Gemma n° 2685

“La mia gemma è una fotografia della Croazia, un luogo che mi rappresenta in modo profondo e speciale. Da sempre, è tradizione per me scoprire ogni anno una nuova città croata, un legame che ho instaurato fin da quando ero bambina e che deriva da mio nonno” (M. classe quarta).

Gemma n° 2640

“La gemma di quest‘anno l‘ho scelta in seguito ad un incontro con la mia famiglia in occasione del compleanno di mio papà.
Mio zio ci ha mostrato un video della nostra vecchia casa delle vacanze in Austria che purtroppo abbiamo dovuto vendere con l’arrivo del covid. È stato molto bello ricordare con le persone a cui voglio bene alcuni dei momenti più felici e spensierati della mia vita. Quella per me era casa, mi sentivo sempre bene e rilassata dentro e lo stretto contatto con la natura la rendeva unica.
A due passi c’era un bosco, un lago e davanti alla finestra vedevamo i cerbiatti…
Mi dispiace tanto pensare di non potere più passare del tempo lì, specialmente ora che crescendo ci sarei potuta andare anche in autonomia con amici ecc…
La casa in Austria resterà sempre nel mio cuore”.
(C. classe quinta).

Gemma n° 2480

“Quest’anno ero veramente indecisa sulla gemma da portare perché l’anno scorso per me è stato una giostra di emozioni.
Per quanto riguarda l’anno scolastico è stato probabilmente il peggiore: avevo totalmente perso me stessa, non mi riconoscevo più, mi ero totalmente dissociata da tutto e da tutti, mi sono autodistrutta; ho vissuto quello che definisco il periodo più buio della mia vita, durante il quale mi sembrava impossibile riuscire a vedere la luce. Mi trascinavo da sola sempre più in fondo, dilaniandomi sempre di più.
E poi è arrivata l’estate, la mia salvezza. Quei tre mesi mi hanno guarita ed ora sono riuscita a stare meglio, cosa che un anno fa sembrava impossibile. È proprio per questo che come gemma ho deciso di portare la mia estate 2023, che per me è stato un momento di enorme crescita.
Finita la scuola ero veramente sfinita e non vedevo l’ora di potermi finalmente riposare. Ma mia madre, che non sopporta vedermi a casa senza fare nulla, mi ha spinta a fare un’esperienza di volontariato per un paio di settimane. Inizialmente non ero molto felice di ciò, non perché non volessi fare un’esperienza del genere, ma perché ero veramente sfinita. Ho deciso comunque di fare quest’esperienza presso un centro diurno per persone ipovedenti. Durante quelle settimane aiutavo gli altri volontari a riordinare e a pulire e ad organizzare le attività da svolgere con i frequentatori del centro, che erano sia ragazzi che persone più anziane. Una volta terminata ho capito veramente quanto quest’esperienza mi abbia permesso di crescere; sono venuta a contatto con una realtà che prima conoscevo molto poco, e ho capito che ci sono 1000 modi per vedere il mondo e la vista è solo uno di questi.
Poi a inizio luglio sono andata come ogni anno dieci giorni in vacanza con i miei genitori: inizialmente avevamo optato per il Portogallo ma poi abbiamo dovuto ripiegare sulla Croazia a causa di alcuni problemi di salute in famiglia; io non ero molto contenta di ciò, poiché non volevo andare al mare. Io ho sempre amato il mare e l’acqua, ma da un po’ di anni non riesco più a viverlo serenamente. In più non mi entusiasmava l’idea di fare una vacanza con i miei perché le ultime non sono andate molto bene, infatti litigavamo e basta. E invece questa vacanza si è rivelata una piacevole sorpresa: dopo anni sono riuscita a godermela per bene, senza discussioni e litigate: erano anni che non vivevo una vacanza così serena. 
Quando siamo tornati si è aggiunto un nuovo componente alla nostra famiglia. Sono cresciuta con un cane, un piccolo maltese che avevo chiamato Milkie, a cui ero immensamente legata; purtroppo lo scorso novembre è mancato a causa di un tumore e sicuramente questo non mi ha fatto stare meglio, anzi. Mia madre aveva giurato che dopo di lui non avrebbe preso più un cane, ma solo dopo la sua scomparsa ci siamo accorti di quanto la sua presenza era diventata fondamentale nelle nostre vite. È per questo che abbiamo deciso di prendere un’altra maltesina, che abbiamo chiamato Luna: ci ha conquistati fin da subito; non pensavo che dopo Milkie sarei riuscita a legarmi ad un altro cane, ma mi sbagliavo: ad oggi infatti Luna è diventata fondamentale, riesce a strapparmi dei sorrisi ogni giorno, non so come farei senza di lei.
Dopo qualche giorno ho vissuto una piccola esperienza insieme alle mie amiche. Durante la primavera avevo visto che a Villa Manin a luglio ci sarebbe stato un piccolo concerto di una band a cui sono molto legata. La band in questione è l’Officina della Camomilla: ho iniziato ad ascoltarli a caso qualche anno fa e mi hanno conquistata fin da subito con le loro canzoni allegre e molto particolari. Questo concerto era decisamente inaspettato, poiché la band si era sciolta molto tempo fa; ma negli ultimi mesi una delle loro canzoni intitolata Un Fiore per Coltello, che tra l’altro è una delle canzoni a cui sono più affezionata in assoluto, è diventata virale e quindi hanno deciso di tornare insieme e di fare dei piccoli live: appena avevo letto la notizia ero al settimo cielo, dovevo assolutamente andarci. Non conoscevo però nessuno che li ascoltasse e non sapevo con chi andare. 
Alla fine ho “obbligato” le mie amiche ad accompagnarmi ed è stata una serata magica: si respirava un’atmosfera abbastanza intima, infatti non erano presenti moltissime persone, ma è stato magico: eravamo all’aperto, sotto la luce dorata del tramonto, cantando canzoni suonate con la chitarra e altri strumenti molto strani. Sicuramente mi sono divertita molto più delle mie amiche ma alla fine anche loro sono rimaste contente dell’esperienza: in fondo i concerti sono sempre speciali, anche se non si conosce l’artista.
Inoltre ero veramente grata perché nonostante loro non ascoltassero la band, hanno deciso di venire lo stesso con me per farmi felice.
Una volta tornata sono subito ripartita per passare dei giorni a Lignano con le mie amiche per il compleanno di R. Come l’anno scorso, sono stati dei giorni fantastici, eravamo un gruppo veramente unito. Se la me di quel periodo avesse saputo che quella sarebbe stata la nostra ultima vacanza insieme probabilmente non ci avrebbe mai creduto; ora, nonostante non siamo più unite come prima, però mi piace riguardare a quei momenti con molta felicità e anche un po’ di nostalgia.
Poi il 22 luglio è giunto un momento che ho aspettato per anni e anni. Era infatti il giorno del concerto di Harry Styles, a Reggio Emilia, il suo ultimo concerto del Love On Tour. Mi aspettava un lungo viaggio, il viaggio della speranza, iniziato su un treno alle 6 di mattina insieme ad un mio amico; durante questo viaggio è successa anche una cosa abbastanza divertente (anche se un quel momento non era proprio così divertente, anzi): una volta arrivati a Bologna saremmo dovuti salire su un treno per Reggio Emilia e invece siamo saliti su quello per Reggio Calabria; per fortuna ce ne siamo accorti qualche secondo prima che partisse e siamo subito scesi. Siamo corsi a prendere il treno giusto e non appena sono salita ho percepito subito una bella atmosfera: era pieno di persone provenienti da ogni dove, che indossavano vestiti colorati e stravaganti, avevano boa di piume ed erano piene di brillantini. Anche appena scesi dal treno ho visto una marea di colori e piume: era magico.
Dopo una lunga attesa trascorsa sotto il sole cocente e sotto la forte grandine improvvisa, parlando e cantando insieme a gente sconosciuta, la band che apriva lo show è salita sul palco: stava iniziando a diventare tutto reale. E poi le luci e la musica si sono spente, a farci luce c’erano solo le stelle e una splendida luna ed eccolo lì, non riuscivo a crederci: sono subito scoppiata a piangere.
Non ho mai trovato le parole adatte per descrivere l’affetto che provo verso Harry: è una costante nella mia vita da anni: non importa se sono triste, felice, affranta, serena, io trovo sempre conforto nelle sue parole. Mi ha sempre fatta sentire a casa.
Mi sono sentita serena, in pace, come se fossi parte di una grande famiglia, nonostante fossi in mezzo a più di 100 000 persone. 100 000 persone che erano lì per il mio stesso motivo: vedere quella persona che per tutti noi è così importante. Non mi sono mai sentita così bene come quel giorno: per due ore quella sera mi sono dimenticata tutti i problemi, tutte le preoccupazioni e ho cantato, pianto, ballato, come non mai (soprattutto pianto). Ha anche fatto un meraviglioso discorso tutto in italiano, dolci parole che porterò sempre con me. Non scorderò mai la spensieratezza di quella giornata… quanto vorrei poterla rivivere.
Poi a fine luglio è iniziata una grandissima avventura: io ancora non lo sapevo ma mi avrebbe stravolto la vita. Avevo infatti deciso di partire da sola per Edimburgo, dove avrei trascorso tre settimane in una famiglia. Inizialmente ero un po’ spaventata, poiché nonostante abbia viaggiato molto e abbia preso molti aerei nella mia vita, non ero mai partita totalmente da sola. Ma mi sono fatta coraggio e nonostante la forte ansia e tutte le preoccupazioni sono partita.
Una volta arrivata dopo qualche difficoltà sono riuscita a prendere un taxi che mi avrebbe portato a casa della famiglia che mi avrebbe ospitato. Ero molto agitata per la famiglia, non sapevo bene cosa aspettarmi; e infatti non è iniziata alla grande: la famiglia mi è sembrata subito molto fredda e poco accogliente. Io ero un po’ disperata, non sapevo bene come comportarmi in una situazione così, ero completamente spaesata: mi trovavo totalmente da sola, in un paese a me sconosciuto, a casa di estranei: mai mi sarei immaginata di dirlo, ma volevo tornare a casa.
Mi sono fatta coraggio e la notte è passata; il giorno dopo dovevo prendere il bus e andare a scuola, dove avrei frequentato un corso ‘intensivo’ di inglese. Da lì poi tutto è migliorato: non ho avuto problemi con i mezzi, gli insegnanti sembravano splendidi e così anche coloro che frequentavano la scuola. Quella scuola era frequentata da persone di tutte le età provenienti da tutto il mondo; c’erano anche molti ragazzi italiani della mia età che stavano vivendo la mia stessa esperienza. 
Ho fatto subito amicizia con moltissime persone; in particolare c’era una ragazza che mi ha totalmente stravolto la vita: si chiama S, ha la mia età e vive a Terni. Ho trascorso moltissimo tempo con lei e ciò ha avuto un enorme impatto sulla mia vita e sul modo in cui vedevo le cose; abbiamo legato fin da subito e non mi sarei mai aspettata di affezionarmi così velocemente a qualcuno, è stato veramente speciale. Nonostante ora abbiamo perso un po’ i rapporti, io la porterò sempre nel cuore e difficilmente mi dimenticherò di lei: ne ho incontrate veramente poche di persone così speciali. Quelle tre settimane sono veramente volate: nonostante le lezioni ho avuto molto tempo per visitare Edimburgo e questa città mi ha davvero lasciato un segno indelebile. Fin da subito mi sono sentita a casa, come se io appartenessi a quella città: era come se rispecchiasse la mia personalità.
Quando sono dovuta partire ho pianto veramente tanto, questa esperienza mi è entrata nel cuore. 
Io tendo sempre a svalutarmi (o almeno così dicono), ma mia mamma mi ha fatto capire quanto importante fosse quello che avevo fatto: mi ha spiegato infatti che non tutti riescono a partire totalmente da soli e rimanere in un paese sconosciuto a casa di estranei e riuscire ad adattarsi. Sarò per sempre grata ai miei genitori per avermi permesso di vivere un’avventura del genere.
E alla fine è iniziato settembre e si è preso un po’ di spensieratezza che solo l’estate sa donare. Siamo tutti tornati alla nostra routine quotidiana, è iniziata la scuola, i compiti, lo stress e l’ansia, la pioggia e le giornate un po’ grigie.
Ma nonostante ciò io quell’estate la porterò sempre nel mio cuore. Ho capito che dovrei vivere la vita con più leggerezza e spensieratezza, perché 17 anni si hanno solo una volta nella vita e bisogna goderseli appieno, perché non ritornano indietro. Tra risate e pianti sono cresciuta, ho imparato ad apprezzare molte cose che prima davo per scontate e ho anche imparato a credere un po’ di più in me stessa. Con il ricordo dell’estate inciso nel cuore sono riuscita a iniziare la scuola con più tranquillità e tutt’ora mi sento più serena; sto contando i giorni che mancano all’inizio della prossima estate, nella speranza di vivere altre mille avventure che mi cambieranno e mi segneranno. E come disse Harry Styles in una canzone “we’ll be alright”, perché ce lo meritiamo, noi meritiamo di stare bene.
Durante quei mesi sono riuscita a piantare delle radici, da cui sta crescendo una piccola piantina, che diventa ogni giorno più forte, che si lascia piegare ma non abbattere dalle intemperie. Perché i momenti di tristezza e difficoltà sono indispensabili, ma servono soprattutto tanti tanti momenti di spensieratezza e serenità.
Ho capito insomma che devo “colorare la mia vita con il caos dei problemi”.”
(S. classe quarta).

Gemma n° 2263

“Ho scelto di portare questa stella marina perché mi ricorda l’estate che ho passato al mare con mia cugina. Un’estate fa, infatti, sono andata al mare con lei e abbiamo trovato questa stella marina così l’abbiamo seccata e abbiamo deciso di tenerla come ricordo. Quindi, ogni volta che vedo questa stella marina, penso a lei, e alle belle vacanze che abbiamo passato insieme” (G. classe seconda).

Gemme n° 229

SoniaNon sapevo cosa portare come gemma; ho pensato che la mia famiglia è la cosa più importante che ho, ma non mi andava di portare la foto di qualcuno. In realtà una parte della famiglia è nelle Marche: da piccoli mio fratello ed io passavamo 1-2 mesi là. Le Marche sono associate all’estate. Quando siamo qui ci mancano quei parenti e sentiamo il bisogno di andarci. Ho allora portato delle foto per simboleggiare questo pezzo di famiglia”. Questa la gemma di S. (classe quinta)
Diceva Arthur Schopenhauer: “La lontananza che rimpicciolisce gli oggetti all’occhio li ingrandisce al pensiero”.

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Ferie!

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Penso che un blog debba essere aggiornato frequentemente. Onde per cui, mi prendo due settimane di break, così faccio un po’ di ferie con la mia dolce metà. Penso di riaggiornare il blog dal 22 luglio. Mandi!