Gemma n° 2772

“9 aprile 2024
Oggi finalmente partiamo per New York. Il viaggio dei miei sogni. Questo giorno sembrava non arrivare mai, eppure i 4 mesi che separavano l’iscrizione dalla partenza sono volati in un attimo. Arriviamo a Malpensa. Era ora. Era arrivato il momento che tanto temevo. No no, non il decollo dell’aereo. La puntura che devo fare. Sono terrorizzata dagli aghi, tanto che per un attimo mi è anche passato per la testa il pensiero di non prendere l’aereo per quei 0,3 ml di liquido. Cose da pazzi. È stato disgustoso ma ce l’ho fatta. Finalmente possiamo partire e goderci l’esperienza più bella fatta finora.

19 aprile 2024
Mi sveglio, guardo l’ora. 15:42. Ieri sera siamo tornate da New York. Mi ci è voluto un quarto d’ora per metabolizzare se è stato tutto un sogno o se l’ho vissuto veramente. Apro la galleria. Le foto c’erano. Era tutto vero. Mi prendo 20 minuti per riguardare tutte le foto scattate. Sarò per sempre grata di aver avuto la fortuna di vivere un’esperienza del genere a 17 anni con le mie persone del cuore. Ma che ora è? Già le 4 e mezza??? Devo andare a ginnastica. Mi cambio subito. Questo allenamento non lo posso proprio saltare. 

24 aprile 2024
Finita una ne inizia un’altra. Oggi io e la squadra di ritmica partiamo per i campionati nazionali nelle Marche. Il viaggio è stato lungo. Sto cercato di non pensarci ma nella mia testa frulla solo un pensiero. E se questa sarà la mia ultima gara? Non riesco a capacitarmi. Non oso immaginare la mia vita senza ginnastica. 

27 aprile 2024
È il giorno della gara. Mi sono svegliata con il solito mal di pancia. Ho un mix di emozioni dentro di me che non riesco a controllare. Da una parte sono agitata, mi sento una grande responsabilità addosso. Se dovesse andare male lo rimpiangerei per tutta la vita. Però dall’altra parte sono felicissima. Ho avuto la fortuna di compiere questo bellissimo percorso durato ben 12 anni e ci tengo a dargli una degna conclusione.
S. mi schiaccia le spalle, mi alza il mento e entro in pedana. È andata. Sono contentissima, indipendentemente da quello che sarà il risultato. È l’ora delle premiazioni. Sento “e il primo posto per la categoria serie b, senior 3, attrezzo clavette va a S_________”. Non realizzo. Mi tremano le gambe, non riesco neanche a camminare dritta per andare a prendere la coppa. Non ci potevo credere. La sera mi arriva un messaggio dalla mia allenatrice che purtroppo non è potuta essere presente alle gare. “ciao S, volevo scriverti questo messaggio prima ma sono stata presa da 1000 cose. Quello che hai fatto quest’anno è stato prenderti un rischio abbastanza grande perché prendere in mano due attrezzi che hai usato poco in tutta la tua carriera di ginnastica per il fine di portarli alle nazionali, cercare di farli bene e guadagnarsi il punteggio e il posto non era un’impresa facile. poi sono comunque due attrezzi difficili perché palla devi saperla un po’ maneggiare e gestire, Clavette è difficile perché fanno paura e perché sono comunque due attrezzi da gestire quindi in realtà 2 cose non una sola quindi è difficile in generale.  Mi hai proprio stupita da un punto di vista di scelta perché ero un po’ indecisa, conoscendoti, su quello che avresti potuto scegliere però mi hai comunque stupita perché è una scelta che hai pensato, hai fatto e alla fine hai lavorato te la sei portata a casa con tutte le difficoltà del caso: le prime gare andate male, le perdite e tutto quanto che fanno parte del percorso per arrivare poi al fine della della gara. Con questo voglio dirti una cosa: hai fatto benissimo, nella vita bisogna prendersi dei rischi anche se le cose fanno paura bisogna farle e cercare di portarsele a casa a volte va bene, a volte va male, in questo è andata bene e va bene così però sei stata molto coraggiosa e questa cosa nella vita paga quindi ricordatela,  mi raccomando questa cosa deve rimanerti in testa per cui momenti in futuro in cui magari hai delle paure oppure fallisci in qualcosa perché ci sta fallire, e ti devi ricordare sempre di questa cosa come promemoria.” Mi scende una lacrima.

8 giugno 2024
Oggi è l’ultimo giorno di scuola. Finalmente libera. Adesso posso dedicarmi a scuola guida, ai miei amici che non vedo quasi mai e soprattutto a organizzare il mio diciottesimo, che aspetto da tantissimo. Domani andrò a trovare il nonno che purtroppo hanno dovuto ricoverare in ospedale. È da qualche giorno che non si muove più dal letto quindi meglio fare degli accertamenti.

30 giugno 2024
Stasera c’è il compleanno di G. Quella bambina che conosco dall’asilo domani fa 18 anni. Come è possibile che il tempo passi così in fretta? La mamma mi accompagna a casa sua prima della festa. Aveva un atteggiamento strano, frettoloso, come se dovesse scappare da qualche parte. Non le do peso. Penso a divertirmi e godermi la serata. 

1 luglio 2024
Oggi finalmente inizia il centro estivo. Sveglia presto e alle 7 e mezza siamo già al lavoro. Finalmente rincontro i miei amici, non li vedevo da 1 anno, mi erano mancati. Inizia a piovere. Non diluviava così da tanto. È pioggia fitta e pungente. Sono arrivate le 5, è ora di tornare a casa. Perché c’è la macchina della mamma e non quella del papà nel parcheggio? Salgo in macchina. “Come è andata?” Mi chiede. “Bene bene” rispondo. “Perché sei venuta tu?” “Mi hanno dato mezza giornata di ferie”. Non mi aveva convinto questa risposta. Riattivo i dati del cellulare. Mi arrivano 3 messaggi da zii e amici di famiglia che dicevano tutti la stessa cosa. “Mi dispiace S. ti sono vicina”, oppure, “ti abbraccio forte, qualsiasi cosa sono qua”. “Cos è successo?” Dico con la voce tremante. “Niente perché?” Mi risponde. “Dimmi cosa è successo” ripeto con la voce sempre più tremante. “Il nonno non ce l’ha fatta”.  Mi sento cadere nel vuoto. Scoppio a piangere. Non era uno dei soliti pianti. Non riuscivo a respirare. Parcheggia, saliamo in casa. Mi butto sul divano. Mi gira la testa. Arriva il papà e mi abbraccia. Non mi dava un abbraccio del genere da tanto, anzi forse non me ne aveva mai dato uno così. Non mi aspettavo questa notizia. Non me la aspettavo proprio. Come è possibile? Una settimana fa ero stata a trovarlo in ospedale e mi aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per farsi dimettere per il mio compleanno 15 giorni dopo. Non me ne capacito. Esco in terrazza a prendere un po’ d’aria. Vedo l’arcobaleno. È il nonno ne sono sicura.

2 luglio 2024
Vado a trovare la nonna. Occhi pieni di dolore. Una guerra che avevano combattuto insieme vinta però solo da uno dei due. “Ricordati che sei stata la soddisfazione più grande che ha avuto il nonno”. Mi dice.
Se penso che mentre lui stava tirando i suoi ultimi respiri io ero a ballare mi vengono i brividi.

17 luglio 2024
È arrivato il giorno che aspettavo da tutto l’anno. Oggi divento maggiorenne. Cos’è cambiato da ieri a oggi? Ho più responsabilità? Rispondo io delle mie azioni? Mi sento più adulta?
È stata una bella giornata, ho festeggiato con i miei amici e ho avuto l’occasione di risentirne altri. Arrivo a casa verso l’1:00. La mamma mi dà un regalo. Mi dice che è da parte della nonna. Apro la busta e leggo il biglietto. “Cara S. questo è un regalo che nonno diede a me quando ci siamo conosciuti. Voglio che tu abbia questo anello come simbolo dell’amore infinito che il nonno ed io abbiamo e che avrai per sempre da noi, ti voglio bene, tua nonna.”

21 luglio 2024
La festa dei 18 anni. Da quanto aspettavo questo giorno. Ho indossato l’anello della nonna. Mentre vado verso la villa della festa lo fisso. Alzo lo sguardo verso il finestrino e vedo un arcobaleno. Il nonno mi stava guardando. Mi aveva detto più volte che ci teneva ad essere presente alla festa, e così ha fatto.
Ho avuto Il compleanno da principessa che ho sempre sognato. Per la prima volta dopo 18 anni ho capito veramente il significato della frase qualità è meglio di quantità. È vero non avevo 100 invitati ma quelli che c’erano hanno reso veramente la mia festa indimenticabile, E quasi sicuramente se fossero venuti tutti quelli che avevo invitato non mi sarei divertita così tanto.

11 settembre 2024
Oggi ricomincia la scuola. In che senso sono già in quinta? Guardandomi indietro non mi capacito di come possano essere passati già 4 anni da quel 19 settembre 2020. Siamo arrivati all’ultimo capitolo dell’adolescenza senza neanche accorgercene. Ma me li sono goduti questi hanni? Ho fatto le mie esperienze? C’è qualcosa che potevo fare meglio? Tornassi indietro sceglierei ancora questa scuola? Non voglio pensarci, in fondo la fine è ancora lontana.

27 febbraio 2025
Finalmenteeeeeeee! È arrivata la patenteee. L’esame è stato terrificante ma l’abbiamo portata a casa. Si inizia a sentire profumo di libertà.

12 marzo 2025
Guardo l’ora. 2:14. Non riesco a dormire. Inizio a sentire il peso della quinta. Ultimo anno, ultime verifiche, ultimi sforzi. E poi tutto questo non tornerà più. Le facce che sono stata abituata a vedere ogni giorno 6 giorni su 7 dal nulla spariranno e resteranno solo un ricordo.
Mi sembra assurdo. Abbiamo passato anni a lamentarci, a contare i giorni che mancavano alla fine, a dire “non vedo l’ora che arrivi giugno”. E adesso che ci siamo, che la fine è dietro l’angolo, fa paura. Perché fino ad ora, ogni anno c’era una certezza: a settembre saremmo tornati in quella classe, con le solite lezioni, i soliti compiti e le solite verifiche. Ma questa volta no. Questa volta siamo solo noi di fronte a infinite possibilità. È una sensazione strana. Da una parte non vedo l’ora che finisca perché non ce la faccio più, sono esausta, dall’altra però spero quel momento arrivi il più tardi possibile, perché vorrebbe dire iniziare a prendere in mano la propria vita diventando responsabili a tutti gli effetti delle proprie scelte. Sono pronta? Sono abbastanza matura? Se faccio la scelta sbagliata? Mi sento infinitamente piccola rispetto al mondo fuori dalle mura della scuola. Però alla fine lo so. Anche questo passerà, usciremo tutti da quella porta una volta per tutte e questi anni rimarranno solo un ricordo lontano.”
(S. classe quinta).

Gemma n° 2733

“Quando si tratta di un rapporto stretto, io sono sicura che il tempo non gioca un fattore importante.
Per molti anni della mia vita non ero al corrente dell’esistenza dei miei stessi zii (di secondo grado). Mia nonna per qualche ragione aveva preferito allontanare me ed i miei fratelli da loro. Ha sempre tenuto il motivo nascosto e non abbiamo mai avuto modo di sapere il perché. Il rapporto con suo fratello (mio zio) è sempre stato d’amore e odio, crescendo hanno preso strade molto diverse ma erano comunque rimasti in contatto. Ho conosciuto i miei zii per la prima volta alla mia comunione, allora non avevo compreso fossero miei parenti. In quell’occasione mi regalarono questo bracciale, la collezione a cui appartiene viene venduta con un libricino che descrive la personalità che ognuno possiede. Senza conoscermi l’avevano azzeccata alla perfezione. Solo due anni dopo mia nonna ha iniziato a portarmi a casa degli zii e quando è venuta a mancare le visite sono diventate più e più frequenti. In famiglia avevamo bisogno di sostegno e loro ci hanno aiutato a lavorare sul nostro dolore. Ho imparato a conoscerli e a volergli bene ed ora sono infinitamente grata del rapporto genuino che condividiamo. Quindi, sì, posso dire con certezza che il tempo non è rilevante quando delle persone si capiscono così bene” (E. classe seconda).

Gemma n° 2622

“Ogni anno è sempre stato difficile per me scegliere una gemma da portare, ma quest’anno non ho avuto dubbi, anzi ci sono così tante cose di cui vorrei parlare che le gemme che mi rimangono a disposizione non sono sufficienti, così ho scelto di raggruppare più cose in una e ho deciso di parlare di un luogo e di persone per me molto importanti.
Sin da quando sono bambina sono sempre andata a Valbruna perché ci vivevano i miei nonni e ogni tanto ci si radunava tutti lì per passare delle giornate insieme. Dopo la morte della nonna, che purtroppo io ricordo poco perché ero molto piccola, il nonno ha deciso di «reinventarsi» (come direbbe lui). Ha scelto quindi di rimanere a vivere a Valbruna da solo e noi, come famiglia, trovavamo ogni buona occasione per incontrarci ed andare a trovarlo. Il Natale soprattutto era, ed è ancora, il mio momento preferito e sin da piccola, più che i regali, amavo l’idea di andare a Valbruna per passare del tempo con tutta la mia famiglia, a ridere, scherzare e giocare.
Dall’anno scorso le cose sono però cambiate: ormai il nonno non c’è più da quasi un anno e rimpiango i momenti in cui avrei potuto passare più tempo con lui ad ascoltarlo (anche se raccontava sempre le stesse storie).
Questo fatto però non ha scoraggiato me e i miei parenti, anzi ci ha unito ancora di più ed ogni momento passato tutti insieme è ormai prezioso e, più cresco, più me ne rendo conto. Come una sera della scorsa estate passata a ridere e cantare di fronte al fuoco, dimenticandoci di tutti i nostri problemi per goderci un istante spensierato. Mi ricordo che quella sera stavo così bene che quasi volevo piangere per il momento di felicità provato, cosa che non è da poco.
Sono sicura che se i nonni ci potessero vedere in questo momento, sarebbero orgogliosi nel vedere i valori della famiglia, che hanno trasmesso ai loro figli e ai nipoti, persistere tra di noi”.
(R. classe quinta).

Gemma n° 2586

“Quest’anno ho deciso di portare come gemma questi calzetti antiscivolo. Me li ha regalati mia nonna paterna e li ha regalati anche a mio fratello e ai miei cugini. Ce li ha comprati perché aveva paura che scivolassimo mentre giocavamo ad acchiapparella e a nascondino dentro la sua casa in quanto ha un pavimento molto scivoloso. Questi calzetti mi ricordano molto i nostri pomeriggi passati a divertirci giocando a questi due giochi, ci giochiamo ancora oggi nonostante la nostra età . Ho deciso di portarli anche perché dall’anno prossimo non sarà più la stessa cosa in quanto mio cugino e mio fratello andranno via di casa per frequentare l’università e quindi di questi pomeriggi non ce ne saranno più di tanti come prima, ma nonostante ciò e i nostri anni sono sicura che ci giocheremo ancora e ancora in quanto quando stiamo assieme ritorniamo sempre piccoli e questa a parer mio è la cosa più bella al mondo” (E. classe seconda).

Gemma n° 2547

“Come gemma ho deciso di portare qualcosa di molto personale ovvero un quaderno con dei francobolli. Questo libretto me l’ha regalato mio nonno prima di andarsene e, come a me, l’ha regalato anche a mio fratello e ai miei quattro cugini. Ognuno ha attaccati diversi francobolli in base ai propri interessi, ad esempio io ho le farfalle.
È molto importante per me perché è l’ultimo ricordo che ho prima che venisse ricoverato in ospedale e prima di andarsene. Mio nonno non era un uomo di molte parole e all’apparenza sembrava un po’ scorbutico ma in realtà era molto buono e cercava in tutti i modi di prendersi cura dei suoi nipoti inclusa me. Di lui mi piaceva che a volte mi raccontava le sue storie di quando era giovane e io mi mettevo lì ad ascoltarlo. Nonostante adesso non ci sia più, la casa, dove adesso vive mia nonna, mi ricorderà sempre le cene e i momenti passati in famiglia assieme a lui. Adesso ho davvero la consapevolezza di dire che i nonni sono la nostra più grande fortuna ed è importante goderseli perché non saranno sempre con noi. Io adesso ho le mie due nonne che sono le mie rocce e sarò sempre grata per quello che mi hanno dato sin da piccola”.
(C. classe quinta).

Gemma n° 2538

“Non è stato per niente facile scegliere l’argomento della mia prima gemma, perché  ho pensato a tante cose ma nulla che mi convincesse al 100%, ma c’era quella cosa che appariva di continuo nella mia mente e infine ho deciso di parlare proprio di questo, ovvero i miei nonni. Non ho deciso di parlare né di 1 né di 2 nonni, ma di tutti e 4 perché avendoli fortunatamente ancora in vita non ne ho voluto tralasciare neanche uno. Nonno A. sa sempre come farmi ridere fino a farmi scendere le lacrime e penso di aver preso il pregio dell’essere divertente proprio da lui ed è la persona più comica del mondo quando racconta le barzellette in siciliano. La nonna B. mi ha sempre dato consigli su come affrontare al meglio la vita e mi continua a dare consigli su come andare bene a scuola, nonostante le difficoltà che possono influire. La nonna A., anche lei mi fa continuamente ridere  ed è la tipica nonna che vuole che io mangi tutto quello che mi mette davanti agli occhi e, quando ho abbastanza spazio nello stomaco la accontento e mangio fino a scoppiare. Infine nonno P. è anche lui molto divertente e quando viene a casa mia ci divertiamo a giocare a carte e io mi diverto a vincere contro di lui le partite a briscola. Purtroppo non vedo i miei nonni molto spesso perché abitano in Sicilia e io mi sono trasferita da lì all’età di soli 6 anni, infatti mi ricordo benissimo la prima sera in albergo quando mi misi a piangere perché mi mancavano dopo nemmeno un giorno. Adesso sono passati quasi 10 anni da quando ho traslocato e mi sono abituata a vederli poche volte l’anno, ma fortunatamente, anche se ci vediamo di meno, quando io torno in Sicilia o loro vengono a trovarmi a Udine il nostro rapporto sembra più forte di com’era prima e quella settimana che passiamo insieme cerchiamo di godercela al meglio con un’infinità di abbracci. Per me loro non sono solo dei nonni ma sono I nonni e penso che meglio di loro non ne avrei potuti avere” (A. classe prima).

Gemma n° 2520

“Come gemma di quest’anno ho deciso di portare questo peluche che mi è stato donato da neonata. Si tratta di un piccolo panda regalatomi dai miei nonni pochi mesi dopo la mia nascita. Fin da subito me ne sono affezionata, era uno tra i tanti peluche che stava nel box con me però in lui ho sempre trovato qualcosa di più interessante e bello rispetto agli altri.
Forse perché ci giocavo spesso con mia nonna così da farlo diventare una parte molto importante nella vita di un neonato: infatti il nome ‘panda’ é stata la prima parola che ho pronunciato. Di preciso non so come io ci sia riuscita, non me lo ricordo ovviamente, ma secondo alcune fonti avevo sempre sotto il braccio quel piccolo panda e grazie all’aiuto di mia nonna, la quale costantemente mi ripeteva il nome di quell’oggettino, da un giorno all’altro quella parola è uscita dalla piccola boccuccia.
Si tratta di un oggetto molto importante per me non solo per il valore affettivo ma anche per il fatto che rappresenta la cura con cui i miei nonni mi hanno accolta nei miei primi mesi di vita. Sono molto grata per il dono di aver avuto dei nonni amorevoli, ho potuto sperimentare con loro la vicinanza, la tenerezza e la saggezza. Mi hanno insegnato cosa significhi essere benvenuta al mondo, fare parte di una storia familiare, una storia da custodire” (S. classe prima).

Gemma n° 2471

“Ho pensato tanto a cosa portare come ultima gemma e dopo varie indecisioni ho deciso di dedicarla a mio nonno. Lui non c’è più dal 2012 e ricordo perfettamente quel giorno: ero ad un torneo e una volta tornata a casa i miei genitori mi hanno dato la notizia che mai avrei voluto sentire: il nonno non c’è più. Purtroppo non ho vissuto la stessa infanzia degli altri, difatti avendo perso due nonni non ho potuto sperimentare quel rapporto tra nonno e nipote che vedevo in tutti i miei amici. Tuttavia so che lui mi ha voluto bene e lo so perché proprio per il giorno della mia nascita, lui ha scritto per me una poesia (nella foto sono presenti gli ultimi quattro versi). Nei momenti più difficili io la leggo e so che lui è lì con me, seppur non fisicamente” (E. classe quinta).

Gemma n°2454

“Quest’anno ho portato come gemma delle foto con i miei nonni.
Nella prima foto ci sono io da piccola assieme ai miei nonni durante la festa di un mio compleanno che appunto ero solita festeggiare a casa mia nel mio giardino insieme ai parenti più stretti.
La seconda invece è una foto del Natale appena passato.
Ho deciso di parlare di loro perché hanno ricoperto un ruolo importante nella mia vita. Sono stati il mio papà e la mia mamma, tutto ciò che so l’ho imparato da loro da piccolissima. Ogni volta che vado a trovarli mi vengono in mente tutti i ricordi: quando ero piccola ogni giorno andavo a casa loro che abitano in un paesino piccolissimo, di 4 case, classico paese di contadini. Mi ricordo le passeggiate nei campi con mio nonno, mi raccoglieva le pannocchie e mi diceva “ninine fâs viodi a tô none” e per me era come oro; raccoglievamo i pomodori ciliegina, ci sedevamo per terra in mezzo al campo e li mangiavamo tutti. Grazie a mia nonna ho imparato molte cose. Mi ha insegnato a fare il tiramisù e tuttora “nonna, tu âs fat il tiramisù?” Ogni volta che vado da loro. Ricordo quando lei doveva lavare i vestiti a mano e io la aiutavo lavando i fazzoletti in panno di mio nonno. Ogni settimana mi comprava i gessetti per disegnare sul marciapiede del giardino e giocare a campana con il nonno.
Loro hanno i polli e i conigli e ho sempre amato aiutare mia nonna a dar da mangiare e prenderli in braccio. Mi ricordo quando andavamo tutti assieme in bici, perché loro non hanno la patente, nel paese vicino a fare la spesa. I pomeriggi assieme a mio nonno sulle altalene del parchetto”.
(I. classe quinta).

Gemma n° 2450

“La mia gemma quest’anno la dedico ai miei nonni, coloro che mi sono sempre stati accanto durante questo percorso di scuole superiori ma non solo. Loro per me sono uno spiraglio di luce nel buio, sono il mio faro di speranza, la mia spalla su cui piangere e coloro che nonostante tutto, non mi hanno mai giudicata e non mi hanno mai fatto mancare nulla.
Tuttavia, come ogni famiglia anche la mia ha i suoi problemi e non sono pochi, ma nonostante queste divergenze nel momento in cui varco la porta d’ingresso di casa loro mi sento avvolta da felicità e sicurezza. Sentire le loro voci dire “Mandi stelute” mi riempie il cuore di gioia, una gioia che non riesco a descrivere a parole. Sì è vero, i miei nonni mi hanno anche un po’ viziata ma è solo una minima parte di ciò che hanno fatto e dato per me e per mio fratello.
I ricordi più belli con loro sono le risate, le passeggiate, le battute, i pranzi, le cene, le storie della buonanotte, andare a raccogliere le uova con mio nonno e andare a fare la spesa con mia nonna in bicicletta, cucinare e fare le parole crociate insieme.
Personalmente, mi sento la persona più fortunata del mondo se penso ai miei nonni ed al loro amore e auguro a tutti coloro che vengono al mondo di trovare il tesoro che ho trovato io e di custodirlo gelosamente perché i nonni purtroppo non sono eterni e vanno vissuti in ogni momento anche solo per un abbraccio”.
(G. classe quinta).

Gemma n° 2414

“Come gemma quest’anno ho deciso di portare i miei nonni che sono una parte fondamentale della mia vita. Da quando sono nata mi sono sempre stati vicini e mi hanno sempre sostenuta, anche adesso quando qualcosa va storto o litigo con i miei genitori so che posso andare da loro, i quali mi accoglieranno sempre a braccia aperte e mi daranno qualcosa da mangiare per tirarmi su il morale. La mia vita sarebbe incompleta senza la loro presenza, e so che non mi abbandoneranno mai e continueranno a proteggermi come hanno sempre fatto” (S. classe seconda).

Gemma n° 2326

“Come gemma ho portato mio nonno materno perché è la persona che mi assomiglia di più caratterialmente nonostante sia un po’ più duro sotto certi aspetti. Per esempio se non viene seguito il programma della giornata alla lettera rischia di stare arrabbiato per tutto il giorno o si impunta sulle cose anche se non ha ragione. Dal 2022, dopo la morte di mia nonna, si è un po’ spento e incupito e ha perso il suo buon umore che lo caratterizzava. Ora quando lo guardo lo vedo quasi spaesato e si capisce subito che non sta bene. Ogni volta che lo vado a trovare in Lombardia mi viene un po’ da piangere perché mi manca il vecchio lui e perché penso a quanto mia nonna gli abbia cambiato la vita. Per questo gli voglio tanto bene e cerco di stargli vicino nonostante la distanza” (E. classe terza).

Gemma n° 2320

“La mia gemma è un biglietto che ho ricevuto al mio compleanno lo scorso marzo. Il biglietto accompagnava un regalo che mi è stato fatto dai miei nonni. Sul cartoncino rosa c’è scritto “Insegui i tuoi sogni, vai spedita e non arrenderti mai! Con tanto amore, i tuoi nonni”.
Ho sempre dato per scontato di avere fiducia in me stessa e sicuramente non pensavo avrei mai più messo in dubbio il mio potenziale o le mie capacità. Recentemente però ho avuto diverse difficoltà legate alla fiducia in me stessa. Ho cominciato ad avere di nuovo ansie legate alla paura di fallire, di non riuscire a stare al passo veloce degli altri, del tempo e delle situazioni. La paura del fallimento: ora mi trovo ad utilizzare termini che non prendevo in considerazione ormai da tanto tempo. Ho appeso questo bigliettino sulla bacheca della scrivania ormai a marzo, quando vedevo queste parole e non prestavo troppa attenzione al loro significato. Di recente ho alzato di nuovo lo sguardo verso la bacheca e ho riletto tra me e me quelle parole, ma con occhi diversi. Rileggendo il biglietto ho la sensazione che i miei nonni abbiano trovato la cura giusta ancora prima che io presentassi i sintomi di questa paura. È come se loro fossero riusciti ad anticipare la paura stessa. Molto spesso ripenso al biglietto, in particolare quando ho paura di star sbagliando tutto e quando penso di essermi persa, così riesco a ritrovare il conforto nelle parole dei miei nonni. Il conforto di queste parole sta nel sapere che la fiducia che spesso smarrisco in me, esisterà per sempre nei miei nonni, e quindi saprò dove cercarla. Mi sono resa conto che loro credono in me più di quanto non lo faccia io.
Quel giorno loro mi hanno regalato un braccialetto: è molto carino  e lo uso spesso. Tuttavia oggi so per certo che il giorno del mio compleanno i miei nonni mi hanno regalato queste parole su un biglietto di carta”.
(E. classe quarta).

Gemma n° 2256

“I nonni sono una delle cose più preziose che esistano, un dono che purtroppo non tutti sono così fortunati da ricevere. Io sono stata la bambina più fortunata del mondo, non solo ho conosciuto i miei nonni, ma anche i bisnonni. Purtroppo però, non c’è cosa peggiore che vedere giorno dopo giorno questo dono stupendo sgretolarsi.
Mi ricordo quando giocavo a carte con il bisnonno , tutti i pomeriggi. Lui entrava in casa e appoggiava il suo cappello sullo scalino, sempre lo stesso, mi guardava con i suoi occhi blu dolcissimi e mi chiedeva in friulano: “hai fatto la pipì nel letto stanotte?”. E io ridevo, ridevo tantissimo. Ridevo quando non mi faceva mai vincere ai giochi di carte, quando faceva delle sciocche battute e quando faceva le sue solite espressioni o boccacce sceme. Ma poi, tutto un tratto, i suoi occhi sono diventati assenti e io un ricordo vago nella sua mente, non ero più la sua nipotina che faceva la pipì nel letto e che rideva con lui, ero solo un ricordo sbiadito, un’immagine sfocata e poi più nulla.
Così anche per nonna, che sta convivendo ora con l’Alzheimer e che ogni tanto mi chiede se sono la sua vicina di casa venuta dalla Francia e io le devo ricordare che sono io, sua nipote e che Daniele, il mio papà, è suo figlio e lei risponde che c’è sempre una prima volta per conoscerlo.
Inizialmente mi faceva sorridere il fatto che mi chiedesse 50 volte se volessi l’insalata o quando perdeva le cose e le ritrovava solo mesi dopo tra grandi risate, ma ora è lei ad essersi persa. Anche il nonno sta girovagando tra gli ospedali, il Parkinson è una brutta bestia.
Nonostante ciò ho ancora quasi tutti i miei nonni e continuo a ridere e sorridere insieme a loro e mi reputo fortunata anche solo ad averli conosciuti, ma vederli andare via o essere per loro solamente un’immagine indefinita, mi ferisce”.
(S. classe quinta).

Gemma n° 2128

“Come gemma ho deciso di portare la mia collana. Sul ciondolo è raffigurata mia nonna. A lei ero molto legata ma purtroppo è venuta a mancare 7 anni fa. Da quando non c’è più ho sempre pensato di non riuscire a fare certe cose e mi sono chiusa in me stessa. Grazie a mia mamma e ai suoi aiuti ho ritrovato la fiducia in me stessa e quando la stringo a me mi dà protezione” (G. classe prima).

Gemma n° 2100

“Quest’anno ho deciso di portare la canzone “Ricordi” dei Pinguini Tattici Nucleari come gemma perché, nonostante io non sia una grande fan di questo gruppo, penso che questa canzone sia un capolavoro, con un significato profondo e, per me, con un valore immenso. Inizialmente mi piaceva la sua musicalità e il suo testo che, nel periodo in cui l’ho ascoltata per la prima volta, mi riportava alla mente la mia appena terminata storia d’amore adolescenziale, trasformandosi in un riflesso della nostalgia e tristezza che provavo, facendomi sentire capita.
Un giorno però, parlando di questa canzone con le mie amiche, mi è stato svelato il vero senso della canzone, che parla di ricordi, come dice il titolo, che stanno svanendo dalla mente di una persona affetta di demenza senile.
Da quel momento ogni volta che l’ho ascoltata mi ha mosso qualcosa dentro in maniera diversa rispetto ai primi ascolti, probabilmente perché l’alzheimer l’ho vissuto sulla mia pelle in maniera passiva, avendo perso mia nonna materna nel 2020 a causa di questo male atroce e disumano.
Perciò ora questa canzone è il “ricordo” che a me rimane di lei e che posso condividere con mia madre, cantandola a squarciagola, cercando di nascondere le lacrime.
La cosa che mi segna e mi rende felice di questa canzone è che finalmente è stata data voce ai sentimenti suscitati da una malattia che toglie tutto, sia quando vissuta direttamente che quando subita indirettamente, come “spettatori”.
D’altronde cosa siamo noi senza i ricordi?” (A. classe quinta).

Gemma n° 1969

“Sono molto affezionata a questa collana: me l’ha regalata la nonna alla Prima Comunione. La tengo sempre al collo. Lei mi è sempre stata vicina nei momenti del bisogno o quando dovevo parlare con qualcuno”

Colgo l’occasione di questa gemma di M. (classe prima) per condividere un desiderio: un giorno mi piacerebbe riunire ed incontrare in aula magna tutti i nonni che sono stati (e sicuramente saranno) al centro delle gemme, sia coloro che se ne sono andati che coloro che sono ancora qui a regalarci la loro presenza. E li farei parlare delle loro nipoti e dei loro nipoti. Sono sicuro che vedrei brillare anche i loro occhi!

Gemma n° 1917

“Ho deciso di portare una collana e un bracciale che mi hanno regalato le mie nonne al Battesimo. Ci tengo molto anche perché loro ci sono sempre state, mi hanno anche cresciuta, sono state punto di riferimento con cui confidarsi. In particolare la nonna che vive vicino a casa la vedo ogni giorno e si confida con me, così come faccio io con lei. Sono come delle seconde mamme su cui contare sempre.”

Voglio commentare la gemma di C. (classe terza) con una brevissima scena di Coco, soprattutto per il modo in cui la nonna entra in scena. Mi fa morire ogni volta.

Gemma n° 1900

“Ho portato questo giocattolino. Mi è stato regalato a 5-6 anni: ero con il nonno ad una fiera piena di bancarelle dedicate alla I guerra mondiale di cui lui era appassionato e, visto che mi annoiavo, mi ha portato in una bancarella di giocattoli e io ho scelto questo. Ora da anni il nonno non c’è più, ma è stato importantissimo per me e quindi questo giocattolo lo conservo come se fosse d’oro e ci tengo tanto tanto”.

Penso sia un segno dei tempi il numero così elevato di gemme dedicate ai nonni. Quella di R. (classe prima) va aggiungersi a tutte le altre in cui si sottolinea il forte legame che si instaura tra nipoti e nonni: d’altra parte, per chi ha la fortuna di averli vicini e in salute, sono una parte fondamentale di una famiglia che vede entrambi i genitori impegnati al lavoro. Dice il papa: “I bambini e i nonni sono la speranza di un popolo. I bambini, i giovani perché lo porteranno avanti, porteranno avanti questo popolo; e i nonni perché hanno la saggezza della storia, sono la memoria di un popolo.”

Gemma n° 1896

“Ho portato una foto: ci siamo io, mia sorella e mio nonno. Siamo a casa del nonno, su questa collina da cui si può vedere tutto il Friuli. In questo posto mi sento libera, mi siedo e non penso a nulla. Ci sono anche due generazioni a confronto: quando ci sediamo con il nonno e lui inizia a raccontare la sua storia, la sua vita, lo ascoltiamo sempre volentieri e ci permette di dare anche alle nostre esperienze altri significati”.

Quelle di A. (classe terza) sono parole e immagini che sanno proprio di Friuli per chi, come me, in questa terra ci è nato e ci è cresciuto, per chi questa terra la ama profondamente. Prendo le parole friulane di Celso Macor da una pubblicazione curata dal collega Gabriele Zanello:
Svualâ senza slaifs
tun zîl diliberât da rimis
e da pauris
cun pinsîrs a slàs, come ch’a’ vegnin
e si fermin culì come zïuladis di anima
tal sburît dal timp.
Volare senza freni / in un cielo liberato da rime / e da paure / con pensieri in disordine, / così come vengono / e si fermano qui come grida di anima / nel precipitare del tempo.
(da Svualâ senza slaifs, 2018, Società filologica friulana)