“Come gemma ho scelto di portare un animale molto importante per me: il mio cane Maggie. È sempre stata speciale, mi ha vista nascere e crescere, ed è stata al mio fianco in tantissimi momenti felici. Da piccola, spesso dormiva con me, e giocavamo sempre insieme, anche se probabilmente la stressavo un po’. Nonostante questo, sono convinta che anche per lei fossi molto importante. Negli ultimi anni, purtroppo, Maggie ha sviluppato alcuni tumori che, anche se benigni, l’hanno portata a stare molto male, soprattutto a causa della vecchiaia e operarla non era una buona soluzione. Con il tempo ci siamo resi conto che non riusciva più a vivere come prima, e abbiamo capito che la scelta migliore per lei era sopprimerla. La sua morte mi ha causato un grande dolore, soprattutto perché sono stata con lei fino agli ultimi istanti, tenendola in braccio mentre se ne andava” (V. classe terza).
“La barriera corallina delle Maldive, il deserto ventilato negli Emirati, le persone che ballano per strada a Santo Domingo, il tramonto a Roma, i grattacieli di New York dall’alto, il cibo in sud Italia, le moschee a Istanbul e le bici in Olanda sono solo alcuni dei bei ricordi che mi balzano in mente non appena chiudo gli occhi per dormire. In questa gemma volevo sottolineare quanto per me, sin da piccola, sia stato importante viaggiare. Le esperienze che si fanno durante i viaggi sono a mio parere le più belle: nuove conoscenze, nuove culture, nuove religioni, nuovo cibo, nuovi pensieri, nuove curiosità…anche inconsapevolmente si raccolgono così tante informazioni utili e interessanti che ti spingono a visitare sempre un posto nuovo. I viaggi costituiscono saggezza e ricordi in più che nella vita mi sono sempre stati utili e che spero di portare con me per sempre” (G. classe terza).
“Questo braccialetto mi è stato regalato da una mia cara amica che mi è stata molto vicina in un periodo molto difficile per me: senza il suo aiuto non so proprio come ce l’avrei fatta” (E. classe prima).
“A differenza degli scorsi anni, dove non sapevo bene che cose portare come gemma, quest’anno mi sono ritrovata ad avere più argomenti di cui parlare. Ieri pomeriggio (dato che sono una persona molto indecisa) ho chiesto a mia sorella più piccola cosa secondo lei potessi portare. Dopo averle spiegato cosa fosse mi ha detto scherzando “porta me”. Io in realtà avevo già pensato di parlare di lei, ma quando me l’ha detto ho deciso. Io ho due sorelle più piccole di qualche anno. La più piccola, da quando è andata alle medie (l’anno scorso), ha avuto un grandissimo cambiamento che per fortuna ci ha permesso di andare più d’accordo e di poter parlare di tutto, cosa che prima non succedeva così spesso data la differenza di età. Sono molto contenta del rapporto che abbiamo e penso che ciò derivi anche dal fatto che siamo molto simili e ci piacciono quasi le stesse cose. Con la mia altra sorella invece litigo di più, ma ciò non significa che non le voglia bene. Essendo la sorella più grande ho sempre cercato di dare il buon esempio e spero di starci riuscendo. I nostri genitori da piccole ci dicevano sempre che siamo molto fortunate ad avere delle sorelle, perché in futuro sarà come avere sempre una persona su cui contare. Spero veramente che il nostro rapporto rimarrà più o meno lo stesso nel tempo.” (S. classe quinta)
“Generalmente, fin da piccola, non sono mai stata una persona diffidente nei confronti degli altri; anzi, facevo amicizia molto facilmente e mi affezionavo subito alle persone. Col tempo, però, come penso sia successo a molti, questa mia caratteristica è cambiata radicalmente, non perché avessi deciso di diventare improvvisamente diffidente, ma perché molte persone sono passate attraverso la mia vita e ciascuna ha lasciato qualcosa, nel bene e nel male. E soprattutto, ognuna di loro ha portato via con sé qualcosa di me. Una di queste persone è stata quella che ha segnato un cambiamento profondo. È stata una delle esperienze più dolorose della mia vita, che mi ha cambiata profondamente, da cima a fondo, non lasciandomi più la stessa di prima. Dopo averla persa, dopo aver sperimentato il dolore di ogni delusione, mi sono ritrovata a riflettere più volte su ogni nuova amicizia, a mettere una barriera tra me e gli altri. E anche quando ho provato a fidarmi di qualcuno, lo facevo solo dopo averci pensato più volte, anche cinque, chiedendomi se fosse davvero giusto aprirmi e mostrare lati di me che forse avrei preferito tenere nascosti. Mi sono spesso pentita, ma di una cosa sono certa: di quella decisione non mi pentirò mai. Poi, nel novembre 2022, la disposizione dei banchi in classe è cambiata. Mi è capitato di sedermi accanto a una persona che, inizialmente, non conoscevo. Non mi dispiaceva affatto la sua compagnia: era silenziosa, tranquilla, sembrava una persona pacata. E forse andava anche meglio così, pensavo. Tuttavia, un giorno l’ho vista triste, e, nonostante la mia reticenza a coinvolgermi emotivamente, ho fatto qualcosa che ha cambiato tutto: le ho scritto un bigliettino. Le ho detto che, se avesse avuto bisogno di parlare, sarei stata lì per ascoltarla, anche se non ci conoscevamo bene. Posso dire con certezza che molte volte mi sono pentita delle scelte fatte, avrei voluto tornare indietro e rimediare, cercando di capire se facendo le cose diversamente sarebbe andata meglio. Ma quella, di certo, è una delle pochissime cose di cui non mi pentirò mai. Sono passati ormai tre anni da quel bigliettino. Tanto è cambiato, quasi tutto. Le persone che mi stanno accanto sono diverse, sono cambiata io, ma lei è rimasta una costante nella mia vita. Ogni giorno che passa è sempre più bello averla accanto. B. mi ha insegnato molte cose, e io a lei. Abbiamo riso, abbiamo vissuto momenti che ci hanno arricchite reciprocamente. Da lei ho imparato la pazienza, ho capito cosa significa sentirsi apprezzata e perdonata anche quando si commettono errori. Ho imparato ad accettare i complimenti senza sentire il bisogno di aggiungere altro, se non un semplice “grazie”. Ho capito che è giusto riconoscere i propri limiti, senza pretendere sempre il massimo da se stessi, e soprattutto, ho imparato che a volte pensare a sé stessi non è un difetto, ma una necessità (anche se, forse, dovremmo farlo un po’ di più). Sono grata di poterla vedere ogni giorno in classe, di poter parlare con lei dall’altra parte della stanza. Sono grata di averla incontrata, di poterla chiamare amica. E soprattutto, sono infinitamente grata di averle scritto quel primo bigliettino, che ha cambiato la mia vita per sempre, arricchendola con qualcosa che non potrei mai scambiare con nulla al mondo. Senza di lei, mi sentirei come una metà vagante, incompleta”. (I. classe quarta).