“Ieri 19 marzo era la festa del papà, con questa gemma volevo ringraziarlo per tutto quello che fa e che continua a fare per me. Mi ritengo molto fortunato ad avere un papà molto presente, così come mia mamma, perché non tutti hanno questa fortuna; anche se non lo dimostro gli voglio un sacco di bene, spero un giorno di poter ripagare tutto quello che lui ha fatto per me. Grazie papà” (W. classe seconda).
“In famiglia siamo otto. Io, M, C, Mamma, N, P, Papà e R. C, detta Lella (non sapevo dire la R) l’unica sorella, è una grande ma qualche volta abbiamo un beef. N, in realtà S, il più piccolo, è un grande ma è spericolato, io e lui siamo i fratelli più cool (dipende se fai quello che vuole). P, mio fratello che ho sempre visto come ispirazione, siamo dei gamer insieme e abbiamo molte passioni in comune. M, il più grande, studia molto e lavora duro. Ora vive a Milano e a casa si sente la sua mancanza, è sempre stato molto serio R è sempre stato il più piccolo, è simpatico e gioco sempre con lui. Infine ci sono i miei. Severi ma giusti, hanno sempre fatto di tutto per concederci una vita serena, anche se molte volte dico che sono un po’ too much alla fine sono corretti. Spero di aver preso molto da loro (tranne i capelli di papà).
Ogni estate viaggiamo con il nostro camper, che ci ha porta in giro per l’Europa e l’Italia dal 2016, ha vissuto tante avventure da sparatorie al Sud a biglietti persi a Parigi. Spesso in famiglia facciamo giochi insieme o da carte, come Kobo, o giochi da tavolo, come Carcassone, ticket to ride e farmerrancho. Ascolto molta musica e in tanti momenti diversi della giornata sulle mie cuffie o con la cassa, mi piace avere un sottofondo per le faccende domestiche o mentre mi alleno. Ma cosa diamine ascolto? KanYe West. Kanye, mi ispira a migliorare ed essere la versione migliore di me, e come ha detto in un’intervista la sua musica è un espresso di autostima. Consiglio: -Jesus walks -Come to life -Runaway TYLER, THE CREATOR. Tyler mi fa sempre riflettere su importanti temi della vita come le relazioni sociali, l’amore. La sua musica mi fa entrare nel suo mondo e ogni canzone è unica. Consiglio: -Are we still friends? -Gone, gone/ thank you -Hot winds blows Kendrick Lamar. Kendrick mischia la poesia al rap, alternando canzoni su problemi sociali a quelle più introspettive, mi aiuta a riflettere e i suoi testi possono essere così profondi da avere svariate interpretazioni. Consiglio: -Pride -Alright -i Clipse/Pusha T. I clipse sono un duo di fratelli, che accompagnati dalle incredibili basi di Pharaphel Williams parlano di vita di strada. Si sono poi divisi e Pusha T ha continuato da solista, le energie dei beat e le loro rime pungenti mi danno una sensazione unica! Consiglio: -I pray for you -Cot damn -Rock N’ Roll Il Jazz. È da pochi mesi che l’ascolto quotidianamente ma lo trovo molto bello, mi è sempre piaciuto soprattutto grazie a film come La La land o La principessa e il ranocchio. Penso che il fatto che sia solo strumentale permetta di apprezzare molto di più il suono singolo degli strumenti e come questi si sposino, ma anche di riflettere con una base rilassante. Lo ascolto principalmente o per cambiare aria, per rilassarmi oppure fare lavori di scuola come temi. Lo ascolto da questa playlist che ho conosciuto grazie ad uno youtuber.
E infine l’ultima gemma, la mia squadra: la Roma. Sono Romanista, perché le altre squadre erano troppo banali e semplici da tifare, perché non vinciamo mai.
Sono Romanista, perché ho visto giocare Totti e mi sono innamorato. Per la tradizione dei capitani romani e romanisti. Sono Romanista, perché c’ho il sangue romano e i più cari parenti a Roma, a casa vive la tradizione. Sono Romanista, perché solo noi cantiamo 90 minuti e c’abbiamo un inno così Sono Romanista, perché è vero come dice Venditti cos’è che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo? Uniti anche se lontani? Che batte forte forte in fondo al cuore? GRAZIE E DAJE ROMA DAJE” (G. classe quarta).
“Come gemma ho deciso di portare mio padre. Per me lui è la persona più importante, lui è la spalla su cui so di poter piangere. Il mio papà c’è sempre stato per me, e non è una cosa da dare per scontata. Sono sempre andata molto d’accordo con mio padre, soprattutto perché abbiamo lo stesso carattere, anche se ci scontriamo qualche volta per questo motivo. Sono grata di tutto quello che fa per me, mi è stato vicino quando stavo più male e non volevo parlarne, e penso che questo conti più di mille parole” (G. classe prima).
“Come gemma di religione, anche quest’anno, ero molto indecisa su chi portare; devo dire che erano molte le opzioni tra cui scegliere e che più mi rappresentassero, in particolare in questo periodo, ma, dopo un attimo di riflessione, scorrendo la galleria, non ci ho pensato due volte e ho deciso di parlare di lui, sì proprio del mio papà. Ho deciso di portare mio papà perché in primis io e lui abbiamo un rapporto davvero molto unito e speciale; ciò non significa che sia sempre facile da gestire e tantomeno da tutelare, ma penso che non ci sia essere maschile che mi possa amare quanto mi ama mio padre. Spesso il nostro rapporto, per quanto forte, come detto in precedenza, diventa a tratti altalenante proprio perché io sono la sua esatta copia al femminile: ho il suo stesso carattere, modo di fare e persino gli stessi difetti; ci capita dunque di scontrarci, litigare e non rivolgerci parola molto spesso e ciò che più mi ferisce è vedere che nel momento in cui mi vede star male a causa sua, è come se stesse male anche lui, e questo penso basti a descrivere il tipo di rapporto che abbiamo e le persone che siamo. Per me mio padre è davvero tutto, non è tipo di molte parole, ma al contrario è molto conciso e attento a ogni minimo dettaglio, è breve e sintetico in ciò che esprime ma fa captare a ognuno, sempre in qualche modo, il significato e l’obiettivo delle sue parole. Ho scelto proprio questa foto per la sua spontaneità: è indescrivibile come io mi senta protetta e sicura solo tra le sue braccia, perché so per certo che sono le uniche che non mi faranno mai del male e saranno pronte a sporgersi in qualsiasi momento per venirmi incontro. Anche se di spalle, penso si possa notare il mio sorriso, anzi la mia risata catturata in una foto, e il sorriso dolce e affettuoso di mio padre che sa di avere tra le braccia l’essere più prezioso della sua vita. Da papà ho imparato e imparo tuttora tanto sulla vita, sui comportamenti da tenere e da rispettare, sull’educazione, sulla quale non transige, ma soprattutto da papà ho imparato a coltivare le mie passioni, a saper fare dei sacrifici e vedere che solo con tanto impegno e dedizione si riesce a raggiungere ciò che si desidera; mio padre in particolare mi ha trasmesso l’amore, o meglio la fede per il calcio: fin da piccolissima infatti, non ha mai guardato un film delle principesse con me, anzi, mi ha sempre annoiato con le numerose partite di calcio tanto da avermi portata a seguire la sua squadra del cuore da quando era bambino: la Juventus. Proprio per questo, uno tra i ricordi più belli che mi porterò per sempre nel cuore è stato il giorno in cui mi ha portata per la prima volta all’Allianz Stadium, facendo sì che coronassimo insieme un nostro sogno”. (G. classe terza).
“All’inizio avevo parecchie idee per la gemma di quest’anno ma credo che questa immagine mi rappresenti maggiormente. L’osservazione delle costellazioni e della luna è sempre stata un attività piacevole sin da bambina. Credo che questa passione mi sia stata tramandata da mio nonno poiché anche lui adorava passare intere ore ad osservare il cielo. In questi due anni ho conosciuto 3 persone davvero importanti per me: i miei migliori amici. In estate usciamo ogni sera insieme e andiamo nel campo sportivo di C. Io e la mia migliore amica portiamo dei teli da adagiare sull’erba così possiamo distenderci e osservare le stelle. Qualche volta nascono dei battibecchi perché confondiamo le costellazioni e allora nasce una guerra su chi ha più ragione ma sono litigate divertenti che si risolvono in fretta. Un’altra mia passione è la luna. Fortunatamente ho ereditato il telescopio di mio nonno e qualche notte d’estate la passo con mio papà in giardino a guardare la luna. Questa estate mio papà mi ha raccontato che alla mia età lui osservava la Luna con mio nonno proprio come io faccio con lui. Questa frase mi ha sempre resa contenta e possedere il telescopio di mio nonno, che è mancato qualche anno prima della mia nascita, mi gratifica. Per me è l’unica fonte sicura che abbiamo entrambi la stessa passione. Mi piace guardare le stelle anche per ricordarlo e sentirlo così accanto a me. Spero che questa mia passione non si interrompa mai poiché mi lega con tantissime persone e i ricordi con esse sono indelebili nel mio cuore” (A. classe prima).
“Ci sono poche canzoni che collego a dei momenti specifici della mia vita ma Thunderstruck degli AC/DC è sicuramente una di queste. Non è una canzone che ascolto e questo non è il mio genere di musica preferito eppure ogni volta che sento questa canzone o ci penso mi viene in mente un flashback ben preciso: una bambina che si scatena e salta sulle note di questa canzone con il suo papà nello studiolo della propria casa. Ora non sempre io e mio papà andiamo d’accordo, abbiamo due caratteri diversi che capita si scontrino. Nonostante questo non rinuncio mai a una buona chiacchierata con lui e non posso negare di volergli bene. Qualche tempo fa mi ha chiesto di portare ogni tanto un po’ di musica da “boomer” (come la chiama lui) a scuola (Sì, ha imparato la parola boomer e adesso la usa sempre, anche quando non serve). Non sapeva però che stavo già pensando di portare questa canzone come gemma ed ora eccomi qua a parlarne” (R. classe quarta)
“Come gemma ho portato l’anello che mi ha regalato mio papà al compimento dei miei 15 anni. Nella mia famiglia i 15 anni sono molto importanti perché mia mamma viene da Cuba e lì si fa la quinseñera che corrisponde al diciottesimo. Questo anello ha valore inestimabile per me perché con mio papà ho un legame molto bello e ogni volta che guardo l’anello penso a lui. Purtroppo il mio papà ha una certa età, per questo ho paura che presto potrebbe abbandonarmi e non riesco neanche a immaginare come potrei andare avanti senza di lui. Ma so che anche quando lui non ci sarà più in qualche modo sarà sempre accanto a me” (G. classe terza).
“La mia gemma di quest’anno è mio padre. Nonostante io non abbia sempre un buon rapporto con lui, mi sono resa conto, soprattutto in questi ultimi anni, di quanto bene gli voglia veramente e di quanto sia fondamentale nella mia vita. So che sono cose scontate da dire ma penso che a volte non ci si fermi a pensare abbastanza all’importanza dei genitori. Spesso mi sento in colpa per tutto l’affetto che si merita e che io non sono in grado di esprimere. Scusa papà se non riesco ad abbracciarti o dirti che ti voglio bene ma sei una delle cose più importanti per me, anche se sembra scontato che un genitore sia importante nella vita di un figlio. Non smetterò mai di ringraziarti per ogni cosa che fai per me. Ti amo papà” (V. classe quarta).
“Come gemma ho deciso di portare le scarpe che uso per andare a correre con mio papà. Anche se non saranno molto belle o all’ultima moda hanno un significato simbolico per me, rappresentano tutte le volte che io e lui abbiamo passato e passiamo un bel momento padre e figlia. Lo stimo molto, soprattutto per il fatto che ha sempre il sorriso stampato sul viso, torna a casa da lavoro stanco e invece di riposarsi a casa la domenica mattina, decide di correre per farmi felice” (I. classe seconda).
“Come gemma ho scelto la canzone Ça plane pour moi di Plastic Bertrand. Ho scelto questa canzone perché è una delle preferite di mio padre visto che gli ricorda la sua adolescenza. Ogni volta che siamo in macchina la metto perché le mie canzoni gli fanno venire il mal di testa. Un’altra ragione per cui l’ho scelta è per festeggiare il suo ritorno questo sabato dopo essere stato via per lavoro” (L. classe seconda).
“Come gemma ho portato questa foto dove ci siamo io e mio papà. Per me è una persona molto importante e fin da piccola ho avuto un bellissimo rapporto con lui. Soprattutto in questo periodo, quando non mi sono sentita tanto bene, mi è stato sempre accanto e l’ho apprezzato veramente tanto perché per me è molto importante sapere di poter contare su una persona quando sto male sia che sia un familiare sia che sia un amico. Quando ho dei momenti di sconforto dove mi sembra che non mi vada niente bene vado da mio papà e passo un po’ di tempo con lui e anche solo stare lì mi tranquillizza e mi rassicura. Una cosa che ci accomuna è la musica; fin da quando ero piccola mio papà mi faceva ascoltare le canzoni che gli piacevano e le metteva in macchina, questa è una cosa che facciamo tutt’ora; infatti mi piace molto viaggiare in macchina con lui perché questi per me sono dei momenti dove riesco a distrarmi e a stare tranquilla, cosa che per una persona ansiosa come me è un po’ difficile” (A. classe seconda).
“Caro papà… Sai che ogni tanto mi capita ancora di vederti. Quando chiudo gli occhi certe sere prima di dormire, ti sento ancora passare tra le mie giornate. A volte tiro fuori i tuoi vecchi vestiti, li guardo a lungo, ma anche se volessi non riuscirei a metterli. Gli armadi sono ancora pieni dei tuoi vestiti, la mamma dice che è perché non ha mai tempo di buttarli, ma io so che non è vero, in realtà è perché non vuole. Una volta l’ho vista accarezzare un tuo maglione dopo che ci aveva messo il tuo profumo sopra. A volte vorrei poterti re-incontrare, anche solo per cinque minuti. Ne avrei di cose da dirti che cinque minuti non mi basterebbero, ma se li avessi me li farei bastare. Ti direi che ci manchi e che senza di te a tavola si sorride un po’ meno. Ti direi che sto bene e che nonostante tutto me la cavo, anche se non è facile crescere senza i tuoi consigli. Ti direi che stanno tutti bene. F. sta diventando una donna e mamma è sempre più bella, ogni giorno che passa. Ti direi questo e ti direi grazie per quello che mi hai dato e per quello che mi stai ancora dando. Anche se fanno tutti finta di niente e fanno finta che non ci sei più, io lo so che sei ancora qui con me. So che in quelle giornate in cui tutto mi crolla addosso, sei tu a darmi la forza, sei tu a darmi quei pochi secondi in più e sei sempre tu a non farmi mollare la presa. Lo so che ci sei, che non mi hai lasciato e che mi proteggi. So che anche se sbaglio in tante cose, non sbaglio a guardare il cielo e dirti grazie quando torno a sorridere. Se solo potessi rivederti anche solo per cinque minuti, ti direi grazie per vivere ancora in me. E anche se quei cinque minuti non ce li da nessuno queste cose te le dico lo stesso, perché so che in un modo o nell’altro, le sentirai” (A. classe quarta).
“Ho deciso di portare come gemma lui. Lui è il mio “secondo” papà, quello che fino al suo arrivo non ho mai avuto. Si chiama F. e per molti anni si è preso cura di me, insieme a mia mamma. F. non è il mio vero papà, ma è come se lo fosse. Mi ha cresciuta, mi ha insegnato ad affrontare la vita, si è preso cura di me, quando stavo male c’è sempre stato e quando mi vede giù è il primo a chiedermi cosa succede. Io sono convinta che il papà è colui che ti cresce e che fa quel ruolo, prendendosi cura di te, non abbandonandoti. Franco per me è il mio migliore amico, abbiamo un rapporto speciale ed è la persona a cui sono più legata, gli voglio tanto bene ed è uno dei pochi con cui mi sento davvero me stessa” (L. classe seconda).
“Come l’anno scorso, anche per quest’anno è stato difficile trovare un qualcosa da presentare in questa gemma, perché fondamentalmente ci sono tante cose a cui sono legata. Alla fine ho deciso di parlare di questa foto. Questa immagine può sembrare a molti una, diciamo, “semplice” foto tra padre e figlia, ma c’è ben altro dietro. Sono sempre stata fortunata, non posso negarlo, ad avere un padre così. Oltre a essere padre e figlia, mi piace dire che siamo anche amici (anche se a lui non piace sentire questa cosa). Mi piace definirlo come “amico”, proprio perché, oltre che padre, credo che sia una delle poche persone a cui racconto tutto e di cui mi fido ciecamente, quello a cui racconto quello che mi succede, una delle poche persone che mi ha vista attraversare i momenti peggiori e che mi ha sempre aiutata a risollevarmi. È la persona a cui devo più di tutte, e so che lui per me ci sarà sempre, come io per lui. Mi ha lasciato libera di imparare a vivere, di sbattere la testa tornando poi da lui in lacrime dicendomi “cosa ti avevo detto io?”, ma nonostante ciò non mi ha mai abbandonata, anzi è sempre stato la spalla su cui piangere e anche addormentarmi, mentre guardiamo la televisione sul divano. Crescendo, ho acquistato abbastanza consapevolezza da capire tutti i sacrifici che ha fatto per vedermi felice, dal momento che continuare a crescere una figlia di 9 anni da solo non è facile. Devo essere sincera, non mi ha fatto mai mancare nulla, e di questo gliene sarò infinitamente grata, perché con il passare degli anni, guardandomi intorno, capisco che non tutti i miei coetanei hanno potuto contare su una figura di padre presente. Ovviamente, non tutto è sempre rose e fiori, come giusto che sia, ma rimarrà sempre la persona che mi ama di più al mondo, come solo un genitore sa fare. Non sono mai stata una ragazza di grandi parole, e forse tutto questo che vi ho raccontato lui non lo sa, ma vorrei che un giorno sapesse che non avrei potuto desiderare di meglio per me” (E. classe quarta).
“Io come gemma ho portato questa collana che mi ha regalato mio padre il giorno della mia Comunione e mi ha fatto promettere di non toglierla mai. E’ molto importante per me”.
Un vecchio giocatore e allenatore di basket, ormai scomparso da molti anni, Jim Valvano, disse: “Mio padre mi ha fatto il più bel regalo che qualcuno poteva fare a un’altra persona: ha creduto in me”. Mi pare un bel commento a questa gemma di G. (classe prima).
“Ho deciso di portare questo pupazzo, il primo regalo che mi ha fatto mio padre quando ero in carozzina. Da piccola gli avevo dato il nome Tito: nel film Disney si chiamerebbe Tippete, ma non parlando bene è diventato Tito. Ora lo uso un po’ come portafortuna e quando lo vedo penso sempre a mio padre e alla mia infanzia”.
Ha portato in classe un peluche V. (classe prima). A 47 anni suonati conservo ancora dei pupazzi della mia infanzia, così come il ricordo di un’automobile telecomandata (anzi, filocomandata, le dovevo stare dietro a un metro di distanza) dei carabinieri arrivata per una Santa Lucia di non so che anno, penso prima o seconda elementare. Due gemme in sequenza che parlano di infanzia e ricordi: colpisce come certi oggetti siano in grado di parlarci ancora e di farci emozionare.