Gemma n° 2521

“Oggi, come gemma, ho deciso di portare una persona molto speciale per me, mio fratello A. Per me significa molto; anche se non lo dimostro, gli voglio molto bene. Lui ha 5 anni in meno di me e quindi è difficile spiegargli molte cose, ma posso capirlo. Sono molto felice di averlo come fratello così non mi sentirò mai solo, e posso insegnargli a giocare a calcio” (W. classe prima).

Gemma n° 2520

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare questo peluche che mi è stato donato da neonata. Si tratta di un piccolo panda regalatomi dai miei nonni pochi mesi dopo la mia nascita. Fin da subito me ne sono affezionata, era uno tra i tanti peluche che stava nel box con me però in lui ho sempre trovato qualcosa di più interessante e bello rispetto agli altri.
Forse perché ci giocavo spesso con mia nonna così da farlo diventare una parte molto importante nella vita di un neonato: infatti il nome ‘panda’ é stata la prima parola che ho pronunciato. Di preciso non so come io ci sia riuscita, non me lo ricordo ovviamente, ma secondo alcune fonti avevo sempre sotto il braccio quel piccolo panda e grazie all’aiuto di mia nonna, la quale costantemente mi ripeteva il nome di quell’oggettino, da un giorno all’altro quella parola è uscita dalla piccola boccuccia.
Si tratta di un oggetto molto importante per me non solo per il valore affettivo ma anche per il fatto che rappresenta la cura con cui i miei nonni mi hanno accolta nei miei primi mesi di vita. Sono molto grata per il dono di aver avuto dei nonni amorevoli, ho potuto sperimentare con loro la vicinanza, la tenerezza e la saggezza. Mi hanno insegnato cosa significhi essere benvenuta al mondo, fare parte di una storia familiare, una storia da custodire” (S. classe prima).

Gemma n° 2519

“Il pallone da pallavolo rappresenta lo sport che ho cominciato a praticare da settembre, il quale ha avuto una certa ricorrenza nel corso della mia vita. Con la pallavolo è sempre stato un tira e molla ma dall’inizio dell’anno scolastico ho preso la decisione di ricominciare e non smettere più una volta per tutte, combattendo così le sensazioni di inferiorità e di ansia al confronto con i miei coetanei. Ho fatto molti progressi sia psicologicamente che tecnicamente nello sport e continuerò senza più arrendermi” (A. classe quarta).