Gemma n° 2791

“Quest’anno ho deciso di portare un film: Pierrot le fou (o Il bandito delle undici in italiano). Ho scelto questo film perché è stato tra i primi che ho visto in completa autonomia e che mi ha fatta avvicinare di più al mondo del cinema. Diretto da Jean-Luc Godard, questo film parla della enigmatica storia d’amore tra Ferdinand Griffon e Marianne Renoir: due giovani adulti che partono da Parigi verso la Costa azzurra lasciandosi dietro le responsabilità e la routine. Nel loro viaggio affrontano varie tematiche come la criminalità, l’euforia romantica e l’instabilità emotiva. Il loro sogno di libertà man mano si sgretola e diventa tragedia: Marianne tradisce Ferdinand e lui, solo e incapace di trovare un senso, si suicida dopo essersi dipinto il volto di blu come un moderno “Pierrot” (il “Pierrot” è originariamente bianco ma in questa versione atipica prende il colore blu per raffigurare il lutto e il mare, elementi fondamentali del film). Si tratta di un gesto poetico ma violento, tipico dell’estetica di Godard, che fa riflettere e interpretare queste parti più “astratte” allo spettatore. Marianne, impulsiva ed enigmatica, cerca di vivere il momento indipendentemente dai mezzi mentre lui, malinconico e riflessivo, cerca di trovare un senso di autenticità lontano dalla sua vita borghese. Lui cerca il significato, lei cerca il piacere immediato. Nessuno dei due ha ragione o torto ma la loro relazione è la metafora di un amore impossibile e disturbato. Questo film mi ha aiutata molto a capire che bisogna fare la propria parte per portare avanti una qualsiasi relazione e dare un senso al caos” (I. classe prima).

Gemma n° 2761

“Era il 2017… mese e giorno non ricordo, però ricordo che eravamo io e mia sorella in cucina a scegliere un programma su Netflix da guardare in famiglia mentre la mamma cucinava e mio padre apparecchiava la tavola.
Sicuramente come al solito sarò stata in disaccordo su cosa guardare, infatti sin da piccola è difficile accontentarmi… è uno dei miei più grandi difetti e purtroppo ci sto ancora lavorando.
Sulla home scorrevano titoli su titoli ed era incredibile come niente ci ispirasse.
Stavamo per mollare ma all’improvviso abbiamo trovato una serie di 6 stagioni del 2009 di nome Glee che parlava di un gruppo di canto (o glee club) ritenuto da tutti gli studenti del liceo McKinley (dove è ambientata la storia) un luogo per disagiati.
Sarà William Schuester, uno dei protagonisti e professori, a reclutare vari studenti con un incredibile talento canoro e con dell’incredibile potenziale e a fare del Glee club un’eccellenza canora portando i ragazzi a superare numerose difficoltà e portando l’immagine della scuola e del club a poco a poco a livelli nazionali.
Negli episodi della serie, essendo in una scuola superiore, oltre a canzoni ci saranno anche drammi amorosi, scolastici e personali molto coinvolgenti.
Quello che mi piace di questa serie è che, nonostante sia girata nel 2009, tratta molti temi ancora oggi attuali, soprattutto tra i giovani adolescenti: bullismo, maternità precoce, sessualità, razzismo, individualismo, fare la differenza, fare squadra e altri…
Quello che mi ha dato questa serie è stato un sogno e una passione per il mondo dello spettacolo, una cultura musicale in quanto mi ha fatto conoscere parecchie canzoni anche datate e ha anche costruito un grande tratto della mia personalità.
In conclusione, vorrei consigliarvela perché secondo me questa serie apre una porta… e quindi offre un aiuto non solo psicologico ma anche emotivo”.
(E. classe terza).

Gemma n° 2725

“Quest’anno ho deciso di portare come gemma un film, Eternal Sunshine of the spotless mind. Ho scelto questo film perché, oltre a essere uno dei miei preferiti, ha per me una grande importanza per il fatto che mi sento molto vicina a entrambi i protagonisti: Joel e Clementine, i quali mi rappresentano in diversi momenti della mia vita. La prima volta che lo vidi ero in un periodo molto difficile della mia vita, mi sentivo profondamente legata a Joel, vulnerabile, introverso e che per sfuggire al dolore si nasconde dietro la propria riservatezza, e faticavo a comprendere Clementine che, invece, è un personaggio frenetico e anche impulsivo, vive nel presente e non ha paura di mostrare la propria fragilità, anche se a volte questo la rende difficile da comprendere. Più di un anno dopo, ovvero adesso, ho vissuto nuove esperienze e la mia vita è cambiata molto, io stessa sono cambiata molto, e riguardando il film ho compreso perfettamente il comportamento di Clementine, e mi sono sentita da lei rappresentata. Rivedere il film in momenti diversi del mio vissuto è stata un’esperienza particolare perché è come se vedessi me stessa come sono ora interagire con la me di uno/due anni fa, anche se, allo stesso tempo, in certi momenti mi sento comunque un po’ come entrambi (M. classe quarta).

Gemma n° 2720

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare il film Parthenope di Paolo Sorrentino.
Ho visto il film a ottobre scorso e all’inizio non avevo compreso appieno il significato che c’era dietro. Infatti non avevo mai visto un film di questo genere e nei mesi successivi ho ragionato moltissimo sul suo significato.
Essendo una grande appassionata di cinema, questo film mi ha spiazzato completamente e mi ha fatto comprendere quanto veloce scorra il tempo e quanto sia bello essere giovani e nel pieno della nostra energia” (A. classe seconda).

Gemma n° 2716

“Quest’anno come gemma ho deciso di portare il mio film preferito: Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese. La trama in sé è molto semplice, seguiamo le vicende di Henry, un ex gangster pentito che racconta la sua “carriera” nel mondo della mafia Italo-americana. La prima cosa che risalta all’occhio è sicuramente la regia magistrale di Scorsese, che resterà per sempre nel mio Olimpo dei registi intoccabili. Nel cast sono presenti diversi nomi importanti come Robert de Niro, Ray Liotta, Joe Pesci e molti altri…
La colonna sonora è, secondo me, iconica e ogni volta che la ascolto mi riporta immediatamente all’atmosfera e alle mie scene preferite del film.
Il motivo per cui amo così tanto questo film è che è stato proprio quello che mi ha fatta innamorare definitivamente del cinema. Mi è sempre piaciuto andare al cinema e guardare film, ma quando ho visto “Quei bravi ragazzi” per la prima volta qualcosa in me è cambiato. Ho realizzato quanto il cinema sia un mezzo potente ed ero entusiasta. Onestamente non so se, a distanza di anni, questo film avrebbe lo stesso effetto su di me se lo guardassi ora per la prima volta, ma so che, qualunque altro capolavoro del cinema possa guardare in futuro, questo resterà sempre il mio preferito, per il profondo legame affettivo che mi lega a questa pellicola” (S. classe terza).

Gemma n° 2684

“Il cinema è come una porta aperta su mondi infiniti, dove le storie prendono vita e le emozioni si possono vivere insieme, in un istante.
Il cinema ha un potere straordinario: quello di trasportarci lontano, in universi lontani e sconosciuti, mentre ci regala frammenti di verità umana che possiamo sentire come nostri. È una forma d’arte che non ha limiti e non conosce confini, perché le sue immagini sono capaci di raggiungere ogni angolo del nostro essere, scatenando riflessioni, sorrisi, lacrime e connessioni.
La magia del cinema sta proprio nella sua capacità di condensare il tempo e lo spazio, di darci l’opportunità di vivere vite diverse, di esplorare emozioni intense e di capire cose che spesso nella vita quotidiana restano celate. Basta pensare a un film come L’attimo fuggente, dove attraverso le parole di Robin Williams, diventiamo parte di quella classe di giovani che scoprono la bellezza di vivere, di pensare, di essere liberi. O a Interstellar, un viaggio che non è solo spaziale, ma anche emotivo, un’esperienza che ti fa riflettere sulla relatività del tempo e sull’amore, su come il legame tra un padre e una figlia possa trascendere le barriere dell’universo. Ogni film ha il potere di risvegliare emozioni che ci fanno vedere il mondo sotto una nuova luce, mentre ci offre anche uno specchio in cui riconoscere i nostri sogni, le nostre paure, le nostre speranze”.
(B. classe quarta).

Gemma n° 2683

“Come gemma ho scelto il dvd del film 1917, che mi hanno regalato i miei fratelli per Natale. Si tratta di uno dei miei film di guerra preferiti, per questo ho apprezzato molto il pensiero e l’ho scelto come gemma. Normalmente i regali che ci scambiamo sono molto casuali e non per forza hanno un significato, quindi sono rimasta sorpresa quando l’ho ricevuto” (L. classe quarta).

Gemma n° 2619

“Come gemma quest’anno ho deciso di portare uno dei miei film preferiti, Mamma mia! Lo reputo uno dei miei preferiti anche perché l’ho guardata moltissime volte insieme a mia madre, dato che è anche uno dei suoi film preferiti. Mi ricordo i pomeriggi nei quali mia madre stirava o faceva altre cose e nel mentre faceva partire il film. Mi piaceva moltissimo ascoltare tutte le canzoni presenti nel film quando ero bambino” (G. classe seconda).

Gemma n° 2552

Immagine creata con CharGPT®

“Come gemma quest’anno ho deciso di portare una delle mie più grandi passioni, ossia il cinema. È iniziata quando avevo 12 anni, durante la quarantena, quando vidi per la prima volta la saga di Harry Potter. Da lì mi si è aperto un mondo. Un mondo in cui ora mi piacerebbe lavorare. Ne avevo visti molti di film fino a quel momento, ma nessuno era riuscito a trasmettermi quelle emozioni che solo la magia dei film di Harry Potter può fare. È come se fosse arrivato il film giusto al momento giusto. Ho passato il resto della quarantena ad esplorare più a fondo tutto quello che si nasconde nel dietro le quinte e ho capito che per la creazione di un film serve un infinità di lavoro e creatività e questo mi ha subito affascinato.
Alcune volte non mi va tanto di dire che Harry Potter è il mio film preferito perché moltissime persone lo ritengono un film per bambini. Ma per me ha un significato che va oltre la semplice trama. Infatti nonostante negli anni poi abbia visto moltissimi altri film meravigliosi, Harry Potter rimarrà sempre il mio film preferito, perché sono stati proprio quei film a farmi scoprire e amare il mondo del cinema”.
(V. classe quarta).

Gemma n° 2467

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare un corso che ho frequentato FRAME BY FRAME.
È organizzato dal Collettivo Espresso, un gruppo di ragazzi che realizza cortometraggi e lo scopo del corso è appunto insegnare come realizzarne uno.
Durante questo corso ho avuto l’occasione di imparare nuove cose su quella che è una delle mie più grandi passioni ed ho stretto amicizie che spero resteranno per la vita” (S. classe seconda).

Gemma n° 2274

“Fin  da piccola ho sempre avuto il vizio di attaccare cose sui muri, dagli stickers di Hello Kitty ai poster delle band che più amo.
Sia i miei muri sia la mia stanza sono un riflesso della persona e di ciò che io sono e provo, quindi almeno una volta al mese ricambio tutto, ma c’è un angolo che non ho mai toccato e che mai cambierò. In quest’angolo, vicino al mio letto, ho attaccato biglietti del cinema, foto con le amiche, foto di casa mia, foto di persone molto importanti per me, fotografie e biglietti di mostre e altre cose che hanno meno o più valore” (I., ex classe 2BL, una gemma che era rimasta indietro… ma, si sa, gli ultimi saranno i primi…).

Gemma n° 2227

“Come Gemma quest’anno, ho deciso di portare 4 brevi video presi dal film Collateral Beauty. Collateral Beauty, il film diretto da David Frankel, vede protagonista Howard Inlet (Will Smith), direttore di un azienda pubblicitaria, profondamente depresso a causa della perdita prematura di sua figlia. Whit (Edward Norton), Claire (Kate Winslet) e Simon (Michael Peña), suoi amici e collaboratori capiscono che il suo stato d’animo sta diventando un problema per l’azienda: dopo aver perso sua figlia, a Howard non importa perdere tutto il resto. Gli amici per questo, assumono un’investigatrice privata per capire cosa l’amico stia passando e cercare di aiutarlo.
Quest’ultima, Sally scopre che l’uomo invia strane lettere indirizzate ad “Amore”, “Tempo” e “Morte”. Superato lo sconcerto, decidono di assumere attori che incarnano questi stati d’animo per organizzare incontri con Howard e rispondere agli interrogativi presenti nelle sue lettere.

Intanto Howard decide di frequentare un gruppo di sostegno e conosce Madeleine (Naomie Harris) che ha perso anche lei la figlia. Si susseguono gli incontri organizzati dai suoi colleghi, fin quando “Amore” riesce a far capire ad Howard che deve permettere all’amore di essere ancora presente nella sua esistenza, in quanto elemento fondamentale per continuare a vivere.
I video che ho scelto sono rispettivamente il suo incontro con la Morte, con il Tempo e con l’Amore. Queste conversazioni sono ricche di elementi che fanno riflettere sulla vita e sul suo fine. Quando ho visto il film per la prima volta sono rimasta impressionata da questo espediente usato dal regista per analizzare profondamente gli stati d’animo del protagonista.
Dopo che l’ho visto, ho riflettuto a lungo su questi tre temi che caratterizzano la nostra vita, che noi ce ne rendiamo conto o meno. La morte la colleghiamo al dolore ed alla sofferenza ma se scaviamo a fondo, ci insegna sempre qualcosa della vita e ci fa guardare dentro in maniera diversa. Il tempo ci insegue ma come anche noi inseguiamo lui. Spesso e volentieri siamo arrabbiati con lui ma in realtà non è colpa sua. Siamo noi autori della nostra vita e siamo noi gestori di come lo spendiamo e con chi. L’amore è ciò che ci scalda, ma è anche ciò che ci fa raggelare. L’amore è un contrasto, fa sorridere e fa piangere, ci aiuta a rialzarci ma ci fa anche cadere. Tuttavia, senza amore non vivremmo. Non è solo amore in termini di relazioni ma anche l’amore dei genitori, dei nonni e degli amici. L’amore che noi riserviamo per queste persone ci fa andare avanti. L’amore è una sicurezza che noi lo vogliamo ammettere o meno.”
(G. classe quarta).

Gemma n° 2156

“Ho deciso di portare il film Bones and all, un film uscito recentemente. E’ una storia di due ragazzi cannibali, ma il significato non è incentrato sul cannibalismo ma sulla loro emarginazione, sul sentirsi diversi e sulla loro storia d’amore” (C. classe terza).

Gemma n° 1815

“Sin da piccola sono stata appassionata di cinema perché per me è un modo per scappare dalla realtà e trovare un rifugio. Prendo tre film che hanno influenzato la mia vita e il mio modo di pensare e per i quali è scattato qualcosa di diverso: quando guardo un film lo analizzo, non mi faccio mai trasportare emotivamente, ma non per questi tre film che segnano anche tre parti della mia vita. Da piccola avevo un’ossessione per Il re leone: lo guardavo ogni singolo giorno e mia nonna era disperata, non ne poteva più. Questa storia di redenzione, di tornare sui propri passi, di destino ineluttabile a me piaceva molto e colori e musiche mi davano quella gioia che spesso non riuscivo a trovare durante la mia giornata. Era un po’ come se mi sentissi a casa in questi ambienti africani. Alle medie le cose non sono cambiate molto per me, finché un giorno, presa dalla noia, ho guardato Prova a prendermi di Steven Spielberg: almeno una volta al mese lo riguardavo, pur provando pena e compassione. Mi ritrovavo nel personaggio di Frank, un ragazzo che ha paura, molto intelligente e che sostanzialmente vuole solo scappare dalla realtà, vuole vivere sotto mentite spoglie un’altra vita per poter essere felice quando in realtà si ritrova solo. Alla fine viene preso perché la vita è così. Negli ultimi anni, quando ero in Danimarca ho deciso di andare a vedere con i miei amici Jojo Rabbit: è stato amore a prima vista, nonostante mi abbiano costretta ad andare a vederlo e mi abbiano pure pagato il biglietto! Questo perché odio tutta la rappresentazione visiva che abbia a che fare con l’Olocausto perché mi hanno traumatizzata da piccola e mi costringevano con la forza a guardare, per la giornata della Shoah, immagini e film. Questo film invece è fresco, innovativo, giovane, divertente: nella scena finale ricordo che stavo sia ridendo che piangendo. Mi ha fatto riaprire, mi ha fatto vivere una storia da un punto di vista diverso che mi ha fatto anche ricredere su alcune mie vecchie convinzioni e riaprire porte che pensavo di aver chiuso definitivamente. lo riguardo ogni volta che ho bisogno di riprovare quelle emozioni di gioia e tristezza allo stesso tempo, quando ho voglia di provare dei sentimenti”.

Ho provato le stesse emozioni di G. (classe quarta) espresse per il terzo film quando ho guardato per la prima volta Train de vie di Radu Mihăileanu. Gli abitanti di uno shtetl, per sfuggire alle grinfie naziste, decidono di investire tutti i loro averi nell’acquisto di un treno, suddividersi tra ebrei (quali essi sono realmente) e soldati tedeschi, e intraprendere un continuo viaggio per l’Europa fingendo la deportazione (e puntando alla Palestina attraverso la Russia). In questa sequenza ecco il misto di incredibile ilarità (sottolineo la chicca di un partigiano “Stiamo scrivendo la storia ma non so come interpretarla”) e profonda riflessione, tra l’altro condotta da Shlomo, il matto del villaggio!

Gli anni

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Era proprio come oggi… A fine gennaio 1998 ho iniziato a insegnare. Nel corso di questi anni ho messo da parte vari scritti, riflessioni, ricerche ripromettendomi, prima o poi, di sfruttarli per una qualche pubblicazione. Tuttavia, ho raggiunto la consapevolezza che sarà molto difficile riuscire a farlo, per cui ho deciso, pian piano di pubblicare quel materiale su questo blog. Non lo raccoglierò sempre in maniera organica, né desidero creare una nuova categoria; cercherò di inserirlo nella struttura già esistente… Il primo post a questo riguardo sarà il prossimo…

Domande e risposte

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Prima ero innamorato solo delle risposte, ma da quando ho conosciuto te mi piacciono anche le domande. Credo che le risposte rendano saggi, ma le domande rendono umani.”
(L’amica delle 5½, di Vincente Minnelli, con Yves Montand e Barbra Streisand)

Felicità, Poesia, Amore

In quarta guardiamo assieme questa sequenza

Guardarla ora sarà diverso, per me. Inoltre, ero al liceo, in seconda, quando la nostra prof. di italiano ci ha accompagnati al cinema a vedere, nel pomeriggio, “L’attimo fuggente”. Inevitabile, la mattina dopo, farci trovare sui banchi con lei che diceva “Che scemi che siete!”. E mi torna anche alla mente il film che mi ha fatto scoprire Robin Williams: “Good morning, Vietnam”.
Good-Morning-VietnamStamattina Veronica, una mia ex studentessa, ha scritto così su fb: “Solitamente sono refrattaria a simili annunci, eppure non posso fare a meno di richiamare alla mente le mille e più volte in cui ho riso, pianto, sorriso, riflettuto e apprezzato maggiormente la vita grazie all’intensità e alla misura di Robin Williams, attore a tutto tondo che come pochi ha saputo suscitare in me riflessioni di cui non posso che essere eternamente grata. Che sia soltanto questione di sceneggiatura o opportunità, poco importa; sono intimamente convinta che trasmettere un messaggio sia possibile soltanto se si crede davvero nel suo contenuto: le parole non trapassano silentemente e facilmente lo schermo, a meno che non siano di notevole rilevanza concettuale…eppure il professor John Keating e il dottor Sean McGuire hanno travalicato ogni mia riserva mentale, raggiungendo il più profondo del cuore, lì dove covano sentimenti, passioni, emozioni, pulsioni latenti. Fra dialoghi di straordinaria potenza espressiva e interpretazioni autenticamente sentite, ho compreso sin da bambina insegnamenti che difficilmente ho sentito espressi ma che fortunatamente ho assimilato e racchiuso nell’Es del mio essere, per portare un po’ di ordine e pace laggiù, dove scalfire l’impalpabile è quasi sempre un’impresa…quasi. Il linguaggio del cinema, universale per definizione, non è rimasto inascoltato, e anzi è riuscito spesso e volentieri a entrare in zone inesplorate, suonando le mie corde più dolci e al contempo quelle dal suono più screziato, grazie a perle dell’arte visiva come “L’attimo fuggente” e “Good Will Hunting”… Ho appreso che la vita va guardata adottando angolazioni differenti, che un uomo senza libertà è soltanto una sincope, che l’autoconsapevolezza dei propri desideri e delle proprie emozioni è la chiave per il raggiungimento della Felicità, che la Poesia non è semplicemente questione di metrica e figure retoriche, che l’intelligenza scolastica e/o accademica nulla ha a che vedere con l’esperienza esistenziale e con la capacità sensoriale, che l’empatia (ciò che più si avvicina alla saggezza umana) non si impara sui libri, che il talento non può giacere a lungo sottaciuto da convenzioni e imperativi sociali (prima o poi si sprigionerà con tutta la sua forza con effetti più o meno desiderati e desiderabili), che l’Amore rende sublime e grande anche l’uomo più comune…
Un piccolo omaggio a una delle persone che più fra tutte mi ha saputa emozionare, permettendomi di veder lontano e, così facendo, tracciando una via nel firmamento…”

Grazie a Veronica e a tutte le anime che si lasciano interrogare e a chi, quegli interrogativi, pone.