La gemma di A. (classe quinta): “Non è stato facile trovare una cosa adatta da portare, avevo pensato a una foto o a delle frasi, ma mi sembravano forzate o non adatte al momento. Ho trovato qualcosa che sento giusto portare in questo momento, perché questa canzone riesce a rilassarmi e a farmi stare bene. La interpreto non in riferimento a una storia d’amore: quando ci sentiamo sovrastati dai problemi a volte la cosa più semplice ed efficace è stendersi e dimenticare il mondo. Quando le parole non servono, stendersi e avere una persona accanto può essere la migliore terapia, e quelle persona può essere un amico, un moroso o un parente… Può essere anche semplicemente la natura: starci in mezzo anche da sola mi dà molto, anche se oggi ce ne stiamo allontanando sempre più. Ho scelto questa versione del video anche per questo”.
Mentre A. parlava, avevo in testa un’idea non ben precisa di una frase di Cioran che avevo letto da qualche parte tempo fa. Ci è voluto un po’, ma alla fine l’ho recuperata: “Il vero contatto fra gli esseri si stabilisce solo con la presenza muta, con l’apparente non-comunicazione, con lo scambio misterioso e senza parole che assomiglia alla preghiera interiore” (L’inconveniente di essere nati).
Gemme n° 47
“La mia gemma si compone di due parti. Prima faccio ascoltare un branno di Ennio Morricone che all’inizio mi rilassa e mi proietta in un altro mondo, mentre poi mi dà la carica. La ascolto almeno 4-5 volte alla settimana”. Ecco la canzone proposta da A. (classe quarta):
“La seconda parte della gemma, invece, è un breve pezzo preso dal film Rocky 6, in cui Sylvester Stallone si rivolge al figlio Robert ormai grande parlandogli delle difficoltà della vita. Mi ci rivedo in molti aspetti”. Ascoltando il pezzo di film mi è venuta in mente questa frase al cui autore non sono mai riuscito a risalire: “Ogni volta che punti un dito contro qualcun altro, ricordati che ce ne sono tre rivolti verso di te”.
