Questa mattina in una classe siamo finiti a parlare di droga e del convincimento da parte di qualcuno che la vita sia destinata alla morte e veda in essa il suo unico scopo e fine. Allora mi sono tornate alla mente le parole di un’intervista di Luciano Ligabue che, presentando il brano “Nati per vivere (adesso e qui)”, afferma:
“Questa canzone è nata da un moto di fastidio per tutte le canzoni, e sono tante, che in maniera esplicita o indiretta dicono, in fondo, che «siamo nati per morire». L’ho sempre vista come una posa assunta da chi, grazie a quelle canzoni, vive poi da rockstar. Non so quanto alla fine quell’atteggiamento combini dei guasti – perché dipende in quanti ci si riconoscono –, ma in ogni caso mi son detto: adesso ne faccio una che dica proprio l’opposto.”
E ancora: “La canzone è nata da quel pretesto e musicalmente è viva, allegra. Volevo proprio che ci fosse questa leggerezza: se parliamo sempre di sinonimi larghi (non di sinonimi perfetti e precisi), per me leggerezza a sua volta è un sinonimo di vitalità. Questa canzone doveva avere – da un punto di vista musicale – esattamente queste caratteristiche, pur raccontando anche la fatica del vivere, le garanzie che non ti vengono date, le promesse non mantenute. Nonostante tutto, siamo «nati per vivere, adesso e qui». Questa canzone è una delle poche – in tutta la mia storia – che oltre al titolo principale ha un altro titolo fra parentesi, perché il concetto è completo solo con quella frase: «adesso e qui». Io lo ripeto più che posso, soprattutto per ricordarlo a me stesso. È una cosa che ha una funzione non lontanissima da Leggero: una cosa che ho bisogno di ricordarmi, perché è molto difficile metterla in pratica. Pochi di noi riescono a raggiungere uno zen tale per cui davvero riescono a vivere la vita nella pienezza della presenza, nel momento.”
Ogni giorno è un altro giorno altro che domani
sveglia, paglia, mal di testa, prime imprecazioni
fra gli annunci non c’è niente il futuro è cominciato già
Ogni giorno è un altro giorno non lo puoi saltare
qualcheduno canta che sei nato per morire
fuori si alza ancora il vento chi lo sa se il tempo cambierà
Nati per vivere adesso e qui
sotto le costole un ritmo irregolare che non si fa dimenticare
Ogni giorno è un altro giorno altro che domani
le promesse che ti han fatto sono andate a male
la tua miccia è corta non sai quando la tua rabbia esploderà
Ogni giorno è un altro giorno non si può sapere
ciò che è andato storto adesso non lo puoi cambiare
ma respiri a fondo e senti che ora il tempo non ti scapperà
Nati per vivere adesso e qui
sotto le costole un ritmo irregolare che non si fa dimenticare
Nati per vivere è tutto qui
devo segnarmelo prima di morire un altro testo da imparare
Guarda come resti nell’inferno che perlomeno lì fa caldo
guarda come guardi in alto e chiedi come la mettiamo
guarda come è facile scordare la tua porca verità
Nati per vivere adesso e qui
sotto le costole un ritmo irregolare che non si fa dimenticare
Nati per vivere è tutto qui
devo segnarmelo prima di morire un altro testo da imparare