Gemma n° 1961

“Ho deciso di portare un oggetto che mi è davvero caro, il mio peluche Flaffy. Me l’ha regalato mio papà quando avevo tre anni circa e ci dormo ancora insieme ogni notte. Mi confido su tutto con lui, come se fosse il migliore amico: ammetto che è imbarazzante a 14 anni, ma non mi interessa molto di quello che pensano gli altri, anche perché Flaffy mi ha aiutato tanto nei momenti bui, ci ho versato un sacco di lacrime”.

Mi ha fatto tenerezza la gemma di M. (classe prima) forse perché conservo ancora vari “Flaffy” che mi hanno accompagnato nei momenti grigi della mia vita.

Gemme n° 404

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Volevo portare una cosa che potesse rappresentare qualcosa della mia vita o della mia infanzia e allora ho pensato ai miei diari: anche se sembrano due libricini inutili, dentro sono racchiusi i momenti più belli dell’infanzia (e anche quelli brutti, in ogni caso significativi). Secondo me sono molto importanti perché capita di avere qualcosa da dire ma di non sapere con chi confidarsi: i diari ti aiutano a sentirti sollevato per aver esternato pensieri e sentimenti.

Inoltre ho voluto portare un video tratto da un videogioco: lo porto per il significato profondo che racchiude riguardo l’amicizia. Questo è il mio preferito per il percorso educativo mostrato. In particolare sono importanti le ultime parole: “non si è spento ma è morto”. Questa è stata la gemma di M. (classe seconda).
Ecco cosa scriveva Tolstoj a proposito del diario: “Sono due anni che non riprendo in mano il diario, e pensavo che non avrei più ripreso questa abitudine infantile. Ma non è una ragazzata, è dialogare con se stessi, con la parte vera, divina, che vive in ogni uomo.”

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