Gemma n° 2581

“Devo essere onesta, non ci ho messo tanto a scegliere di che cosa parlare, avevo già le idee abbastanza chiare. Ho deciso di portare questa foto di me e mia sorella con una persona per noi molto importante: nostro zio. Mio zio rappresenta tutto per me: gioia, tristezza, rabbia, risate e purtroppo anche delusione. Da piccola, andavo sempre a giocare a casa dei miei nonni, dove c’era anche lui, visto che abita con loro, e i miei genitori andavano a lavorare. Giocavamo con tutti i giochi che lui mi regalava ad ogni compleanno, infatti ormai quella casa ne è piena, e oltre a tutte le risate che facevamo insieme, ricordo anche diversi momenti di rabbia, come quando stavamo giocando ad un gioco inventato da me, e lui continuava a non rispettare le regole: gli ho tirato un calcio nella gamba, con conseguente ghiaccio e livido. Ricordo che alla notizia del mio trasloco lui ci è rimasto molto male, visto che abita da solo con i miei nonni e io gli movimentavo un po’ la giornata, ma nonostante ciò facciamo un sacco di chiamate e videochiamate dove ci raccontiamo di tutto e ridiamo insieme. Adesso ci vediamo soltanto una volta all’anno, ma tutti i giorni che passiamo insieme sono i giorni più belli della mia vita” (A. classe seconda).

Gemma n° 2491

“Quest’anno come mia prima gemma ho deciso di portare mio zio.
Ho scelto lui perché è una delle persone più importanti della mia vita ed inoltre negli ultimi anni è quella con cui mi confido di più. Il rapporto che c’è tra di noi in certi casi potrei definirlo come fraterno perché come fratello e sorella la maggior parte del tempo ci diamo fastidio facendoci scherzi e dispetti. Io e mio zio condividiamo molte passioni come il tennis e la F1 che ogni fine settimana da quand’ero piccola guardiamo assieme sdraiati sul divano di casa sua. Sono grata di avere uno zio come lui che ogni volta che sono triste mi fa tornare il sorriso e non mi fa pensare ai problemi e anche se non glielo dico quasi mai lui sa che gli voglio un mondo di bene” (G. classe prima).

Gemme n° 460

20160420_081134.jpg

Ho portato la maglietta regalatami dal compagno di mia zia 3 anni fa: lui ora non c’è più, ma per me è stato come uno zio, una persona molto importante”. Così S. (classe seconda) ha presentato la sua gemma.
C’è un aspetto che non sopporto in un furto oltre al fatto di impossessarsi di una cosa non propria: la possibilità di perdere il legame affettivo legato a quell’oggetto. Vi sono cose, nelle nostre case, che non sono soltanto cose perché ad esse sono legati ricordi, emozioni, sensazioni: è come se dentro di esse ci fosse un’anima in dialogo con la nostra… Questa non è solo la maglietta di Asamoah.