Sogni “economici”


L’estate scorsa scrivevo: «Questa sarà una estate di cui resterà memoria. Non solo perché da una diecina di giorni il termometro segna inesorabilmente 38 gradi. Ancor più della canicola è la mia temperatura umorale che è al massimo del surriscaldamento. E non si tratta della solita febbre stagionale per qualche “pestilenza asiatica”, bensì di una vera e propria pandemia a causa di un morbo contro cui non siamo mai riusciti a vaccinarci: il denaro». Oggi, mi pare che le sorti del mondo dipendano solo dal denaro. L’economia degli Stati e quelle familiari non ce la fanno più a tenere dietro ai nostri sperperi. Jacques Delors ha dichiarato: «Apriamo gli occhi. L’Europa e l’euro sono sull’orlo di un precipizio». Ma come, apriamo gli occhi? Fino a ieri ci dicevano che per diventare ricchi bisognava Consumare. E noi ci abbiamo creduto: una vera e propria «dittatura della stupidità». E allora giù, a spendere e spandere fino al piacere assurdo del superfluo. Tanto a pagare-col mutuo-c’è sempre tempo. Ma adesso quel tempo è arrivato e non sappiamo più come fare a saldare il cumulo assurdo del nostro debito. Dove trovare tanto denaro? Per non precipitare nel baratro del fallimento, ecco che per «salvarci» si parla di far ripartire di nuovo i consumi. Ma come, non ci hanno forse appena detto che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità? Che abbiamo straconsumato fino a indebitarci oltre ogni buonsenso?sconfiggere-la-crisi-economica.jpg
E qui, o «qualcuno» ci ha mentito o non era all’altezza del compito. Per me, ci hanno mentito. Da adesso i conti devono essere fatti bene, dove i numeri sono numeri e i bilanci veritieri. Poi, superata l’emergenza, potrà tornare ancora la voglia di ricominciare con una volontà di riscatto morale e con proposti e progetti in cui riconoscerci tutti. Sogno, utopia? Perché no? Perché a ottant’anni suonati credo ancora nella forza dei sogni. Qualche tempo fa mi ha scritto un sacerdote: «Attenti alle utopie perché esse avvengono». Ma dovrà essere un progetto davvero rivoluzionario, che rechi scandalo a furbi e opportunisti d’ogni sorta, concepito secondo giustizia, nel rispetto di principi e regole di una sana democrazia affidata a cittadini di salda onestà. Uomini e donne che abbiano una mente fervida ma anche un grande cuore. È la Storia che impone a tutti noi l’obbligo di una presenza attiva e attenta nel procedere uniti nel cammino verso il nostro futuro, secondo ruoli e gradi di competenza, ciascuno per quel che saprà fare nel proporre, progettare, mettere in atto, fin dagli atti più modesti, tutto quel che serve per il bene comune. Non dobbiamo temere se verremo criticati per quel che saremo riusciti a fare, ma, più di tutto, non essere colpevoli di quel che non avremo fatto.

Ermanno Olmi sul Corriere

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