Gemma n° 2765

“Come prima gemma ho scelto questa foto che ritrae mia mamma, mia zia, mio zio, mio cugino e me nel 2018. L’ho scelta perché mi ricorda da dove vengo e le tradizioni presenti in questo piccolo paese della Romania. Questo tipo di indumento tipico del territorio si indossa solo ad eventi/festività importanti, come in questo caso il matrimonio in comune (per quello in chiesa ci si veste eleganti e basta). Per me è anche molto importante perché il vestito che indosso io me lo ha fatto mia nonna che purtroppo adesso non c’è più” (S. classe prima).

Gemma n° 2166

“La gemma che quest’anno ho voluto portare è il puntale del mio albero di Natale.
Un puntale può sembrare strano? Effettivamente sì, ma questo per me ha un grandissimo valore ed ogni anno svetta sempre sulla punta del mio albero, nonostante ammetto che non sia esteticamente molto bello.
Nonostante nessuno in tutta la famiglia sappia esattamente da dove provenga, (forse ci è stato regalato?), è presente in casa da molto tempo; sicuramente da prima che io nascessi.
Mi hanno sempre incuriosito il suo colore oro e l’ipnotizzante caleidoscopio rosso e blu presente al centro, simile ad un occhio; quando ero piccolo pensavo fosse una telecamera nascosta per sorvegliare casa, magari un’opportunità per poter vedere “Babbo Natale” consegnarmi i regali! Invece no…ma non fa nulla.
Proprio il fatto che questo puntale accompagni da sempre i miei Natali, mi ha portato ad esporlo come gemma di questo 2022, anche se continuo a chiedermi chi lo abbia progettato e soprattutto chi abbia avuto un tale cattivo gusto da comprarlo, lo apprezzo ugualmente e non lo disdegno. A volte alcune cose non hanno bisogno di essere spiegate, ma semplicemente apprezzate!” (L. classe terza).

Gemma n° 1942

“Ho portato questa collana che rappresenta la bandiera dell’Albania, l’aquila a due teste perché sono nata in Italia ma ho origini albanesi e mi sento più albanese che italiana. Come la maggior parte delle persone che hanno origini diverse da quelle italiane, c’è sempre stato qualcuno che scherzava o prendeva in giro per queste origini, ma non mi sono mai vergognata per questo motivo, anzi. Quando vado in Albania, quasi ogni estate, mi sento proprio bene, spensierata e allegra, anche perché là ci sono tutti i nonni e due delle mie zie: là ci ritroviamo con la maggior parte dei miei cugini e ogni anno impariamo a conoscerci meglio, ad apprezzare i cibi, le abitudini, le tradizioni. Anche la lingua, sin da piccola, sono sempre stata io a volerla imparare: sentivo i miei genitori parlarla ed ero molto curiosa di capire e conoscere. Questo è come il mio portafortuna”.

Sento le parole di G. (classe seconda) e provo a interiorizzarle. Quello che sento è qualcosa che mi lega ad una terra, all’infanzia, alle esperienze vissute, alle lingue parlate, alle tradizioni che hanno segnato la mia vita e che mi fanno pensare al Friuli e all’Italia. Prima al Friuli, poi all’Italia. Prima o poi troverò il tempo di analizzare tutto questo.