“La mia gemma è un lavoretto di carta datomi sabato scorso da un bimbo di 10 anni a cui faccio catechismo: si è instaurato un rapporto profondo e mi colpisce la sua gentilezza nei confronti degli altri, cosa che non riscontro frequentemente in altre persone”. Questa è stata la gemma di C. (classe quarta).
Mi sento di dare ragione a C. riguardo alla scarsa presenza della gentilezza nella società contemporanea, tuttavia voglio riportare qui le frasi di due grandi rappresentanti religiosi contemporanei:
“Tre parole chiave: chiediamo “permesso” per non essere invadenti;
diciamo “grazie” per l’amore, quante volte al giorno dici grazie a tua moglie e tu a tuo marito, quanti giorni passano senza dire grazie;
e l’ultima, “scusa”: tutti sbagliamo e a volte qualcuno si offende nella famiglia e nel matrimonio, e alcune volte volano i piatti, si dicono parole forti, ma il mio consiglio è non finire la giornata senza fare la pace, la pace si rifà ogni giorno in famiglia, e chiedendo scusa si ricomincia di nuovo.
Permesso, grazie, scusa” (papa Francesco)
“La felicità non può nascere dalla rabbia o dall’odio. Nessuno dice: “Oggi sono felice perché stamattina mi sono arrabbiato assai”. Al contrario, la gente si sente a disagio e dice: “Oggi non sono contento perché stamattina ho perso le staffe”. Tramite la gentilezza, tanto al livello personale, quanto a livello nazionale e internazionale, col rispetto reciproco e la reciproca comprensione, otterremo la pace, unitamente a una genuina soddisfazione.” (Tenzin Gyatzo, XIV Dalai Lama)
Gemme n° 383
“Non sapevo bene cosa portare come gemma, e allora propongo qualche pensiero. Da piccolo chiedevo a mio papà se avessimo bisogno veramente di denaro; oggi gli stessi argomenti fanno iniziare lunghi dibattiti su socialismo e comunismo e mi interessa parlare di queste cose. Mi sento socialista e per questo i miei fratelli mi prendono un po’ in giro. Ho trovato diversi articoli su società che funzionano senza denaro; tali società non favoriscono il consumismo e lo spreco. Penso anche che alcune idee socialiste abbiano radici nel cristianesimo, certo non tutte. Ho letto dell’esperienza dei kibbutz, di quella di Nomadelfia e poi di quella spagnola di Marinaleda sulla quale voglio leggere insieme alla classe un breve articolo. Mi chiedo spesso: cos’è che fa di una cosa, di un pezzo di terra, una tua proprietà? Come è stato deciso? Dire che è mia non significa niente.” Questa è stata la gemma di G. (classe quinta).
Correvano gli anni a cavallo tra 1400 e 1500 quando Thomas More affermava “Mi sembra che dovunque vige la proprietà privata, dove misura di tutte le cose è la pecunia, sia alquanto difficile che mai si riesca ad attuare un regime politico basato sulla giustizia o sulla prosperità.” Nei secoli i dibattiti sono stati numerosi, variegati, approfonditi. Personalmente penso che si tratti sempre di come uno si regoli nel suo rapporto con l’esterno, che siano persone o cose. Posso diventare schiavo di qualcuno o di qualcosa in qualsiasi situazione: posso assoggettarmi al denaro, posso farne una ragione di vita fine a se stessa, posso utilizzarlo per fini positivi. Lo stesso vale per le persone: posso arrivare a idealizzare la persona con cui ho liberamente scelto di vivere facendone un idolo davanti al quale chinare sempre il capo. Idem per un ideale, un credo… Ancora una volta penso che a fare la differenza sia l’atteggiamento umano.
Gemma n° 382
“La mia gemma è una canzone di un gruppo poco noto. Li ho conosciuti attraverso la lettura di un libro. Un mese fa è mancata mia nonna e io tendevo a non parlare della mia sofferenza, scaricandola nelle canzoni e nelle letture. Anche se il testo e il video possono sembrare lugubri, mi facevano stare bene. Un po’ mi rivedevo nel protagonista che qui parla della morte della madre; qui ho visto una luce, una speranza e ho sentito che mia nonna mi sarebbe stata vicina”. Questa la gemma di N. (classe quinta).
Trovo bellissimo il video dei Dionysos. Avendo fatto la scelta del bianco e nero, l’elemento delle ombre e delle luci diventa fondamentale e penso sia giocato molto bene. Amo i toni scuri, quando fotografo preferisco calcare la mano sulle ombre piuttosto che sulle luci… mi ha allenato a cogliere anche i più piccoli segnali di luce, di speranza…
Gemma n° 381
“Ho appena passato tre mesi di studio in Francia, un’esperienza significativa che mi ha segnata sotto vari aspetti. Ho deciso di portare questa gemma perché è quello che sento veramente importante in questo momento.” Così A. (classe quarta) ha presentato la propria gemma, che è consistita in un montaggio video di alcune foto della sua esperienza.
La prima canzone scelta da A. come colonna sonora del video è stata “Buon viaggio” di Cesare Cremonini. “Coraggio, lasciare tutto indietro e andare, partire per ricominciare…”. Non avrei fatto la stessa scelta di A. durante il mio quarto anno di liceo; da un lato sarei stato un ufo in quegli anni (non si usava), dall’altro non sarebbe proprio stato nelle mie corde. Ma ho visto l’entusiasmo di A. al ritorno e ho letto la sua contentezza nelle mail inviate durante la sua esperienza in Francia… “per quanta strada ancora c’è da fare amerai il finale”.
Gemma n° 380
“La mia gemma è lo spartito di “Segni del tuo amore” del Gen Rosso perché l’anno scorso ho suonato alle tastiere questo brano con la mia parrocchia. E’ stato anche un modo per esprimere potenzialità”. Questa è stata la gemma di M. (classe terza).
Ho cominciato a cantare in un coro a 15 anni e, a parte qualche pausa, non ho mai smesso. Mi piace l’idea di dare vita a qualcosa insieme agli altri, con la caratteristica che il mio contributo deve tener conto di quello degli altri, deve armonizzarsi con esso. Dare il meglio di sé, sapendo di essere essenziali al pari degli altri.
Gemme n° 379
“Avevo già deciso quale video portare come gemma, poi è uscito questo e ho cambiato idea. Chi mi sta vicino sa che spesso dico che le ragazze sono tanto cattive: spesso diciamo cose che in realtà non pensiamo, mi ci metto dentro anche io. A volte mi pento di quello che dico. Penso che questo video sia significativo: emerge anche l’idea per cui la felicità è connessa alle persone, qualsiasi cosa facciamo è connessa agli altri. Desidero anche leggere queste frasi, anche se un po’ sconnesse tra loro in quanto frutto di pezzi di video tagliati: «Il rapporto che ho con ogni singola persona è unico e speciale… La cosa più importante per un essere umano essere e sentirsi amato… come può sparire così una persona al mondo, come può essere accettabile. A sette anni non avevo una risposta, ma ora che ne ho venti ce l’ho, non può! Semplicemente non sparisce, non esiste vita, morte, esistono emozioni, esiste credere in qualcosa… Le persone non spariscono, noi le manteniamo in vita continuando ad amare ogni giorno come loro hanno amato noi, toccando con mano quello che non possono più toccare, respirando la vita che non possono più respirare, trasformando il dolore in forza di continuare a vivere non solo per noi, ma anche per loro.»” Questa è stata la gemma di D. (classe quinta).
Sono varie le tematiche toccate. Mi concentro sulle relazioni e sulla morte con una citazione della pittrice messicana Frida Kahlo: “Nessuno è separato da nessuno. Nessuno lotta per se stesso. Tutto è uno. L’angoscia e il dolore, il piacere e la morte non sono nient’altro che un processo per esistere. La lotta rivoluzionaria in questo processo è una porta aperta all’intelligenza.”