Carne e fiato


SEI NELL’ANIMA (dall’album “Grazie”, Gianna Nannini)

Propongo una canzone che personalmente considero un capolavoro: parla di un rapporto finito, con la decisione da parte della cantante (o di chi parla in prima persona) di chiudere definitivamente la porta su questa relazione:

“Vado punto e a capo cosìgiannan.jpg

Spegnerò le luci e da qui

Sparirai

Pochi attimi

Oltre questa nebbia

Oltre il temporale

C’è una notte lunga e limpida,

Finirà”.

La decisione è presa, pur nella consapevolezza che sarà difficile andare avanti, sarà come attraversare una notte, una nebbia, un temporale: è l’unico modo di cancellare l’altro, di farlo sparire, di spegnere le luci. La sensazione è quella di una lotta della ragione contro il cuore e pare che sia proprio la prima ad avere la meglio. D’altronde noi di questo rapporto non sappiamo nulla, non possiamo tifare per nessuno, non sappiamo se sia il caso di dare spazio ai sentimenti o alla volontà. Ma…, sì, c’è un ma: prima del ritornello la Nannini canta:

“Ma è la tenerezza

Che ci fa paura”.

E qui, a mio avviso, c’è una provocazione utile: “siamo ancora capaci di tenerezza?” “Sì, certo”, è solitamente la risposta. Ma forse questa certezza risponde a un’altra domanda, leggermente diversa nella forma ma completamente diversa nel contenuto: “abbiamo bisogno di tenerezza?” Non sto parlando della tenerezza intesa come romanticismo mieloso e appiccicaticcio, ma nel senso così ben reso dalle parole di Henri Nouwen

“A volte immagino che il mio intimo

sia come un posto irto di aghi e di spilli.

Come accogliere qualcuno

se non vi può riposare pienamente?

Un cuore agitato di preoccupazioni,

di rabbia e di gelosie

causa delle ferite a chi vi entra.

Devo creare in me una zona libera

per poter invitare gli altri

ad entrare e guarire…

Ciò significa una interiorità dolce,

un cuore di carne e non di pietra,

uno spazio dove si può camminare

a piedi nudi.”

Penso che la sete di questa tenerezza sia enorme; è tuttavia necessario comprendere che tale sete può essere estinta solo dissetando altre persone con lo stesso tipo di sostanza. La tenerezza può essere costruita, ma può essere edificata solo insieme, altrimenti può essere fraintesa o vissuta soltanto da uno dei due. E quando si è innamorati, e magari alle prime esperienze, non è così facile rendersi conto di chi sta abusando della nostra tenerezza; si rischia di prendere delle scottature che poi raffreddano quel calore che viene naturale quando ci si ama e che magari porta a una certa freddezza di sentimenti:

“Sei nell’anima

E lì ti lascio per sempre

Sospeso

Immobile

Fermo immagine

Un segno che non passa mai”.

Ma… sì, per fortuna, c’è un seconda ma: l’amore è una fonte inesauribile per dare sollievo a quella sete di cui dicevo prima.

“Lascio andare i giorni

Tra certezze e sbagli

E’ una strada stretta stretta

Fino a te

Quanta tenerezza

Non fa più paura”

E anche il ritornello cambia:

“Sei nell’anima

E lì ti lascio per sempre

Sei in ogni parte di me

Ti sento scendere (non più immobile fermo immagine, quindi)

Fra respiro e battito

Sei nell’anima

Sei nell’anima

In questo spazio indifeso (quel luogo in cui camminare a piedi nudi)

Inizia

Tutto con te

Non ci serve un perché”.

E Gianna Nannini conclude con una frase che, se voluta, è una vera chicca: “Siamo carne e fiato”. Non dice il solito carne e spirito o carne e anima, che potrebbe farci pensare a classici dualismi, ma carne e fiato: ora in ebraico spirito è “ruah”, che è appunto l’alito, il respiro, il fiato, la vita stessa (in punto di morte si esala l’ultimo respiro e si rende l’anima o lo spirito). Al rapporto, senza la presenza dell’amato, manca la carne, manca il fiato, manca la vita. Insieme diamo vita a un qualcosa, che è il nostro amore, e che senza di noi muore.

3 Replies to “Carne e fiato”

  1. Canzone che amo anche io…esprime al massimo i sentimenti dell’amore e in questo caso della fine di un’amore…io però linko una canzone di Gianluca Grignani tratta dal suo ultimo album. Si intitola Il più fragile..compagna di molte sere piene di pensieri..mi ritrovo molto nelle sue parole, questo stato confusionale di non sapere se l’amato o amata sarà ancora al suo fianco..

    Mi sveglio e poi ti penso
    mi addormento e poi ti sogno
    Mi rigiro nel letto e cerco te

    La coperta non tiene caldo
    c’è un bel film ma non lo guardo
    Ed in quella foto vedo ancora te

    Con il tempo tutto ha un senso anche sapore del lamento
    che mi tiene sveglio senza te

    Scende una lacrima
    e mitrova solo qua
    come un’ombra dietro un vetro immagino

    Ho il dubbio di quel che
    rimane a me di te
    E dall’idea lo sai che io mi agito

    Vieni qui e tocca
    i miei pensieri con i tuoi
    E sentirai che io rispetto a te
    sono più fragile
    Si mi difendo sai
    Ma mai da te

    E cammino dentro la stanza
    Col computer io non ci parlo
    Quindi un’altra volta penso ancora a te

    E ho scoperto che ne ho bisogno
    che il tuo vivere lascia il segno
    E senza il tuo spazio son disperso in me

    Scende una lacrima
    e mitrova solo qua
    come un’ombra dietro un vetro immagino

    Ho il dubbio di quel che
    rimane a me di te
    E dall’idea lo sai che io mi agito

    Vieni qui e tocca
    i miei pensieri con i tuoi
    E sentirai che io rispetto a te
    sono più fragile
    Si mi difendo sai
    Ma mai da te

    Scende una lacrima
    che affoga la città
    E intanto io delle tue labbra son avido

    Perchè a volte
    sembra solo un gioco ma
    Io in questa nostra storia sai ci abito

    Vieni qui e tocca
    i miei pensieri con i tuoi
    E sentirai che io rispetto a te
    sono più fragile
    Si mi difendo sai
    Ma mai da te

    E poi cado giù
    Dentro un cielo spento
    ci sei ancora tu
    Da che non ti sento più

    Vieni qui, vieni qui
    E sentirai che io rispetto a te
    sono più fragile
    Si mi difendo sai
    Ma mai da te

    E poi cado giù
    Dentro un cielo spento
    ci sei ancora tu
    Da che non ti sento

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  2. E allora visto che siamo in tema di fragilità, ecco un vecchio pezzo di Sting che ho sempre amato molto: “Fragile”

    Se il sangue scorrerà, quando la spada incontrerà la carne,
    seccandosi al sole della sera,
    la pioggia di domani laverà via le macchie
    Ma qualcosa rimarrà per sempre nelle nostre menti

    Forse questo ultimo atto è destinato
    a ribadire una fondamentale verità:
    che dalla violenza non può
    e non è mai potuto nascere nulla
    Per tutti quelli nati sotto una stella arrabbiata
    per paura che ci dimentichiamo quanto siamo fragili

    La pioggia continuerà a cadere su di noi
    come lacrime da una stella
    La pioggia continuerà a dirci
    quanto siamo fragili, quanto siamo fragili

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