Corretto o pollo?

Scrive Michael su fb: “Il calcio dovrebbe essere come il basket, appena uno protesta contro l’arbitro un rigore alla squadra avversaria, se un mister viene espulso idem!! così ci si quieta un pò tutti!!”. Ho commentato il suo stato scrivendo che nel volley c’è ancora più rispetto, come nel rugby. La discussione poi è andata avanti, ma a me sono venuti in mente altri pensieri, che forse daranno fastidio e faranno dire “il solito moralista”… Il punto è che questi sono i pensieri che mi son venuti. Dopo Milan-Juve e le mille polemiche ho letto su internet molte frasi tipo questa: “… Buffon che, con grande onestà e sincerità, dopo la fine della partita ha detto di non aver visto se il pallone del tiro di Muntari fosse andato dentro la porta e che, comunque, se l’avesse visto, non l’avrebbe mica detto all’arbitro…” oppure la dichiarazione del “nostro” Pinzi (la mia fede è bianconera, bianconera friulana): “Credo che dietro queste polemiche ci sia tanta ipocrisia”. Insomma, Buffon onesto e sincero, chi polemizza ipocrita. Penso semplicemente che sia il caso di decidersi: perché continuiamo a dare il pollo.jpgpremio fair-play? È il premio al corretto o al pollo? Tutti a complimentarsi con Simone Farina, premiato anche la sera della consegna del Pallone d’Oro e con la convocazione in nazionale, per aver rifiutato 200.000 euro per truccare una partita. “Eh, ma quella è un’altra cosa…”

Usciamo dallo sport: lamentarsi dell’evasione fiscale e lamentarsi dei controlli di Cortina sono lamentele che possono provenire dalla stessa bocca? E lo studente che protesta contro l’insegnante che l’ha sgamato a copiare? Chi si indigna per l’ubriaco investitore ma ogni weekend si disfa di alcol e si mette al volante… fintanto che va bene? L’elenco sarebbe lunghissimo. “Ma questo è un dito puntato!”. Sì, e con la perfetta antica consapevolezza che mentre quel dito è puntato, tre dita restano puntate contro di me.

Esperienza di pace in Burundi

Se qualcuno segue in maniera assidua questo blog, forse si ricorderà che ho già parlato del Burundi e di padre Claudio Marano: l’ho fatto due volte, qui e qui. Ecco che c’è l’occasione di incontrare lui e la volontaria Anna in due possibili momenti. Entrambi si svolgeranno VENERDI’ 16 MARZO. Dalle ore 14.00 alle ore 16.00 racconteranno la loro esperienza nell’aula magna della ex-scuola di Anna, il liceo Marinelli. La sera, alle 20.30 ci sarà l’incontro al Centro Balducci di Zugliano, dove ci sarà anche Egide Hakim Ngendakuriyo, membro e logista del Centre Jeunes Kamenge. Si legge sulla locandina della serata: “In un mondo in cui caos e guerre sembrano essere diventati endemici, in un momento in cui frontiere che pensavamo permanenti vengono spezzate in un attimo, economie che sembravano solide sono messe in ginocchio, guerre suicide divampano, grandi nazioni si frantumano […], adesso che attorno a noi massacri, epidemie, odio e carestie dilagano senza controllo, ebbene esiste un barlume di speranza ed è la crescente presa di coscienza che nel bene e nel male siamo tutti vicini di casa e abitanti di uno stesso globo la cui superficie non è infinita e quindi la disperazione, le guerre, le sofferenze, le umiliazioni e la fame di coloro che vogliamo pensare come «gli altri» sono in ultima analisi le nostre stesse.” (Cahill, 1993)

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Seminare rose bianche e raccogliere rose rosse

Scrive Giampietro Baresi sul numero di Nigrizia che ho appena prelevato dalla cassetta della posta. “Se rose.jpgun giardiniere interra una semente di rose bianche e poi vede nascere rose rosse, la sua sorpresa è grande… Chi è incaricato di gestire la nomina di persone destinate a occupare posti importanti nei quadri ecclesiastici, usa tutti i mezzi per realizzare il programma stabilito, senza il rischio di sgradevoli sorprese. Il più delle volte, la cosa funziona. Talora, si registrano piccole sorprese, che però non creano seri problemi. Altre volte, invece, le sorprese sono notevoli, ma, se sono in linea con il programma, sono bene accolte, perché aiutano a raggiungere più speditamente gli obiettivi prefissati. Molto, molto di rado, ci sono sorprese “storiche”, tali cioè da spiazzare del tutto i programmatori. Nel non breve periodo della mia vita, ne ho registrate solo due: papa Giovanni XXIII e dom Oscar Romero.”

Qui l’intero articolo

Verso la primavera

Aprire le finestre, annusare fuori l’arrivo della primavera e vedere arrivare davanti agli occhi del ricordo queste parole

“Io posso anche non vederlo il Signore: lui, mi vede sempre, non può non vedermi. Io posso scantonare, lui no. L’amore si ferma e viene inchiodato dalla pietà. (…) Quando l’amore si ferma davanti all’inamabile, e , in luogo d’inorridirne, si china, l’amore prende il nome di pietà. Io guardo e mi scandalizzo, guardo e giudico, guardo e condanno, guardo e tiro dritto: lui mi guarda, si ferma e si muove a pietà. (…) La pietà riscopre e riveste. La primavera è la pietà che passa sui campi e sugli alberi e li riveste di erbe, di foglie e di fiori. La speranza è la pietà che passa attraverso le tombe e scrive su ognuna: “Io sono la risurrezione e la vita: chi crede in me, anche se morto, vivrà”.” (Primo Mazzolari)

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Possibilità

Ricordo, a chi volesse essere avvisato di tanto in tanto dei post che pubblico, la possibilità di iscriversi alla newsletter (in altro a sinistra nella pagina). Ne invio più o meno una alla settimana…

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Ancora tempi di streghe?

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A Bologna, un islamico osservante ha sentito «impuro» il proprio rapporto con una donna cristiano-ortodossa e ha tentato di decapitarla «come Abramo fece con Isacco» (la donna, un’ucraina di 45 anni, se la scampa, rischia di ritrovarsi paraplegica). Non è solo un caso di fondamentalismo maniacale. In questi giorni, si apre a Palmi un processo di stupro che testimonia il persistere italico della maledizione di Eva: a San Martino di Taurianova una bambina di 12 anni (che oggi ne ha 24 e vive sotto protezione perché alcuni dei persecutori che ha denunciato erano mafiosi) per anni è stata considerata da tutto il paese la colpevole degli stupri di gruppo, delle violenze e dei ricatti subiti e anche il parroco a cui aveva tentato di confidarsi giudicava peccatrice una dodicenne violata che solo la penitenza poteva redimere. Sembra incredibile, ma nella santità delle religioni albergano tabù ancestrali che gli studi antropologici e le secolarizzazioni non sono riusciti a eliminare. Sono i tabù peggiori perché responsabili dei pregiudizi sessuofobici e misogini che, sacralizzati, hanno prodotto, nel nome di dio, discriminazioni e violenze. Nel terzo millennio le religioni dovrebbero andare in analisi e domandarsi quanto la sessuofobia e la misoginia insidino nel profondo la loro possibilità di futuro. Il concetto di “purezza” che ha represso, nell’ipocrisia mercantile e proprietaria dei valori familiari, milioni di ragazze non è nato certo dalla scelta delle donne. Alla Lucy delle origini, mestruata e responsabile della riproduzione, non sarebbe mai venuto in mente di sentirsi sporca o colpevole. Forse percepiva già come colpa, certo non sua, la violenza che connotava la bassa qualità di molte prestazioni maschili. Tanto meno, quando si fosse inventato il diritto, avrebbe distinto i “suoi” figli in legittimi o illegittimi. Eppure si continua a credere che la mestruata faccia ingiallire le foglie e inacidire il latte; in Africa, in “quei giorni”, è confinata in capanne speciali per non contaminare le case; a Roma Paolo la voleva velata e zittita, mentre i papi, forse senza sapere perché, le hanno vietato di consacrare. Siamo ancora qui, a fare conti sul puro e l’impuro e a ripetere il capro espiatorio nel corpo di qualche altro Isacco per volere di qualche Abramo che credeva di interpretare Dio, di qualche altra Ifigenia proprietà di Agamennone padrone della sua morte. Noi donne non siamo certo migliori degli uomini, ma nelle società maschili permangono residui di paure che neppure Darwin ha fatto sparire. I responsabili delle religioni che intendono salvare la fede per le generazioni future debbono purificarle dalle ombre del sacro antropologico: il papa cattolico deve non condannare, bensì accogliere come servizio di verità nelle scuole un’educazione sessuale che dia valore all’affettività non solo biologica delle relazioni fra i generi e al rispetto delle diverse tendenze sessuali; l’islam che fa imparare a memoria fin da piccoli le sure del Corano, si deve rendere conto che i tabù violenti producono strani effetti se un uomo si sente un dio punitore davanti a donne-Isacco; i rabbini dovrebbero fare i conti con Levy Strauss e smettere di chiedere autobus separati per genere e di insultare le bambine non velate; in Cina e in India non si deve perpetuare l’insignificanza femminile trasferendo gli infanticidi delle neonate alla “scelta” ecografica, mortale solo per le bimbe. Sono tutte scelte di morte. Per ragioni di genere. Ma, se la responsabilità delle religioni monoteiste è particolarmente grave per l’immagine anche non raffigurata di una divinità di fatto maschile, più precisa è quella dei cristiani. Si è detto infinite volte: perché il nostro clero, ancora così pronto a chiedere cerimonie riparatrici per spettacoli che non ha visto, non pensa ad evangelizzare i maschi invece di sospettare costantemente peccati di cui non può essere giudice, condannato com’è al masochismo celibatario per paura della purezza originaria della sessualità umana? C’è un salto logico – certamente non illogico per le donne che stanno leggendo i pezzi sull’8 marzo – ma anche la società civile persevera troppo nel negare rispetto al corpo delle donne: i tre caporali del 33esimo reggimento Acqui indagati per lo stupro di Pizzoli (L’Aquila) sono rientrati in servizio nei servizi di pattugliamento del centro storico nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”…

Giancarla Codrignani (tramite Adista; alcuni articoli si trovano completi nella pagina di Adista su fb)

Zapping not found

Oggi ho ripensato alla mia infanzia. Stavo preparando la cena e in tv è passato uno spot di uno degli innumerevoli programmi di cui non ho mai sentito parlare, più o meno la stessa sensazione di quando all’inizio della classe prima i ragazzi mi raccontano di trasmissioni su tv a pagamento o su internet a me sconosciute. E’ stato lì che ho pensato: ma io cosa guardavo in tv da piccolo, quando ero alle elementari? Prima mi è venuto in mente che la guardavo veramente pochissimo: passavo il tempo libero a giocare, da solo o con gli amici. Poi ho pensato che i canali erano veramente pochi e quindi lo zapping era veramente ridotto. E lì un flash: non avevo il telecomando! Mettevo un canale e poi andavo a sedermi, per cui la scelta doveva essere ben oculata se non si voleva fare avanti e indietro… Tempi diversi!

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Patty: Tu cosa pensi che sia la sicurezza?
Ciccio: La sicurezze è dormire sul sedile posteriore di un’auto. Quando sei piccolo e sei stato in qualche posto con papà e mamma ed è notte e stai tornando a casa in macchina, puoi dormire sul sedile posteriore. Non hai da preoccuparti di niente, il papà e la mamma sono seduti davanti e si occupano di tutto..
Patty: Che bello.
Ciccio: ma non dura! Improvvisamente ti trovi cresciuto e non può mai più essere così. Di colpo è finita e non dormirai mai più sul sedile posteriore. Mai più!
Patty: Tienimi la mano Ciccio.

Eremiti e silenzi

Oggi propongo due articoli su un argomento tostarello: il silenzio, la contemplazione, la meditazione, la riflessione, la preghiera. Il primo è un po’ più leggero con delle proposte di lettura e delle testimonianze, il secondo è un articolo di Carlo Maria Martini un po’ più complesso. Una delle frasi che più mi hanno colpito? “Mi pare venuto il momento di ricordare che l’abitudine alla contemplazione e al silenzio feconda e arricchisce, che non si ha azione o impegno che non sgorghi dalla verità dell’essere profondo”. Canta Franco Battiato:

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scorre lento il tempo di altre leggi
di un’altra dimensione
e scendo dentro un Oceano di Silenzio
sempre in calma.

Buona lettura.

Sono caduto da sempre

Leggendo il libro “Santità e potere” (sono quasi alla fine) mi sono imbattuto in una citazione che mi è molto piaciuta. Fa riferimento a San Paolo che, mentre si reca a Damasco, cade da cavallo perché colpito da una luce abbagliante.

“Forse perché io sono da sempre caduto da cavallo: non sono mai stato spavaldamente in sella (come molti potenti della vita o molti miseri peccatori): sono caduto da sempre, e un mio piede è rimasto impigliato nella staffa, così che la mia corsa non è una cavalcata, ma un essere trascinato via, con il capo che sbatte sulla polvere e sulle pietre. Non posso né risalire sul cavallo degli Ebrei e dei Gentili, né cascare per sempre sulla terra di Dio”    (P. P. Pasolini)

Illuminante!

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Aggiornamenti

Alcuni dei titoli di articoli interessanti pescati dal sito di Asianews:

Estremisti islamici e terroristi cavalcano la rivoluzione siriana

Karnataka, pastore pentecostale picchiato e arrestato per “proselitismo”

Madre tibetana si dà fuoco nel Sichuan; una ragazza si autoimmola nel Gansu

Kirkuk: giovani cristiani e musulmani per promuovere pace e dialogo interreligioso (cui si riferisce l’immagine qui sotto)

Buona lettura!

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Il pianoforte su cui suona Dio

Abbiamo letto il testo di questo monologo di Baricco in III, eccone la resa cinematografica

Spezziamo le doghe

In “Tutto l’universo obbedisce all’amore” Franco Battiato canta “Ed è in certi sguardi che si intravede l’infinito”. Questo versetto mi è venuto in mente oggi pomeriggio leggendo questo pezzetto dell’Antologia di Spoon River

«Il bottaio deve intendersi di botti.
Ma io conoscevo anche la vita,
e voi che gironzolate fra queste tombe credete di conoscere la vita.
Credete che il vostro occhio abbracci un vasto
orizzonte, forse,
in realtà vedete solo l’interno della botte.
Non riuscite a innalzarvi fino all’orlo
e vedere il mondo di cose al di là,
e a un tempo vedere voi stessi.
Siete sommersi nella botte di voi stessi –
tabù e regole e apparenze
sono le doghe della botte.
Spezzatele e rompete l’incantesimo di credere che la botte sia la vita!
E che voi conosciate la vita!
».

(Edgar Lee Masters, Griffy il bottaio, in Antologia di Spoon River)

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Mai bene

Una storiellina che fa molto pensare e che dà una mano nei momenti in cui ci si sente continuamente giudicati e ci si sente di “non andar bene per nessuno”

C’era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino. Decisero di viaggiare, di lavorare e di asinello.jpgconoscere il mondo. Così partirono tutti e tre con il loro asino. Arrivati nel primo paese, la gente commentava: “Guardate quel ragazzo quanto è maleducato… lui sull’asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano”. Allora la moglie disse a suo marito: “Non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio”. Il marito lo fece scendere e salì sull’asino. Arrivati al secondo paese, la gente mormorava: “Guardate che svergognato quel tipo… lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l’asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa”. Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l’asino. Arrivati al terzo paese, la gente commentava: “Pover’uomo!!! Dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull’asino… e povero figlio, chissà cosa lo aspetta, con una madre del genere!!!”. Allora si misero d’accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull’asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio. Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: “Sono delle bestie, più bestie dell’asino che li porta, gli spaccheranno la schiena!!!”. Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all’asino. Ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: “Guarda quei tre idioti; camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!!!”

Elezioni = + esecuzioni

In Iran si va alle urne: quale migliore occasione per aumentare il numero delle esecuzioni? Ecco l’articolo di Monica Ricci Sargentini

moschea-iran.jpg“Ieri si è votato in Iran e, mentre si aspetta di sapere com’è finita la sfida tra Khamanei e Ahmadinejad, è il caso di ricordare che, proprio alla vigilia delle elezioni c’è stata una dura repressione nei confronti dell’opposizione e dei media, soprattutto elettronici, che le autorità considerano una grande minaccia. A gennaio, un alto funzionario di polizia ha dichiarato che Google non era un motore di ricerca bensì “uno strumento per lo spionaggio”. Nel corso dello stesso mese la Cyberpolizia (una squadra di recente istituzione) ha ordinato a tutti i proprietari di internet cafè di installare telecamere a circuito chiuso e di registrare l’identità di tutti gli utenti prima di farli accedere a una postazione. Questo mese, il blogger Mehdi Khazali, arrestato a gennaio, è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere, seguiti da 10 anni di “esilio interno”. Khazali si trova nella prigione di Evin, a Teheran, dove ha intrapreso da 40 giorni uno sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione. A Evin è detenuto anche Abdolfattah Soltani, fondatore del Centro per i difensori dei diritti umani, arrestato nel settembre 2011. Intanto, la Bbc ha denunciato che familiari dei giornalisti del servizio in lingua persiana sono stati sottoposti a intimidazioni: uno di loro è stato arrestato e tenuto in confino solitario, ad altri è stato sequestrato il passaporto. Per puntare il dito contro la gravità della situazione Amnesty International ha pubblicato un rapporto di 71 pagine intitolato “Abbiamo l’ordine di distruggervi”, reso pubblico qualche giorno fa, in cui denuncia che nel 2011 il numero delle esecuzioni in pubblico si è quadruplicato e le condanne a morte sono state il doppio del 2010. Nel documento l’organizzazione per i diritti umani descrive come, negli ultimi mesi un’ondata di arresti abbia colpito avvocati, studenti, giornalisti, attivisti politici e i loro parenti, esponenti di minoranze etniche e religiose, autori cinematografici e persone che hanno contatti all’esterno del paese, specialmente con la stampa estera. Numerose ong sono state chiuse. I leader dell’opposizione Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi, sconfitti alle elezioni presidenziali del 2009, sono di fatto agli arresti domiciliari dal febbraio 2011. La moglie di Karroubi è stata rilasciata nel luglio scorso mentre Zahra Rahnavard, moglie di Mousavi, si trova agli arresti domiciliari insieme al marito.

“Hanno fermato ogni forma di protesta pubblica usando articoli del Codice Penale che definiscono come minaccia alla sicurezza nazionale le manifestazioni, i dibattiti, la formazione di gruppi e associazioni, punibili con lunghe condanne al carcere o anche con la pena di morte”, si legge nel documento.

La verità è che, secondo Ann Harrison, direttrice ad interim del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International, “nell’Iran di oggi, chiunque è a rischio se fa qualsiasi cosa che possa situarsi al di fuori dei ristretti confini di ciò che le autorità considerano accettabile dal punto di vista sociale o politico”. I dati riportati dai media parlano di 600 esecuzioni, contro le 253 dell’anno precedente. Circa l’80% riguarda il reato di traffico di droga, ma è difficile fare una stima precisa visto che Teheran non fornisce dati ufficiali ed è possibile che molte esecuzioni avvengano in segreto. Tra le esecuzioni, secondo il rapporto, se ne contano numerose che riguardano reati commessi in minore etá, un’ipotesi di pena capitale che è vietata dal diritto internazionale.

La prima impressione non è sempre quella che conta

Ci sono delle volte in cui le apparenze ingannano e la prima impressione non è quella che conta. E’ bellissimo vedere come cambia lo sguardo di Mélanie, ed è anche bello sentirla mormorare “La prego si scusarmi”. Tra l’altro, un film memorabile

Questione di prospettive

“Provava dolore in tutto il corpo, dovunque premesse la mano. Dopo un po’ capì che questo succedeva perché era la mano a fargli male”    (Douglas Adams)

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C’è Chiesa e Chiesa

“Finché i contadini, e gli operai e i loro dirigenti non hanno sicurezza; finché il popolo viene sistematicamente assassinato dalle forze di repressione della giunta, io, che sono un semplice servitore del popolo, non ho nessun diritto di cercare misure di sicurezza. Vi prego di non fraintendermi: non voglio morire, perché so che il popolo non lo vuole, ma non posso tutelare la mia vita come se fosse più importante della loro vita. La più importante è quella dei contadini, degli operai, delle organizzazioni popolari, dei militanti e dei dirigenti, ed essi muoiono tutti i giorni; ogni giorno ne trucidano venti, trenta, quaranta o più ancora. Come potrei adottare delle misure di sicurezza personale? Sì, possono uccidermi; anzi, mi uccideranno, benchè alcuni pensino che sarebbe un grave errore politico; ma lo faranno ugualmente, perché pensano che il popolo sia insorto dietro le pressioni di un vescovo. Ma non è vero: il popolo è pienamente consapevole di chi sono i suoi nemici; e altrettanto conosce bene i propri bisogni e le alternative che si presentano. Se uccidono me, resterà sempre il popolo, il mio popolo. Un popolo non lo si può ammazzare.

(Oscar Arnulfo Romero, otto giorni prima del suo assassinio. Da una intervista rilasciata al domenicano spagnolo Juan Carmelo Garcia)


 http://oradireli.myblog.it/media/02/02/973284976.mp4

Tentazioni

A proposito del brano evangelico sulle tentazioni posto una vignetta di don Giovanni, noto in rete come Gioba

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12 anni di braccio della morte

Quella che segue è la parte iniziale dell’articolo di Ada Serra comparso questo mese su Dimensioni Nuove. “Randy Steidl, americano dell’Illinois, ha trascorso 12 anni nel braccio della morte, condannato per un delitto che non aveva commesso. Nel 1986 è stato coinvolto nelle indagini sul duplice omicidio di una giovane coppia. Non conosceva le vittime ma è stato interrogato, come molti altri del suo paese, è ha fornito un alibi per la notte dell’omicidio. Nonostante questo, è stato arrestato, processato e condannato a morte nel giro di 90 giorni. Il processo è durato 7 giorni e a inchiodarlo sono state false testimonianze, confezionate ad hoc da poliziotti corrotti. Nel 1999, la condanna è stata commutata in ergastolo. Una nuova indagine di Polizia ha messo in luce che Randy era stato incastrato perché il vero responsabile dell’omicidio era un grosso finanziatore dello Stato dell’Illinois e nel 2004 è stato definitivamente assolto. Lo abbiamo incontrato a fine novembre a Latina, dove ha portato la propria testimonianza a Cities for life, l’iniziativa annuale della Comunità di Sant’Egidio contro la pena di morte.”

Qui l’intervista

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