della mia migliore amica, M.
Io e M. ci conosciamo da quando abbiamo più o meno tre anni, e dal primo incontro all’asilo non ci siamo più separate.
M. mi è stata accanto in tutti i momenti più importanti della mia vita, sia in quelli “sereni” che in quelli più difficili.
Forse è un po’ un cliché, ma con lei ho fatto le esperienze più belle della mia vita, tra cui il concerto dei Coldplay quest’estate, a cui non avrei pensato ad un’altra persona con cui andarci se non lei.
Certo, non glielo dico spesso, ma non credo di aver mai conosciuto una persona tanto importante come lei nella mia vita.
Grazie a M. ho avuto la fortuna di conoscere quello che è il vero significato dell’amicizia, e per questo le sarò per sempre grata”.
(E. classe quinta).

Gemma n° 2546

“Come gemma ho deciso di portare un brano della cantautrice Yelokre. La canzone si intitola Harpy Hare e fin dal primo ascolto è diventata la mia canzone preferita. Yelokre è un’artista molto particolare, poiché, nelle sue canzoni, racconta le vicende di 4 bambini, i larks. Ogni lark rappresenta uno degli Harkers, delle entità che abitano la foresta e che i bambini venerano cantando loro delle canzoni. Gli harkers sono quattro: il narratore, rappresentato da Cole che indossa una maschera con le sembianze da coniglio, il suonatore di campane, rappresentato da Clementine con la maschera da capra, l’infiammato rappresentato da Kingsley con la maschera con le sembianze di un albero e il Croon, rappresentato da Perrin mascherato da Alce.
Il brano parla di un istinto materno protettivo e del percorso di crescita dei figli della Arpia. Tuttavia la madre non è ancora pronta a lasciar andare i propri figli, e desidera ossessivamente proteggerli a tutti i costi” (V. classe terza).

Gemma n° 2540

“È da tutto l’anno che mi dico «questa è l’ultima gemma che posso presentare, devo trovare qualcosa degno di nota!» e poi non sono mai soddisfatta di quello che scelgo. È una mia cosa tipica, dare tutto per scontato, trovare tutto banale. Ma proprio queste cose, a cui spesso non attribuisco il giusto valore, sono quelle che mi porto nel cuore. Oggi voglio essere grata per tutto ciò che ho e che mi rende felice.
– Amici e famiglia: credo che queste siano le cose che più sottovaluto, anche perché ci ho a che fare spesso e diventano quasi una “routine”. Ma il fatto che siano diventate parte integrante della mia giornata è un privilegio che solo in pochi hanno. Sono circondata da persone meravigliose che mi aiutano nel momento del bisogno, che mi strappano un sorriso quando sono triste e che, con il loro entusiasmo, mi fanno scoprire sempre cose nuove.
– Musica: sono circondata dalla musica da quando ho memoria. Sono grata ai miei genitori per avermi permesso di seguire il mio sogno di suonare il violino. Nonostante ora non lo suoni più, è stato un compagno di vita con cui ho potuto esprimere sensazioni ed emozioni che a parole non sarei mai stata in grado di comunicare. E questo vale per tutto ciò che riguarda la musica, come ad esempio i concerti che offrono una versione diversa e unica che solo un live può trasmettere (non per niente dico spesso che i concerti sono una forma alternativa di terapia).
– Tatuaggi: ho due tatuaggi (per ora) e raccontano due storie legate ai punti precedenti. Sul braccio sinistro ho il titolo di una canzone dei Pinguini Tattici Nucleari, una canzone che mi ha parlato dal primo ascolto (e che mi ha fatto piangere un fiume di lacrime in live). Nell’altro braccio ho due fiori che simboleggiano me e mia sorella.
– Arte: come la musica, l’arte ha sempre fatto parte di me. Ho deciso di portare “sulla soglia dell’eternità” di Van Gogh visto ad una mostra a Trieste. Non so cosa sia successo in me ma, appena l’ho visto, è come se fossi stata completamente alienata dai miei pensieri e catturata nel quadro, come fossimo solo io e lui (inutile dire che, anche qui, ho pianto fiumi). Trovo meraviglioso il modo in cui le opere d’arte mi possano parlare in maniera così chiara e forte e come sappiano colpire la mia sensibilità.
Per concludere, spero in futuro di dare meno per scontate tutte queste cose e di apprezzare tutto ciò che c’è di meraviglioso nella mia vita. Spero di non perdere mai l’entusiasmo nel vedere un tramonto o nel sentire una canzone per la prima volta, quell’entusiasmo della me bambina che vedeva tutto con occhio nuovo.
(F. classe quinta).

Gemma n° 2522

Come mia prima gemma, ho deciso di parlare di un album, il mio preferito di Tyler, the creator: IGOR. In ogni album, Tyler presenta un personaggio diverso, e in questo presenta IGOR.
Ho voluto parlare di questo album perché penso che rappresenti un poco una parte di noi che tutti abbiamo dentro, quella dell’amore non corrisposto. Questo album parla di IGOR che si innamora di un ragazzo, che allo stesso tempo è innamorato di un’altra ragazza. Quest’album si può dividere in due parti, la prima dove il personaggio si innamora del ragazzo, e la seconda, dove realizza che l’amore non è corrisposto. Questo è un album che mi ha cambiato, perché quando si riesce a collegare i punti, riesci a capire molte più cose. La composizione può non piacere a molti, ma personalmente penso che sia uno degli album dell’hip hop moderno più musicalmente perfetto e con la trama migliore.

IGOR’S THEME
È un’introduzione sul personaggio di IGOR

EARFQUAKE
“Don’t leave me it’s my fault”
Probabilmente questo significa che la colpa è solo sua che questa relazione non può funzionare

I THINK
“Man, i wish you would call me by your name ‘cause I’m sorry”
In questo punto Tyler cerca disperatamente attenzioni da questo ragazzo
“I thnk i’ve fallen in love this time I think it’s for real”
e confessa a questo ragazzo i suoi sentimenti, ma già da qui inizia a prendere una accezzione più negativa
“I’m your puppet” canzone che si troverà anche dopo durante l’album

EXACTLY WHAT YOU RUN FROM YOU END UN CHAISING
IGOR sta rincorrendo questo amore che presenta un ostacolo

RUNNING OUT OF TIME
“Running out of time to make you love me”
In questo caso diventa una sfida contro il tempo, perché questa relazione sta sfuggendo, e non vuole farla svanire
“Take your mask off I need her out of the picture”
Questo “her” è la ragazza di cui il ragazzo è innamorato, quindi rifiutando l’amore di IGOR

NEW MAGIC WAND
“sometimes you gotta close a door to open a window”
Può significare che il solo modo per andare avanti è trovare una seconda strada e invece di inseguire il suo amore vuole passare avanti
“I need to get her out the picture”
In questo punto IGOR è geloso e vuole far sparire questa ragazza “like magic gone”
“she’s gonna be dead I just got a magic wand, we can finally be together […] now pick a side and if you don’t I’ll pick you both”
In questo caso ha due scelte, o restare con IGOR o li uccide entrambi

A BOY IS A GUN
In questo punto finisce la prima parte dell’album, da cui IGOR esce distrutto da questo triangolo amoroso che non può funzionare

A GUN perché l’amore suo è pericoloso per IGOR, e può significare la morte per lui
“you are so mothaf**ckin dangerous you got me by my neck”
E crede che possa funzionare nel momento giusto
“when the time’s right baby”
“I know you are the worst for me”
Capisce le sue emozioni tossiche, ma continua ad amare queto ragazzo

Qui inizia la seconda parte dell’album dove IGOR capisce tutto, e capisce che la relazione non può funzionare

PUPPET
“I’m your puppet, you control me”
Qui non riesce a stare senza questo ragazzo e vuole restare con lui, anche se capisce che non può funzionare

WHAT’S GOOD
“i see the light”
Qui capisce tutto ed apre gli occhi

GONE GONE/ THANK YOU
“At least i had it”
E qui IGOR è felice di averlo amato nel passato piuttosto che non averlo amato proprio
“Thank you for the love”
Dopo averlo amato è pronto a passare avanti

I DON’T LOVE YOU ANYMORE
“I would speak up and realize there’s more fish in the sea, I’m a re-up”
Vuole necessariamente passare avanti, avendo capito che non può funzionare in nessun modo, ma invece di essere sconosciuti, vuole restare amico con questa persona

ARE WE STILL FRIENDS
“Are we still friends? I’ve got to know”
Vuole restare amico con questa persona, ed è l’unica opzione plausibile
Ma questa amicizia farà innamorare di nuovo IGOR di questo ragazzo, facendo innamorare e disinnamorare IGOR quasi all’infinito. 

Dopo questa spiegazione, volevo far ascoltare una canzone di quest’album che più mi piace, e che più mi fa riflettere su quanto vorrei chiedere ad alcune persone se “ARE WE STILL FRIENDS”.
(D. classe prima)

Gio Evan, uomo di parole

Da qualche anno ascolto i brani di Gio Evan, mi è anche capitato di utilizzarli in classe. Per questo mi sono ritrovato molto nelle parole di Cristina Moretti che ha scritto un articolo su Rocca.

“Lo scorso 12 marzo ho assistito per la prima volta ad un concerto di Gio Evan che si è esibito al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto con una tappa del suo tour Fragile/Inossidabile. Un’opera poliedrica, prodotta e organizzata da Baobab Music & Ethics, fatta di monologhi, poesie, canzoni e gag cui un pubblico diversificato ha applaudito coinvolto ed emozionato.
Non avevo mai partecipato ad un suo evento e ascoltato le sue parole ma poi ho capito perché piace tanto ai millennials (per la verità non solo a loro, tanti adulti – uomini e donne – erano lì a cantare ed applaudire).
All’anagrafe Giovanni Giancaspro, Gio Evan è un artista poliedrico che delle parole fa poesie, romanzi e canzoni. Dopo l’esordio letterario a 20 anni, nel 2012 avvia un progetto musicale, conquista poi la notorietà sui social, nel 2021 partecipa al Festival di Sanremo e continua a scrivere libri, poesie, gag con le quali fa sorridere il suo pubblico ai suoi concerti-spettacolo.
Il segreto di tanto successo credo sia la consapevolezza del potere che hanno le parole, la capacità di saperle scegliere ed utilizzare per esprimere le emozioni e i sentimenti dei tanti ragazzi e ragazze che lo seguono, che nelle sue opere trovano l’esatta espressione dei loro pensieri, uno specchio di quello che provano ma che da soli non sanno dire. E così, con estrema semplicità riesce a farle arrivare al cuore dei suoi fan, soprattutto millennials, che sanno le canzoni a memoria e cantano con lui, ridono delle sue battute e applaudono alle sue poesie, sincere, dirette, una freccia di cupido che li lascia innamorati.
A colpirmi particolarmente è stata la sua grande considerazione per le persone e le relazioni che tra esse si sviluppano, davvero sembra conoscere i tormenti dell’animo umano e delle potenzialità nascoste in ogni persona. Durante lo spettacolo ti prende e ti conduce in un viaggio emotivo durante il quale esplori e affondi le mani nella tua interiorità, scopri sentimenti nascosti e li porti alla luce perché possano parlarti e dirti qualcosa. Nel suo vasto repertorio ognuno predilige e si aggrappa ad una poesia, ad una frase, ad una strofa, la lascia risuonare dentro e d’improvviso si sente compreso, “visto”, “sentito” e, in definitiva, si sente meglio.
Quando ha parlato di sua nonna e di quelle che lei chiama persone medicina mi è venuto da sorridere perché anche a me è capitato di essere definita come una sorta di medicina, che placa l’animo e infonde serenità. E a quel punto è partito il mio viaggio emotivo e mi sono in parte ritrovata nel suo Persone medicina, brano in cui esprime in modo poetico l’idea che alcune persone hanno un effetto curativo su di noi, come se fossero una medicina per l’anima:

Nonna le chiamava “persone medicina”
Diceva che ci sono persone che quando le guardi guarisci
Che appena le senti calmano i battiti, aggiustano i polsi
Ti aprono le persiane del cuore
E fanno entrare la luce vera, quella del sole.

Queste “persone medicina” sono coloro che ci portano conforto, calmano le nostre ansie e ci aiutano a guarire. Sono le persone da frequentare, quelle che ci fanno sentire meglio e ci accompagnano nel nostro percorso. L’intero testo è un inno all’importanza delle relazioni umane e alla capacità di alcune persone di essere vere fonti di guarigione.
Gio Evan ha uno stile musicale che si distingue per la sua profondità emotiva e la sua fusione di elementi diversi. I testi sono molto introspettivi, ricchi di metafore e riflessioni sulla vita, l’amore, la fragilità e la forza interiore. Le sue canzoni spesso esplorano temi personali e universali. La musica che accompagna i suoi componimenti non si limita a un genere specifico. Evan mescola abilmente elementi del pop, dell’indie e della musica d’autore, passando per il folk e la musica elettronica. Questa varietà rende le sue canzoni fresche e capaci sempre di sorprendere. Non teme di sperimentare con arrangiamenti e suoni. Questa curiosità artistica si riflette nella sua musica, che può variare da ballate delicate a brani più ritmati.
Essendo anche un poeta, contamina di poesia la sua musica, le sue canzoni sono spesso come versi musicali, con immagini vivide e significati nascosti.
Spettacolo molto interessante e piacevole. Gio Evan è un artista che sfugge alle etichette e si muove liberamente tra i generi regalando al pubblico una varietà di esperienze non solo musicali ma anche interiori.
“Stai attenta a quello che mi dici, abbi cura delle parole, dosale bene, scegli quelle giuste, quelle che ti esplodono da dentro, quelle che senti fin giù alla pancia. Dimmi solo quelle che crede il tuo cuore.”(da Il libro).

Gemma n° 2516

“Come mia prima gemma ho deciso di portare la mia cantante preferita, Mitski. Ho scelto di portare lei perché penso che le sue canzoni abbiano un significato molto profondo e in alcune di esse mi ci rivedo tantissimo. L’ho cominciata ad ascoltare qualche anno fa e tutt’ora la ascolto. Penso che sia una cantante bravissima e piena di talento, perciò mi piace” (M. classe prima).

Gemma n° 2484

“Il significato di questa gemma non risiede tanto nella canzone Kids degli MGMT, quanto nella persona che me l’ha mostrata. Fu mio padre a mostrarlo durante una delle nostre piccole sfide su chi riuscisse a trovare le canzoni più belle. Ogni volta, mio padre mi mostrava proprio questa. Questo mi fa riflettere sul fatto che il legame con i propri genitori si manifesta anche nei piccoli gesti quotidiani”(A. classe terza).

Gemma n° 2480

“Quest’anno ero veramente indecisa sulla gemma da portare perché l’anno scorso per me è stato una giostra di emozioni.
Per quanto riguarda l’anno scolastico è stato probabilmente il peggiore: avevo totalmente perso me stessa, non mi riconoscevo più, mi ero totalmente dissociata da tutto e da tutti, mi sono autodistrutta; ho vissuto quello che definisco il periodo più buio della mia vita, durante il quale mi sembrava impossibile riuscire a vedere la luce. Mi trascinavo da sola sempre più in fondo, dilaniandomi sempre di più.
E poi è arrivata l’estate, la mia salvezza. Quei tre mesi mi hanno guarita ed ora sono riuscita a stare meglio, cosa che un anno fa sembrava impossibile. È proprio per questo che come gemma ho deciso di portare la mia estate 2023, che per me è stato un momento di enorme crescita.
Finita la scuola ero veramente sfinita e non vedevo l’ora di potermi finalmente riposare. Ma mia madre, che non sopporta vedermi a casa senza fare nulla, mi ha spinta a fare un’esperienza di volontariato per un paio di settimane. Inizialmente non ero molto felice di ciò, non perché non volessi fare un’esperienza del genere, ma perché ero veramente sfinita. Ho deciso comunque di fare quest’esperienza presso un centro diurno per persone ipovedenti. Durante quelle settimane aiutavo gli altri volontari a riordinare e a pulire e ad organizzare le attività da svolgere con i frequentatori del centro, che erano sia ragazzi che persone più anziane. Una volta terminata ho capito veramente quanto quest’esperienza mi abbia permesso di crescere; sono venuta a contatto con una realtà che prima conoscevo molto poco, e ho capito che ci sono 1000 modi per vedere il mondo e la vista è solo uno di questi.
Poi a inizio luglio sono andata come ogni anno dieci giorni in vacanza con i miei genitori: inizialmente avevamo optato per il Portogallo ma poi abbiamo dovuto ripiegare sulla Croazia a causa di alcuni problemi di salute in famiglia; io non ero molto contenta di ciò, poiché non volevo andare al mare. Io ho sempre amato il mare e l’acqua, ma da un po’ di anni non riesco più a viverlo serenamente. In più non mi entusiasmava l’idea di fare una vacanza con i miei perché le ultime non sono andate molto bene, infatti litigavamo e basta. E invece questa vacanza si è rivelata una piacevole sorpresa: dopo anni sono riuscita a godermela per bene, senza discussioni e litigate: erano anni che non vivevo una vacanza così serena. 
Quando siamo tornati si è aggiunto un nuovo componente alla nostra famiglia. Sono cresciuta con un cane, un piccolo maltese che avevo chiamato Milkie, a cui ero immensamente legata; purtroppo lo scorso novembre è mancato a causa di un tumore e sicuramente questo non mi ha fatto stare meglio, anzi. Mia madre aveva giurato che dopo di lui non avrebbe preso più un cane, ma solo dopo la sua scomparsa ci siamo accorti di quanto la sua presenza era diventata fondamentale nelle nostre vite. È per questo che abbiamo deciso di prendere un’altra maltesina, che abbiamo chiamato Luna: ci ha conquistati fin da subito; non pensavo che dopo Milkie sarei riuscita a legarmi ad un altro cane, ma mi sbagliavo: ad oggi infatti Luna è diventata fondamentale, riesce a strapparmi dei sorrisi ogni giorno, non so come farei senza di lei.
Dopo qualche giorno ho vissuto una piccola esperienza insieme alle mie amiche. Durante la primavera avevo visto che a Villa Manin a luglio ci sarebbe stato un piccolo concerto di una band a cui sono molto legata. La band in questione è l’Officina della Camomilla: ho iniziato ad ascoltarli a caso qualche anno fa e mi hanno conquistata fin da subito con le loro canzoni allegre e molto particolari. Questo concerto era decisamente inaspettato, poiché la band si era sciolta molto tempo fa; ma negli ultimi mesi una delle loro canzoni intitolata Un Fiore per Coltello, che tra l’altro è una delle canzoni a cui sono più affezionata in assoluto, è diventata virale e quindi hanno deciso di tornare insieme e di fare dei piccoli live: appena avevo letto la notizia ero al settimo cielo, dovevo assolutamente andarci. Non conoscevo però nessuno che li ascoltasse e non sapevo con chi andare. 
Alla fine ho “obbligato” le mie amiche ad accompagnarmi ed è stata una serata magica: si respirava un’atmosfera abbastanza intima, infatti non erano presenti moltissime persone, ma è stato magico: eravamo all’aperto, sotto la luce dorata del tramonto, cantando canzoni suonate con la chitarra e altri strumenti molto strani. Sicuramente mi sono divertita molto più delle mie amiche ma alla fine anche loro sono rimaste contente dell’esperienza: in fondo i concerti sono sempre speciali, anche se non si conosce l’artista.
Inoltre ero veramente grata perché nonostante loro non ascoltassero la band, hanno deciso di venire lo stesso con me per farmi felice.
Una volta tornata sono subito ripartita per passare dei giorni a Lignano con le mie amiche per il compleanno di R. Come l’anno scorso, sono stati dei giorni fantastici, eravamo un gruppo veramente unito. Se la me di quel periodo avesse saputo che quella sarebbe stata la nostra ultima vacanza insieme probabilmente non ci avrebbe mai creduto; ora, nonostante non siamo più unite come prima, però mi piace riguardare a quei momenti con molta felicità e anche un po’ di nostalgia.
Poi il 22 luglio è giunto un momento che ho aspettato per anni e anni. Era infatti il giorno del concerto di Harry Styles, a Reggio Emilia, il suo ultimo concerto del Love On Tour. Mi aspettava un lungo viaggio, il viaggio della speranza, iniziato su un treno alle 6 di mattina insieme ad un mio amico; durante questo viaggio è successa anche una cosa abbastanza divertente (anche se un quel momento non era proprio così divertente, anzi): una volta arrivati a Bologna saremmo dovuti salire su un treno per Reggio Emilia e invece siamo saliti su quello per Reggio Calabria; per fortuna ce ne siamo accorti qualche secondo prima che partisse e siamo subito scesi. Siamo corsi a prendere il treno giusto e non appena sono salita ho percepito subito una bella atmosfera: era pieno di persone provenienti da ogni dove, che indossavano vestiti colorati e stravaganti, avevano boa di piume ed erano piene di brillantini. Anche appena scesi dal treno ho visto una marea di colori e piume: era magico.
Dopo una lunga attesa trascorsa sotto il sole cocente e sotto la forte grandine improvvisa, parlando e cantando insieme a gente sconosciuta, la band che apriva lo show è salita sul palco: stava iniziando a diventare tutto reale. E poi le luci e la musica si sono spente, a farci luce c’erano solo le stelle e una splendida luna ed eccolo lì, non riuscivo a crederci: sono subito scoppiata a piangere.
Non ho mai trovato le parole adatte per descrivere l’affetto che provo verso Harry: è una costante nella mia vita da anni: non importa se sono triste, felice, affranta, serena, io trovo sempre conforto nelle sue parole. Mi ha sempre fatta sentire a casa.
Mi sono sentita serena, in pace, come se fossi parte di una grande famiglia, nonostante fossi in mezzo a più di 100 000 persone. 100 000 persone che erano lì per il mio stesso motivo: vedere quella persona che per tutti noi è così importante. Non mi sono mai sentita così bene come quel giorno: per due ore quella sera mi sono dimenticata tutti i problemi, tutte le preoccupazioni e ho cantato, pianto, ballato, come non mai (soprattutto pianto). Ha anche fatto un meraviglioso discorso tutto in italiano, dolci parole che porterò sempre con me. Non scorderò mai la spensieratezza di quella giornata… quanto vorrei poterla rivivere.
Poi a fine luglio è iniziata una grandissima avventura: io ancora non lo sapevo ma mi avrebbe stravolto la vita. Avevo infatti deciso di partire da sola per Edimburgo, dove avrei trascorso tre settimane in una famiglia. Inizialmente ero un po’ spaventata, poiché nonostante abbia viaggiato molto e abbia preso molti aerei nella mia vita, non ero mai partita totalmente da sola. Ma mi sono fatta coraggio e nonostante la forte ansia e tutte le preoccupazioni sono partita.
Una volta arrivata dopo qualche difficoltà sono riuscita a prendere un taxi che mi avrebbe portato a casa della famiglia che mi avrebbe ospitato. Ero molto agitata per la famiglia, non sapevo bene cosa aspettarmi; e infatti non è iniziata alla grande: la famiglia mi è sembrata subito molto fredda e poco accogliente. Io ero un po’ disperata, non sapevo bene come comportarmi in una situazione così, ero completamente spaesata: mi trovavo totalmente da sola, in un paese a me sconosciuto, a casa di estranei: mai mi sarei immaginata di dirlo, ma volevo tornare a casa.
Mi sono fatta coraggio e la notte è passata; il giorno dopo dovevo prendere il bus e andare a scuola, dove avrei frequentato un corso ‘intensivo’ di inglese. Da lì poi tutto è migliorato: non ho avuto problemi con i mezzi, gli insegnanti sembravano splendidi e così anche coloro che frequentavano la scuola. Quella scuola era frequentata da persone di tutte le età provenienti da tutto il mondo; c’erano anche molti ragazzi italiani della mia età che stavano vivendo la mia stessa esperienza. 
Ho fatto subito amicizia con moltissime persone; in particolare c’era una ragazza che mi ha totalmente stravolto la vita: si chiama S, ha la mia età e vive a Terni. Ho trascorso moltissimo tempo con lei e ciò ha avuto un enorme impatto sulla mia vita e sul modo in cui vedevo le cose; abbiamo legato fin da subito e non mi sarei mai aspettata di affezionarmi così velocemente a qualcuno, è stato veramente speciale. Nonostante ora abbiamo perso un po’ i rapporti, io la porterò sempre nel cuore e difficilmente mi dimenticherò di lei: ne ho incontrate veramente poche di persone così speciali. Quelle tre settimane sono veramente volate: nonostante le lezioni ho avuto molto tempo per visitare Edimburgo e questa città mi ha davvero lasciato un segno indelebile. Fin da subito mi sono sentita a casa, come se io appartenessi a quella città: era come se rispecchiasse la mia personalità.
Quando sono dovuta partire ho pianto veramente tanto, questa esperienza mi è entrata nel cuore. 
Io tendo sempre a svalutarmi (o almeno così dicono), ma mia mamma mi ha fatto capire quanto importante fosse quello che avevo fatto: mi ha spiegato infatti che non tutti riescono a partire totalmente da soli e rimanere in un paese sconosciuto a casa di estranei e riuscire ad adattarsi. Sarò per sempre grata ai miei genitori per avermi permesso di vivere un’avventura del genere.
E alla fine è iniziato settembre e si è preso un po’ di spensieratezza che solo l’estate sa donare. Siamo tutti tornati alla nostra routine quotidiana, è iniziata la scuola, i compiti, lo stress e l’ansia, la pioggia e le giornate un po’ grigie.
Ma nonostante ciò io quell’estate la porterò sempre nel mio cuore. Ho capito che dovrei vivere la vita con più leggerezza e spensieratezza, perché 17 anni si hanno solo una volta nella vita e bisogna goderseli appieno, perché non ritornano indietro. Tra risate e pianti sono cresciuta, ho imparato ad apprezzare molte cose che prima davo per scontate e ho anche imparato a credere un po’ di più in me stessa. Con il ricordo dell’estate inciso nel cuore sono riuscita a iniziare la scuola con più tranquillità e tutt’ora mi sento più serena; sto contando i giorni che mancano all’inizio della prossima estate, nella speranza di vivere altre mille avventure che mi cambieranno e mi segneranno. E come disse Harry Styles in una canzone “we’ll be alright”, perché ce lo meritiamo, noi meritiamo di stare bene.
Durante quei mesi sono riuscita a piantare delle radici, da cui sta crescendo una piccola piantina, che diventa ogni giorno più forte, che si lascia piegare ma non abbattere dalle intemperie. Perché i momenti di tristezza e difficoltà sono indispensabili, ma servono soprattutto tanti tanti momenti di spensieratezza e serenità.
Ho capito insomma che devo “colorare la mia vita con il caos dei problemi”.”
(S. classe quarta).

Gemma n° 2464

“Come prima gemma vorrei portare un gruppo che per me è diventata una seconda casa.
Nel 2021 non mi sarei mai aspettata che questo gruppo sarebbe diventato la mia cura e le uniche persone a farmi sorridere; proprio in quel periodo stavo attraversando un periodo molto difficile e in quei momenti non avevo nessuno al mio fianco, ma un giorno di giugno mi ritrovai un music video su Youtube di questo gruppo, gli Enhypen, un gruppo maschile coreano composto da sette ragazzi nato nel 2020. Iniziai a vedere il video e mi presero dall’inizio alla fine sia la canzone che la coreografia; da quel momento, incuriosita, decisi di guardare altri video e interviste. Appena li vidi mi innamorai subito di loro, giorno dopo giorno imparai i loro nomi e perfino i compleanni.
lo non so come hanno fatto e come è successo ma loro mi hanno fatto sorridere dopo tanto tempo: da quel momento fino ad oggi tornai a vedere la vita in un modo differente.
Quindi può essere strano ma questi sette ragazzi non mi hanno solo ridato la felicità e la voglia di vivere ma anche credere nei miei sogni. Il mio sogno più grande in questo momento è vederli dal vivo un giorno, o in Italia o all’estero: mi renderebbe felice il solo vederli”.
(S. classe prima).

Gemma n° 2460

“Quest’anno ho deciso di portare come gemma la canzone Blue Jeans di Lana Del Rey. Questa canzone, nonostante sia una delle più conosciute di Lana, ha una grande importanza per me e mi ha aiutata in diversi momenti difficili e complicati della mia vita. Ascoltandola mi sentivo e mi sento tuttora compresa e rassicurata in qualche modo, perché la maggior parte delle parole del testo rispecchiano me, i miei sentimenti e il mio modo di fare: infatti mi ci ritrovo e mi consola quando penso di essere strana a pensare o provare certe emozioni in determinate situazioni. Oltre a ciò mi piace anche per il bel ritmo e per la voce di Lana, che è la mia cantante preferita” (E. classe quarta).

Gemma n° 2437

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare la foto di questo cartellone, che è stata scattata subito dopo il concerto della mia band preferita, i Joker Out. Per me questo concerto ha un valore molto sentimentale perché è il primo concerto in cui sono andata da sola, e il primo concerto di questa band. È stato sopra le mie aspettative e ricordo ancora con dolcezza tutti i momenti di quella giornata. “Seize the day” significa “carpe Diem” che è il titolo della loro canzone più famosa, quella che hanno portato all’Eurovision. Il concerto non era in Italia ma in Slovenia e quindi, essendo noi italiane, ci sembrava carino scrivere appunto “seizing the day from Italy” per fargli capire che c’erano anche persone che li supportavano dall’Italia. Eravamo in seconda fila e quando lo hanno visto il cantante, tra una strofa e l’altra, ci ha detto “grazie mille” (in italiano). Anche la canzone ha un grande significato per me, perché è grazie a quella canzone e a quella notte, in cui ho visto la loro performance, che ho iniziato a seguirli e ne sono molto felice” (V. classe terza).

Gemma n° 2424

“Come gemma ho deciso di portare questa canzone di the weeknd.
The weeknd oltre ad essere il mio cantante preferito da ormai un sacco di tempo, è come se in ogni sua canzone, in ogni suo testo io mi ci riveda almeno in una frase.
La canzone si chiama After Hours e affronta il tema di una relazione conclusa con il cuore spezzato ma io la porto non per il significato del testo stesso ma più che altro per il significato che ha la canzone in generale per me.
È una canzone che mi ha aiutato molto in momenti difficili e mi aiuta tutt’ora, la ascolto sempre prima di una partita per cercare di avere meno ansia e riesce sempre a calmarmi e farmi sentire meglio” (G. classe prima)