
“Ho deciso di portare questi orecchini che mi ha regalato mia mamma a Natale del 2022. Ogni volta che li indosso mi ricordano il bellissimo rapporto che ho con lei e per questo li collego a dei ricordi positivi” (S. classe prima).

anche dopo l'ora di religione

“Ho deciso di portare questi orecchini che mi ha regalato mia mamma a Natale del 2022. Ogni volta che li indosso mi ricordano il bellissimo rapporto che ho con lei e per questo li collego a dei ricordi positivi” (S. classe prima).

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare New York. In quegli otto giorni ho vissuto emozioni che difficilmente riuscirò a dimenticare. Ogni angolo della città mi ha trasmesso qualcosa di unico: l’energia di Times Square, la maestosità di Central Park, la vista mozzafiato dall’Empire State Building. Ogni passo che facevo per le strade di Manhattan mi faceva sentire parte di qualcosa di più grande, come se quella città, che avevo sempre sognato, mi stesse finalmente accogliendo a braccia aperte. Ma oltre ai luoghi, ciò che ha reso questo viaggio davvero speciale sono state le persone. Ho avuto la possibilità di condividere questa esperienza con persone straordinarie, con cui ho riso, mi sono emozionata e ho creato moltissimi ricordi indimenticabili. Alcune di loro le conoscevo già, altre le ho incontrate per la prima volta, ma con tutte ho sentito un legame sincero e profondo. Ogni sera, dopo giornate intense a esplorare la città, ci ritrovavamo nella stanza mia e di B., la 2823, a raccontarci le emozioni vissute, ridendo fino a tarda notte e rendendo ancora più speciale ogni momento. New York mi ha insegnato tanto: l’importanza di buttarsi nelle esperienze senza paura, di adattarsi alle novità e di apprezzare ogni piccolo momento. Camminare tra i grattacieli, prendere la metro senza sapere esattamente dove saremmo finite, scambiare qualche parola con perfetti sconosciuti: tutto questo mi ha fatto sentire viva e indipendente, dandomi la conferma che i sogni, con determinazione e passione, possono davvero diventare realtà. Un momento che non dimenticherò mai è stato vedere la Statua della Libertà da vicino: mi sono fermata qualche istante a osservarla, pensando a tutte le persone che l’avevano vista prima di me con la speranza di un futuro migliore. In quel momento ho realizzato quanto fossi fortunata a essere lì, a vivere quel sogno che fino a poco tempo prima sembrava irraggiungibile. New York non è solo una città, è un’emozione continua, un luogo che ti mette alla prova, ti sorprende e ti lascia senza fiato. Questo viaggio resterà sempre una gemma preziosa nel mio cuore, un simbolo di crescita, indipendenza e felicità. So che prima o poi ci tornerò, perché una parte di me è rimasta lì, tra le luci di Broadway, i taxi gialli e il cielo che si riflette nei grattacieli” (S. classe quarta).

Ho da poco terminato il libro “L’uomo oltre l’uomo. Per una critica teologica a transumanesimo e post-umano” di Tiziano Tosolini. La lettura è stata molto piacevole e stimolante. All’interno varie chicche. Ne riporto una, che in realtà è una citazione del filosofo italiano Giorgio Agamben dal suo libro Nudità:
“Paradossalmente la non accettazione della propria impotenza toglie all’uomo la sua vera e propria dignità: “impotenza” non significa qui soltanto assenza di potenza, non poter fare, ma anche e soprattutto “poter non fare”, poter non esercitare la propria potenza. Separato dalla sua impotenza, privato dell’esperienza di ciò che può non fare, l’uomo odierno si crede capace di tutto e ripete il suo gioviale “non c’è problema” e il suo irresponsabile “si può fare”, proprio quando dovrebbe invece rendersi conto di essere consegnato in misura inaudita a forze e processi su cui ha perduto ogni controllo. Egli è diventato cieco non delle sue capacità, ma delle sue incapacità, non di ciò che può fare, ma di ciò che non può, o può non, fare” (pag. 82).
Tecnologia, bioetica, politica, sport, lavoro, competitività … a tanti ambiti può essere riferito il testo sopra riportato. Buona riflessione.