Gemma n° 1865

“Innanzitutto vorrei proporre uno spezzone de Il giovane favoloso, film che parla della vita di Leopardi, non solo delle poesie ma anche delle sue vicende e della sua personalità.

L’ho scelto per due motivi. Il primo è che ho studiato Leopardi con una prof che mi ha insegnato un sacco di cose, il secondo è la lettura de L’arte di essere fragili di D’Avenia che ci ha consigliato la nostra attuale prof di lettere. La prof delle media mi ha fatto capire, attraverso questa poesia, un sacco di cose sull’adolescenza e su quello che può aspettarmi nella vita: nonostante ci saranno momenti difficili, saranno seguiti da momenti di felicità. Inoltre mi ha fatto capire che Leopardi non è un pessimista, ma un uomo speranzoso che celebra la vita e mi ha fatto apprezzare anche le altre poesie sue. Poi nel 2018 ho fatto delle vacanze a Recanati, prima ancora di sapere che fosse il paese di Leopardi. Ho visitato la casa ma mi hanno colpito soprattutto i luoghi delle sue poesie, la torre, la finestra da cui si affacciava, dal paesaggio che lascia senza fiato e senza parole. La passione per Leopardi mi è stata trasmessa poi da mia madre.”
E’ ricca questa gemma di E. (classe seconda) e per commentarla prendo a prestito delle parole di Alessandro D’avenia dal libro citato da lei: “Mi sono convinto che gli adolescenti non hanno domande: sono domande. Riformulano con i loro silenzi gli stessi “perché” reiterati tipici dei bambini, ma su un piano diverso: il bambino chiede come mai ci sono le stelle, l’adolescente chiede come ci si arriva, perché la speranza è desiderio (de-sidera, distanza dalle stelle), la sua mancanza è un disastro (dis-astro, assenza di stelle)”.

Gemma n° 1864

“E’ una gemma doppia. La prima la collego a mia madre, è una frase di Anna Frank che dice Sii gentile, abbi coraggio. Fin da piccola, ogni volta che succedeva qualcosa che mi buttava giù il morale oppure ero triste o arrabbiata per qualcosa che non andava nel verso giusto e magari dicevo delle cose che era meglio che non dicessi, mia madre mi metteva in un angolo, mi tranquillizzava e mi ripeteva questa frase aggiungendo di farmi amare da tutti, di non provare mai odio, un sentimento che non porta da nessuna parte. La seconda è collegata a mio padre ed è Alice nel paese delle meraviglie: quand’ero piccola avevo l’abitudine di vedere un film della Disney ogni sabato con lui e questo era il suo preferito e cercava di propormelo ogni volta. In qualche modo è diventato anche il mio preferito anche perché per carattere e modo di fare mi rivedo molto in Alice. Ho voluto portare la prima canzone”.

Non penso che debba scrivere di cosa parli il libro Wonder (e il film derivatone). Vi è contenuto un concetto molto caro a Palacio, l’autrice: “Bisogna essere più gentili di quanto ci viene richiesto. Il motivo per cui amo questa frase, questo concetto, è perché mi rammenta che portiamo con noi, in quanto esseri umani, non solo la capacità di essere gentili, ma prima di tutto la gentilezza come vera scelta di vita.”

E per completezza della gemma proposta da C. (classe seconda) lascio qua una delle mie frasi preferite di Alice nel paese delle meraviglie

Un giorno Alice arrivò ad un bivio sulla strada e vide lo Stregatto sull’albero.
«Che strada devo prendere?» chiese.
La risposta fu una domanda: «Dove vuoi andare?»
«Non lo so», rispose Alice.
«Allora, – disse lo Stregatto – non ha importanza».

Gemma n° 1863

“Come gemma ho portato questo libretto, “Guida del campo estivo”, fatto con la Parrocchia; è stato quello che mi è piaciuto di più, quello in cui mi sono trovata meglio e ho socializzato un po’ di più”.

Ne ho fatti di campi estivi, quanti ricordi, quante emozioni. La costruzione di un libretto partiva poi da molto lontano, soprattutto quando non si usavano i pc e si assemblavano con ritagli di fotocopie, colla e forbici e macchina da scrivere. Ad aprile si iniziava per i campi che si tenevano a luglio e agosto e i cui effetti duravano almeno fino a ottobre-novembre, quando si entrava nel vivo dell’attività invernale. Grazie a M. (classe seconda) per questo tuffo nel passato e per la condivisione dell’esperienza positiva.

Gemma n° 1862

“Volevo scegliere una canzone perché la musica è importante per me e ne ho scelta una che non è propriamente la mia preferita ma che comunque mi piace. L’ha cantata la mia attrice preferita e l’ha postata solo su Instagram”.
https://www.instagram.com/tv/CReZy_3CIur/?utm_medium=copy_link

Si tratta di una cover di Shallow cantata da Arianna Montefiori con il marito Briga quella proposta da G. (classe seconda). Con questo brano Lady Gaga e Bradley Cooper hanno vinto l’Oscar per la migliore canzone originale (il film era A star is born). Lady Gaga, insieme ai suoi autori, ha detto: “Questa canzone è nata come una conversazione che riguarda un uomo e una donna. Magari è uscita nel momento giusto, un momento in cui le persone si sono sentite in qualche modo prese in causa. Forse questo è il motivo per cui in così tanti si sono rivisti. […] la triste verità è che stiamo sempre sui telefonini. In questa canzone non forniamo soltanto una conversazione, ma anche una forte presa di posizione. Non vorrei amare in modo superficiale… Vorrei vedermi sprofondare in acque molto più profonde. Credo che dovremmo tutti prenderci per mano e tuffarci insieme, addentrandoci nelle più oscure profondità dell’oceano”.
Qui sotto l’originale

Gemma n° 1861

“Ho deciso di portare questa castagna perché mio nonno mi dice sempre che porta fortuna e la tengo sempre in tasca. Inoltre mi ricorda un periodo molto bello in cui ero davvero felice”.

La gemma di S. (classe seconda) mi ha portato alla mente il ricordo di zia Stellina, una prozia che è stata un po’ nonna per me, che nascondeva nelle tasche del cappotto una castagna per tenere lontani raffreddore e malanni di stagione. 

Le castagne sono la pace
del focolare. Cose d’altri tempi.
Crepitare di vecchi legni,
pellegrini smarriti.
(Federico García Lorca)

Gemma n° 1860

“Non ho portato un oggetto, ma una canzone: Wonderwall degli Oasis. L’ho scelta perché sono sempre cresciuta con questa band”.

M. (classe terza) si è emozionata dicendo queste parole e ha preferito dare spazio alla musica. Ora immaginate di essere davanti al vostro migliore amico o all’amica del cuore, a chi amate e sentirvi dire: “Non credo che nessuno senta quello che provo io per te adesso. II battito è tornato, si vociferava per strada che quel calore nel tuo cuore si fosse spento. Sono sicuro che hai già sentito tutto ciò prima, ma non avevi mai avuto davvero dei dubbi. Non credo che nessuno senta quello che provo io per te adesso. E tutte le strade che dobbiamo percorrere sono tortuose e tutte le luci che ci guidano sono accecanti. Ci sono tante cose che mi piacerebbe dirti ma non so come, forse perché sarai colei che mi salverà e dopotutto tu sei il mio muro delle meraviglie”. Anche io resterei senza parole come M. e darei spazio alla voce dei sentimenti e delle emozioni, lacrime comprese.

Gemma n° 1859

“Io avrei voluto portare una storia che mi raccontava mia nonna da piccola, soprattutto perché in quest’ultimo periodo è stata ricoverata in ospedale e temevo che la sua memoria la abbandonasse ancora di più, ma in realtà ieri ho ripensato a un mio zio che ho perso qualche anno fa. Per i primi anni di vita lui è stato importante per me, mi faceva divertire e riusciva a strapparmi sempre un sorriso: ero molto legata a lui. Poi, a causa di alcune vicende familiari, ci siamo persi di vista e quando è deceduto per una malattia, io ho vissuto il rimorso di non essere andata in ospedale a salutarlo. Stamattina stavo cercando una figura di compensato che mi aveva fatto quando ero piccola e che custodisco gelosamente (e che simboleggia anche il forte legame con mia cugina), ma ho trovato un’altra cosa regalatami da mio zio quand’ero piccola: uno Zippo di quando era stato in Vietnam con una scritta un po’ dark, una delle poche cose portate a casa da quel viaggio. Lo tengo sul comodino e anche solo a guardarlo i pensieri riaffiorano e sono pensieri che a volte fanno male, altre volte danno sollievo”.

Stamattina, mentre attendevo di entrare a scuola e pensavo a come commentare la gemma di T. (classe terza), mi sono imbattuto in queste parole tratte da Cedi la strada agli alberi, libro di poesie di Franco Arminio:

Non solo dobbiamo morire,
ma prima di noi 
assistiamo alla morte degli altri,
lenta o improvvisa, sempre ingiusta,
infame, orrenda.
Chiarito che contro la morte
nulla possiamo,
non abbiamo altro da fare
che stare attenti
e donarci
un attimo di bene, uno alla volta,
uno per noi e uno per gli altri.
Possono essere persone care
o persone sconosciute, poco importa,
quello che conta è rubare il seme del bene
e piantarlo sulle facce della gente.

Gemma n° 1858

“Io tendo a conservare tutto, qualsiasi cosa. Ho un bauletto dove ci sono un sacco di cose delle elementari e delle medie e ho ritrovato un piccolo regalo di V., la mia migliore amica da sempre. E’ un disegno di quando eravamo piccoline: avevamo litigato, non ricordo neanche perché, e lei si è scusata facendo un disegno di noi due. Lei è la mia gemma di ogni giorno, praticamente da sempre”.

Questa è stata la gemma di A. (classe terza). La giornalista Serena Santorelli scrive “Se vengo da te per fare la pace, non sto ammettendo una colpa, né sto dimostrando che ho sbagliato. È che voglio fare la pace, punto. E non mi importa di trovare un colpevole”.

Gemma n° 1857

“Io ho portato il mio diario segreto: lo scrivo da quando ero piccola e ho sempre scritto tutte le cose, quelle belle, quelle più importanti, e anche quelle brutte. Mi piace scrivere, mi aiuta a mettere in chiaro le mie idee a me stessa”.

L’ho detto anche in classe a S. (classe terza): conservo ancora i miei diari di quando ero al liceo, in particolare tra la seconda e la quarta ho scritto molto. Con la stessa identica funzione descritta da S. Rileggerli ora è altra cosa, è guardarmi con tenerezza a quel che sono stato, è guardare con tenerezza chi ho davanti agli occhi ogni giorno, ciò che ciascuno di noi è stato.

Gemma n° 1856

“Ho portato questo mio album di disegni che ho utilizzato principalmente tra settembre e dicembre del 2020, un periodo non proprio bellissimo per me. Allora disegnavo tantissimo: non sono collegati a nulla questi disegni, avevo solo voglia di farli e vi sono molto affezionata”.
Mi piace Van Gogh, mi piace anche leggere Van Gogh: “Cos’è disegnare? Come ci si arriva? È l’atto di aprirsi un passaggio attraverso un muro di ferro invisibile che sembra trovarsi tra ciò che si sente e che si può”. Chissà se è la stessa cosa che ha fatto M. (classe prima)?

Gemma n° 1855

“Come gemma ho portato un segnalibro che mi ha regalato tempo fa per Natale una mia vecchia compagna di danza. L’aveva regalato a me e a due altre amiche: eravamo un gruppetto che aveva questa tradizione di farsi i regali per Natale. La danza è stata una parte importante della mia vita, sin dall’infanzia, e l’ho praticata per cinque anni e mi rendeva molto felice. Noi quattro eravamo molto unite, ora ci sentiamo raramente ma abbiamo mantenuto l’abitudine di incontrarci una volta l’anno e passare il tempo assieme”.
C’è un libro di Susanna Tamaro in cui lei scrive una lettera a settimana ad una amica che è tornata a vivere in Sud Africa, suo paese natale. Vi trovo delle parole che ben si adattano alla gemma di N. (classe prima): “L’amicizia è uno dei sentimenti più belli da vivere perché dà ricchezza, emozioni, complicità e perché è assolutamente gratuita. Ad un tratto ci si vede, ci si sceglie, si costruisce una sorta di intimità; si può camminare accanto e crescere insieme pur percorrendo strade differenti, pur essendo distanti, come noi due, centinaia di migliaia di chilometri” (Cara Mathilda. Lettere ad un’amica, Rizzoli).

Gemma n° 1854

“Ho scelto i miei guanti da portiere perché sono il materiale più importante per un portiere, appunto. Per il centrocampista il materiale più importante sono gli scarpini; per un portiere avere un buon paio di guanti è d’oro. Quei guanti ce li ho dall’anno scorso e ho parato tanto. Inoltre li ho anche prestati un paio di volte ad un amico che aveva solo quelli da allenamento e che non erano neppure ben messi. Tra portieri ci si aiuta sempre. Pertanto per me sono molto importanti perché simboleggiano un’amicizia e perché sono un materiale fondamentale per un portiere”
Io lo ricordo come attaccante del Real Madrid di quando ero ragazzino, a metà anni ‘80, e dell’Argentina campione del mondo in Messico: Jorge Valdano. Poi è diventato un dirigente sportivo e un allenatore e ha scritto anche dei libri. M. (classe prima). Lascio a lui il ruolo di commentare la gemma di M. (classe prima): “Il portiere dei campioni è l’uomo solo che aspetta. Ha lunghi minuti di contemplazione, ma non può concedersi il lusso della distrazione. E’ spettatore, ma con occhi da protagonista, felino che ha bisogno di pazienza. Compare così poco sulla scena che si notano molto di più le sue incertezze. Decine di minuti a ruminare l’ultimo errore senza potersi vendicare fino a quando, in un istante non scelto, gli si presenta il nuovo, impegnativo compito”.

Gemma n° 1853

“Nella foto ci sono i miei due cani sul letto di camera mia: sono come le due parti che compongono il mio cuore. Sono insieme a loro da quando sono piccola, anche mia madre ha sempre voluto averne uno. Il primo che abbiamo avuto è quello a sinistra, mentre la seconda si è aggregata a noi dopo la morte della nonna di mia madre: sono tanto legata a loro. Sono la cosa più importante che ho nella mia vita e anche l’unica cosa che mi rende felice quando sono triste e neppure una canzone mi aiuta: appena vedono che sono triste mi saltano addosso e iniziano a slecazzarmi la faccia. Quando verranno a mancare sarà davvero tanto difficile”.

Sedermi sul divano e avere un peloso che si infila subito attaccato alla gamba; poi magari arriva Sara, si siede dall’altro lato e il peloso si alza e si infila tra noi due… Mettermi a lavorare alla scrivania e avere delle unghie piantate nelle gambe perché il peloso cerca di arrampicarsi per venire in braccio… Andare a farmi la doccia e lasciare la porta del bagno socchiusa perché altrimenti il peloso la “butta giù” per poter entrare… Potrei andare avanti a lungo. Hai ragione R. (classe prima), sarà davvero tanto difficile!

Gemma n° 1852

“Questa è una delle mie canzoni preferite fin dal 2014, quando è uscita. Ho un sacco di ricordi legati ad essa anche perché da bambina la ascoltavo praticamente ogni giorno, cantando e ballando per la casa. Quando sono triste o sto male, la ascolto e mi mette tantissima allegria, così come il divertente video”.
S. (classe prima) ha portato il successo di Taylor Swift Shake it off. A proposito del brano la Swift ha dichiarato: “Negli ultimi anni ho imparato una lezione molto importante. Non possiamo controllare quello che la gente dice di noi, ma possiamo controllare la nostra reazione ad esso. Possiamo lasciare che ci abbatta, ci renda amari, addirittura ci renda pazzi, oppure possiamo… scrollarcelo di dosso”. Un po’ come fa S. con il malumore o i momenti no…

Gemma n° 1851

“Questo anello me lo ha regalato mia nonna questa estate. E’ l’anello che le ha dato mio nonno per farle la proposta quando erano giovani e quindi è molto importante”.

Mi ha colpito molto il gesto della nonna di M. (classe prima): mettere nelle mani della nipote una cosa di così gran valore, il desiderio di far continuare a vivere un antico amore. Bellissimo!

Gemma n° 1850

“Io come gemma ho portato questa collana che mi ha regalato mio padre il giorno della mia Comunione e mi ha fatto promettere di non toglierla mai. E’ molto importante per me”.

Un vecchio giocatore e allenatore di basket, ormai scomparso da molti anni, Jim Valvano, disse: “Mio padre mi ha fatto il più bel regalo che qualcuno poteva fare a un’altra persona: ha creduto in me”. Mi pare un bel commento a questa gemma di G. (classe prima).

Gemma n° 1849

“Ho portato questa foto di un tramonto: l’ho scattata alla fine di agosto. Ricordo una bellissima giornata passata con i miei amici a Lignano, senza mai usare il telefono, in pieno relax e senza pensare a nulla. Fare foto ai tramonti mi piace molto, mi rilassa per i colori. Ho infatti scattato la seconda foto da casa mia: viola, violetto chiaro, rosa…”

Anche io, come S. (classe quarta), amo fotografare i tramonti. E pure le albe. Sicuramente per i colori, soprattutto in inverno, ma anche per il silenzio (l’alba in particolare). E anche per un altro motivo: sono momenti che, pur tentando di fare miei attraverso la macchina fotografica, non posso pretendere di possedere in quanto appartengono a tutti. E il bello è che domani ci saranno di nuovo.

Gemma n° 1848

“Questo è il braccialetto che mi ha regalato mia sorella molti anni fa. Un tempo litigavamo mentre ora andiamo molto d’accordo”.

Commento la gemma di G. (classe quinta) con un brevissimo video dei Simpson:

Gemma n° 1847

“Ho una foto con mio fratello: gli ultimi due anni sono stati piuttosto difficili per la mia famiglia. Mio fratello, sin da quando sono piccola, è stato per me un pilastro, una figura molto importante. Nell’ultimo anno mi sono resa conto di avere una persona stupenda come fratello, una persona che ammiro tantissimo e che mi ha sempre insegnato tanto e lo sta facendo tuttora. Per me è anche come un papà e senza di lui sarei distrutta”.

Quando C. (classe quinta) ha presentato la sua gemma non ho potuto fare a meno di pensare a “Hey brother” del compianto Avicii. Alcuni dei versi: “Hey fratello, c’è una strada infinita da scoprire; hey sorella, sai che l’acqua è dolce, ma il sangue è più denso. Oh, se il cielo dovesse mai crollare, per voi non c’è niente che non farei. Hey fratello, credete ancora l’uno nell’altro? Hey sorella, mi domando se credi ancora nell’amore. Oh, se il cielo dovesse mai crollare, per te non c’è niente che non farei”.

Gemma n° 1846

Fonte immagine

“Lei è mia sorella: si chiama C. Ho deciso di portare lei come gemma: prima delle vacanze di Natale litigavamo spesso, anche se generalmente siamo andate sempre molto d’accordo, anche perché non condividevamo sempre gli stessi spazi a lungo. Durante il periodo di Natale siamo finite in quarantena e siamo state costrette a stare sempre insieme e abbiamo riscoperto il nostro rapporto”.
Avviso: si tratta della prima di tre gemme consecutive sulle sorelle e sui fratelli. La casualità ha voluto così. E allora mi sento di commentare questa prima gemma, proposta da A. (classe quinta), con questa frase della scrittrice giapponese Banana Yoshimoto: “A stare tra sorelle e fratelli si può continuare a essere bambini in eterno”.

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