Gemma n° 2349

“Ad aprile di quest’anno ho visitato una mostra immersiva dedicata a Gustav Klimt intitolata Sinfonia di arte immersiva.
Il filo conduttore della mostra era la “sinfonia”, il suono che nasce da ogni immagine, da ogni quadro, da ogni decorazione e dai pensieri dell’artista.
Verso la fine del percorso si entrava in una enorme sala con alcuni divanetti e su tutte le pareti, perfino sul pavimento, erano proiettati motivi geometrici, dipinti dell’artista e immagini relative al suo stile ma anche alla sua biografia. Da questo luogo era possibile accedere ad altre due salette minori: la prima conteneva un’installazione intitolata “La danza dei sensi” che consisteva in un recinto dentro al quale erano installati dei teli che si alzavano e si abbassavano, grazie a delle ventole, a creare delle onde.

La seconda si chiamava “Stanza degli specchi” ed era una saletta interamente ricoperta di specchi, anche il pavimenti e il soffitto, a eccezione della parete di fondo dove si trovava uno schermo sul quale erano proiettati diversi motivi scintillanti e glitterati che si riflettevano in tutta la stanza in modo tale che sembrasse di essere all’interno di un caleidoscopio. Ricordo di essermi seduta in un angolo di questa stanza in modo tale da essere completamente circondata dalle immagini e di essermi sentita estremamente piccola in confronto a quello che sembrava essere l’infinito.

Stanza degli specchi

La musica classica e maestosa che si sentiva rendeva il tutto ancora più avvolgente e pareva proprio di stare dentro ad un vortice.
Nella prima sala sono invece rimasta seduta per minuti interi a osservare quei teli che si muovevano e che mi donavano una sensazione di leggerezza e spensieratezza, tanto che il mio respiro vi si era quasi sincronizzato.
Ho apprezzato molto questa esperienza perché mi ha permesso di staccare la testa, almeno per qualche ora, dalla vita quotidiana e di dimenticarmi completamente della realtà, proiettandomi in un’altra dimensione più calma e meno frenetica”.
(A. classe quarta).

Gemma n° 2348

“Volevo usare la mia gemma per condividere un pensiero rivolto a tutti voi.
Ormai, e oserei dire finalmente, siamo in quinta, a giugno avremo gli esami e poi ognuno andrà per la sua strada. Magari ci vedremo in futuro e rimarremo in buoni rapporti di amicizia. Però finché siamo qui tutti assieme volevo solo ringraziarvi per il tempo passato assieme, i compiti che ci siamo passati sperando che la prof non ci scoprisse, il ripassone il giorno prima della verifica, il teatro (una delle mie passioni che mi porterò sempre nel cuore), le note più disparate e le gite più belle che abbiamo fatto assieme (ovviamente aspettando con ansia Praga e di andare in disco con …). Detto ciò, voglio augurarvi il meglio per qualsiasi scelta facciate e per il vostro futuro.
Vorrei ringraziare anche il prof. Del Mondo che ci ha accompagnato per 5 anni con le sue gemme durante l’ora di reli, ho trovato questi momenti di condivisione molto intimi e allo stesso tempo ricchi di sentimenti che abbiamo provato tutti assieme qui.
Perciò grazie.
Voglio condividere con voi una cartella con i momenti migliori di questi anni in cui anche voi potrete aggiungere i vostri.”
(M. classe quinta).

Gemma n° 2347

“La mia gemma di oggi è una figura speciale: un attore che, nonostante non abbia mai incontrato di persona, mi ha lasciato un’impronta indelebile. Parlo di Matthew Perry, noto per il suo ruolo in Friends. La scelta di renderlo la mia gemma risiede nel legame intimo che ho con la serie: fin da bambina, mia madre, appassionata della sitcom, mi ha accompagnato nelle serate guardando insieme episodi, diventando parte integrante della mia crescita. Mi ha trasmesso un amore così profondo per questa serie che ad oggi la sto rivedendo per la decima volta, perché non riuscirà mai a stancarmi. Di conseguenza, sono cresciuta ereditando alcuni atteggiamenti o qualità dei personaggi, in quanto i bambini cercano sempre di imitare i loro idoli.
Ho deciso di portare Matthew come mia gemma in quanto mi ha sempre accompagnata in ogni momento fin da bambina, facendomi innamorare ogni giorno del suo modo di fare e facendomi ridere anche quando non me la sentivo di farlo. Ho deciso di portarlo perché è grazie a lui se ad oggi so come scherzare e far divertire le persone, anche se devo ammettere che è anche a causa sua se a volte cerco di nascondere le mie emozioni con una battuta. Ho scelto lui perché mi ricordo che quando avevo 7 anni ed ero al parco con mia mamma, un bambino si era avvicinato per chiedermi se potevamo essere amici ed io gli avevo risposto dicendo: “tu non sei Chandler”, perché effettivamente nessuno era come lui. Ho portato lui come mia gemma perché alle elementari non vedevo l’ora di uscire da scuola per poter accendere la televisione e fare merenda in sua compagnia. E perché ogni volta che ho una giornata brutta, mi basta vederlo sullo schermo per farmi spuntare un sorriso. Ho scelto lui perché esattamente 24 giorni fa quando ho acceso il telefono e ho letto la notizia della sua scomparsa, ho provato un dolore indescrivibile, e quando 2 giorni dopo ho riguardato la prima puntata della serie, l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che lui non c’era più e questo mi provocava ancora più tristezza. Ho deciso di portare lui come mia gemma perché volevo rendergli omaggio per tutte le cose che lui ha fatto per me, anche se non sa di averle fatte.
Penso che la perdita di figure come Matthew Perry venga percepita come personale non solo per la scomparsa di un attore della tua serie preferita, ma perché rappresentava colui che rendeva migliore anche i giorni più difficili. Era come il fantasma di un vecchio amico con cui si è cresciuti, o di qualcuno che vorresti aver avuto come amico. Ed ora, ogni volta che guardi un episodio, la consapevolezza della sua assenza diventa tangibile. Tuttavia, una parte di te continua a essere legata a lui, poiché è difficile dimenticare chi ha donato così tanto da lasciare un segno indelebile. Forse è proprio questo che succede quando qualcuno lascia un segno profondo nella tua vita: se ne va, ma ciò che ha lasciato dietro di sé rimane”.
(M. classe quarta).

Gemma n° 2346

“La foto ritrae uno dei momenti più belli che ho vissuto durante il corso di quest’anno. Questa foto è stata scattata a giugno, durante il mio viaggio negli Stati Uniti. Le persone intorno a me sono state i miei compagni di viaggio per due settimane, dei compagni di viaggio che si sono tramutati poi in una seconda famiglia. Ci trovavamo esattamente a Forsyth Park, a Savannah, in Georgia. In questa attività organizzata abbiamo avuto la possibilità di scoprire come gli eserciti romani marciavano nell’antichità, e tra la pesantezza degli scudi, gli ordini in latino urlati dalle guide, il sole estivo che batteva forte su di noi, le occhiatacce strane lanciate dai passanti e le videocamere e i telefoni puntati addosso non ci stavamo rendendo conto di star vivendo uno dei momenti più divertenti e spensierati di tutta la nostra vita. Era tutto così fuori dal normale che sembrava di vivere in un film, ed è per questo che voglio ricordare con piacere questo momento, per ripensare ai sentimenti positivi vissuti e alle persone importanti con le quali li ho condivisi” (V. classe quinta).