In alcune terze stiamo parlando di pena di morte. Su Jesus Alessandro Speciale scrive un breve articolo sulla posizione della Chiesa polacca riguardo la pena di morte…
I vescovi cattolici della Polonia si sono divisi di fronte alla proposta del partito conservatore Legge e giustizia (Pis), oggi all’opposizione, di reintrodurre la pena di morte nel Paese. A fine novembre, il leader del Pis, Jaroslaw Kaczynski, gemello del presidente Lech, morto in un incidente aereo in Russia il 10 aprile 2010, ha presentato ufficialmente la richiesta di ripristinare la pena capitale, eliminata dal codice penale nel 1997. L’idea è tutt’altro che nuova: già nel 2006, in un’intervista al Corriere della Sera alla vigilia della sua visita in Vaticano, quando era primo ministro, Jaroslaw Kaczynski aveva espresso la sua ferma volontà di rimettere in attività il boia. E questo anche a costo di andare contro la Chiesa, di cui Legge e giustizia si è sempre presentato come alleato e protettore. Il portavoce del partito, Adam Hofman, ha sottolineato la necessità di distinguere le questioni di fede da quelle che riguardano la politica: «Sono sensibile alla voce della Chiesa, ma come uomo politico ritengo che la pena di morte debba esserci». Adesso, però, la proposta del Pis ha trovato il sostegno inatteso proprio di parte dell’episcopato polacco. A spezzare una lancia a favore del ritorno della pena di morte è stato il presidente della Conferenza episcopale, l’arcivescovo di Przemysl, monsignor Józef Michalik. «La Chiesa difende ogni vita e se permette la morte di qualcuno, lo fa in difesa contro un aggressore», ha dichiarato. «Se la società è incapace di rispondere a questo aggressore, questi deve essere neutralizzato così che non possa seminare il male e uccidere persone innocenti. Il Catechismo della Chiesa cattolica afferma che la pena di morte è lecita in queste situazioni eccezionali». Le sue parole hanno provocato le proteste del partito moderato oggi al Governo, Piattaforma civica, ma soprattutto hanno incassato la smentita del segretario generale della Conferenza episcopale polacca, monsignor Wojciech Polak, vescovo ausiliare di Gniezno. Il presule ha ribadito che è stato proprio Giovanni Paolo II a imprimere una svolta «molto forte» alla dottrina cattolica sulla pena di morte, con la sua enciclica Evangelium vitae del 1995: «È fuori discussione che la gerarchia della Chiesa sia favorevole a questa iniziativa», ha dichiarato, aggiungendo che la volontà di reintrodurre la pena di morte potrebbe essere una «espressione di impotenza di fronte alla crescita dell’aggressività sociale. Noi cattolici», ha spiegato monsignor Polak, «dovremmo fare affidamento sui metodi socialmente accettabili di isolare i criminali piuttosto che chiedere il ritorno della pena di morte». All’udienza generale del 30 novembre, salutando una delegazione della Comunità di Sant’Egidio, Benedetto XVI ha incoraggiato «le iniziative politiche e legislative, promosse in un crescente numero di Paesi, per eliminare la pena di morte» dagli ordinamenti legali di tutto il mondo.