Gemma n° 2776

“Quando ho presentato questa gemma io e D. stavamo ancora insieme. Siamo state fidanzate per quasi due anni ed è stata una relazione meravigliosa e da persone mature, ma purtroppo io non posso amare per entrambe. Tuttavia non mi pento di aver scelto questa gemma. Qui si possono vedere Pippo, il gatto che considero come mio figlio, e D. quella che considero la sua seconda mamma. Sono le due anime più importanti della mia vita. Non entrerò nei dettagli della mia storia con D., sarebbe sbagliato, ma questa foto è per me il simbolo di come le esperienze che sto vivendo mi stiano continuando ad insegnare ad essere la versione migliore di me stessa, seppur sia un percorso ancora molto lungo. Tutto finisce, ciononostante terrò per sempre nel mio cuore i ricordi e gli insegnamenti che D. e Pippo mi hanno regalato e continuano a regalare” (S. classe quinta).

Gemma n° 2748

“Quest’anno, come gemma, ho deciso di portare il mio cane: Ragù. Sembra ieri la prima volta che l’ho visto, e invece sono già passati quattro anni e mezzo. È cresciuto troppo in fretta e, a volte, mi ritrovo a pensare a quando era solo un cucciolo: piccolo, giocoso e pieno di energia. Ripenso spesso a com’era quattro anni fa, ma allo stesso tempo so che, anche se è cambiato, il suo carattere è rimasto lo stesso: unico, allegro, fedele e sempre molto affettuoso.
In questi quattro anni ho capito davvero cosa significhi avere un cane al proprio fianco. È un’amicizia speciale, fatta di momenti meravigliosi ma anche di piccole incomprensioni. Nonostante ciò, è un legame sincero, profondo, che non si può spiegare a parole, ma solo vivere. È un’amicizia unica che mi ha aiutato a crescere e che continuerà a farlo” (G. classe quarta).

Gemma n° 2723

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare il mio gatto Achille che mi sta piú antipatico che simpatico. Questo perché ci diamo fastidio l’un l’altro ma nonostante ciò non riusciamo a non cercarci e stuzzicarci a vicenda. Quando io sono giù di morale a lui non interessa particolarmente, ma a modo suo tenta comunque di farmi sentire meglio. È da meno di un anno che Achille è entrato nella mia vita ma penso che non se ne andrà mai più, perché nonostante questo “odio e amore” che ci lega, in fondo in fondo penso prevalga l’amore, anche se entrambi ci sentiamo troppo fieri per dimostrarlo” (E. classe seconda).

Gemma n° 2709

“Il nome della mia gatta è Macchia. Ha 6 anni e ne compirà 7 prossimamente. Ha un pelo soffice con macchie nere e bianche. È come un’ amica che è sempre al nio fianco e che qualunque cosa io faccia, riesce ad ascoltarmi. Anche se è una gatta, mi capisce, mi tira su di morale con il suo affetto anche quando mi sento sola.
Ho una grande varietà di memorie che ho custodito di lei, la maggior parte sono foto di quando era ancora una cucciola” (K. classe seconda).

Gemma n° 2706

“Come gemma ho deciso di portare Romeo.
Romeo è venuto a mancare da poco e, da quel momento, dentro di me si è creato un vuoto incolmabile.
Non era un semplice gatto ma un amico, un migliore amico e un fratello. È strano da dire visto che era un animale, ma si prendeva continuamente cura di me: se stavo male lui c’era e se piangevo mi leccava il viso.
Quando andavo da mio padre mi aspettava sempre davanti al portone perché, non so in che modo, riusciva a capire che stavo per arrivare. Quando era ora di andare a dormire, lui si metteva davanti alla porta e iniziava a miagolare per andare in camera.
Ogni notte dormiva con me, senza mai alzarsi. Da quando non c’è quel letto sembra vuoto.
Mi manca veramente tanto, ma almeno so che adesso è felice”.
(C. classe prima).

Gemma n° 2701

“Quest’anno ho deciso di portare la mia cagnolina, Lilly. L’abbiamo presa un anno fa in un periodo per me molto buio, nel quale ho sofferto particolarmente d’ansia, e dal quale sto ancora cercando di uscire. Lei è stata fondamentale nella crescita da me compiuta finora poiché la sua vicinanza era l’unica cosa che mi aiutava ad alleviare l’ansia. Non avevo mai capito prima quanto ci si potesse legare ad un animale ma lei per me è veramente tutto” (E. classe quarta).

Gemma n° 2666

“Come gemma ho deciso di portare la mia gatta, le voglio molto bene, e mi tiene sempre compagnia” (S. classe seconda).

Gemma n° 2660

“Per la mia prima gemma ho voluto portare una foto del mio cane, Olga.
Negli ultimi anni mi sono resa conto che per me non è un semplice cane, come molti pensano, ma è come una persona; infatti prova sentimenti e cerca di aiutare gli altri ma soprattutto non ti giudica, al contrario di molte persone.
Per farvi un esempio: capita a volte che sono di cattivo umore e l’unica cosa che mi fa sorridere in una giornata storta è Olga che è sempre pronta a guardarmi con quei suoi gioiosi occhi!
Non voglio essere ripetitiva ma ripensandoci a lei basta qualcuno che le tiri il frisbee per farla felice e sinceramente questo mi fa riflettere molto.
Ricordiamoci che a volte essere felici è più semplice di quanto sembri!”
(G. classe prima).

Gemma n° 2659

“Come gemma ho scelto di portare la mia cagnolina Chloe. É entrata nella mia vita l’11 maggio 2021 ed é stato un mio desiderio di tante candeline spente. Ho sempre desiderato avere un cane perché mi hanno sempre raccontato quanto un animale possa dare amore inconsapevolmente. Da quando è arrivata a casa la nostra vita è cambiata, é diventata un membro della famiglia e ogni giorno ci regala momenti di gioia e affetto. Offre amore incondizionato, fedele e sempre presente; sa leggere i nostri stati d’animo, dona conforto nei momenti di tristezza, felicità nei giorni più grigi e compagnia nei momenti di solitudine. L’affetto che un cane regala è genuino e disinteressato, senza chiedere nulla in cambio se non un po’ di attenzione e cura. Ogni cosa che faccio, c’è sempre un pensiero per lei: ogni pomeriggio cerco di ritagliarmi del tempo per portarla a fare una passeggiata, anche quando la giornata è piena di impegni perché so che le piace e non vede l’ora di andare, anche nei gesti più banali, come mangiare un mandarino, penso a lei, so che le piace e mi viene naturale chiamarla. Ogni giorno, quando torno a casa da scuola, so che c’è qualcuno che mi aspetta, il pensiero che lei mi stia aspettando lì, pronta a darmi tutto il suo affetto, mi riempie il cuore di gratificazione. È un senso di accoglienza che non ha pari, mi fa sentire amata e attesa. Quella sensazione di essere sempre la priorità di qualcuno, che non ha bisogno di parole per esprimere il suo amore, è qualcosa di impagabile e che non smette mai di farmi sorridere” (G. classe quarta).

Gemma n° 2655

“Circa 6 anni fa, in estate, io e la mia famiglia ci trovavamo in un campeggio nei pressi di Roma. Quest’ultimo era anche la casa di numerosissimi gatti e gattini. Come sempre io impazzivo dalla voglia di poterne acchiappare uno, soprattutto se piccolo, per tenerlo tra le braccia e fargli tante coccole. Una mattina, dietro ad un cancello socchiuso, sorpresi due piccoli gattini giocare teneramente tra di loro, il mio cuore iniziava a battere e la voglia di provare ad acchiapparne uno aumentava. Lentamente mi avvicinai, cauta, poi feci un balzo e iniziai a corrergli dietro, ma svelti come sono, avevano già trovato un nascondiglio adatto al loro corpicino minuto. Allora mi arresi e trovai altre distrazioni e passatempi anche se questa era la più spassosa. Quel pomeriggio, io e mio fratello ci avviammo per andare in piscina, lui camminava sbadatamente guardando sempre dritto, io continuavo a volgere la testa da tutte le parti ansiosa di avvistare qualche animaletto. All’improvviso, scendendo le scale, mi voltai a sinistra e vidi un piccolo gattino grigio accovacciato davanti ad un tunnel. Era il mio momento, dovevo fare qualcosa, dovevo approfittare del fatto che non si era accorto della mia presenza. Svelta mi piegai e l’afferrai, presa! Finalmente ero riuscita a prendere un gattino ma poco dopo averlo sollevato notai che era molto magra, troppo per la sua età, aveva anche un occhio chiuso dalle croste pieno di pus per via dell’herpes che se non viene curato subito rischia di creare danni permanenti. Provai subito compassione e mi avviai decisa verso il camper dove stavano i miei genitori. Mia mamma non fu sorpresa di vedermi con un gatto in braccio, ci era abituata, ma questa volta io scoppiai a piangere e continuai a ripetere che dovevamo salvarlo, che stava male e che se non l’avessimo fatto sarebbe morto visto lo stato in cui era. Mio padre non mi diede retta, continuava a dire che prima o poi mi sarei stufata e sarebbero stati loro a doversene occupare, io non lo ascoltavo e insistevo con le lacrime agli occhi che dovevamo portarla da un veterinario. Riuscii a convincere mia madre e pensandoci adesso, ne sono ancora sorpresa. Arrivammo alla clinica veterinaria verso sera, al gatto, che scoprimmo essere una femmina, vennero tolte le larve di mosca che aveva attaccate vicino alla coda, gli fu pulito l’occhio e gli furono dati i sali minerali in vena. Ci dissero che forse non sarebbe sopravvissuta, dovevamo attendere una chiamata il giorno dopo. La mattina seguente andammo a visitare Veio, un’antica città etrusca vicino a Roma. Percepivo che anche la mamma era agitata, eravamo entrambe preoccupate ma speranzose. Squillò il telefono, era la clinica! Mia mamma rispose e le dissero che potevamo andare a prendere la gattina. Ero felicissima, avrei avuto il primo gatto della mia vita. Durante il viaggio del ritorno scegliemmo un nome. Fu mia mamma a dirlo e dato che piaceva a tutti e ci riuniva venne scelto: Veia”.
(E. classe quinta).

Gemma n° 2642

“Per me questa coccarda è molto importante. Ho fatto equitazione per quattro anni e per me è stato uno sport importante e che mi ha resa felice. Nel 2022 sono andata alla Fiera Cavalli a Verona, è stata un’esperienza interessante e mi è piaciuta molto. Questa coccarda è quella che ho vinto al primo posto e che mi ha fatto diventare campionessa italiana. L’ho vinta grazie alla mia vecchia cavalla Daisy che purtroppo è venuta a mancare l’anno scorso. Ho passato tanti bei momenti con lei ed è una cavalla che non dimenticherò mai” (M. classe prima).

Gemma n° 2600

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare Kira, la mia primissima cagnolina che ormai non c’è più dall’anno scorso. Ho conosciuto Kira quando avevo tre anni, i miei genitori mi raccontano sempre che la prima volta che siamo andati a vederla siamo entrati in questo grande giardino dove scorrazzavano sette bei cuccioli di jack russell terrier tra cui anche lei. Appena varcato il cancello sono corsa subito verso di lei e lei verso di me, anche per questo poi abbiamo deciso di portarla a casa, perché era come se ci fossimo scelte a vicenda. Kira aveva il pelo bianco con qualche macchia marrone ed un musetto tenero che con il passare degli anni è diventato sempre più grigio. Il signore che ce l’aveva data ci aveva subito augurato buona fortuna perché secondo lui era la più agitata del gruppo ed in effetti era vero: durante gli anni ha fatto un bel po’ di danni ma mi è sempre restata accanto nei momenti belli ed in quelli più brutti. Quando ho saputo della sua morte ho sentito un enorme vuoto dentro di me perché era come se fosse venuta a  mancare una persona cara, perché, come fanno quest’ultime, Kira quando ero arrabbiata si sedeva, mi guardava e sembrava quasi mi ascoltasse e quando invece ero felice gioiva con me” (G. classe seconda).

Gemma n° 2575

“La gemma che ho deciso di portare quest’anno è il mio cane Alaska.
Alaska è stato il regalo del mio dodicesimo compleanno e ormai siamo insieme da già 6 anni. È una parte fondamentale della mia vita: ad esempio durante il covid, nonostante il lockdown, i miei genitori dovevano andare a lavorare, lasciandomi quindi sola, ma per fortuna non ero mai completamente sola perché (anche se passava le sue giornate interamente sul divano) solo sentire la sua presenza mi faceva stare meglio.
Ovviamente la situazione non è cambiata di molto, salvo il fatto che nel 2021 è arrivato un compagno di dormite anche per lei, Loki. Molto spesso la guardo e penso a quanto sarà triste non vederla più il prossimo anno andando all’università.
Ho pensato a lei come gemma perché è uno tra gli elementi più importanti nella mia vita e anche perché l’amore di un cane non si potrà mai spiegare a parole, bisogna provarlo almeno una volta nella vita”.
(V. classe quinta).

Gemma n° 2567

“Quest’anno come gemma voglio portare il mio gatto Flaco. Aveva un anno quando mio padre l’ha portato a casa nel 2020. All’inizio era molto spaventato, essendo cresciuto per un anno in un’altra casa circondato da altre persone, ma nel giro di pochi mesi ha preso familiarità con tutti noi. È un gatto molto affettuoso e quando stai male ti sta vicino finché non ti senti meglio. Per me è un grande conforto sapere che ogni giorno, bello o brutto, quando torno a casa ci sarà lui ad aspettarmi davanti alla porta per strusciarsi sulle mie gambe” (V. classe seconda).

Gemma n° 2561

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare il mio gatto. Si chiama Robin Hood e ha 6 anni. È un gatto a cui piace stare da solo, si fa anche coccolare, ma solo quando vuole lui. Fin da piccola ho sempre desiderato un gatto e finalmente nel 2018 ne ho ricevuto uno. Abbiamo passato molto tempo insieme a giocare e una delle cose che mi rendeva più felice era tornare a casa sapendo che era vicino alla porta ad aspettarmi.
Purtroppo a Febbraio è venuto a mancare ed è stato uno dei dolori più forti. Avrei voluto restare con lui ancora un bel po’ di tempo, ma so che sarà sempre al mio fianco” (G. classe terza).

Gemma n° 2554

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare la mia gatta. L’abbiamo chiamata “Night” perché lei è di colore nero come il cielo di notte e ha una macchia bianca sul petto che assomiglia a una mezza luna. L’abbiamo presa tre anni fa e da quando ce l’abbiamo la mia vita, e non solo la mia, ma anche della mia famiglia, è cambiata. Ogni volta che sto male, sono preoccupata per qualcosa oppure sono in ansia e la mia famiglia non può aiutarmi, accarezzare la mia gatta mi rilassa e mi calma. Prima di averla i discorsi in casa erano sempre i soliti per esempio sulla scuola o sul lavoro ma adesso abbiamo un argomento in più di cui parlare, cioè della nostra gatta. In un certo senso Night ci ha rallegrato le giornate e ogni giorno c’è qualcosa di nuovo di cui parlare. Anche se a volte fa dei disastri oppure dá fastidio le voglio molto bene perché grazie a lei la mia vita è migliorata” (S. classe seconda).

Gemma n° 2507

“Questo è Yago. É stato il mio cane per 8 anni. L’abbiamo preso quando avevo 6 anni ed è morto quando ne avevo 14, quindi l’anno scorso. L’ho scelto come gemma perché ho tantissimi ricordi felici con lui e anche se ogni tanto mi saltava addosso mordendomi gli ho sempre voluto bene” (G. classe prima).

Gemma n° 2480

“Quest’anno ero veramente indecisa sulla gemma da portare perché l’anno scorso per me è stato una giostra di emozioni.
Per quanto riguarda l’anno scolastico è stato probabilmente il peggiore: avevo totalmente perso me stessa, non mi riconoscevo più, mi ero totalmente dissociata da tutto e da tutti, mi sono autodistrutta; ho vissuto quello che definisco il periodo più buio della mia vita, durante il quale mi sembrava impossibile riuscire a vedere la luce. Mi trascinavo da sola sempre più in fondo, dilaniandomi sempre di più.
E poi è arrivata l’estate, la mia salvezza. Quei tre mesi mi hanno guarita ed ora sono riuscita a stare meglio, cosa che un anno fa sembrava impossibile. È proprio per questo che come gemma ho deciso di portare la mia estate 2023, che per me è stato un momento di enorme crescita.
Finita la scuola ero veramente sfinita e non vedevo l’ora di potermi finalmente riposare. Ma mia madre, che non sopporta vedermi a casa senza fare nulla, mi ha spinta a fare un’esperienza di volontariato per un paio di settimane. Inizialmente non ero molto felice di ciò, non perché non volessi fare un’esperienza del genere, ma perché ero veramente sfinita. Ho deciso comunque di fare quest’esperienza presso un centro diurno per persone ipovedenti. Durante quelle settimane aiutavo gli altri volontari a riordinare e a pulire e ad organizzare le attività da svolgere con i frequentatori del centro, che erano sia ragazzi che persone più anziane. Una volta terminata ho capito veramente quanto quest’esperienza mi abbia permesso di crescere; sono venuta a contatto con una realtà che prima conoscevo molto poco, e ho capito che ci sono 1000 modi per vedere il mondo e la vista è solo uno di questi.
Poi a inizio luglio sono andata come ogni anno dieci giorni in vacanza con i miei genitori: inizialmente avevamo optato per il Portogallo ma poi abbiamo dovuto ripiegare sulla Croazia a causa di alcuni problemi di salute in famiglia; io non ero molto contenta di ciò, poiché non volevo andare al mare. Io ho sempre amato il mare e l’acqua, ma da un po’ di anni non riesco più a viverlo serenamente. In più non mi entusiasmava l’idea di fare una vacanza con i miei perché le ultime non sono andate molto bene, infatti litigavamo e basta. E invece questa vacanza si è rivelata una piacevole sorpresa: dopo anni sono riuscita a godermela per bene, senza discussioni e litigate: erano anni che non vivevo una vacanza così serena. 
Quando siamo tornati si è aggiunto un nuovo componente alla nostra famiglia. Sono cresciuta con un cane, un piccolo maltese che avevo chiamato Milkie, a cui ero immensamente legata; purtroppo lo scorso novembre è mancato a causa di un tumore e sicuramente questo non mi ha fatto stare meglio, anzi. Mia madre aveva giurato che dopo di lui non avrebbe preso più un cane, ma solo dopo la sua scomparsa ci siamo accorti di quanto la sua presenza era diventata fondamentale nelle nostre vite. È per questo che abbiamo deciso di prendere un’altra maltesina, che abbiamo chiamato Luna: ci ha conquistati fin da subito; non pensavo che dopo Milkie sarei riuscita a legarmi ad un altro cane, ma mi sbagliavo: ad oggi infatti Luna è diventata fondamentale, riesce a strapparmi dei sorrisi ogni giorno, non so come farei senza di lei.
Dopo qualche giorno ho vissuto una piccola esperienza insieme alle mie amiche. Durante la primavera avevo visto che a Villa Manin a luglio ci sarebbe stato un piccolo concerto di una band a cui sono molto legata. La band in questione è l’Officina della Camomilla: ho iniziato ad ascoltarli a caso qualche anno fa e mi hanno conquistata fin da subito con le loro canzoni allegre e molto particolari. Questo concerto era decisamente inaspettato, poiché la band si era sciolta molto tempo fa; ma negli ultimi mesi una delle loro canzoni intitolata Un Fiore per Coltello, che tra l’altro è una delle canzoni a cui sono più affezionata in assoluto, è diventata virale e quindi hanno deciso di tornare insieme e di fare dei piccoli live: appena avevo letto la notizia ero al settimo cielo, dovevo assolutamente andarci. Non conoscevo però nessuno che li ascoltasse e non sapevo con chi andare. 
Alla fine ho “obbligato” le mie amiche ad accompagnarmi ed è stata una serata magica: si respirava un’atmosfera abbastanza intima, infatti non erano presenti moltissime persone, ma è stato magico: eravamo all’aperto, sotto la luce dorata del tramonto, cantando canzoni suonate con la chitarra e altri strumenti molto strani. Sicuramente mi sono divertita molto più delle mie amiche ma alla fine anche loro sono rimaste contente dell’esperienza: in fondo i concerti sono sempre speciali, anche se non si conosce l’artista.
Inoltre ero veramente grata perché nonostante loro non ascoltassero la band, hanno deciso di venire lo stesso con me per farmi felice.
Una volta tornata sono subito ripartita per passare dei giorni a Lignano con le mie amiche per il compleanno di R. Come l’anno scorso, sono stati dei giorni fantastici, eravamo un gruppo veramente unito. Se la me di quel periodo avesse saputo che quella sarebbe stata la nostra ultima vacanza insieme probabilmente non ci avrebbe mai creduto; ora, nonostante non siamo più unite come prima, però mi piace riguardare a quei momenti con molta felicità e anche un po’ di nostalgia.
Poi il 22 luglio è giunto un momento che ho aspettato per anni e anni. Era infatti il giorno del concerto di Harry Styles, a Reggio Emilia, il suo ultimo concerto del Love On Tour. Mi aspettava un lungo viaggio, il viaggio della speranza, iniziato su un treno alle 6 di mattina insieme ad un mio amico; durante questo viaggio è successa anche una cosa abbastanza divertente (anche se un quel momento non era proprio così divertente, anzi): una volta arrivati a Bologna saremmo dovuti salire su un treno per Reggio Emilia e invece siamo saliti su quello per Reggio Calabria; per fortuna ce ne siamo accorti qualche secondo prima che partisse e siamo subito scesi. Siamo corsi a prendere il treno giusto e non appena sono salita ho percepito subito una bella atmosfera: era pieno di persone provenienti da ogni dove, che indossavano vestiti colorati e stravaganti, avevano boa di piume ed erano piene di brillantini. Anche appena scesi dal treno ho visto una marea di colori e piume: era magico.
Dopo una lunga attesa trascorsa sotto il sole cocente e sotto la forte grandine improvvisa, parlando e cantando insieme a gente sconosciuta, la band che apriva lo show è salita sul palco: stava iniziando a diventare tutto reale. E poi le luci e la musica si sono spente, a farci luce c’erano solo le stelle e una splendida luna ed eccolo lì, non riuscivo a crederci: sono subito scoppiata a piangere.
Non ho mai trovato le parole adatte per descrivere l’affetto che provo verso Harry: è una costante nella mia vita da anni: non importa se sono triste, felice, affranta, serena, io trovo sempre conforto nelle sue parole. Mi ha sempre fatta sentire a casa.
Mi sono sentita serena, in pace, come se fossi parte di una grande famiglia, nonostante fossi in mezzo a più di 100 000 persone. 100 000 persone che erano lì per il mio stesso motivo: vedere quella persona che per tutti noi è così importante. Non mi sono mai sentita così bene come quel giorno: per due ore quella sera mi sono dimenticata tutti i problemi, tutte le preoccupazioni e ho cantato, pianto, ballato, come non mai (soprattutto pianto). Ha anche fatto un meraviglioso discorso tutto in italiano, dolci parole che porterò sempre con me. Non scorderò mai la spensieratezza di quella giornata… quanto vorrei poterla rivivere.
Poi a fine luglio è iniziata una grandissima avventura: io ancora non lo sapevo ma mi avrebbe stravolto la vita. Avevo infatti deciso di partire da sola per Edimburgo, dove avrei trascorso tre settimane in una famiglia. Inizialmente ero un po’ spaventata, poiché nonostante abbia viaggiato molto e abbia preso molti aerei nella mia vita, non ero mai partita totalmente da sola. Ma mi sono fatta coraggio e nonostante la forte ansia e tutte le preoccupazioni sono partita.
Una volta arrivata dopo qualche difficoltà sono riuscita a prendere un taxi che mi avrebbe portato a casa della famiglia che mi avrebbe ospitato. Ero molto agitata per la famiglia, non sapevo bene cosa aspettarmi; e infatti non è iniziata alla grande: la famiglia mi è sembrata subito molto fredda e poco accogliente. Io ero un po’ disperata, non sapevo bene come comportarmi in una situazione così, ero completamente spaesata: mi trovavo totalmente da sola, in un paese a me sconosciuto, a casa di estranei: mai mi sarei immaginata di dirlo, ma volevo tornare a casa.
Mi sono fatta coraggio e la notte è passata; il giorno dopo dovevo prendere il bus e andare a scuola, dove avrei frequentato un corso ‘intensivo’ di inglese. Da lì poi tutto è migliorato: non ho avuto problemi con i mezzi, gli insegnanti sembravano splendidi e così anche coloro che frequentavano la scuola. Quella scuola era frequentata da persone di tutte le età provenienti da tutto il mondo; c’erano anche molti ragazzi italiani della mia età che stavano vivendo la mia stessa esperienza. 
Ho fatto subito amicizia con moltissime persone; in particolare c’era una ragazza che mi ha totalmente stravolto la vita: si chiama S, ha la mia età e vive a Terni. Ho trascorso moltissimo tempo con lei e ciò ha avuto un enorme impatto sulla mia vita e sul modo in cui vedevo le cose; abbiamo legato fin da subito e non mi sarei mai aspettata di affezionarmi così velocemente a qualcuno, è stato veramente speciale. Nonostante ora abbiamo perso un po’ i rapporti, io la porterò sempre nel cuore e difficilmente mi dimenticherò di lei: ne ho incontrate veramente poche di persone così speciali. Quelle tre settimane sono veramente volate: nonostante le lezioni ho avuto molto tempo per visitare Edimburgo e questa città mi ha davvero lasciato un segno indelebile. Fin da subito mi sono sentita a casa, come se io appartenessi a quella città: era come se rispecchiasse la mia personalità.
Quando sono dovuta partire ho pianto veramente tanto, questa esperienza mi è entrata nel cuore. 
Io tendo sempre a svalutarmi (o almeno così dicono), ma mia mamma mi ha fatto capire quanto importante fosse quello che avevo fatto: mi ha spiegato infatti che non tutti riescono a partire totalmente da soli e rimanere in un paese sconosciuto a casa di estranei e riuscire ad adattarsi. Sarò per sempre grata ai miei genitori per avermi permesso di vivere un’avventura del genere.
E alla fine è iniziato settembre e si è preso un po’ di spensieratezza che solo l’estate sa donare. Siamo tutti tornati alla nostra routine quotidiana, è iniziata la scuola, i compiti, lo stress e l’ansia, la pioggia e le giornate un po’ grigie.
Ma nonostante ciò io quell’estate la porterò sempre nel mio cuore. Ho capito che dovrei vivere la vita con più leggerezza e spensieratezza, perché 17 anni si hanno solo una volta nella vita e bisogna goderseli appieno, perché non ritornano indietro. Tra risate e pianti sono cresciuta, ho imparato ad apprezzare molte cose che prima davo per scontate e ho anche imparato a credere un po’ di più in me stessa. Con il ricordo dell’estate inciso nel cuore sono riuscita a iniziare la scuola con più tranquillità e tutt’ora mi sento più serena; sto contando i giorni che mancano all’inizio della prossima estate, nella speranza di vivere altre mille avventure che mi cambieranno e mi segneranno. E come disse Harry Styles in una canzone “we’ll be alright”, perché ce lo meritiamo, noi meritiamo di stare bene.
Durante quei mesi sono riuscita a piantare delle radici, da cui sta crescendo una piccola piantina, che diventa ogni giorno più forte, che si lascia piegare ma non abbattere dalle intemperie. Perché i momenti di tristezza e difficoltà sono indispensabili, ma servono soprattutto tanti tanti momenti di spensieratezza e serenità.
Ho capito insomma che devo “colorare la mia vita con il caos dei problemi”.”
(S. classe quarta).

Gemma n° 2475

“La mia gemma è il mio gatto. Si chiama Simba e un paio di giorni fa ha compiuto un anno.
L’ha preso mio fratello quando aveva un paio di mesi. All’inizio i miei genitori non erano molto d’accordo con questa scelta non avendo mai avuto un animale domestico. Ora invece lo trattano come se fosse il loro quarto figlio e danno più attenzioni a loro che a me e ai miei fratelli.
Prima non capivo le persone che stavano male quando i propri animali stavano male o venivano a mancare, ma ora posso capirle.
E’ come una terapia, soprattutto quando mi sveglia la mattina perché vuole mangiare o perché vuole essere coccolato; anche quando sono arrabbiata o non sono di buon umore e lo vedo tutto passa” (G. classe quarta).

Gemma n° 2457

“La gemma di quest’anno non è stata difficile da scegliere come gli altri anni, dall’inizio sapevo che avrei portato il mio gatto di nome Cookie. Quest’estate sono venuti a mancare alcuni gattini cari a me ma l’arrivo della cucciolata ad agosto, che comprendeva Cookie e i suoi due fratellini, è riuscita a farmi sentire meglio. Infatti Cookie rappresenta il dono più bello che abbia mai ricevuto. Sin dalla sua nascita sentivo dentro di me che sarebbe stato un gattino fedele che mi avrebbe aiutato nei momenti più delicati, e così è stato. Amo gli animali e in particolare i gatti soprattutto perché riescono ad essere empatici ed essere sempre presenti. Per me Cookie è molto di più di un semplice animale domestico, lo considero il migliore compagno di vita, che spero possa stare al mio fianco il più possibile” (A. classe quarta).