Gemma n° 2822

“Porto come gemma i miei guantoni perché sono il simbolo del legame con mio padre e di una delle cose che abbiamo in comune: infatti è grazie a lui che ho iniziato a fare arti marziali, cosa che sin da bambina mi affascinava. Mi ricordano quindi non solo il rapporto con mio papà, ma anche un percorso di crescita che ho fatto per me stessa” (B. classe quinta).

Gemma n° 2803

“Quest’anno per la gemma ho voluto portare due persone: mio papà e il mio fidanzato. L’anello rosso me l’ha regalato M., il mio ragazzo, mentre quello argento mio padre.
Hanno due caratteri molto diversi, ma sono entrambi fondamentali per me.
Io assomiglio caratterialmente molto a mio papà, può sembrare chiuso e serio, ma in realtà è una persona meravigliosa. Spesso mi dice che invece io dovrei cercare di non essere come lui su questi aspetti, ma per me diventare come lui sarebbe un orgoglio. Anche se i miei genitori si sono separati, è sempre stato molto presente nella mia vita e ha sempre cercato di rendermi felice in qualsiasi modo e, se il modo non c’era, se lo inventava. Per questo, quando sono insieme a lui per me è sempre un momento speciale, quando d’estate andiamo in spiaggia o quando in inverno andiamo allo stadio insieme.
Anche con M. non è stato tutto rose e fiori, per dei mesi non ci siamo nemmeno parlati, però ora siamo più uniti di prima.
Ormai é come se facesse parte della mia famiglia e io della sua. Mi aiuta e mi ascolta sempre e, come mio papà, fa di tutto per farmi stare bene. È un ragazzo con un cuore d’oro e così tanto che, a volte, forse è anche troppo buono con me. Anche se la nostra relazione non è gradita a qualcuno, noi cerchiamo sempre di migliorarci ed impegnarci per stare bene insieme.
Voglio tantissimo bene ad entrambi e li vorrei ringraziare per tutto quello che fanno per me.”
(A. classe terza).

Nicea: a 1700 anni di distanza

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Fulvio Ferrario è professore di Teologia dogmatica presso la Facoltà valdese di Teologia di Roma. A inizio settembre ha firmato un articolo per la rivista Confronti sui 1700 anni dal Concilio di Nicea. Il taglio è teologico: non è di difficile comprensione, più che altro si sofferma su concetti sui quali molte persone, anche credenti, non sono abituate a riflettere e che magari sono espressi con parole ormai ripetute in modo automatico ogni domenica (“della stessa sostanza del Padre”). Buona lettura.“Secondo una celebre e felice formulazione del teologo ebreo Shalom Ben Chorin, la fede di Gesù unisce ebrei e cristiani, la fede in Gesù li divide. La fede di Gesù è, naturalmente, quella del popolo di Israele; la fede in Gesù è quella che vede nell’uomo di Nazareth la rivelazione definitiva del volto di Dio e del suo progetto nei confronti della creazione e, in essa, dell’umanità.
Il Concilio ecumenico di Nicea del 325, del quale si celebra, nel 2025, il XVII centenario, può forse essere considerato il passo decisivo mediante il quale la comunità cristiana chiarisce il carattere unico, privo di analogie, del rapporto tra Gesù e il Dio di Israele.
Per la verità, il rapporto tra Chiesa e Israele non è affatto in primo piano nella problematica affrontata a Nicea: o meglio, non lo è in modo diretto ed esplicito. La Chiesa del IV secolo si comprende, da tempo, come una realtà religiosa altra rispetto all’Ebraismo, e come tale è percepita da quest’ultimo.
Il problema fondamentale del Concilio, invece, è totalmente interno all’universo simbolico cristiano e può essere riassunto così: stabilito, con tutto il Nuovo Testamento, che il rapporto con Dio passa attraverso la persona di Gesù, nella quale (per usare le parole del IV evangelista) si incarna il “la Parola” di Dio, come dobbiamo pensare quest’ultima?
La proposta del presbitero Ario ha il pregio della nitidezza: il Verbo va considerato come la prima tra le creature, una realtà chiamata all’essere dall’unico Dio, prima che il mondo fosse, e che costituisce il progetto della creazione intera. In tal modo, il rigoroso monoteismo, condiviso con Israele, sembra confermato, così come la radicale trascendenza di Dio, che entra in rapporto con la realtà solo attraverso la mediazione del “Verbo”.
La tesi che esce vincente dal Concilio, tuttavia, è ben diversa. Tra le parole chiave della posizione nicena, la più famosa è probabilmente un aggettivo che in italiano si può tradurre con “consustanziale” [ὁμοούσιος, homoousios ndr]: il Verbo è della stessa “sostanza” di colui che i cristiani chiamano il Padre, cioè, in termini più vicini ai nostri, è Dio nello stesso senso nel quale lo è il Padre.
L’obiezione è ovvia: se il Padre è Dio e lo è anche il Verbo, gli “Dei” sono due (come minimo: la situazione, com’è noto, si complicherà ulteriormente). Ci vorrà parecchio tempo perché la Teologia, mediante equilibrismi terminologici abbastanza audaci, elabori quella che diventerà la dottrina trinitaria, cioè una comprensione di Dio come unità differenziata e non come monade.
Le Chiese dei nostri giorni, tuttavia, vivono in una società totalmente estranea già alle narrazioni bibliche, figuriamoci alle elucubrazioni della Teologia dei primi secoli. Le liturgie utilizzano abbastanza placidamente le antiche formulazioni, come segno della continuità della Chiesa nel tempo; che però coloro che le recitano ne comprendano il significato, è più che dubbio.
Molti e molte si chiedono se non sia opportuno che le comunità di oggi esprimano la loro fede con parole che sentono e comprendono. Personalmente, la ritengo un’esigenza legittima: come diceva non un relativista postmoderno, bensì Tommaso d’Aquino, la fede si rivolge a Dio e non alle formulazioni su Dio, il che autorizza le diverse generazioni alla stessa audacia espressiva utilizzata dai nostri padri e dalle nostre madri nella fede.
A Nicea non è stato indicato un punto d’arrivo (come del resto dimostra la storia successiva), bensì un punto di non ritorno: secondo la Chiesa cristiana, il nome del Dio tre volte santo, del Dio di Israele, non può in alcun modo essere separato dalla storia di Gesù. L’affermazione secondo la quale una storia umana è decisiva per la relazione con colui che è eterno è paradossale per le tradizioni religiose del mondo antico e non solo, mentre Nicea la afferma in modo irreversibile.
Per tale ragione, l’affermazione di Shalom Ben Chorin dalla quale siamo partiti mantiene la propria validità. Le modalità nelle quali la Chiesa può anzitutto vivere, e poi anche esprimere, la relazione tra Dio e Gesù non possono essere confinate dalla Chiesa nel suo passato, ma costituiscono il suo futuro”.

Gemma n° 2764

“Ieri 19 marzo era la festa del papà, con questa gemma volevo ringraziarlo per tutto quello che fa e che continua a fare per me. Mi ritengo molto fortunato ad avere un papà molto presente, così come mia mamma, perché non tutti hanno questa fortuna; anche se non lo dimostro gli voglio un sacco di bene, spero un giorno di poter ripagare tutto quello che lui ha fatto per me. Grazie papà” (W. classe seconda).

Gemma n° 2741

“Quest’anno ho scelto come gemma una foto della mia squadra di pallavolo. I motivi sono tanti. In primis la pallavolo è uno sport che fa parte della mia vita da anni e che mi lega molto a mio padre: infatti anche lui è appassionato di questo sport e lo pratica ancora. Quando ero bambina, lui passava il tempo a lanciarmi la palla e insegnarmi a prenderla al volo, ed era uno dei miei giochi preferiti. Quest’anno in particolare la pallavolo mi ha dato tanto perché non faccio parte di un semplice gruppo ma di una vera squadra, in cui ho trovato amicizia, supporto, divertimento e motivazione per dare il massimo. Così gli allenamenti sono diventati un momento in cui liberare la mente dai problemi e concentrarmi sul giocare al meglio” (G. classe quinta).

Gemma n° 2689

“Come gemma ho deciso di portare mio padre. Per me lui è la persona più importante, lui è la spalla su cui so di poter piangere. Il mio papà c’è sempre stato per me, e non è una cosa da dare per scontata. Sono sempre andata molto d’accordo con mio padre, soprattutto perché abbiamo lo stesso carattere, anche se ci scontriamo qualche volta per questo motivo. Sono grata di tutto quello che fa per me, mi è stato vicino quando stavo più male e non volevo parlarne, e penso che questo conti più di mille parole” (G. classe prima).

Gemma n° 2669

“Era una notte d’inverno, ricordo perfettamente che il cielo era limpido e c’era la luna piena. Io ero fuori sul balcone a sognare ed a fare la romanticona. Arrivò mio padre che mi porse la sua felpa enorme: così calda, con il suo profumo preferito travolgente. Ad un certo punto, il mio papà mi pose davanti agli occhi il suo telefono e mi disse queste tre parole: “Te la dedico”.
Era una canzone e mi misi ad ascoltarla.
“Viaggia insieme a me e io ti guiderò
e tutto ciò che so te lo insegnerò
finchè arriverà il giorno in cui
tu riuscirai a fare a meno di me.
Io ti porterò dove non sei stato mai
E ti mostrerò le meraviglie del mondo
E quando arriverà il momento in cui andrai,
Tu, tu guiderai,
Tu lo insegnerai
Ad un altro o un altro
Come te… “
La canzone in questione era “Viaggia insieme a me” degli Eiffel 65.

Dopo aver capito il testo mio padre chiamò il mio nome e mi girai. I suoi occhi brillavano di una luce che non avevo mai visto: forse era l’orgoglio, l’amore che un padre prova verso la figlia.
Mi disse “Nessun uomo ti amerà come ti amo io. Sì, un giorno ti dovrò lasciar andare, perché è giusto che tu faccia la tua vita. Ma ricordati che per te e per i tuoi fratelli la porta sarà per sempre aperta. Anche se un giorno non ci sarò più, non preoccuparti, perché sarò in tutte le stelle e ti darò il mio amore eterno da lassù”.
Questa è la mia prima gemma: l’amore della famiglia.
(N. classe quarta).

Gemma n° 2652

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare una serie: Hawaii-Five-0.
Ho scelto questa serie perché da piccola la guardavo ogni pomeriggio con mio padre sul divano a casa. Oggi questa serie mi riporta indietro a quelle ore passate insieme con spensieratezza e felicità senza nessuna preoccupazione per la scuola o il lavoro” (A. classe seconda).

Gemma n° 2644

“La collana in foto è soltanto il punto iniziale della mia gemma perché quello su cui mi voglio concentrare è la persona che me l’ha regalata. Questa persona si chiama S. ed è il nuovo compagno di mia madre, nonché suo collega di lavoro. La loro relazione è iniziata già qualche anno fa, tre o quattro, e da figlia posso dire che vedo entrambi molto più felici e sereni di prima, cosa che mi rende contenta a mia volta. S. è una persona fantastica, gentile, generosa e sicuramente molto simpatica: si comporta bene con tutti, è sempre disponibile e, una cosa di cui sono assai grata, si comporta come se fosse un secondo padre per me. Mi ha insegnato tanto da quando lo conosco, è sempre stato e sempre sarà disponibile se mi dovesse servire qualcosa e, parlando francamente, il rapporto che abbiamo è talmente genuino che sembra quasi io sia sua figlia. Siamo diventati legati così tanto in relativamente poco tempo e posso dire di volergli bene come se fosse mio padre” (M. classe quinta).

Gemma n° 2626

“Quest’anno come l’anno scorso porterò una città.
La città in questione è Riga e sarà il punto focale di tre grandi argomenti: la famiglia, i viaggi e l’amicizia. Mio padre si è trasferito a Riga il 30 marzo per lavoro. Era un’offerta troppo buona per rifiutare. Abbiamo deciso tutti assieme ed alla fine ha accettato. È stato molto difficile e lo è tuttora. Vivere senza una figura paterna non è facile soprattutto in questa parte dell’adolescenza. Nell’ultimo periodo mio padre era una delle poche persone che mi capivano e che mi appoggiavano. Ora è lontano e diverso.
Riga è diventata un punto di riferimento ormai, una seconda casa. Spero che un giorno potremmo tutti riunirci lì, a livello di famiglia, e porre “fine” a questa separazione. Riga mi ha fatto capire quanto sia bello viaggiare e di come quest’ultima sia una mia ambizione per il futuro. Sono stata a Riga tre volte quest’estate ed ogni volta era sempre più bello. Riga è stata anche la meta dell’estate. Io e la mia amica abbiamo fatto un viaggio a Riga in quel periodo e abbiamo avuto l’opportunità di conoscere la città e di conoscere nuove realtà. Riga infatti la definisco proprio come punto d’incontro di tante belle cose”.
(M. classe quinta).

Gemma n° 2623

“Come gemma di religione, anche quest’anno, ero molto indecisa su chi portare; devo dire che erano molte le opzioni tra cui scegliere e che più mi rappresentassero, in particolare in questo periodo, ma, dopo un attimo di riflessione, scorrendo la galleria, non ci ho pensato due volte e ho deciso di parlare di lui, sì proprio del mio papà.
Ho deciso di portare mio papà perché in primis io e lui abbiamo un rapporto davvero molto unito e speciale; ciò non significa che sia sempre facile da gestire e tantomeno da tutelare, ma penso che non ci sia essere maschile che mi possa amare quanto mi ama mio padre.
Spesso il nostro rapporto, per quanto forte, come detto in precedenza, diventa a tratti altalenante proprio perché io sono la sua esatta copia al femminile: ho il suo stesso carattere, modo di fare e persino gli stessi difetti; ci capita dunque di scontrarci, litigare e non rivolgerci parola molto spesso e ciò che più mi ferisce è vedere che nel momento in cui mi vede star male a causa sua, è come se stesse male anche lui, e questo penso basti a descrivere il tipo di rapporto che abbiamo e le persone che siamo.
Per me mio padre è davvero tutto, non è tipo di molte parole, ma al contrario è molto conciso e attento a ogni minimo dettaglio, è breve e sintetico in ciò che esprime ma fa captare a ognuno, sempre in qualche modo, il significato e l’obiettivo delle sue parole.
Ho scelto proprio questa foto per la sua spontaneità: è indescrivibile come io mi senta protetta e sicura solo tra le sue braccia, perché so per certo che sono le uniche che non mi faranno mai del male e saranno pronte a sporgersi in qualsiasi momento per venirmi incontro.
Anche se di spalle, penso si possa notare il mio sorriso, anzi la mia risata catturata in una foto, e il sorriso dolce e affettuoso di mio padre che sa di avere tra le braccia l’essere più prezioso della sua vita. Da papà ho imparato e imparo tuttora tanto sulla vita, sui comportamenti da tenere e da rispettare, sull’educazione, sulla quale non transige, ma soprattutto da papà ho imparato a coltivare le mie passioni, a saper fare dei sacrifici e vedere che solo con tanto impegno e dedizione si riesce a raggiungere ciò che si desidera; mio padre in particolare mi ha trasmesso l’amore, o meglio la fede per il calcio: fin da piccolissima infatti, non ha mai guardato un film delle principesse con me, anzi, mi ha sempre annoiato con le numerose partite di calcio tanto da avermi portata a seguire la sua squadra del cuore da quando era bambino: la Juventus.
Proprio per questo, uno tra i ricordi più belli che mi porterò per sempre nel cuore è stato il giorno in cui mi ha portata per la prima volta all’Allianz Stadium, facendo sì che coronassimo insieme un nostro sogno”.
(G. classe terza).

Gemma n° 2620

“Come gemma ho deciso di portare questo cd. È My Everything di Ariana Grande e me l’ha comprato mio padre nel 2015/2016, lo mettevamo sempre in macchina quando andavamo al mare. Ho sempre ascoltato la musica di Ariana da quando ero piccola, ogni mattina mettevo le sue canzoni su youtube e saltavo sul letto. Ogni volta che ascolto le sue canzoni mi sembra di ritornare a quei tempi e ancora ad oggi, quasi 10 anni dopo, l’ascolto ed è per me importante perché sono cresciuta con lei e la sua musica” (A. classe seconda).

Gemma n° 2607

“Quest’anno come l’anno scorso ho deciso di portare una collana che indosso ogni giorno insieme a quella con il mio nome.  È una collana che mi ha regalato mio papà quest’estate durante la vacanza di famiglia a Roma. Ho scelto di portarla perché mi fa pensare al bel rapporto che ho con la mia famiglia e che per me è molto importante” (S. classe quarta).

Gemma n° 2605

“La gemma che ho portato quest’anno è una parte del mio viaggio in un paese estero, ormai una tradizione per la mia famiglia: quest’anno la meta era il Regno Unito. Con mio padre ho visitato un museo a Liverpool che per noi era molto importante e significativo: il museo dei Beatles. Per lui sono la sua band preferita, per me sono la prima band mai ascoltata. Questo posto era una tappa che volevamo raggiungere da molto tempo, ma purtroppo non ne avevamo mai avuto la possibilità. Tutto questo era fino a quest’estate, quando ha deciso di fare sia a me che a lui stesso una grande sorpresa. Il museo è stata in sé un’esperienza indimenticabile: l’ambientazione, la musica, la storia, la cultura… Tutto ciò, insieme alla significatività che per me e mio padre va oltre al luogo in sé, formano una parte del mio repertorio di ricordi che non riuscirò proprio mai a lasciar andare” (F. classe terza).

Gemma n° 2579

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare questo anello che mi è stato regalato questa estate da mio padre mentre eravamo a Londra. Questo anello per me ha un significato speciale perché mi ricorda di questa vacanza che mi ha aiutata a “staccare la mente” da un brutto periodo che stavo passando ed è stata anche un modo per trascorrere più tempo assieme a mio padre, con il quale non ho molte occasioni di stare durante la settimana” (A. classe seconda).

Gemma n° 2484

“Il significato di questa gemma non risiede tanto nella canzone Kids degli MGMT, quanto nella persona che me l’ha mostrata. Fu mio padre a mostrarlo durante una delle nostre piccole sfide su chi riuscisse a trovare le canzoni più belle. Ogni volta, mio padre mi mostrava proprio questa. Questo mi fa riflettere sul fatto che il legame con i propri genitori si manifesta anche nei piccoli gesti quotidiani”(A. classe terza).

Gemma n° 2401

“Buongiorno, oggi vorrei parlare di mio padre, che è un vero eroe per me. Per questo ho portato questa fotografia. Qui siamo per la prima volta in Italia. Mio padre è il mio miglior amico, che amo profondamente. Abbiamo momenti speciali insieme e condividiamo gli stessi gusti musicali. Nonostante parliamo poco, è molto importante per me” (V. classe terza).

Gemma n° 2337

“Ci sono poche canzoni che collego a dei momenti specifici della mia vita ma Thunderstruck degli AC/DC è sicuramente una di queste. Non è una canzone che ascolto e questo non è il mio genere di musica preferito eppure ogni volta che sento questa canzone o ci penso mi viene in mente un flashback ben preciso: una bambina che si scatena e salta sulle note di questa canzone con il suo papà nello studiolo della propria casa. Ora non sempre io e mio papà andiamo d’accordo, abbiamo due caratteri diversi che capita si scontrino. Nonostante questo non rinuncio mai a una buona chiacchierata con lui e non posso negare di volergli bene.
Qualche tempo fa mi ha chiesto di portare ogni tanto un po’ di musica da “boomer” (come la chiama lui) a scuola (Sì, ha imparato la parola boomer e adesso la usa sempre, anche quando non serve). Non sapeva però che stavo già pensando di portare questa canzone come gemma ed ora eccomi qua a parlarne” (R. classe quarta)

Gemma n° 2329

“Come gemma ho portato l’anello che mi ha regalato mio papà al compimento dei miei 15 anni. Nella mia famiglia i 15 anni sono molto importanti perché mia mamma viene da Cuba e lì si fa la quinseñera che corrisponde al diciottesimo. Questo anello ha valore inestimabile per me perché con mio papà ho un legame molto bello e ogni volta che guardo l’anello penso a lui. Purtroppo il mio papà ha una certa età, per questo ho paura che presto potrebbe abbandonarmi e non riesco neanche a immaginare come potrei andare avanti senza di lui. Ma so che anche quando lui non ci sarà più in qualche modo sarà sempre accanto a me” (G. classe terza).

Gemma n° 2291

“La mia gemma di quest’anno è mio padre. Nonostante io non abbia sempre un buon rapporto con lui, mi sono resa conto, soprattutto in questi ultimi anni, di quanto bene gli voglia veramente e di quanto sia fondamentale nella mia vita. So che sono cose scontate da dire ma penso che a volte non ci si fermi a pensare abbastanza all’importanza dei genitori. Spesso mi sento in colpa per tutto l’affetto che si merita e che io non sono in grado di esprimere. Scusa papà se non riesco ad abbracciarti o dirti che ti voglio bene ma sei una delle cose più importanti per me, anche se sembra scontato che un genitore sia importante nella vita di un figlio.
Non smetterò mai di ringraziarti per ogni cosa che fai per me. Ti amo papà” (V. classe quarta).