Niente da cui scappare


Piove, l’acqua scende dal cielo, finisce sulla terra, scorre verso il mare, evapora, torna in cielo, piove… C’è un disegnino su tutti i libri delle elementari (io le continuo a chiamare così, sorry). Dentro una casetta ci sono quattro ragazzi in cucina: uno affetta, uno stira, due cucinano. Dal soffitto escono dei tubi con dell’acqua. L’immagine si allarga e si scopre che la cucina è l’unica stanza della casa ancora non allagata. Dura poco, presto l’acqua irrompe. Tutta la terra è invasa dall’acqua e i nostri quattro ci galleggiano dentro insieme agli oggetti della casa.

Uno stacco di scena ci porta a un paesaggio strano fatto di colline sormontantesi le une sulle altre, ciminiere, fabbriche e auto: il tutto si muove in modo simile a una catena di montaggio. Ma tutto è destinato a crollare: i camion finiscono in un dirupo, le fabbriche cadono in rovina, ci sono esplosioni e corto circuiti, l’acqua sale…

I nostri quattro ricompaiono: sono su una barchetta, uno suona una chitarra e canta, uno pesca, uno cucina e uno rema. Sembrano gli unici sopravvissuti a un moderno diluvio che ha coperto di acqua la terra. In cielo brillano le stelle.

Questo è il video piacevole di Don’t panic una veloce e leggera canzone pop dei Coldplay. Il testo? Beh, essenzialmente è questo: “Siamo ossa che stanno affondando come pietre, tutto ciò per il quale abbiamo lottato, tutti i posti in cui siamo cresciuti, tutto di noi è stato rovinato. Viviamo in un mondo magnifico… Tutto quello che so, è che non c’è niente qui da cui scappare, perché, sì, tutti hanno qualcuno su cui possono contare”. Dai, una spintina di ottimismo

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