Gemme n° 366

Ho pensato di portare due canzoni, ma essendo troppo lunghe ne ascoltiamo solo una

L’altra sarebbe stata Imagine. Penso che le due canzoni parlino da sole senza aggiungere altro. Volevo dare un po’ di speranza e ritengo sia il caso di ascoltarle più spesso”. Così S. (classe quinta) ha presentato la propria gemma.
Michael Jackson invita a curare il mondo e a renderlo un posto migliore. Mi viene naturale citare le parole che Tiziano Terzani rivolge a dei giovani, messaggio che è posto all’inizio del dvd che stiamo guardando proprio con le classi quinte: “Voi che siete una nuova generazione guardate ai fatti, leggete, informatevi, non prendete per garantito niente, non credete a niente di quel che vi viene raccontato. Fatevi la vostra verità, una in cui potete credere e a cui potrete dedicare la vostra vita. Gandhi disse una volta «la verità è il mio Dio» due anni dopo scrisse «no! II mio Dio è la verità». La verità è una grande cosa, forse irraggiungibile ma fatene la vostra meta nella vita, cercatela la verità, cercate anche quella dentro di voi, chi siete, che cosa volete fare qui, che cosa ci siete a fare al mondo. Ponetevi questi problemi e la vita diventerà meravigliosa!”.

Gemma n° 350

Ho deciso di portare questa canzone perché parla del tempo che passa sempre più veloce; le giornate sono sempre più uguali con ritmi definiti e prestabiliti, resta poco tempo per noi stessi e per realizzare quello che ci piacerebbe. Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti affermava: “Il tempo è la sostanza di cui è fatta la vita”. Ma il tempo della nostra vita coincide veramente con quello dell’orologio? Le ore dei nostri giorni corrono all’impazzata o sembrano non finire mai. E’ come se il tempo si fosse staccato da quello convenzionale scandito dalle lancette. Ma nonostante esso sia presente in noi o comunque ci circonda, rimarrà sempre irraggiungibile persino alle tecnologie più avanzate. Le nostre esperienze quotidiane contano veramente, è il tempo dentro di noi che ci condiziona. Secondo lo scrittore Stefan Klein, sta a noi scoprire come prenderci cura del tempo e di conseguenza di noi stessi. Inoltre egli afferma: “Possiamo vivere dietro la paura di affondare nel vortice del tempo ma siamo noi che abbiamo la possibilità di imparare a nuotare e dominare il suo scorrere”. Secondo me, nonostante giorni monotoni e vita di corsa, dobbiamo riuscire a trovare il tempo per noi stessi perché siamo noi che dobbiamo realizzarci”. Questa è stata l’articolata gemma di G. (classe quarta).
In pochi giorni è la seconda gemma che tratta del tempo e del suo uso da parte dell’uomo. Lascio qui due frasi. La prima è di Borges: “Il tempo è la sostanza di cui sono fatto. Il tempo è un fiume che mi trascina, ma io sono il fiume; è una tigre che mi sbrana, ma io sono la tigre; è un fuoco che mi divora, ma io sono il fuoco.” La seconda frase, invece, è di Tiziano Terzani, e aiuta a gettare uno sguardo a una questione che affronteremo in quinta… non voglio dire altro… “L’inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perché sono sempre più convinto che è un’illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c’è progresso. Non c’è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità dei fatti, nelle guerre che si ripetono.”

Gemme n° 210

london

Una foto di Londra: è una città che mi fa stare bene, è un po’ come essere a casa. C’è anche la scia di un aereo a indicare il mio piacere per i viaggi che mi fanno sentire libera”. Ecco la gemma di M. (classe quarta).
Riporto due citazioni che amo molto e che si rimandano tra loro. La prima è un proverbio indiano: “Viaggiando alla scoperta dei paesi troverai il continente in te stesso”. La seconda la richiama e, non a caso, è di Tiziano Terzani: “Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare, darsi tempo, stare seduti in una casa da tè ad osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare”.

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